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Autore: Arsax    10/05/2017    1 recensioni
Non sapevo come eravamo arrivati a questo, sapevo solo che faceva male. Molto male. Non riuscivo a sopportare tutto ciò. Era come se mille lame gelide mi trafiggessero il cuore, e non solo figurativamente.
Come si era arrivati fino a quel punto? Noi due, sotto il potente e scrosciante bacio della pioggia, aggrovigliati in una danza mortale. Piantai i miei occhi nei suoi e pensai che forse era il destino a volere tutte quelle cose. Tutto quel sangue e tutto quel dolore. Tutta quella morte.
Abbandonai la testa all'indietro guardando le nuvole nere sopra di me e lasciando che la pioggia lavasse via ogni mio dolore e che mi baciasse per l'ultima volta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 14



Scendemmo nelle viscere del castello per un tempo che parve interminabile e l'aria si fece più umida e asfittica man mano che scendevamo. Sapevo perfettamente dov'erano situate le segrete del castello Vidrean, ma non ci ero mai andata prima di allora e mi vennero i brividi. Quei lunghi e asfittici corridoi erano stati creati per incutere timore ai prigionieri che venivano arrestati. Dovevano avere l'impressione che stessero scendendo verso l'inferno.
Stefan scambiò i miei brividi di inquietudine per freddo e mi mise la giacca del suo completo sulle spalle. Tutte quelle attenzioni e tutti quei gesti di possessione nei miei confronti, mi provocavano emozioni contrastanti, soprattutto perché avevo notato che non lo faceva soltanto in pubblico, ma anche in privato. Eravamo lì, solo noi due con due guardie a farci strada, che non avrebbero visto assolutamente niente dato che ci davano le spalle. Era un comportamento strano da parte sua. Possibile che fossero veramente gesti d'affetto incondizionato?
Finalmente arrivammo alla cella dov'era rinchiuso Alin Vidrean, un piccolo quadrato con un po' di paglia in un angolo e una branda di legno ammuffito. Aveva ancora i vestiti insanguinati e fu visibilmente sorpreso quando vide che c'eravamo solo io e Stefan. Si avvicinò alle sbarre e ci guardò negli occhi.
-Prima che tu ce lo chieda, siamo venuti solo noi per essere sicuri che nessuno influenzi la versione della tua confessione.- disse Stefan autoritario. -Ora parla.
Alin mi guardò intensamente e vidi che era spaventato, ma pronto a subire la punizione.
-Ho dovuto farlo, principessa. Per il vostro bene e per quello di tutti noi.- rispose deciso.
-Perché?- domandò Stefan.
-Perché l'unica cosa che Ionut Lovinescu voleva era il potere e affermava che la principessa Serena non fosse adatta per regnare. Stava anche progettando di ucciderla! Principessa, l'ho fatto solo per proteggervi, credetemi!
Allungò le mani verso di me, ma Stefan si mise in mezzo e gli torse malamente le braccia. Un crack sinistro riecheggiò per tutte le segrete assieme all'urlo disumano di Alin e dovetti trattenermi dal non urlare a mia volta.
-Non osare toccarla, verme!
-Era un gran bastardo e sono contento di averlo fatto fuori!- urlò scoppiando a ridere come un pazzo. -Ho difeso la mia principessa e ora sono pronto a morire, perché ho fatto ciò che ogni suddito dovrebbe fare: proteggere il proprio sovrano.
Il sangue mi si era ghiacciato nelle vene e fissavo Alin ad occhi sbarrati. Era vero? Ionut Lovinescu aveva progettato di uccidermi? C'era la remota possibilità che avesse davvero intenzione di farlo, date tutte le storie su di lui che avevo sentito e il suo comportamento marziale e austero, ma ero convinta che avrebbe rispettato il patto. Poteva comunque essere una frottola inventata da Alin per salvarsi la pelle.
-Hai le prove di ciò che dici?- chiesi con voce bassa, ma ferma.
-L'ho sentito discutere con qualcuno questa sera, ma non sono riuscito a riconoscerlo. Ionut progettava di uccidervi prima del matrimonio col principe Stefan, così il vostro regno sarebbe caduto in disgrazia. Ci sarebbero state guerre per il potere tra Vidrean e Von Ziegler e quando i due clan sarebbero stati troppo provati da queste continue lotte, allora Ionut avrebbe attaccato per conquistare tutto. Non voleva rispettare il patto!
-Hai le prove?- ripeté duramente Stefan, ma Alin scosse lentamente la testa.
-L'udienza si terrà tra un paio di giorni e sai già quale sarà la pena per questo reato.
Stefan mi condusse lontano dalle segrete. Mi lasciai guidare da lui perché ero ancora troppo scossa da ciò che aveva detto Alin ed ero indecisa se parlarne o meno con Stefan, ma alla fine decisi.
-Ho bisogno di parlarti.- gli dissi di punto in bianco, quando ci trovammo nel corridoio principale del castello.
Lo trascinai in camera mia e in rumeno dissi alla guardia di allontanarsi. Chiusi la porta e mi sedetti sul letto esausta, restituendogli la giacca.
-Noto con piacere che sei migliorata molto in rumeno.- disse accennando un sorriso.
-Mi sono sforzata di imparare almeno le frasi necessarie per dare gli ordini alle guardie e alla servitù. Parolacce a parte, so solo poche frasi.- mentii con naturalezza.
-Ad esempio?
Gli dissi qualcosa che aveva a che fare con la mamma e scoppiò a ridere. Si sedette sul letto accanto a me e sciolse il papillon.
-I vampiri possono soffrire di disturbi mentali?- chiesi tormentandomi le mani.
-E' possibile, se passano tanto tempo senza bere sangue. Stai pensando a quello che ha detto Alin Vidrean, vero?
-Insomma... non ho avuto occasione di conoscere a fondo tuo padre, ma non penso che potesse arrivare a questo punto.
Stefan rise senza allegria. Una risata molto lugubre, che mi fece venire i brividi.
-Ha ragione Alin: mio padre era un bastardo. E non mi sorprenderebbe sapere che avesse intenzione di ucciderti, ma non ce l'avrebbe fatta.
-P-perché?- chiesi sorpresa da quella risposta così schietta.
-Perché gliel'avrei impedito.
Quella risposta mi sorprese ancora di più della precedente. Il suo sguardo non tralasciava trasparire alcuna emozione, a parte infinita amarezza.
-E come? Uccidendolo? Ma era tuo padre.- protestai.
-Sì, è vero, ma era molto, troppo assetato di potere. Non mi sorprenderebbe nemmeno sapere che dopo essersi sbarazzato di te, sarebbe toccato a me essere distrutto.
-Uccidere il proprio figlio? Come si può?- chiesi basita.
-Sono solo il frutto di un matrimonio combinato. Mi ha addestrato come un guerriero, non mi ha cresciuto come un figlio. Io per lui ero solo uno strumento di guerra pari ad un paletto, ma era mio padre e continuerò a rispettarlo, nonostante tutto.
Capii che Stefan era stato come un orfano, non aveva provato l'amore paterno come l'avevo provato io. Il padre l'aveva trattato al pari di un oggetto, mentre sua madre era morta quando era ancora un bambino. Zio Wilhelm mi aveva raccontato la storia della morte della madre di Stefan, mentre facevamo una lezione di tedesco.
-Diana amava suo figlio alla follia. Era l'unica cosa bella che le era capitata dal giorno del matrimonio. Ionut e Diana si odiavano e lei era diventata molto cupa e taciturna da quando si erano sposati, ma quando nacque Stefan cambiò tutto. Ritornò ad essere solare, dolce e viveva per Stefan. Era la sua gioia più grande. C'era l'ennesima lotta tra Vidrean e Lovinescu e, come ben sai, le truppe hanno bisogno di sangue. Decine di umani morirono e alla fine gli abitanti della zona si radunarono per vendicarsi. Diana e Stefan erano andati a fare una passeggiata nei boschi, quando Diana vide arrivare la folla inferocita. Ordinò a Stefan di nascondersi su un albero e di scendere solo quando se ne fosse andata. Vide sua madre venire linciata davanti ai suoi occhi, a soli sei anni. Lo ritrovarono solo quando calò la notte, abbracciato al corpo della madre.
Ero rimasta scioccata quando zio Wilhelm mi aveva raccontato quell'avvenimento così drammatico. Non avrei mai detto che Stefan avesse avuto un'infanzia così dolorosa, perché non lo mostrava a nessuno. Si nascondeva dietro ad una maschera fatta di strafottenza, arroganza e malizia. Era per quel motivo non riuscivo a capire ciò che provava.
-Ad ogni modo- dissi rompendo il silenzio che si era creato tra me e Stefan.- ciò che ha fatto Alin non può restare impunito. Abbiamo la sua confessione e non mi pare che non beva sangue da tempo, quindi direi che l'indagine può finire qui.
-Sono d'accordo. Ora però mi conviene tornare al mio castello, domani sarà una giornata impegnativa tra la riunione del Consiglio e l'organizzazione del funerale.
-Perché non resti qui stanotte? Ti faccio preparare una camera.
Stefan sorrise amaramente.
-Non provare pena per me. È una cosa che non mi si addice e che non sopporto.
-Io non provo pena per te.- dissi con sincerità. -E' solo che ti vedo molto provato e non ho intenzione di farti fare tutta quella strada adesso. Domani tornerai a casa e ti aiuterò, anche perché senza di me non riusciresti a fare molto.- dissi ironica facendo ridacchiare Stefan.
-Come desiderate, principessa Serena.- rispose prendendomi la mano e baciandola. -Buonanotte, mia principessa.
-'notte.
Non appena fu uscito dalla camera, andai a cercare mio zio per raccontargli tutto. Quando gli dissi di Alin, rimase molto sorpreso e mi raccomandò di restare in guardia.
-Sei stata grande alla riunione del Consiglio, ma ti consiglio di non sottovalutare Lucian. Non ribatte solo perché c'è Stefan a difenderti, ma ricordati che è il fratello di Ionut Lovinescu.
-Mi hai insegnato tu a non sottovalutare i miei nemici. Questo è un errore che spetta a loro, non a me.- risposi e zio Wilhelm sorrise.
-So anche che hai impedito a Stefan di fare un'azione che gli sarebbe costata la vita.- disse sorridendo.
-Come...
-Le guardie hanno sentito tutto. Te l'ho detto che sono pettegole. Sono orgoglioso di te, ma ora vai a dormire. Sarà una settimana impegnativa.
E non seppi quanto aveva ragione fino al giorno seguente.

Se non ci fossero stati mio zio e l'assistente di Ionut, che era passato a Stefan, non ce l'avremmo fatta a seguire tutti gli impegni che avevamo in programma. Dato che agli occhi di tutti eravamo ufficialmente fidanzati, i nostri impegni si erano fusi insieme.
Riunimmo il Consiglio per fissare il processo di Alin Vidrean, che si sarebbe tenuto due giorni dopo, spedimmo un sacco di messaggeri per informare che Ionut Lovinescu era stato distrutto, che il funerale si sarebbe tenuto la settimana successiva e iniziammo con i preparativi.
Quando avevo del tempo libero, mio zio e i miei genitori mi istruivano su come si sarebbe svolta l'udienza. Sfogliai un bel po' di libri di diritto appartenuti a mio padre, Marius, e studiai fino a crollare dal sonno con la faccia in mezzo ai libri. Dovevo arrivare preparata o avrei fatto la figura della stupida e ciò mi sarebbe costato quel poco di rispetto che mi ero guadagnata.
Il giorno del processo, che si sarebbe tenuto al castello Vidrean, arrivò in un attimo ed ero spaventata a morte. Le prove contro Alin erano talmente schiaccianti, che sarebbe stato distrutto seduta stante, davanti a tutti. A distruggerlo saremmo stati o io o Stefan, ma visto che lui era più "addestrato" di me, si era proposto di farlo al mio posto e per quello lo ringraziai mentalmente un miliardo di volte. Non ero sicura che sarei riuscita a distruggerlo, nonostante avesse compiuto un'azione ignobile e imperdonabile.
-Sta' calma e cerca di non svenire quando lo distruggerà. Grazie a questo processo, molti vampiri capiranno che fai sul serio e che sei pronta per regnare.- mi sussurrò zio Wilhelm prima di entrare, senza farsi sentire da Stefan.
-Ci proverò.- dissi in un soffio.
Mi avvicinai a Stefan e aspettammo che le porte si aprissero. Ero tesa come una corda di violino e Stefan se ne accorse, ma non fece commenti. Le porte si aprirono e facemmo il nostro ingresso nella sala delle udienze. Era gremita di gente e tutti sembravano fremere dall'eccitazione di vedere la distruzione dell'assassino di Ionut Lovinescu. L'udienza si sarebbe svolta in lingua rumena e avevo chiesto che zio Wilhelm mi facesse da traduttore, anche se non ne avevo realmente bisogno.
Ci sedemmo ad un lungo tavolo leggermente rialzato rispetto al pavimento. Stefan stava alla mia sinistra, mentre zio Wilhelm alla mia destra. Stefan si alzò e in rumeno disse. -Fate entrare l'accusato.

Alin Vidrean entrò nella sala incatenato, accompagnato da due guardie. Arrivato al centro della sala, Stefan lo guardò con occhio truce.
-Alin Vidrean, sei accusato della distruzione di Ionut Lovinescu, sovrano del clan Lovinescu. Ascolteremo la testimone oculare e solo dopo potrai parlare.
Ascoltammo la testimonianza della domestica che aveva trovato Alin col paletto insanguinato e il cadavere di Ionut. I membri della giuria, che erano anche i membri del Consiglio, le fecero tantissime domande per avere molti dettagli, alcuni del tutto inutili e molto macabri. Ad esempio quanto sangue c'era nella stanza, a che profondità era entrato il paletto nel corpo del sovrano e così via.
Fu il turno di Alin Vidrean e ripeté davanti a tutti ciò che aveva detto a me e Stefan un paio di sere prima, sorprendendo tutti i presenti con le sue accuse verso Ionut Lovinescu.
-Hai le prove di ciò che stai affermando?- chiese Stefan pacatamente.
-Ve l'ho detto l'altra sera che non ho prove concrete, ma so cos'ho sentito. Ionut Lovinescu progettava di uccidere la principessa Serena ed era mio dovere di suddito devoto proteggerla.
-Se avevi il timore che Ionut Lovinescu stesse progettando di distruggermi, dovevi venire a riferirmelo immediatamente. Hai agito di testa tua e ciò che hai fatto è gravissimo.- dissi in italiano ad Alin e zio Wilhelm tradusse in rumeno per tutti i presenti.
-Vi avrebbe uccisa! Io... a meno che...- Alin guardò la giuria che aveva davanti a sé con occhi nuovi, spaventati. -A meno che il principe Stefan non fosse partecipe del piano. Lui sta complottando contro di voi, è come suo padre! Ciò che gli importa è il potere, non fatevi ingannare da lui!
Era spaventato, ma per me. Temeva per la mia vita, per la vita della sua principessa. Tutti i presenti iniziarono ad agitarsi e un vociare alto si levò nella sala.
-Non fidatevi dei Lovinescu, è gente spietata e senza scrupoli! Vi prego principessa, fate attenzione!
-Silenzio!- tuonò Stefan alzandosi e tutti i vampiri presenti ammutolirono.
-Non stiamo parlando di me o della mia famiglia. Ci siamo riuniti qui per punire la distruzione di Ionut Lovinescu, mio padre. Se questi erano i tuoi sospetti, dovevi andare a parlarne immediatamente con la principessa Serena, come ti ha detto lei stessa. Tutti noi siamo soggetti alla legge e questo reato non può restare impunito. Membri della giuria, siete a favore della distruzione immediata di Alin Vidrean? Alzate la mano destra se siete a favore.
Stefan alzò immediatamente la mano rivolgendo ad Alin uno sguardo di fuoco, così come Lucian e tutti i membri della giuria. Restavo solo io con la mano abbassata, così guardai Alin negli occhi.
-Per quanto le tue intenzioni potessero essere nobili, hai sbagliato. È stato un enorme sbaglio e non può restare impunito.- dissi decisa e alla fine alzai la mano anche io.
La giuria era unanime, Alin Vidrean sarebbe stato distrutto immediatamente. Stefan si alzò, chiamò i tre servi che portarono uno un paletto su un cuscino di velluto rosso, uno una ciotola d'acqua tiepida e un altro un asciugamano di seta rossa come il sangue.
Stefan fece per avvicinarsi, ma Lucian alzò la mano attirando l'attenzione di tutti.
-Che succede, Lucian?- chiese Stefan a suo zio.
-Forse dovrebbe distruggerlo la principessa Serena, dato che è un suo parente. Non vorrei mai che si creassero faide o fraintendimenti, viste le accuse che Alin Vidrean ha riportato verso Ionut e verso di noi.
Rimasi pietrificata, soprattutto quando vidi i membri della giuria, e anche molti dei vampiri presenti che assistevano al processo, annuire con approvazione. Quella era una vendetta nei miei confronti, perché Lucian sapeva benissimo che io non avevo mai distrutto un vampiro. Voleva farmi fare la figura della debole e magari anche farmi sembrare di parte. Non volevo uccidere Alin e già mi costava tanto restare a guardare la sua distruzione, figurarsi ucciderlo io stessa.
Stefan mi guardò per cercare un mio cenno di approvazione o di dissenso. Mi tremavano le gambe, ma decisi di alzarmi lo stesso e sperai di non inciampare nei miei stessi piedi o nella lunga gonna del vestito nero.
Andai lentamente verso i servi e guardai il paletto con terrore, ma cercai di non darlo a vedere. Presi il paletto dal cuscino di velluto, notando che c'erano molti fregi e intagli raffiguranti la guerra e la Morte stessa, col cappuccio nero e la falce. Andai verso Alin Vidrean e lo guardai negli occhi. Lui mi restituì uno sguardo pieno di orgoglio.
-Sono onorato di morire per mano vostra, principessa.- sussurrò Alin in italiano. -Sono convinto che sarete una regina degna di vostro padre e vostra madre, vi prego soltanto di non abbassare mai la guardia.
-Mi dispiace.- sussurrai.
Afferrai il paletto e con un colpo secco, come mi aveva insegnato mio zio Wilhelm, lo affondai nel petto di Alin. Spalancò gli occhi e poi sorrise. Cadde a terra morto e dalla ferita che gli avevo procurato iniziò a sgorgare un fiume di sangue, che macchiò il pavimento della sala delle udienze.
Con sguardo inespressivo, restituii il paletto insanguinato al servitore, mi lavai le mani dal sangue nella ciotola e un altro servo mi aiutò ad asciugarle. Nessuno aveva osato fiatare quando avevo compiuto quel gesto, forse perché non si aspettavano che una principessa, cresciuta ad amore e fiabe a lieto fine, fosse in grado di farlo.
Guardai mio zio, sperando che quel processo finisse il più presto possibile. L'unica cosa che desideravo in quel momento era di restare da sola con i miei pensieri. Stefan si alzò e annunciò che il processo era concluso. I vampiri iniziarono a lasciare la sala, mentre altri due servi portarono via il corpo di Alin Vidrean.
Prima che qualcuno potesse avvicinarsi, uscii dalla sala con passo veloce e andai nella mia camera. Andai in bagno e mi lavai la faccia. Mi guardai le mani e mi sembrava che fossero ancora sporche di sangue. Iniziai a lavarle con foga, fino a farmele arrossare.
-Serena...
Era Stefan, ma non m'importava. Dovevo togliere il sangue dalle mie mani.
-Serena, basta. Non hai più niente sulle mani, fermati.- disse prendendomi le mani e bloccandomi.
Lo guardai confusa e solo quando incrociai il suo sguardo, capii appieno ciò che avevo fatto. Avevo ucciso per la prima volta in vita mia.
-Serena stai...
Crollai sulle ginocchia e vidi che Stefan era decisamente preoccupato. Mi guardavo le mani e senza che me ne accorsi, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso. Mi scappò un singhiozzo e Stefan mi strinse subito a sé. Quell'abbraccio, che doveva avere l'effetto di consolarmi, ebbe l'effetto contrario. Mi strinsi forte a lui e mi lasciai andare senza vergogna. Non piangevo mai davanti a nessuno, ma in quel momento non potevo più trattenermi.
-Mi dispiace davvero tanto. Dovevo essere io a distruggerlo, ma Lucian ha... voluto metterti alla prova.- disse Stefan iniziando ad accarezzarmi la schiena.
Posò la testa sulla mia e lo strinsi più forte. Non riuscii a calmarmi, anzi successe una cosa decisamente strana e inquietante. Non mi sentii più padrona del mio corpo e iniziai a tremare violentemente.
-Serena che ti succede? Serena guardami!
Forse stavo avendo una crisi epilettica, ma si era completamente coscienti quando si avevano?Stefan riuscì a portarmi in camera, mi fece sdraiare sul letto e corse a chiamare zio Wilhelm, che arrivò in pochissimi istanti.
-Cosa sta succedendo?- chiese guardando sospettoso Stefan.
-Non lo so. Stava piangendo e... ha iniziato a fare così.
La crisi terminò e mi misi seduta lentamente. Girai la testa verso lo specchio e vidi che avevo gli occhi completamente bianchi. Come potevo vedere se avevo gli occhi girati all'indietro?
Girai lentamente la testa verso Stefan e zio Wilhelm e sorrisi con cattiveria. Un ghigno malefico e orribile che mai avrei creduto di poter avere sul viso.
Cosa mi sta accadendo?! Perché non riesco a controllare il mio corpo?
-Tradimento!- dissi con una voce che non era la mia.
Era più roca, sprizzava cattiveria e sembrava provenire da un demone.
-L'amore ci porterà alla distruzione. Tradimento! - ripetei.
Stefan fece per avvicinarsi, ma zio Wilhelm lo trattenne per un braccio. Quel movimento bastò per farmi scattare. Con una forza e una velocità che non avevo mai pensato di avere, saltai dall'altra parte della stanza, con le spalle al muro. Continuavo a sorridere minacciosa e guardavo Stefan intensamente. Mi leccai lentamente le labbra.
-Spero che tu riesca ad interpretare questo messaggio, Stefan Lovinescu. Da questo dipenderà la tua vita e il tuo futuro.- scoppiai a ridere come una matta e alla fine crollai a terra con un tonfo, vedendo tutto buio.

Mi risvegliai con la vista appannata. C'erano quattro volti che mi guardavano e ciò che dicevano mi arrivava confuso. Mi sforzai di mettere a fuoco e vidi che c'erano i miei genitori, mio zio e Stefan.
-Come ti senti? Stai bene?- chiese mia madre, visibilmente in ansia.
-Cos'è successo?- chiesi con la bocca impastata.
-Sei caduta a terra e...- iniziò Stefan, ma lo bloccai con un gesto della mano perché mi ricordai tutto.
Era stata una sensazione orribile. Non mi sentivo più padrona del mio corpo e sembrava che ci fosse qualcuno a muoverlo, come se qualcuno ne avesse prese il possesso.
-I vampiri possono essere posseduti?- chiesi guardandoli tutti con occhi spaventati.
Zio Wilhelm sospirò. -Non pensavo che potesse succedere anche a te.- affermò.
-Succedermi cosa? Non mi avrai nascosto altro sul mio conto, vero?- chiesi guardinga.
Zio Wilhelm alzò le mani con fare difensivo. -No, assolutamente. Solo che non pensavo che tu potessi ereditare una... dote così straordinaria da tua madre.
Lo guardammo tutti confusi.
-Scusa se mi intrometto- iniziò Stefan. -ma di che dote stai parlando?
-Immagino che tuo padre e i tuoi zii ti abbiano fatto studiare tutti i sovrani vampiri vissuti, compresi i tuoi genitori e i genitori di Serena.- disse mio zio.
-Sì, ma non capisco cosa c'entri questo con ciò che è accaduto a Serena qualche ora fa.
-Astrid Von Ziegler ti dice qualcosa?
-Ma cosa... oh.- Stefan sembrò capire. -La "Regina Veggente".
-La regina cosa?- chiesi guardando prima Stefan e poi mio zio.
-Non ci credo.- disse mio padre sorpreso. -Pensavo che...
Mio zio annuì lentamente, osservandomi con occhi nuovi. -Ho passato molto tempo con mia sorella, dopo che è diventata regina, e la prima crisi che ha avuto è stata identica alla tua, Serena. Disse che si sarebbe sposata con un sovrano rumeno, ovviamente non l'ha detto con la... cattiveria che hai avuto tu, perché era un avvenimento molto lieto. Quando nascesti tu, tua madre disse che lei e Marius stavano per essere distrutti da un vampiro e che dovevano metterti al sicuro il prima possibile, così ti affidarono a Paola e Andrea. Le predizioni non sono sempre esatte, un avvenimento può accadere il giorno stesso o dopo anni e solitamente sono confuse e senza un apparente senso logico. Solo chi ha tale potere può capire veramente il significato delle predizioni, mentre agli altri appaiono frasi prive di senso.- spiegò zio Wilhelm.
-E succederà sempre così? Mi si gireranno gli occhi, sembrerò posseduta e sverrò?- chiesi preoccupata.
Non sarebbe stato per nulla vantaggioso svenire davanti ad un nemico o durante una battaglia, anzi mi avrebbe reso molto vulnerabile e avrebbe aumentato di molto la percentuale di probabilità di venire distrutta.
-No, inizierai a controllarle col tempo. Capiteranno in ogni momento, ma almeno sarai cosciente e avrai il pieno controllo del tuo corpo. Ci vuole solo tempo.- rispose mio zio e tirai un sospiro di sollievo.
-Prima di oggi- continuò zio Wilhelm. -non pensavo che questo potere potesse essere tramandato. È una cosa rara, molto, e fino ad oggi solo una decina di casi sono segnati nella storia dei vampiri e ora tu sei l'undicesimo.
Cercai di assimilare tutte quelle informazioni nel più breve tempo possibile. Avevo il potere della preveggenza ereditato da mia madre, la regina Astrid Von Ziegler, detta la "Regina Veggente". Quel potere sarebbe potuto tornarmi utile, ma dovevo imparare a controllarlo. Avevo ancora una domanda da fare a mio zio, che fino a quel momento avevo rimosso dai miei pensieri.
-E i sogni? Posso avere dei sogni premonitori?- chiesi senza dare troppi dettagli, anche perché non volevo che Stefan sapesse che nei miei sogni più vividi e reali, lui era il protagonista.
-E' possibile, ma non si può sapere con certezza quali sogni siano premonitori e quali no e sono molto meno chiari delle visioni.- rispose mio zio.
-Serena, sai cosa possa significare ciò che hai detto?- mi chiese Stefan.
-Non ne ho la minima idea, ma perché mi è venuto proprio in questo preciso momento?
-Può essere dato da un'emozione forte?- chiese Stefan a mio zio, che annuì.
-Certo, succede sempre così, però prima deve capitare qualcosa che indebolisca la mente, come ad esempio lo stress. Non ne sono sicuro, ma anche ad Astrid era successo esattamente come è capitato a Serena.- spiegò zio Wilhelm.
Tutti mi fissavano come se fossi un alieno e mi sentii molto a disagio.
-Ho bisogno di stare da sola e di rilassarmi e... smettetela di fissarmi, siete inquietanti.- dissi sciogliendomi i capelli.
-Qualcuno dovrà restare con te per questa notte, per evitare che tu sia sola nel caso tu abbia un'altra predizione. Dopo la prima bisogna stare attenti per un paio di giorni.- rispose zio Wilhelm.
-Resterò io.- si offrì prontamente Stefan. -Sempre che tu sia d'accordo.- aggiunse poi rivolgendosi a me.
-D'accordo.
-Per qualsiasi cosa vieni a chiamarci, okay?- disse mia madre abbracciandomi.
-Mi raccomando.- mi mise in guardia mio zio, alludendo a Stefan.
-Tranquillo, la terrò d'occhio io.- rispose Stefan mettendomi una mano sulla spalla.
Uscirono tutti dalla stanza e lasciarono me e Stefan da soli, in un silenzio imbarazzante.
-Chiamo la cucina per farci preparare qualcosa da mangiare.- annunciò Stefan, prendendo il telefono che c'era sul comodino.
-Veramente non ho tanta fame.
-Devi mangiare qualcosa, non puoi stare a digiuno. Vai a farti un bagno caldo e ti chiamerò quando arriverà la cena.- affermò lui.
Non avevo voglia di protestare, non ne avevo nemmeno le forze, così feci come mi aveva detto. Immersa nell'acqua calda dell'enorme vasca da bagno, ripensai alla predizione e alla cattiveria con la quale "l'altra me" aveva parlato. Cosa poteva significare? L'amore avrebbe portato alla distruzione chi? Stefan? Me? Entrambi? Tutti e due i nostri clan? L'amore per cosa? Per chi?
Uscii dalla vasca da bagno ancora più confusa, indossai dei leggins consumati e una maglietta larga e tornai in camera. Vidi Stefan sdraiato sul letto intento a leggere un libro. Si era tolto la giacca, aveva la camicia fuori dai pantaloni, la cravatta era sparita e aveva i capelli scompigliati in modo sexy.
Mi buttai sul letto con la faccia nel cuscino e sentii Stefan avvicinarsi.
-Mi dispiace veramente tanto per oggi. Lucian me la pagherà cara.- disse Stefan nel tentativo di consolarmi e mi accorsi che la sua voce si indurì quando nominò lo zio.
-Non fa niente. Lascia perdere.- bofonchiai con la faccia ancora nel cuscino.
-No, non lascio perdere.
-E perché?- chiesi mettendomi sui gomiti per guardarlo in faccia. -Ormai è fatta, quindi ti prego di lasciar correre. Ho dimostrato a tutti di potercela fare. Ho sbagliato a sfogarmi con te e ti prometto che non succederà più.
-Ma che cosa stai dicendo? Tu non hai visto la tua faccia. Eri sconvolta e continuavi a lavarti le mani come una forsennata.- protestò.
-Perché questo improvviso senso di protezione nei miei confronti?- chiesi guardandolo negli occhi esasperata.
-Perché sei la mia fidanzata. Presto diventerai mia moglie ed è mio dovere proteggerti.- rispose con decisione.
-Non devi, so difendermi da sola.- ribattei sdraiandomi a pancia in su e guardando il soffitto.
-Sempre così testarda e indipendente, eh?- chiese sorridendo. -Anche tu mi hai difeso.
-E da cosa?
-Da me stesso. Mi hai impedito di uccidere Alin e di condannarmi alla distruzione con le mie stesse mani. Se non ci fossi stata tu, oggi ci sarebbero state due distruzioni.
A quello non avevo pensato. Avevo davvero salvato la vita di Stefan? Avrebbe veramente compiuto quel gesto impulsivo? La risposta era più che ovvia.
Un servitore bussò alla porta ed entrò portando con sé due vassoi stracolmi di cibo e una bottiglia di sangue.
-Ora niente storie e mangia.- disse Stefan ridacchiando.
-Va bene, papà.
-Mi considero di più un fratello maggiore.
-Che schifo, siamo incestuosi.- risposi fingendomi schifata.
Stefan scoppiò a ridere e per la prima volta in quel giorno risi anche io. Non sapevo come ci riusciva, ma Stefan riusciva a farmi ritornare il buonumore. Forse stavamo davvero diventando amici?

Angolo autrice.
Buonasera a tutti! Alin è stato distrutto, si è scoperto che Serena ha scoperto di aver ereditato un potere incredibile dalla propria madre e Stefan si sta rivelando sempre più protettivo nei confronti della nostra protagonista. Come andrà a finire?
Grazie per essere arrivati fin qui, per aver recensito e per aver messo la mia storia tra le seguite/preferite. 
Un bacione enorme e al prossimo capitolo.
Arsax <3
  
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