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Autore: A r y a    14/05/2017    2 recensioni
L'idea per questa storia mi è venuta grazie ad un post che girava su Tumblr in questi giorni. Ho pensato così di scriverei una serie di flashfic che avrebbero risposto a questi headcanon di Natale sui nostri Fitzsimmons, perché il Natale mi porta gioia perché loro un po' di pace e fluff se lo meritano.
Non pubblicherò le flashfic in ordine, così non saprete quale vi aspetta quando aprite la storia muahahaha.
Sempre che qualcuno voglia aprire la storia. O leggerla. O metterla fra i seguiti. Forse sono troppo ottimista.
Ad ogni modo, il post a riguardo era il seguente:
- who wears the ugly christmas sweaters
- who picks out the holiday movies and who makes the hot cocoa
- who starts the snowball fight
- who drags the other under the mistletoe
- who decorates the house
- who hangs up the ornaments on the tree
- who cooks christmas dinner
- who invites the other to sing a christmas duet
- if they have any holiday traditions
- who would start a food fight during baking
- who would get drunk off of eggnog
Buona lettura e grazie in anticipo!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Jemma Simmons, Leo Fitz
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Who hangs up the ornaments on the tree

(Fitz ci prova anche, ma è troppo basso e alla fine usano un D.W.A.R.F.)



Jemma Simmons e Leo Fitz avevano questa strana tradizione di preparare l'albero di Natale pochissimi giorni prima del 25 Dicembre. Più che una tradizione, era un "avvenimento del tutto casuale dovuto alla strabiliante abilità nel procrastinare", come l'aveva definito Jemma, mentre parlava al telefono con Daisy, il 22 Dicembre, a giustificazione del ritardo nei preparativi.
"Come dici tu" aveva risposto la ragazza, e dalla sua voce si capiva che stesse sorridendo divertita "L'importante è che sia pronto dopodomani, sapete quanto Coulson tenga agli alberi di Natale".
Jemma ricordava come il Direttore si fosse divertito a preparare l'abete da tre metri che aveva comprato lo stesso giorno di Leo (e, senza nemmeno saperlo, si erano trovati alla cassa con lo stesso albero). Coulson aveva canticchiato le canzoni di Natale, con il maglione pieno di glitter per tutti i festoni che stava arrotolando attorno a quel povero abete, ed era corso a prendere una scala per raggiungere la cima, ben al di fuori della sua portata, e mettere la stella in punta.
"Fitz! La stella!" aveva urlato lei, riportato alla mente quel ricordo. Non aveva idea di come sarebbe potuta arrivare fino alla sommità per posizionarla correttamente.
"Quale stella? Che succede?" aveva risposto Fitz, correndo per la cucina ed il salotto, preoccupato che Jemma si fosse fatta del male per il grido che aveva lanciato. La ragazza aveva trattenuto una risata, guardando il grembiule tutto sporco di farina che indossava il suo fidanzato, quello che la nonna di Jemma gli aveva regalato la volta in cui i due avevano cucinato insieme, in Inghilterra ("Oh Jemma, questo ragazzo è da sposare" le aveva detto l'anziana, e lei era diventata completamente rossa, sorridendo imbarazzata).
Come ogni anno, Fitz si era chiuso in cucina per giorni, in vista del Natale.
Lui era rimasto spaesato per una frazione di secondo, ma, capito quale fosse il problema, aveva messo le mani sui fianchi con fare altezzoso e aveva affermato, completamente siuro di sé "Tranquilla, ci penso io!".
Inutile dire che anche il povero Leo era troppo basso per raggiungere la cima, ma continuava a provarci imperterrito, e Jemma rideva di gusto, sdraiata a terra, mentre lui saltava con la stella dorata in mano e un grembiule sporco in vita. E mon si era nemmeno accorda che Fitz avesse smesso di provarci e fosse andato via. Si era alzata, sbuffando un po' per quanto il ragazzo fosse permaloso e l'aveva cercato in cucina. Non trovandolo, era tornata in salotto, dove Leo stava beatemente pilotando un D.W.A.R.F., che, planando verso la cima dell'albero, stava posando la stella dorata sulla punta.
Leo si era voltato verso Jemma e, con un sopracciglio inarcato, aveva detto "Visto? Te l'avevo detto che ci avrei pensato io".
Simmons aveva alzato gli occhi al cielo e aveva incrociato le braccia sul petto, mentre Fitz si avvicinava a lei e le baciava la punta del naso.
"Il fine giustifica i mezzi" aveva poi detto lui, con un sorriso sghembo. E lei non aveva potuto fare a meno che sorridere a sua volta, perché amava quel ghigno e amava Leopold Fitz, anche quando barava per mettere la stella sulla punta dell'albero di Natale



ANGOLO AUTRICE
Sono. Pessima.
Non mentirò, mi ero completamente dimenticata di questa serie. O meglio, me la ricordavo, ma mi mancava l'ispirazione. Per fortuna stasera avevo davvero voglia di scrivere e questa collezione di flashfic me ne ha dato l'opportunità.
Che aggiungere? Sono sempre i miei cuori, anche se la situazione è stata molto angosciante, nelle ultime puntate del Framework!
Grazie in anticipo, spero non mi odiate.

A r y a 
X.
  
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