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Autore: IwonLyme    13/05/2017    1 recensioni
‘Il Principe’ è un racconto sulla libertà, sul significato che essa ha soprattutto per il giovane Nivek, protagonista e narratore, che verrà messo a confronto fin da subito con la bellezza di essa, la sua importanza e, almeno per lui, il suo difficile raggiungimento. Non è facile essere liberi e Nivek desidera talmente tanto esserlo che romperà ogni regola per raggiungere questo scopo.
Tuttavia ciò che inizia come un gesto ribelle e di rivalsa gli costerà proprio ciò che da principio inseguiva e si troverà catapultato in una realtà ed in un mondo molto più duro e severo di quanto non fosse suo nonno ed il villaggio in cui viveva da emarginato. Una guerra contro un re malvagio ed un padrone pronto a legarlo per sempre a se stesso saranno le cause delle sue vicissitudini che lo porteranno a riflettere sulla propria vita, sul vero scopo di essa e sulla sua nuova condizione: essere un Drago Domato.
“[…] tutto sta nel comprendere che qualcosa non ci è davvero tolto se noi non lo lasciamo andare via.”
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi il nuovo capitolo! Cosa succederà ai nostri protagonisti? Come stanno procedendo i preparativi per la guerra? Cosa risponderanno le altre tribù?
 
La Voce del Drago - Parte VI
 
Io e Jethro iniziammo a tornare verso il villaggio poiché ormai il mattino volgeva in pomeriggio e, giunti in mezzo alla gente riunitasi sotto il mio comando, vidi subito Yorick che parlava con Murray ed insieme cercavano di farsi capire da un uomo molto grosso e ben piazzato. Lunghi capelli scuri gli avvolgevano il capo ed occhi profondi come caverne gli scavavano il viso. Mi fermai mentre uomini e donne si avvicinavano a me inchinandosi e salutandomi come Re. La mia attenzione, sebbene fosse concentrata anche su quelli, era catturata dal nuovo arrivato che, di certo, non era un Drago d'Aria. Quando potei liberarmi mi affrettai verso di loro. Mio nonno si voltò appena in tempo per vedere me e Jethro e così, prendendo le distanze dal Drago, si avvicinò. – Nivek, ma dov'eri?! È tutta mattina che Elmer ti cerca … Un messaggero delle Regioni della Terra è venuto qui per parlarti, per vederti. Ha detto che si sono riuniti in consiglio e che hanno deciso di inviare lui per discutere con te e solo poi decideranno.
– Capisco. – Dissi. – Parlerò con lui, ma non desidero farlo davanti a tutti, lasciateci soli, egli apprezzerà di certo un po' di intimità. – Spiegai ricordando come Rastus aveva cercato di parlarmi a distanza da orecchi indiscreti. Mi avvicinai e mio padre mi guardò e così fece anche il nuovo ospite.
– Sono sicuro che … – Cominciò Yorick.
– Signore delle Terre dell'Aria, voi dunque siete colui di cui tanto si parla? – Domandò il Drago noncurante delle parole del Domatore.
– Sono io. – Risposi. – Desidero ascoltare le tue domande e lo farò lontano dalle orecchie di tutti, desidero che la mia attenzione non venga distratta. – Dissi e Yorick comprese di doversi allontanare da noi e così fece ricongiungendosi a Jethro ed a Murray che mi lasciarono solo con il Drago di Terra. – Proseguiamo in questa direzione, prego, lasciamo le case. – Lo invitai allontanandomi dal villaggio ed addentrandomi nel bosco che le circondava.
– Scortese è pretendere che io parli con voi non presentandovi e non chiedendo da me altrettanto. – Mi riprese lui mentre camminavamo. Sorrisi e chinai il capo in segno di assenso.
– Avevo fretta di trovarmi in un posto tranquillo dove avrei potuto volgermi con interesse alle tue richieste. – Mi fermai quando mi sembrò di essere abbastanza lontano e lo guardai dritto negli occhi e lo vidi mentre, intimorito, si ritraeva da me.
– Davvero voi siete incredibilmente particolare, Signore delle Terre dell'Aria, mi stupisce il vostro aspetto e perfino l'atmosfera che vi circonda. Non nascondo di cominciare a sentirmi a disagio. – Sorrisi con dolcezza e lui si calmò.
– Mi domando come mi avresti parlato se non fossi partito dalla tua dimora credendo infine di dover discutere con un Re. – Lui si mise dritto.
– Che voi siate un Re non è certo. – Obiettò con sicurezza e chiari rivelò i dubbi della sua gente. – Ancora evitate di presentarvi ed inoltre mi parlate come se già fossi vostro suddito, questo non mi rende felice.
– Perdonami, sono certo stato senza tatto, ma non avevo idea di come avrei dovuto presentarmi. Non sapevo se fosse stato meglio dirti il mio nome, il mio rango o la mia natura e ciò mi rende ancora perplesso. In quanto al modo in cui ti parlo sarei felice se anche tu mi trattassi da pari. – Certamente lo confusi con le mie parole, il mio obiettivo era creare in lui un senso di aspettativa o più precisamente di attesa, tanto che una volta vista la verità non avrebbe avuto dubbi.
– Mi accontento del vostro nome e preferisco il rispetto piuttosto che la parità. – Rispose coraggiosamente.
Risi sottile sollevando gli occhi al cielo, verso l'azzurro alto e stupendo, brillante e magnifico. Lasciai che le parole entrassero in me. Scendendo per le fronde degli alberi e sfiorando il tronco scuro tornai con lo sguardo su di lui. Chinai il capo e l'aria mi entrò profonda nei polmoni fino a rinfrescarli. – Molto piacere di conoscervi, il mio nome è Nivek. – Dissi con la mia voce di Drago e lui divenne dritto come un tronco, immobile osservava il mio viso e seppe che infine fin dal principio avevo parlato lui nel mondo in cui avrei dovuto e nella maniera più consona. Seppe che aveva costretto un Re a presentarsi per primo e che ciò, soprattutto tra i Draghi, poteva essere ritenuto molto irrispettoso. – Dunque, Principe delle Regioni di Terra, non ricambi il mio saluto? – Domandai facendolo rinvenire dai suoi pensieri e, senza riflettere oltre, si inchino profondamente e boccheggiò.
– Salute a voi, lieto di incontrarvi e di parlarvi, il mio nome è Ripradus. – Deglutì. – Signore del Cielo … Re del Vento …
– Non temere, Principe, non hai arrecato offesa. – Lo fermai e lui si sollevò fino a che i nostri visi non si incrociarono di nuovo.
– Non ho mai creduto alle leggende che provengono da lontano e non credevo per niente alla vostra esistenza, ma ora che avete parlato i dubbi sono scomparsi dal mio cuore tutto d'un tratto, non so nemmeno come hanno fatto a volare via così velocemente ed ora mi ritrovo senza. – Disse con velocità per lo stupore.
– La memoria della vostra gente è meno profonda di quella delle altre ed in molti, immagino, non sanno nemmeno che un tempo vi fu un Re che univa sotto di sé tutti i Draghi e che egli è colui che attendono di nuovo. Difficile dev'essere per voi credermi senza vedermi, eppure, Principe delle Regioni di Terra, ti esorto a dire ciò che i tuoi occhi hanno visto e le tue orecchie hanno sentito. Io sono il Re che attendete, io condurrò noi contro il Re Orrendo e forte e fragoroso sarà il mio canto una volta che il Cielo si sarà liberato delle tenebre. – Gli posai una mano sulla spalla.
– Mio signore … – Sussurrò.
– Desidero parlare con te ancora, ma immagino che l'attesa di questo nostro incontro non ti abbia permesso di riposare dal lungo viaggio. Ti darò un luogo in cui calmare la tua agitazione, la tua sorpresa e la stanchezza, questa sera parleremo insieme ancora una volta. – Chinò il capo. – Puoi pure chiamarmi Nivek, non desidero che il mio titolo venga ripetuto più del necessario. – Risi e lui sussultò guardandomi con sorpresa e timore. Lasciai andare la sua spalla e mi diressi verso il gruppo di case del villaggio stupendomi io stesso di quanto velocemente l'avessi convinto.
– Signore. – Disse la sua voce ferma facendomi voltare. – Ora mi è noto il vostro nome ed il vostro rango, ma in quanto alla vostra natura ancora non so nulla. – Mi fece notare e nei suoi occhi vedevo qualcosa che fino a quel momento non mi aveva mostrato: sicurezza e profonda, impenetrabile convinzione. Che infine lui stesso mi avesse fatto parlare così come desiderava? Che fossi stato io a danzare nelle sue mani e non il contrario?
– Desideri conoscere la mia natura? – Domandai privo ormai di una sicurezza così ferma come ero stato fino a quel momento.
– Desidero conoscere ogni cosa di voi. – Si fece avanti. – Mi hanno mandato qui per questo. – Un fruscio alle mie spalle mi fece voltare velocemente e per un secondo riuscii ad evitare un ramo che stava per colpirmi. Gli alberi ondularono intorno a me e seppi che egli così mi aveva trovato solo e, credeva, impotente. Un rumore di schianto precedette un albero che si gettava a terra e tentava di colpirmi, poi una voragine tentò di afferrarmi i piedi e la terra sembrava essere diventata molle come la neve. Sprofondavo sempre di più e scendevo nelle radici degli alberi che mi avvolgevano i polpacci e mi tiravano ancora più a fondo. Un ramo con furia si sollevò e fu pronto a colpirmi poi, alzando una mano, lo fermai a mezz'aria, sopra la mia testa. Così si fermavano gli altri rami ed il bosco divenne calmo. La terra ancora mi stringeva le gambe e del Drago che mi stava attaccando non vedevo traccia, si era come dileguato eppure doveva essere lì vicino per compiere quelle prodezze.
Rivolsi la mia forza verso il basso e veloce la terra si sollevò sotto di me e si sparse ovunque liberandomi dalla presa. Mi sollevai sul terreno ancora sdrucciolevole e compiendo altri due passi mi trovai a mezz'aria. Forte feci in modo che l'aria vorticasse e senza problemi attirai il Drago nel mio vortice schiacciandolo a terra e guardandolo ormai privo di qualsiasi via d'uscita. – Chi ti manda? Forse tu non sei il messaggero delle Regioni della Terra? – Domandai tuonando di rabbia e lui sollevò il capo.
– Questo è ciò che sono! – Rispose a voce alta per contrastare il rombo dell'aria. – Chi altro dovrei essere? – Mi riportai a terra ed il vento svanì.
– Spie del Re Orrendo potrebbero insinuarsi nella mia terra. Il mio Domatore è quasi morto per mano sua e se tu ora mi stai mentendo farò in modo di volgerti contro una forte sofferenza! – Lo ammonì e lui mi guardò dritto in viso temendo la mia ira.
– Ed infine ecco la vostra natura. – Disse piano e mi azzittii. La calma penetrò il mio animo facendomi quasi vergognare di essermi tanto spaventato per uno sbruffone che giocava a fare il duro. Così il suo obiettivo era stato quello fin dal principio: fare in modo che io dicessi ogni cosa ed ora lui sapeva che ero un Re ed un Drago Domato. – Il Re dei Draghi ha un Domatore … ridicolo, non credi tu stesso? Ed è libertà ciò che prometti? Ed è salvezza? Dove? Tra le braccia di un Domatore? Schiavi per essere liberi? Chi è? L'uomo che osava parlarmi con tanta sconsideratezza? Lo sfregiato che non sarebbe mai stato in grado di farmi cavar fuori nemmeno il nome della mia terra? Tali dunque sono gli amici del mio Re? – Rise. – Un Domatore fregiato ed un Drago vecchio e rimbambito? – Con rabbia lo afferrai e ruggii tanto forte da farlo tremare. Sapevo che le sue erano solo parole. Lo lasciai andare e lui cadde a terra senza poter dire altro, la voce gli era stata rubata.
– Ciò che puoi aver sperato di conoscere, puoi aver sperato di comprendere non è né il mio rango né la mia natura e soprattutto non i miei amici o i miei famigliari. – Lo guardai con severità. – Ora torneremo al villaggio e questa sera ti farò conoscere il mio Domatore e coloro che con così tanto disprezzo credi inferiori a te. Imparerai cosa significa la forza e come ciò che possiedi vi sia distante. – Si alzò e ubbidendo fece per tornare al villaggio. – Immagino che tu provenga dalle Regioni delle Caverne, non è così? – Domandai e lui si voltò.
– È così. – Sussurrò.
– Tuo fratello Rastus è più saggio di te: lui non ha avuto dubbi e non ha cercato espedienti per capire aspetti di me che ai più restano nascosti. – Mi guardò con stupore.
– Come fate a sapere che lui è mio fratello?
– Conosco il tuo nome, il tuo rango ed ascoltando la tua voce ho compreso anche la tua natura, Principe delle Terre delle Caverne, il tuo animo non ha segreti per i miei occhi ed il suono di esso è simile a quello di Rastus tanto da non potervi essere che fratello. – Stringendo tra loro le labbra si allontanò senza dirmi più nulla.
Ripradus aveva compreso che difficilmente sarebbe riuscito a comprendere veramente il suo Re e che, sebbene credesse di avermi in pugno, ero stato io a vedere profondamente il suo animo mentre il mio gli restava oscuro per la maggior parte. Bisogna rivelare un poco se si vuole che il proprio interlocutore riveli di più. Io ero un Drago Domato eppure, se ci penso, ero molto e molto di più, ma questo Ripradus non lo sapeva ed era molto meglio così.
 
Ero molto stanco e non avevo nemmeno superato la metà di quella giornata. Silenzioso, solo mi dirigevo verso la mia casa dove speravo di trovare qualcosa di caldo da mangiare e da bere. Il freddo mi era penetrato nelle ossa e mi stava avvolgendo sempre più crudelmente. Era come se tutto il calore che avevo ricevuto da Jethro mi fosse stato portato via dalla diffidenza di Ripradus. I capelli mi vorticavano sul viso e, mentre da sempre avevo creduto fossero troppo lunghi, in quel momento mi sembrarono giustamente caldi. Pensai fossero cresciuti per quel preciso istante. Sollevai lo sguardo sulla porta di casa e Nowell mi attendeva con sottobraccio una coperta. Mi strinsi nelle spalle e fui colto da commozione e piacere. Affrettai il passo e poi, giusto davanti a lui, mi trovai sulle spalle quel manto caldo e tra le braccia le sue che mi stringevano.
Posai il capo sulla sua spalla e mi sentii finalmente completo ed al sicuro. – Sei stato lontano parecchio, oggi. – Disse sfiorandomi i capelli che, confronto alle sue dita, erano gelati. – Il tuo cuore è stato in subbuglio tutta mattina.
– Ci sono state molte emozioni. – Spiegai stancamente non volendo ricordare i miei tormenti ora che erano cessati tra le braccia del mio Domatore.
Rise intuendo la mia svogliatezza. – Entriamo, stanno tutti mangiando ed aspettavamo solo te. Yorick sembra impaziente di sapere cosa vi siete detti. D'altronde anche io me lo chiedo visto che mi hai dato segnali assai strambi. Il tuo ruggito si è sentito.
Mi divisi da lui e lo guardai negli occhi. – Mi sono arrabbiato.
– Questo l'avevo certamente intuito senza che tu me lo dicessi, ciò che mi chiedo è per quale motivo.
– Nowell, è arrivato? – Domandò chiara la voce di Wren da dentro la casa.
– Sì, ora arriviamo! – Mi prese per il braccio e mi tirò dentro la cucina. Appena entrai Yorick, Murray e Jethro smisero di mangiare e mi guardarono aspettandosi forse che fossi furioso e che entrassi sbattendo i piedi. Presi posto con pochissima voglia di discutere di affari che potevo benissimo tenermi per me.
– Dunque, cosa ti ha detto quell'uomo per farti infuriare? – Chiese mio padre perentorio senza lasciarmi via di scampo.
– Desiderava farmi dire più di quel che volessi. – Risposi semplicemente.
– Ma di certo tu non sei tipo da ruggire a quel modo solo per questo, o sbaglio? – Mi incalzò ancora Yorick.
– Pensava di sapere di me più di quel che saprà mai. – Aggiunsi guardando Wren che prendeva il mio piatto e mi serviva il pranzo.
– Deciditi a parlare! – Saltò su mio nonno.
– Murray, credo che Nivek sia più che in grado di tener testa ad un Drago delle Regioni di Terra, la vostra apprensione è esagerata. – Intervenne allora Nowell tornando a mangiare.
– Non ci preoccupiamo di questo, sappiamo entrambi che lui può benissimo cavarsela, ma ci interessa sapere se essi verranno o no in battaglia. – Wren mi rimise il piatto davanti ed io osservai mio padre.
– Se è questo che vi rende irrequieti potrete chiederglielo di persona questa sera. Ho chiesto lui di parlarmi ancora.
– Ah! – Intervenne brusco Murray. – Chiederglielo?! Lui dovrebbe chiederlo a te!
– Queste sono sottigliezze. Quell'uomo certo è venuto qui per testarmi e non per parlamentare. D'altronde non è così incredibile considerando che le Regioni di Terra hanno così poca memoria dei signori che governarono nei tempi antichi.
– Dici che la loro ignoranza potrebbe essere un ostacolo? – Domandò Yorick severo e credendo certamente di aver centrato il punto.
– Non c'è ostacolo che la verità non possa oltrepassare, nemmeno l'ignoranza. – Conclusi iniziando a mangiare e non volendo aggiungere altro. Così anche loro due ricominciarono ed, una volta che Wren ebbe ripreso posto, anche Jethro continuò.
Quando avemmo finito mi alzai dal tavolo e, prima che chiunque potesse chiedermi qualcosa, mi ritirai nella mia stanza. Li sentii discutere sul mio silenzio e Nowell che cercava di tirarmi fuori dai loro pensieri. Poi, dopo aver calmato le acque ed aver rassicurato tutti, il mio Domatore entrò in camera e si sdraiò accanto a me. Sospirò. – Ma cosa stai facendo chiuso in casa, si può sapere? – Gli domandai poco felice che lui si dissociasse da me per così a lungo.
– Sto scrivendo. – Disse.
– Cosa?
– Una lettera ad Ormond e Wardell dicendogli che sono arrivati i Draghi d'Aria e che abbiamo contattato quelli di Terra, sinceramente però vorrei dire loro anche come sono andate le trattative con questi ultimi. – Rispose guardandomi con severità pretendendo così una mia spiegazione.
– Verranno.
– Perché sei così sicuro?
– Perché verranno.
– Cosa li spingerà?
– La voce del loro Re. – Dissi secco. – Essi riconosceranno le sue note, la mia forza ed il mio aspetto. Questo basterà. Tutti verranno.
– Ora sei così sicuro di essere Re? Prima lo negavi.
– Prima mi sembra essere molto tempo fa. – Sospirai. – Sono il loro Re ed è come se lo fossi sempre stato, come se fossi nato per esserlo, come se non ci fosse altro ruolo che sento più mio a parte essere tuo. – Mi sollevai.
– C'è qualcosa che ti turba in questi giorni e lo sento nel mio petto pesante. Cosa pensa la tua mente e cosa teme il tuo cuore? – Domandò posandomi una mano sulla schiena.
– La morte. – Mormorai e mi sentii libero di parlargliene.
– Non è stupido temere la propria morte, Nivek.
– Ma non la mia io temo. – Mi voltai per guardarlo in viso. – Quando eri steso a terra, mentre il sangue usciva a fiotti dal tuo petto, mentre non potevo fare altro se non urlare di dolore e pregare per la tua salvezza non sai … non sai quanta paura ho avuto. Temevo di vederti morire senza poter far nulla per salvarti. Temevo la morte come mai nella mia vita e le chiedevo di non portarti via da me. Ora so che se tu morissi anche io morirei e ne sono sollevato, felice. Ma gli altri? Se morisse Yorick, Jethro o Wren? Se morisse Murray, Wardell o Ishmael? Cosa faremmo se noi dovessimo sopravvivere e loro morire? – Nowell si sollevò e mi posò entrambe le mani sulle spalle.
– Dovresti calmarti, Nivek. Comprendo i tuoi timori e li condivido, ma non è in nostro potere salvare tutti loro da una probabile morte. Non è in nostro potere. – La sua fronte si avvicinò alla mia. – Ma è nostro dovere andare contro il Re Orrendo e tale è la nostra missione.
– A volte mi sembra di essere l'unico ad avere paura. – Sospirò e si alzò in piedi.
– Ognuno di noi ne ha. Wren teme che Jethro possa venire ucciso, Wardell teme di perdere il fratello e Ishmael, Yorick teme di perdere la sua nuova vita ed io … io temo immensamente la tua morte poiché, a differenza di te, non ho la felicità di poter schivare la sofferenza. Io dovrei restare e lasciarti andare. Pensi che non abbiamo paura? Tu ne hai e ti lasci prendere da essa poiché ritieni che la loro salvezza dipende direttamente da te, ma non è così. Non siamo onnipotenti, Nivek, e coloro che moriranno li ricorderemo per sempre. – Mi guardò. – La morte è un'orribile faccenda: la paura la rende grande, il dolore la fortifica, il ricordo è l'unica cosa che riesce ad annientarla.
– Io temo ancora la loro morte.
– Questo non cambierà certo oggi, ma una volta che tutto sarà pronto dovrai abbandonare i tuoi timori e fidarti di loro, tutti si impegneranno per non morire e per proteggere coloro con cui condividono il mondo. – Sorrise. – Essere Drago e Domatore questo significa.
 
Venne la sera e dalla cima della montagna cominciò a spirare un forte vento freddo. Coloro che come me erano vissuti in cima alle montagne ne vennero rinfrancati e sollevati, ma gli altri cominciarono a soffrirne. Jethro, che invece era abituato al caldo, lo percepiva più di tutti tanto che si coprì con due coperte calde prima di uscire. Cominciammo a dirigerci verso il centro del villaggio dove Oswin ed Elmer avevano preparato una cena da consumare davanti al fuoco. Lì avrei discusso ancora con Ripradus. Murray, sebbene fosse stato convinto da Nowell a darmi fiducia, era impaziente di sentire la risposta del Drago, cosa che io credevo non ci sarebbe mai stata. Non era lì per stringere un accordo ma per verificarne le basi.
Il fuoco scoppiettava e molta gente era già seduta attendendo il mio arrivo. Quando il mio aspetto cominciò a delinearsi in lontananza molti Draghi cominciarono a chinare il capo ed a ruggire il loro benvenuto. Mi spinsi tra la folla che potendo mi sfiorava i vestiti o i piedi. Presi posto al centro vicino al fuoco e lì vi trovai Elmer ed il padre, a cui prontamente si avvicinarono Murray e Yorick, in compagnia del nostro ospite. Io presi posto alla sinistra di Ripradus pronto ad intrattenere la nostra più significativa conversazione. – Certamente si comporta come un Re. – Mi beccò subito lui.
– Dovrei comportarmi diversamente? – Gli domandai trovandolo senza risposta. Se già vacillava così non sarebbe stato interessante scontrarsi con lui.
– La modestia non è forse la miglior virtù che possa possedere un Re? – Ribatté poi. Risi.
– E non è forse immodesto il tuo modo di rivolgerti a me? Un Principe dovrebbe dare consigli solo quando è certo di poterli rispettare lui stesso. – I suoi occhi da me cominciarono a vagare verso coloro che mi avevano accompagnato.
– Vedo che ci sono tutti: lo sfregiato, il vecchio … e perfino altri. – Disse.
– Desideri vedere il mio Domatore, immagino … – Lo pungolai sapendo bene a cosa lui mirava.
– Mi domando a chi un Re, che pretende di essere anche il mio, deve la sua più completa obbedienza. – Mi voltai alla mia sinistra dove c'era Nowell che parlava a Wren.
– Egli è l'uomo. – Dissi ed il mio padrone si voltò verso di me. Poi, comprendendo di cosa stessi parlando senza che glielo dicessi, si rivolse all'ospite e chinò il capo.
– Molto lieto, Drago delle Regioni di Terra, il mio nome è Nowell e sono il Domatore di Nivek. – Lo salutò con rispetto e certamente Ripradus non si lasciò sfuggire il suo occhio particolare, giallo e ricoperto di squame che ormai Nowell non copriva più.
– E cosa sarebbe? – Domandò senza ricambiare il saluto.
– Molte cose. – Rispose Nowell. – Ma dovrai perdonarmi, parlavo con un altro. – Così detto, non volendo intromettersi, si voltò verso Wren e continuò a parlare con lei.
– Ha un occhio di Drago. – Mi fece notare Ripradus.
– Egli lo è … per metà. – Risposi.
– Un Mezzo Drago dunque è il Domatore di un Re? È un abominio non un Domatore, non sarebbe mai dovuto nascere … un Drago non si unisce ad un Domatore. – Sputò lui con disgusto.
– Anche io sono un Mezzo Drago. – E per poco non si ingoiò la lingua. – Ed il Domatore di nome Yorick, colui che tu ami chiamare “sfregiato”, è mio padre. – Lo informai indicandoglielo così che non avesse più alcun dubbio su quanto poteva avermi offeso. – E desidero essere preciso nel dirti che mio padre è il fratello del Re Orrendo, colui che tentò di sconfiggerlo e che molti credono morto. Mentre il mio Domatore è il figlio.
– Il figlio di chi?
– Del Re Orrendo. Egli è il suo erede, colui che siederà sul trono dopo che lui morirà. – Il viso di Ripradus fu estremamente confuso ed impagabilmente divertente. – Ora desidero che tu mi osservi con attenzione. – E lui volse veloce lo sguardo su di me. – Vedi il colore dei miei occhi ed hai sentito la mia voce con chiarezza, dovrebbe esserti chiaro che io non sono un comune Drago dell'Aria, o no?
– I vostri occhi sono verdi … e la vostra voce è …
– Io sono un Lungo Sguardo. Tale è il Re che avete atteso e tale il Re che è giunto. Il mio padrone, colui che possiede di me ogni cosa, è un Solitario, un Perfetto Uccisore. Tali sono i sovrani che combattono per la libertà di questo mondo e semplice è l'aiuto che chiedo voi. – Dissi e la mia voce era calma e sicura come non lo era mai stata. – Osservami, Principe delle Regioni di Terra, e ricorda con chiarezza il mio aspetto perché verrai chiamato a riferirlo. Osservami e ricorda con chiarezza il colore dei miei occhi e la forza della mia voce. Osservami perché tale è il viso del Re che attendevano i Draghi, tale il Re che li libererà.
– Come posso credere a questa verità? Come posso credervi? – Intrecciai le dita vicino al ventre e lo guardai con severità.
– Chiediti cosa succederà se non lo farai. Chiediti se così tu sprecassi l'unica vera occasione di diventare liberi. – Mi chinai vicino a lui. – Chiediti se io posso non essere il tuo Re. – I suoi occhi si alzarono su di me e lo vidi rabbrividire. – Tale è la mia voce. Tale la verità. Tale il mio nome, il mio rango e la mia natura. – Mi allontanai. – Domani partirai verso le Regioni di Terra e con te porterai il mio messaggio. Chiedo il vostro aiuto non per me stesso ma per il nostro comune futuro. Chiedo il vostro aiuto perché il Cielo mi ha condotto qui e mi ha dato questo aspetto. Non è in me che dovete credere ma nella speranza di uccidere il Re Orrendo e di gioire finalmente di pace ed eterna libertà.
– Partirò e porterò nel mio cuore ogni cosa. – Rispose chinando il capo e non trovando altro modo per mettermi alla prova. Infine già credeva in ciò che avrebbe dovuto verificare. – Davvero avete conosciuto mio fratello?
– L'ho conosciuto.
– Egli sta bene? – Lo osservai ed annuii.
– È felice. È amato. – Risposi.
– È un Drago Domato? – Mi chiese e lessi quasi il dispiacere nelle sue parole.
– Egli è un Drago Domato. – Dissi. – Eppure, Ripradus, non credi che lui sia molto più di questo?


Nivek è sicuramente mutato molto sulle montagne ed ha acquisito la consapevolezza di essere realmente il legittimo Re dei Draghi. Questo sicuramente lo aiuterà a comportarsi come un sovrano più di quanto non facesse prima, guadagnandosi forse il favore anche di coloro che non gliel'avrebbero mai dato.
Cosa pensate del suo incontro con Ripradus? Credete che si siano scambiati parole importanti?
Qualunque opinione sulla storia mi rende felice!
Iwon Lyme
   
 
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