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Autore: Echocide    11/05/2017    6 recensioni
Laki Maika'i è il modo in cui ad Alola augurano 'Buona Fortuna' e sono due parole che Adrien, Marinette e Nino si sentono dire quando iniziano il loro giro delle isole.
Adrien è un ragazzo misterioso, che sembra fuggire da qualcosa.
Marinette è una giovane di Kalos, trasferitasi assieme ai genitori.
Nino è il protetto del Kahuna Fu, deciso a dimostrare il suo valore.
Tre ragazzi.
Tre destini che si uniscono in una regione piena di misteri.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Laki Maika'i
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Altri
Genere: azione, avventura, romantico
Rating: PG
Avvertimenti: longfic, Alternative universe
Wordcount: 1.098 (Fidipù)
Premessa: Una premessa è d'obbligo per questa nuova storia che verrà aggiornata ogni giovedì: per chi mi ha fra gli amici di Facebook (ahimè, per lui/lei) sa molto bene le mie due fisse: Miraculous e Pokemon. Sono drogata di entrambi e, pochi giorni fa, mentre ero a passeggio e ascoltavo tranquilla la cover italiana della opening di Pokemon Sole e Luna, sono stata fulminata dall'idea di creare una Pokemon!AU e quale storia era più che perfetta che quella dell'ultimo gioco? E quindi eccomi qua, nuovamente ai nastri di partenza con una Pokemon!AU (il mio sogno si avvera!) che segue le avventura di Sole e Luna ma che...beh, se leggete Inori vi siete accorti che io non è che seguo i binari tranquillamente e devio con allegria, andando per verdi prati fioriti.
Prima di continuare, voglio anche ringraziare tre persone meravigliose che, negli ultimi due giorni, mi hanno supportata tantissimo e aiutato con la stesura della trama e tante altre cosette che mi hanno permesso di iniziare con un bel piano questa storia (E sì, sto parlando di voi tre, oh mie dilette, che da due giorni mi sopportate e sopportate i miei post!)
Avrei voluto attendere a postare ma...beh, non ce la facevo e quindi eccomi qua a rompervi le scatole!
Cercherò di essere il più chiara possibile, anche per chi non conosce il gioco pokemon, e quindi prendetela come quello che è: una storia in un universo alternativo, abitato da mostriciattoli che di tascabile hanno ben poco!
Detto questo, vi do appuntamento a domani con il nuovo capitolo di Miraculous Heroes 3 e sabato con il nuovo di Scene.
Vi ringrazio in anticipo tutti voi che leggerete questo primo capitolo, lo commenterete, inserirete la storia in una delle vostre liste e me fra gli autori preferiti.
Grazie tantissimo!



Marinette osservò l’uomo allo schermo, cercando di associare la parola professore al tipo che aveva davanti a sé: era abituata a un ben altro genere di esperti di pokemon e quello…
Quello era certamente fuori dagli schemi.
Abbronzato, con il camice bianco completamente aperto su un torace ben allenato, gli occhi verdi che la fissavano divertiti da dietro un paio di occhiali da sole sportivi e i capelli scuri spettinati: «Oops. Aspetta solo una secondo…» dichiarò l’uomo, aggiustando la telecamera e sorridendole, mentre Marinette fissava la propri attenzione sul pizzetto dell’altro: «Ohilà, buongiorno! Il gran giorno si avvicina! Voglio dire…» si fermò, storcendo le labbra in un ghigno: «…quello del tuo trasferimento ad Alola!»
«Ho letto veramente tanto sulla regione!» dichiarò Marinette, chinandosi e recuperando una rivista dal cassetto della scrivania: «Alola deve essere una regione veramente incredibile!» continuò la ragazza, sfogliando il giornale e sorridendo: quando i suoi le avevano annunciato il trasferimento verso l’arcipelago non era stata per nulla felice.
Amava la sua Kalos.
Amava le boutique, i cafè, i vialetti graziosi che circondavano la sua città: in pratica ogni mattone della sua adorata Luminopoli.
Ma poi si era informata sulla sua nuova casa e aveva iniziato ad apprezzare quell’arcipelago, immerso nell’oceano, dove la natura cresceva rigogliosa: si era informata sugli usi e i costumi della zona, apprendendo anche che era in età perfetta per intraprendere il classico giro delle isole, un’alternativa aloliana – ma esisteva poi il termine aloliano? – al classico tour delle palestre che i ragazzi svolgevano a Kalos.
«Ehi, bella addormentata» il professore la richiamò, facendo riportare l’attenzione di Marinette sullo schermo: un cucciolo canino dal pelo marrone chiaro, con il muso, le zampe e le punte delle orecchie più scure, era balzato sulla spalla dell’uomo, abbaiando festoso: i grandi occhi blu la fissavano curiosi, mentre il piccoletto strofinava il collare di pelliccia grigio chiaro, sparso di punte marrone: «Rockruff! Mi fai male! Scendi!» sbottò il professore, mettendo giù il pokemon e sbuffando: «Dicevo? Ah sì, anche qui abbiamo tanti pokemon, bla, bla, bla. La solita zolfa. Immagino la sai.»
«S-sì…» mormorò Marinette, abbozzando un sorriso imbarazzato, mentre l’uomo si guardava cauto attorno a sé: «Piuttosto, ti sei ricordata della cosa che ti ho chiesto, ragazzina?»
La ragazza si portò dietro l’orecchio un ciuffo di capelli mori e annuì con la testa: «Sì, ho già sistemato l’ordine di camambert che…»
«Sssshh!» mormorò l’uomo, portandosi un dito al naso e intimandole il silenzio: «Potremmo essere ascoltati.»
«Cosa?»
«L’importante è che lo porterai qua.»
Marinette abbozzò un sorriso, trattenendosi dall’alzare gli occhi al cielo e sbuffare: non voleva immaginare a quanto sarebbero puzzati i loro bagagli, una volta giunti ad Alola. Ma il professor Plagg – questo il nome dell’uomo con cui stava videochiamando – era stato veramente insistente, quando aveva scoperto la regione da cui proveniva e le sembrava un prezzo adeguato come ringraziamento per l’uomo che si era diviso in quattro per trovare a lei e ai suoi genitori una casa vicina ad Hau’oli, la città principale di Mele Mele, l’isola di Alola in cui sarebbero andati a vivere.
In fondo, potevano lavare e far prendere aria a tutto, una volta giunti a casa.
Plagg annuì, abbassando lo sguardo e, attraverso le casse del pc, il rumore di fogli che venivano girati giunse alle orecchie di Marinette: «Allora, Marinette Dupain-Cheng. Originaria di Luminopoli a Kalos. Sedici anni. Sei giusto al limite per intraprendere il giro delle isole, l’altro ragazzo ha la tua stessa età.»
«Ci sarà un altro allenatore?»
«Sì, è il protetto del Kahuna di Mele Mele. Un tipo a posto. Te lo presenterò non appena sarai qui.» dichiarò Plagg, togliendosi gli occhiali e prendendosi il setto nasale fra le dita: «Ok, perfetto. Appena saprai la data di arrivo, comunicamela così organizzerò tutto» dichiarò l’uomo, incrociando le braccia, mentre un pokemon volante passò alle sue spalle: «Marinette…un nome grazioso come una Carineria!» dichiarò il professore, strappando l’ennesimo sorriso incerto alla ragazza.
Era una battuta quella?



Corse velocemente attraverso i corridoi candidi della struttura, ignorando il peso nello zaino e raggiungendo velocemente l’ascensore, cercando di non far caso ai passi sempre più vicini dei suoi inseguitori.
Doveva muoversi.
Raggiunse la piattaforma triangolare e si fermò nei pressi dei comandi, azionandolo e salendo verso l’alto, osservando con mal celata soddisfazione i due addetti, rimasti a terra; fermo al centro della pedana, lasciò andare un sospiro, mentre l’ascensore saliva e lo portava al livello successivo: doveva raggiungere velocemente i dock e prendere uno dei motoscafi, poi…
Poi era un’incognita, ma doveva fare ogni cosa in suo potere per fermarlo.
«Io vi proteggerò» mormorò, voltandosi appena e abbozzando un sorriso: doveva proteggerli. Doveva proteggere tutti quanti.
L’ascensore si fermò al piano superiore e si guardò attorno, tenendo le mani sulle cinghie dello zaino, iniziando poi a muoversi lentamente fra la vegetazione rigogliosa del giardino: «Si fermi, signorino Adrien» dichiarò una voce femminile, facendo voltare il ragazzo: i capelli legati stretti in uno chignon, lo sguardo pieno di riprovazione dietro le lenti quadrate e un completo severo candido come la neve.
Questa era Nathalie Sancoeur.
«No» dichiarò Adrien, facendo un passo indietro e accorgendosi di altri due uomini, giunti alle sue spalle: «Non li lascerò a voi.»
Nathalie sospirò, sistemandosi appena gli occhiali e poi si voltò, dando le spalle al ragazzo: «Catturatelo» dichiarò, camminando spedita lontano dal giovane e portandosi una mano all’orecchio, azionando l’auricolare: «Sì, lo abbiamo pres…» una luce intensa la fermò, facendola voltare e osservare Adrien sparire sotto ai suoi occhi; si avvicinò frettolosamente al punto in cui era stato il ragazzo, non trovandone nessuna traccia. Respirò a fondo, guardandosi attorno e osservando i quattro uomini, che si era portata dietro, massaggiarsi gli occhi, accecati dalla luce intensa che li aveva colpiti: «Signore? Il signorino Adrien è fuggito.»


Dove era?
Poteva sentire lo sciabordare delle onde del mare e l’odore di salmastro che gli inondava le narici.
Dove si trovava?
Allungò una mano, stringendo la sabbia nel pugno e alzando un poco la testa, osservando la file di case che si affacciavano sulla spiaggia: dove era finito? Che posto era quello?
Si riscosse, recuperando lo zaino accanto a sé e controllando immediatamente le due pokeball, sorridendo quando le vide all’interno della borsa al sicuro.
Stavano bene.
Perfetto.
Li aveva salvati entrambi.
Sorrise, mentre le forze gli venivano meno e si lasciò cadere, sentendo una voce femminile in lontananza che strillava qualcosa.
Era troppo stanco.
Troppo.
Strinse lo zaino al petto, rendendosi conto che, una volta risvegliato, avrebbe dovuto pensare a come salvare quei due ma, per il momento, si lasciò andare a un oblio senza sogni.

   
 
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