Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Valexu15    15/05/2017    1 recensioni
Due amiche si ritrovano a dover cambiare radicalmente lo stile delle loro vite. L'incontro con sette famosi Idol coreani non renderà le cose semplici.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2
Stava respirando profondamente cercando di non pensare all’odioso (a detta sua) Namjoon. Era il tipo combattivo, non avrebbe mai permesso a qualcuno di parlarle in quel modo, ma non poteva certo mettersi a litigare coi clienti; era il loro primo giorno di lavoro in un altro paese, non poteva mandare tutto all’aria così. 
-Ma che accidenti ti ha preso?!- Valentina piombò in bagno facendola saltare dalla sorpresa.
-Che accidenti fai tu! Mi hai fatto paura.- rispose poggiandosi una mano sul petto per sentire il suo stesso battito, accelerato d’improvviso, decelerare lentamente.
-Ti sembra il modo di comportarti? Fortuna che il signor Kim non c’era!- 
-Mi dispiace, ok?! Ma l’hai sentito? Dio se gli schiaffeggerei quella faccia di cazzo! Ecco! Mi hai fatto agitare di nuovo!- ironizzò mostrando un grosso sorriso, facendole capire che le era già passato tutto; in fondo lei era il tipo autoironico, non si lasciava ferire da cose così futili e l’amica questo lo sapeva bene.
-Non dire stronzate!- rise¬ -Dai che è solo il primo giorno, non intossichiamocelo. Non eri quella tutta eccitata all’idea di venire qui?- le diede un colpetto alla spalla e iniziarono a ridere entrambe come delle sceme.
-
Mentre le due ragazze erano in bagno impegnate a ridere e litigare allo stesso tempo, nello studio i ragazzi scherzavano tra di loro facendo abbastanza rumore, che infastidì i membri dello staff.
-Ragazzi! Stiamo facendo la figura dei cretini. Smettetela un po’.- quello che pareva il più serio e calmo del gruppo cercò di calmarli, inutilmente.
-Yoongi hyung se tu sei vecchio e non vuoi divertirti sono problemi tuoi, ma non guastare il divertimento a noi giovani!- lo provocò il più piccolo, Jungkook, scatenando le risa di tutti gli altri.
-Se adesso non ti levi dalla mia vista finirai male.-
Jungkook iniziò a scappare per lo studio ridendo ininterrottamente, tanto che si fermò per prendere fiato e calmarsi, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
-Questo è il cellulare di Namjoon hyung, che ci fa qui?- disse fra sé prendendo il cellulare dal tavolino mettendoselo in tasca. Prese, poi, un bicchiere d’acqua e tornò dagli altri.
-Hyung, questo è tuo.- annunciò, porgendogli l’apparecchio che aveva recuperato prima.
-Ehm…grazie Jungkook. Non era necessario.- lo ringraziò il leader un po’ perplesso, prendendo il cellulare dalle mani del ragazzo.
-Comunque quella tipa mi sta antipatica, ci odia! L’altra non è male.- esordì Kim Taehyng riferendosi alle fotografe che gli avevano fatto il servizio fotografico qualche minuto prima.
-Parli di quelle di prima? La bionda ha decisamente qualche problema, soprattutto con te hyung.- continuò Park Jimin indicando Namjoon.
-Lasciamo perdere, non mi va nemmeno di parlarne. Il solo pensiero mi fa tremendamente incazzare!- affermò a denti stretti, stringendo forte i pugni.
-Quella con i capelli neri, Valentina credo si chiami, è simpatica.- prese la parola Seokjin, salvando la situazione.
D’improvviso entrò il loro manager che li esortò a sbrigarsi perché a breve si sarebbe tenuta un’intervista a cui loro avrebbero dovuto partecipare, quindi lasciarono in fretta lo studio dopo essersi cambiati.
-
Dopo una ventina (o più) di minuti le ragazze decisero finalmente di uscire dal bagno; si guardarono intorno e notarono che non c’era più nessuno sul set fotografico.
-Dove sono finiti?- si domandò Valentina guardandosi attorno con un’aria interrogativa.
-Chissenefrega!- annunciò indifferente l’altra.
-Ragazze eccovi. I BTS sono dovuti andare via per altri impegni, mi hanno detto di riferirvi di essersi molto divertiti a lavorare con voi. Sentire ciò non può far altro che rasserenarmi ed essere felice di avervi qui.- fece la sua apparizione Kim Hyun Su, sfoggiando un sorriso smagliante. -Anche voi potete andare, per oggi avete finito qui in studio. Ho fatto allestire una stanza apposta per la post-produzione nel vostro appartamento, immagino abbiate notato. Finite il lavoro a casa e consegnatemelo domattina alle nove in punto nel mio ufficio. Buon lavoro, siete libere di andare.- continuò congedandole dopo averle salutate con un inchino. Le due ricambiarono il gesto, ringraziarono e si affrettarono a raccogliere la loro attrezzatura ed effetti personali; misero le fotocamere ed il resto degli accessori nelle apposite borse e recuperarono anche le loro, di borse, che lasciarono alla reception quella mattina stessa. Tornarono indietro per recuperare il tutto ed andare via.
-Dov’è il mio cellulare?- chiese la bionda all’amica constatando che sul tavolino dove ricordava di averlo lasciato non c’era più.
-E io che ne so. L’avrai messo da qualche altra parte.- affermò l’altra distrattamente mentre era concentrata a scattarsi dei selfie con lo sfondo del set, probabilmente per postarli sui social un secondo momento.
Roberta la ignorò ed iniziò a gironzolare per lo studio in cerca del suo cellulare tentando di ricordare dove l’avesse l’asciato l’ultima volta. Credeva di averlo messo su quel tavolino, ma dato che tutta la giornata non le era servito pensò magari di ricordar male. Guardò ovunque, anche in bagno, ma nessuna traccia dell’aggeggio; tornò dall’amica disperata, sperando in un aiuto da parte sua.
-Vale! Per favore aiu.- non fece in tempo a terminare la frase che un membro dello staff (suo futuro collega) uscì dal bagno degli uomini annunciando di averci trovato un cellulare, sventolandolo a mo’ di bandiera, chiedendo di chi fosse.
-È il mio!- precisò un po’ confusa, non capendo come si trovasse lì. Lo recuperò e ringraziò il ragazzo, suo salvatore, con un inchino ed un sorriso sincero che l’altro trovò molto dolce, tanto da imbarazzarsi e diventare un tantino rosso in viso. 
-Che ci facevi nel bagno degli uomini?!- le chiese Valentina divertita avvicinandosi.
-Ma io non ricordo di esserci stata! Sto impazzendo, forse. Va be’, chi se ne frega, ho recuperato il cellulare, ora andiamo.- concluse recuperando definitivamente tutte le borse seguita a ruota dall’amica. Salutarono tutti i presenti e si diressero all’uscita. D’un tratto Valentina si bloccò attirando l’attenzione della compagna che dovette fermarsi per chiederle che le fosse preso così all’improvviso.
-Come torniamo a casa?- proferì d’un colpo quasi spaventata. -Ci siamo sempre spostate con l’auto fino ad ora, come torniamo? Non conosciamo mica la strada! E non so usare i mezzi pubblici di Seoul!- precisò disperata guardando l’amica negli occhi in cerca di aiuto.
-Usiamo il navigatore! La tecnologia ha fatto passi avanti, sai? Siamo nel 2017 ormai. Ho l’indirizzo dell’appartamento scritto sul taccuino.- aprì la borsa e vi frugò in cerca dell’oggetto, trovandolo qualche istante dopo. -Per gli autobus basta chiedere. Non agitarti inutilmente! Calmati, è normale ritrovarsi in situazioni simili, in qualche modo dovremmo pur imparare. Coraggio andiamo.- continuò rasserenandola e trascinandola con sé per il braccio, dirette verso casa.
-
Arrivarono all’appartamento un’ora e mezza dopo tra vari “ci siamo perse” ed imprecazioni di ogni tipo.
-Finalmente!- proclamò la più giovane alzando le braccia al cielo in segno di vittoria. –Siamo vive!-
-Non cantar vittoria troppo presto, dobbiamo continuare a lavorare. Tu intanto sistema la roba che io vado a farmi una doccia.- l’avvisò Valentina posando le borse da qualche parte nel soggiorno e dirigendosi in uno dei bagni della loro abitazione temporanea.
-Anche io vado a lavarmi, tanto abbiamo due bagni.- precisò l’altra saltellando come una bambina felice in direzione bagno numero due, come se il lungo viaggio per tornare a casa non l’avesse stancata per nulla. Quella ragazza era strana forte!
Finito entrambe di lavarsi e vestirsi, si dedicarono alle faccende lavorative: La maggiore iniziò a lavorare alle fotografie degli idol che avrebbero dovuto consegnare il mattino seguente nella stanza appositamente attrezzata da quelli dell’agenzia per la post-produzione; mentre la minore pensò bene di sistemare gli indumenti e le altre cose che erano rimaste ancora nelle valigie, dato che non avevano avuto tempo e modo di farlo prima.
-Vedo cosa c’è in frigo, sto morendo di fame! Non abbiamo nemmeno pranzato, tu vuoi qualcosa?- gridò Roberta dalla cucina per poter essere certa che l’amica, troppo presa dal lavoro, riuscisse a sentirla per bene.
-Non adesso, grazie.- rispose soltanto e continuò a fare quello che stava facendo.
Non aveva idea di come facesse la sua amica a non avere fame, pensò. Era da quella mattina stessa che non mettevano qualcosa sotto i denti, non sapeva nemmeno che ore fossero. Fece per prendere il suo cellulare, che era ancora nella borsa –stranamente non l’aveva toccato tutta la giornata- per vedere che or’erano.
-VALENTINA!- urlò spaventata chiamando l’amica che si fiondò da lei in men che non si dica guardandola con aria interrogativa e terrorizzata allo stesso tempo.
-Che succede? Mi è quasi preso un infarto!- riuscì a dire portandosi una mano al petto come per bloccare il cuore che pareva volerle schizzare fuori dalla cassa toracica per quanto battesse forte.
-Questo non è il mio!- annunciò preoccupata indicando il cellulare che aveva tra le mani, e in quello stesso istante, proprio quel cellulare, iniziò a squillare.
-Oddio!- esclamò spaventata. -Jimin.- lesse il nome sullo schermo e guardò l’amica cercando aiuto come un cucciolo in cerca di coccole. Era una frana in quel tipo di situazioni, andava subito in panico, Valentina ancora non si spiegava il motivo, anche dopo tutti quegli anni.
-Non è uno di quelli di stamattina? Se non sbaglio tu gli hai fatto le foto.- le ricordò,poi, cercando di farla calmare. -Avanti rispondi!- continuò indicandole cosa fare.
-Pronto…?- la bionda rispose con una voce incerta, quasi come se avesse paura che a persona dall’altro lato l’avrebbe malmenata da un momento all’altro.
19:59
Il più esilarante di tutti era, come sempre, Hoseok che con la sua allegria illuminava l'intero globo, facendoli ridere tutti; tra chi ballava, chi cantava e chi rideva, non si riusciva a capire più nulla, era caos totale.
La mezz'ora passò quasi troppo in fretta -pensarono tutti- salutarono i fan e conclusero la diretta per dedicarsi all'intervista che durò all'incirca un'ora e venti minuti, senza contare le pause. In tutto ci impiegarono più di due ore. 
Dopo aver terminato definitivamente, poterono tornare al loro dormitorio. 
Rientrarono in macchina e si addormentarono tutti quasi subito, erano davvero esausti.
Una volta arrivati a destinazione, si svegliarono e si fiondarono immediatamente nell'edicio in direzione della cucina, avevano una fame allucinante.
Mentre erano impegnati a mangiare, il cellulare di Namjoon vibrò: era arrivato un messaggio. Strano, pensò lui. Fece per sbloccarlo e guardando lo sfondo realizzò che quello non era il suo, ma della fotografa "molto simpatica" di quella mattina. Sospirò.
-Jimin, dammi il tuo cellulare.- disse soltanto rivolgendosi serio al suo compagno che alzò lo sguardo su di lui con l'aria perplessa, ma obbedì e pulendosi le mani con un tovagliolo gli porse il suo cellulare osservando curioso cosa avesse intenzione di farci. Namjoon lo prese, scelse un numero dalla rubrica e premette il tasto di chiamata.
L'aggeggio squillò diverse volte prima che qualcuno dall'altra parte si decidesse a riapondere.
-Pronto...?- disse una ragazza dall'altro capo del telefono con una voce tremante.
-Pronto! Ho il tuo cellulare! Razza di svampita, come fai a perdertelo? Dannazione, oggi mi stai creando fin troppi problemi!- urlò furioso alla ragazza che non appena sentì la sua voce lo riconobbe subito e cambiò immediatamente tono della sua, diventando furibonda in un baleno.
-Come diamine fai ad avere il mio cellulare, razza di coglione! Non venire a fare la morale a me! Si dia il caso che anche tu, caro il mio Kim Namjoon, abbia lasciato il tuo cellulare a caso da qualche parte. Sai dov'era?! Mh? Nel cesso! Quindi vedi di abbassare il tono con me perché non l'hai vinta e se mi fai incazzare ancora di più sappi che verrò a cercarti per prenderti a calci in culo!- sputò la ragazza, esplodendo in un cumulo di rabbia, sparando a raffica l'ultima parte senza prendere fiato, infatti dovette fare un grosso respiro subito dopo aver finito di parlare per recuperare l'ossigeno perso. Il ragazzo tacque per qualche secondo per poi parlare di nuovo, ma con un tono leggermente più calmo.
-Wow...siamo nervosette a quanto vedo. Ad ogni modo, come risolviamo questa situazione?-
-Come vuoi risolverla? Devi ridarmi il cellulare, semplice. Che idiota.-
-Vedi di darti una calmata, cocca. So bene che dobbiamo restituirci i rispettivi cellulari, intendevo IN CHE MODO!- spiegò scocciato, scandendo per bene le ultime tre parole.
-Ma certo che sei stupido forte! Come vuoi che avvenga?! Vuoi spedirmelo per posta? Muovi il culo e vieni qua!- gridò spazientita lei.
-Riesci ad esprimerti senza sembrare un camionista? Porca miseria! Non posso "alzare il culo" e venire lì. Sei tu che devi attenerti alle mie esigenze, sono io l'idol strapieno di impegni. Ti manderò l'indirizzo del posto dove dovrai raggiungermi con tutti i dettagli, non farmi aspettare, camionista.- concluse riagganciando la chiamata senza lasciare il tempo alla giovane di replicare, sapeva di averla fatta incavolare terribilmente ed il solo pensiero della sua faccia rossa di rabbia lo divertiva molto. Inviò il messaggio e rivolgendosi ad uno dei suoi compagni esordì:
-Hey Jin hyung, prendi le chiavi dell'auto e dammi un passaggio, devo andare in un posto.-
-
Il ragazzò le riattaccò il telefono in faccia, facendola incavolare così tanto che diede un calcio ad un tavolino vicino a lei, facendo cadere in terra il vaso di ceramica che vi era poggiato sopra che si frantumò in tanti piccoli pezzi.
-Che tu sia dannato lurido pezzo di merda! Ah! Quanto mi fa incazzare! Camionista un cazzo! È lui che mi provoca, io sono una ragazza pacifica, ma come si può con uno che...ah! Al diavolo! Che si fotta lui e questo cellulare di merda!- urlò come una forsennata girando per la stanza e gesticolando come una pazza in preda ad una crisi di nervi. Valentina la stava guardando senza capire bene cosa stesse succedendo, ma sapeva che avrebbe dovuto aspettare che si fosse calmata da sola prima di chiederle qualsiasi cosa. Erano poche le volte in cui aveva avuto la sfortuna di vederla così in collera.
Il cellulare del leader dei BTS vibrò, avvisando di un messaggio in arrivo.
-Eccolo! Andiamo.- ringhiò la minore prendendo le chiavi dell'appartamento ed intimando l'amica di seguirla, che obbedì senza dire nulla, tanto non aveva altra scelta.

Cap. 2

 

 

Stava respirando profondamente cercando di non pensare all’odioso (a detta sua) Namjoon. Era il tipo combattivo, non avrebbe mai permesso a qualcuno di parlarle in quel modo, ma non poteva certo mettersi a litigare coi clienti; era il loro primo giorno di lavoro in un altro paese, non poteva mandare tutto all’aria così. 
-Ma che accidenti ti ha preso?!- Valentina piombò in bagno facendola saltare dalla sorpresa.
-Che accidenti fai tu! Mi hai fatto paura.- rispose poggiandosi una mano sul petto per sentire il suo stesso battito, accelerato d’improvviso, decelerare lentamente.
-Ti sembra il modo di comportarti? Fortuna che il signor Kim non c’era!
-Mi dispiace, ok?! Ma l’hai sentito? Dio se gli schiaffeggerei quella faccia di cazzo! Ecco! Mi hai fatto agitare di nuovo!- ironizzò mostrando un grosso sorriso, facendole capire che le era già passato tutto; in fondo lei era il tipo autoironico, non si lasciava ferire da cose così futili e l’amica questo lo sapeva bene.
-Non dire stronzate!- rise- -Dai che è solo il primo giorno, non intossichiamocelo. Non eri quella tutta eccitata all’idea di venire qui?- le diede un colpetto alla spalla e iniziarono a ridere entrambe come delle sceme.

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Mentre le due ragazze erano in bagno impegnate a ridere e litigare allo stesso tempo, nello studio i ragazzi scherzavano tra di loro facendo abbastanza chiasso infastidendo i membri dello staff che gli lanciavano occhiatacce.
-Ragazzi! Stiamo facendo la figura dei cretini. Smettetela un po’.- quello che pareva il più serio e calmo del gruppo cercò di contenerli, inutilmente.
-Yoongi hyung se tu sei vecchio e non vuoi divertirti sono problemi tuoi, ma non guastare il divertimento a noi giovani!- lo provocò il più piccolo, Jungkook, scatenando le risa di tutti gli altri.
-Se adesso non ti levi dalla mia vista finirai male.-
Jungkook iniziò a scappare per lo studio ridendo ininterrottamente, tanto che si fermò per prendere fiato e calmarsi, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
-Questo è il cellulare di Namjoon hyung, che ci fa qui?- disse fra sé prendendo il cellulare dal tavolino mettendoselo in tasca; prese, poi, un bicchiere d’acqua e tornò dagli altri.
-Hyung, questo è tuo.- annunciò, porgendogli l’apparecchio che aveva recuperato prima.
-Ehm…grazie Jungkook. Non era necessario.- lo ringraziò il leader un po’ perplesso, prendendo il cellulare dalle mani del ragazzo.
-Comunque quella tipa mi sta antipatica, ci odia! L’altra non è male.- esordì Kim Taehyung riferendosi alle fotografe che gli avevano fatto il servizio fotografico qualche minuto prima.
-Parli di quelle di prima? La bionda ha decisamente qualche problema, soprattutto con te hyung.- continuò Park Jimin indicando il leader.
-Lasciamo perdere, non mi va nemmeno di parlarne. Il solo pensiero mi fa tremendamente incazzare!- affermò a denti stretti, stringendo forte i pugni.
-Quella con i capelli neri, Valentina credo si chiami, è simpatica.- prese la parola Seokjin, salvando la situazione.
D’improvviso entrò il loro manager che li esortò a sbrigarsi perché a breve si sarebbe tenuta un’intervista a cui loro avrebbero dovuto partecipare, quindi lasciarono in fretta lo studio dopo essersi cambiati.

◇◆◇◆◇◆ 

Dopo una ventina (o più) di minuti le ragazze decisero finalmente di uscire dal bagno; si guardarono intorno e notarono che non c’era più nessuno sul set fotografico.
-Dove sono finiti?- si domandò Valentina guardandosi attorno con un’aria interrogativa.
-Chissenefrega!- annunciò indifferente l’altra.
-Ragazze eccovi. I BTS sono dovuti andare via per altri impegni, mi hanno detto di riferirvi di essersi molto divertiti a lavorare con voi. Sentire ciò non può far altro che rasserenarmi ed essere felice di avervi qui.- fece la sua apparizione Kim Hyun Su, sfoggiando un sorriso smagliante. -Anche voi potete andare, per oggi avete finito qui in studio. Ho fatto allestire una stanza apposta per la post-produzione nel vostro appartamento, immagino abbiate notato. Finite il lavoro a casa e consegnatemelo domattina alle nove in punto nel mio ufficio. Buon lavoro, siete libere di andare.- continuò congedandole dopo averle salutate con un inchino. Le due ricambiarono il gesto, lo ringraziarono e si affrettarono a raccogliere la loro attrezzatura ed effetti personali; misero le fotocamere ed il resto degli accessori nelle apposite borse e recuperarono anche le loro, di borse, che lasciarono alla reception quella mattina stessa. Tornarono indietro per prendere il tutto ed andare via.
-Dov’è il mio cellulare?- chiese la bionda all’amica constatando che sul tavolino dove ricordava di averlo lasciato non c’era più.
-E io che ne so. L’avrai messo da qualche altra parte.- affermò l’altra distrattamente mentre era concentrata a scattarsi dei selfie con lo sfondo del set, probabilmente per postarli sui social in un secondo momento.
Roberta la ignorò ed iniziò a gironzolare per lo studio in cerca del suo cellulare tentando di ricordare dove l’avesse l’asciato l’ultima volta. Credeva di averlo messo su quel tavolino, ma dato che tutta la giornata non l’era servito pensò magari di ricordar male. Guardò ovunque, anche in bagno, ma nessuna traccia dell’aggeggio; tornò dall’amica disperata, sperando in un aiuto da parte sua.
-Vale! Per favore aiu- non fece in tempo a terminare la frase che un membro dello staff (suo futuro collega) uscì dal bagno degli uomini annunciando di averci trovato un cellulare, sventolandolo a mo’ di bandiera, chiedendo di chi fosse.
-È il mio!- precisò un po’ confusa, non capendo come si trovasse lì. Lo recuperò e ringraziò il ragazzo, suo salvatore, con un inchino ed un sorriso sincero che l’altro trovò molto dolce, tanto da imbarazzarsi e diventare un tantino rosso in viso. 
-Che ci facevi nel bagno degli uomini?!- le chiese Valentina divertita avvicinandosi ed interrompendo i due, facendo andar via il ragazzo non prima di averle salutate cortesemente.
-Ma io non ricordo di esserci stata! Sto impazzendo, forse. Va be’, chi se ne frega, ho recuperato il cellulare, ora andiamo.- concluse prendendo definitivamente tutte le borse seguita a ruota dall’amica. Salutarono tutti i presenti e si diressero all’uscita. D’un tratto Valentina si bloccò attirando l’attenzione della compagna che dovette fermarsi per chiederle che le fosse preso così all’improvviso.
-Come torniamo a casa?- proferì d’un colpo quasi spaventata. -Ci siamo sempre spostate con l’auto fino ad ora, come torniamo? Non conosciamo mica la strada! E non so usare i mezzi pubblici di Seoul!- precisò disperata guardando l’amica negli occhi in cerca di aiuto.
-Usiamo il navigatore! La tecnologia ha fatto passi avanti, sai? Siamo nel 2017 ormai. Ho l’indirizzo dell’appartamento scritto sul taccuino.- aprì la borsa e vi frugò in cerca dell’oggetto, trovandolo qualche istante dopo. -Per gli autobus basta chiedere. Non agitarti inutilmente! Calmati, è normale ritrovarsi in situazioni simili, in qualche modo dovremmo pur imparare. Coraggio andiamo.- continuò rasserenandola e trascinandola con sé per il braccio, dirette verso casa.
Arrivarono all’appartamento un’ora e mezza dopo tra vari “ci siamo perse” ed imprecazioni di ogni tipo.
-Finalmente!- proclamò la più giovane alzando le braccia al cielo in segno di vittoria. -Siamo vive!-
-Non cantar vittoria troppo presto, dobbiamo continuare a lavorare. Tu intanto sistema la roba che io vado a farmi una doccia.- l’avvisò Valentina posando le borse da qualche parte nel soggiorno e dirigendosi in uno dei bagni della loro abitazione temporanea.
-Anche io vado a lavarmi, tanto abbiamo due bagni.- precisò l’altra saltellando come una bambina felice in direzione bagno numero due, come se il lungo viaggio per tornare a casa non l’avesse stancata per nulla. Quella ragazza era strana forte!
Finito entrambe di lavarsi e vestirsi, si dedicarono alle faccende lavorative: La maggiore iniziò a lavorare alle fotografie degli idol, che avrebbero dovuto consegnare il mattino seguente, nella stanza appositamente attrezzata da quelli dell’agenzia per la post-produzione; la minore pensò bene di sistemare gli indumenti e le altre cose che erano rimaste ancora nelle valigie, dato che non avevano avuto tempo e modo di farlo prima.
-Vedo cosa c’è in frigo, sto morendo di fame! Non abbiamo nemmeno pranzato, tu vuoi qualcosa?- gridò Roberta dalla cucina per poter essere certa che l’amica, troppo presa dal lavoro, riuscisse a sentirla per bene.
-Non adesso, grazie.- rispose soltanto e continuò a fare quello che stava facendo.
Non aveva idea di come facesse l’altra a non avere fame, pensò. Era da quella stessa mattina che non mettevano qualcosa sotto i denti, non sapeva nemmeno che ore fossero. Fece per prendere il suo cellulare, che era ancora nella borsa -stranamente non l’aveva toccato tutta la giornata- per aggiornarsi sull’orario.
-VALENTINA!- urlò spaventata chiamando l’amica che si fiondò da lei in men che non si dica guardandola con aria interrogativa e terrorizzata allo stesso tempo.
-Che succede? Mi è quasi preso un infarto!- riuscì a dire con una mano al petto come per bloccare il cuore che pareva volerle schizzare fuori dalla cassa toracica per quanto battesse forte.
-Questo non è il mio!- annunciò preoccupata indicando il cellulare che aveva tra le mani, e in quello stesso istante, proprio quel cellulare, iniziò a squillare.
-Oddio!- esclamò spaventata. -Jimin.- lesse il nome sullo schermo e guardò l’amica cercando aiuto come un cucciolo in cerca di coccole. Era una frana in quel tipo di situazioni, andava subito in panico, Valentina ancora non si spiegava il motivo, anche dopo tutti quegli anni passati a condividere con lei qualsiasi cosa o situazione. In realtà non capiva neppure come facesse a sopportarla ancora, sapeva solo di volerle un gran bene.
-Non è uno di quelli di stamattina? Se non sbaglio tu gli hai fatto le foto.- le ricordò,poi, cercando di farla calmare. -Avanti rispondi!- continuò indicandole cosa fare. L’altra con un movimento indeciso della mano premette finalmente sul tasto di risposta, un po’ preoccupata.
-Pronto…?- rispose con una voce incerta, quasi come se avesse paura che la persona dall’altro lato l’avrebbe malmenata da un momento all’altro.


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I ragazzi si alzarono e si diressero nei camerini per cambiarsi, senza dire una parola, dopo aver ricevuto l’avviso da parte del loro manager. Si rivestirono in soli cinque minuti ed uscirono salutando Kim Hyun Su, ringraziandolo e dicendogli di essersi divertiti molto.
Una volta fuori, entrarono in fretta nell’auto parcheggiata davanti all’uscita che partì in un attimo per dirigersi sul luogo dove si sarebbe tenuta l’intervista.
Arrivati sul posto dopo una quindicina di minuti, circa, i ragazzi vennero fatti accomodare all’interno della struttura dove vennero istruiti ed informati sul tipo di domande a cui avrebbero dovuto rispondere. 
Mancava mezz’ora all’inizio dell’incontro con i giornalisti; i sette ragazzi decisero di fare una “diretta” online -su una piattaforma chiamata “V Live” che permetteva loro di mettersi facilmente in contatto con i fan di tutto il mondo- per far passare in fretta e divertendosi quei trenta minuti.
Risero e scherzarono tutto il tempo, acconsentendo alle richieste più disparate degli spettatori.
Il più esilarante di tutti era, come sempre, Hoseok che con la sua allegria illuminava l'intero globo, facendoli ridere tutti; tra chi ballava, chi cantava e chi rideva, non si riusciva a capire più nulla, era caos totale.
La mezz'ora passò quasi troppo in fretta -pensarono tutti- salutarono i fan e conclusero la diretta per dedicarsi all'intervista che durò all'incirca un'ora e venti minuti, senza contare le pause. In tutto ci impiegarono più di due ore. 
Dopo aver terminato definitivamente, poterono tornare al loro dormitorio. 
Rientrarono in macchina e si addormentarono tutti quasi subito, erano davvero esausti.
Una volta arrivati a destinazione, si svegliarono e si fiondarono immediatamente nell'edificio in direzione della cucina, avevano una fame allucinante.
Mentre erano impegnati a mangiare, il cellulare di Namjoon vibrò: era arrivato un messaggio. Strano, pensò lui. Fece per sbloccarlo e guardando lo sfondo realizzò che quello non era il suo, ma della fotografa "molto simpatica" di quella mattina. Sospirò.
-Jimin, dammi il tuo cellulare.- disse soltanto rivolgendosi serio al suo compagno che alzò lo sguardo su di lui con l'aria perplessa, ma obbedì e pulendosi le mani con un tovagliolo gli porse il suo cellulare osservando curioso cosa avesse intenzione di farci. Namjoon lo prese, scelse un numero dalla rubrica e premette il tasto di chiamata.
L'aggeggio squillò diverse volte prima che qualcuno dall'altra parte si decidesse a riapondere.
-Pronto...?- disse una ragazza dall'altro capo del telefono con una voce tremante.
-Pronto! Ho il tuo cellulare! Razza di svampita, come fai a perdertelo? Dannazione, oggi mi stai creando fin troppi problemi!- urlò furioso alla ragazza che non appena sentì la sua voce lo riconobbe subito e cambiò immediatamente il tono della sua, diventando furibonda in un baleno.
-Come diamine fai ad avere il mio cellulare? Non venire a fare la morale a me! Si dia il caso che anche tu, caro il mio Kim Namjoon, abbia lasciato il tuo cellulare a caso da qualche parte. E sei anche fortunato che lo abbia recuperato io. Quindi vedi di abbassare il tono con me perché non te la do vinta e se mi fai incazzare ancora di più sappi che verrò a cercarti per prenderti a calci in culo!- sputò la ragazza, esplodendo in un cumulo di rabbia, sparando a raffica l'ultima parte senza prendere fiato, infatti dovette fare un grosso respiro subito dopo aver finito di parlare per recuperare l'ossigeno perso. Il ragazzo tacque per qualche secondo per poi parlare di nuovo, ma con un tono leggermente più calmo.
-Wow...siamo nervosette a quanto vedo. Ad ogni modo, come risolviamo questa situazione?-
-Come vuoi risolverla? Devi ridarmi il cellulare, semplice. Che idiota.-
-Vedi di darti una calmata, cocca. So bene che dobbiamo restituirci i rispettivi cellulari, intendevo IN CHE MODO!- spiegò scocciato, scandendo per bene le ultime tre parole.
-Ma certo che sei stupido forte! Come vuoi che avvenga?! Vuoi spedirmelo per posta? Muovi il culo e vieni qua! E vedi di non ficcanasare nei cellulari altrui!- gridò spazientita lei, avvertendolo di non sbirciare nelle sue faccende personali.
-Riesci ad esprimerti senza sembrare un camionista? Porca miseria! Non posso "alzare il culo" e venire lì. Sei tu che devi attenerti alle mie esigenze, sono io l'idol strapieno di impegni. Ti manderò l'indirizzo del posto dove dovrai raggiungermi con tutti i dettagli, non farmi aspettare. E vedi di non “ficcanasare” nemmeno tu, camionista.- concluse scimmiottandola nell’ultima frase e riagganciando la chiamata senza lasciare il tempo alla giovane di replicare, sapeva di averla fatta incavolare terribilmente ed il solo pensiero della sua faccia rossa di rabbia lo divertiva molto. Inviò il messaggio e rivolgendosi ad uno dei suoi compagni esordì:
-Hey Jin hyung, prendi le chiavi dell'auto e dammi un passaggio, devo andare in un posto.-

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Il ragazzo le riattaccò il telefono in faccia, facendola incavolare così tanto che quasi le usciva il fumo dalle orecchie. 
-Che tu sia dannato lurido pezzo di merda! Ah! Quanto mi fa incazzare! Camionista un cazzo! È lui che mi provoca, io sono una ragazza pacifica, ma come si può con uno che...ah! Al diavolo! Che si fotta lui e questo cellulare di merda!- urlò come una forsennata girando per la stanza e gesticolando come una pazza in preda ad una crisi di nervi. Valentina la stava guardando senza capire bene cosa stesse succedendo, ma sapeva che avrebbe dovuto aspettare che si fosse calmata da sola prima di chiederle qualsiasi cosa. Erano poche le volte in cui aveva avuto la sfortuna di vederla così in collera.
Il cellulare del leader dei BTS vibrò, avvisando di un messaggio in arrivo.
-Eccolo! Andiamo.- ringhiò la minore prendendo le chiavi dell'appartamento ed intimando l'amica di seguirla, che obbedì senza dire nulla, tanto non aveva altra scelta.

 

   
 
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