Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: BlackenedAngel94    15/05/2017    2 recensioni
Dopo tutto, è cresciuto senza di me, credendo di essere un ragazzo come ogni altro...
Non so come reagirà quando lo scoprirà, non so se saprà mai quanto lo amo, quanto ho sofferto non avendolo avuto al mio fianco...e quanto vorrei poterlo stringere tra le mie braccia...ma una cosa la so, ed è certa...saprà che io suo padre ci saremo sempre.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
>AHH!<  
Il suo affanno era molto intenso, la sua fronte tutta sudata e, i suoi occhi, in lacrime.
Era la prima volta in cui Nero fu pervaso in maniera così acuta dalla paura…la paura di perdere una delle cose a lui più care.
>Levi…<
Dopo aver realizzato che si trattava semplicemente di un sogno placò l’affanno ed emise un sospiro di sollievo, ma nonostante fosse sveglio, in quel momento la cosa che più gli premeva era vedere la sua amica.
Era come se si fosse allontanato “realisticamente dalla realtà”, avvolto dalla sensazione di essere rimasto addormentato a lungo e lontano da ogni cosa.
Riacquisita un po’ di calma, si alzò e andò a prepararsi già dalle 6 del mattino, credendo fosse tardi.
Stavolta però la fretta era tale che tra doccia e abbigliamento impiegò meno di mezz’ora nella preparazione.
Finalmente pronto e intento ad uscire da casa, guardò l’orologio…
>Che palle…<  
Questa fu la sua reazione dopo aver realizzato che era ancora troppo presto per recarsi a scuola.
In quei termini “aspettare” per lui significava rimanere ancora distante dalla sua amica, ma purtroppo non gli rimaneva alternativa.
Passò più di mezz’ora a sbuffare, agitare le ginocchia e ad osservare impazientemente l’orologio.
A quel puntò udì una voce piuttosto debole, ma con tono allegro e gradevole.
>Di già?<
Era la voce del nonno di Nero, sorpreso di vedere il nipote in piedi a quell’ora senza che venisse a svegliarlo.
>Ah…ehm, buongiorno nonno<
>Buongiorno a te, giovanotto, come mai di buon’ ora?<
>Stanotte…ehm…beh, stanotte…non ho dormito granchè<
>Ti senti bene, figliolo?<
>Si…sto bene…<
>Mmmh…< emise il nonno con tono di perplessità.
>Ragazzo, perché non vieni a mettere qualcosa sotto i denti?<
>No grazie…sto bene così, nonno<
>Coraggio, non ti fermi mai a fare colazione, vai sempre di fretta dopo che ti ho svegliato!<
>Mmh…va bene<
Il nonno, nonostante avesse vari problemi di salute, era sempre molto premuroso nei confronti del nipote, dopotutto anche lui sapeva cosa si provasse a rimanere orfano, nel suo caso di padre.
>Ah…oggi il tempo non è molto soleggiato…ti conviene portare un ombrello, ragazzo, non si sa mai<
>Già...<
Durante la colazione, il nonno domandò nuovamente a Nero come mai fosse così teso.
>Allora, giovanotto, mi dici cos’hai avuto? Hai fatto per caso un brutto sogno?<
Mentre mangiava voracemente, venne colpito dalla parola brutto sogno, alla quale rispose, masticando ancora il boccone:
>Uhmm, NO...probabilmente è stata...l-la cena!<
Il ragazzo non aveva voglia di far preoccupare il nonno descrivendogli il malessere da lui provato, quindi cercò di essere evasivo. 
>Ah…voi giovani di oggi…tutti così tesi e pieni di segreti!<
Nero alzò gli occhi al cielo, come per esprimere noia da quella classica affermazione.
>A proposito, mi dici questo dove l’hai trovato?<
A quel punto il nonno estrasse dalla tasca l’anello raccolto da Nero.
>Quello?? Ehm…per terra! ...probabilmente l’aveva perso qualcuno…<
Guardando l’anello, al ragazzo tornò in mente fulmineo l’accaduto della sera precedente, che fino a poco fa, sembrava aver dimenticato.
>Mhhh, è davvero bello…devi darlo alla tua fidanzata?<
>COSA?? N-NO!<
Il nonno guardò con un sorriso suo nipote esprimere ingenuamente imbarazzo.
>E in più te l’ho detto mille volte, non è la mia fidanzata, è…è solo…u- un’amica!<
Il nonno guardò ancora più sorridente il nipote completamente arrossito.
>Ah, voi giovani di oggi!<
Esclamò il nonno sospirando.
>AH, VOI GIOVANI DI IERI!<
Esclamò ironicamente Nero, seguito dalla risata del nonno.
>Si sta facendo tardi, adesso vado…ci vediamo oggi, solito orario<
E questo? Domandò il nonno indicando l’anello.
>Ah, ehm…dallo a me<
>Mph…a più tardi, figliolo…e fa’ il bravo!<
Non sono mica un bambino, disse irritato fra se e se.
Uscendo da casa già avvertiva un senso di serenità, libero dall’oppressione delle mura, ma non aveva comunque idea di cosa farne dell’anello.
>E ora dove lo metto sto coso?< sbuffò domandandosi dove avrebbe potuto custodirlo.
Intanto però lo osservava sempre più incuriosito, ricordandosi della misteriosa donna alla quale probabilmente apparteneva e della sua improvvisa scomparsa.
>E se...<
Assalito dal dubbio che fosse stato un evento non casuale, Nero provò ad infilarselo al dito.
Non accadeva nulla…era un comune anello.
>Già…c’era da aspettarselo<
Un po’ deluso dalla sue aspettative, se lo levò e lo ripose in tasca.
>Basta cazzeggiare...< si rimproverò, ricordandosi di cose più importanti.
Erano le 07:30, orario in cui Levi solitamente usciva di casa.
Pensò di passare da lei, condividendo così il tragitto verso scuola.
Giunto sotto casa dell’amica, Nero vide la madre curare le piante e le aiuole poste all’ingresso dell’abitazione.
La signora a sua volta vide il ragazzo.
>Ciao, Nero!< sorridente come sempre
>Salve…< con un timido sorriso
>E’ da un po’ che non ti vedo! Diventi sempre più bello!<
>Ah…grazie< Nero arrossì per il complimento
>Cerchi Levi?<
>Si, è in casa?<
>No, si è già avviata verso scuola circa dieci minuti fa<
>AH…d’accordo, grazie per l’informazione<
>Di nulla tesoro, fermati qualche volta!<
>Senz’altro! Grazie ancora<
>Salutami il nonno!<
Dopo essersi allontanato da lì, il ragazzo emise un sospiro silenzioso.
>Almeno ho avuto la conferma che lei sta bene< pensava, ma in quella circostanza, fu assalito di nuovo dalla stessa sensazione provata al suo risveglio.
>Adesso devo solo incamminarmi regolarmente verso scuola…già…tanto prima o poi la vedrò, devo solo stare…calmo<.
Era come se volesse convincersi di essere calmo e che la situazione non gli pesasse, ma in se era quasi al limite dell’angoscia.
Non sopportava più quella sensazione di lontananza da Levi, perciò procedette lungo il sentiero senza fermarsi o distrarsi.
Erano quasi le 8 in punto quando Nero oltrepassò il cancello dell’entrata principale della scuola.
Ad accoglierlo per primi sono stati i suoi compagni, con delle enfatiche parole:
>Cheee??<
>Wuuuuuhuuu<
>E’ la fine del mondo?? ahahaha<
>Non è possibile! ahahaha<
Nero non li ignorò volutamente, passò oltre senza nemmeno accorgersi di loro.
La scuola non era molto grande e Levi non si vedeva in giro, quindi Nero pensò che probabilmente stesse già in classe.
Valicata la porta d’ingresso, la campanella suonò e il resto degli studenti cominciarono ad entrare nelle proprie classi.
>Ormai manca poco< pensava.
>Devo solo oltrepassare la porta e la vedrò...finalmente<
Nero era sul punto di aprire la porta, ma quando lo fece il suo respiro si bloccò all’istante.
Il suo cuore non subì mai un dolore più acuto di quello.
Era rimasto immobile per una manciata di secondi ad osservare il banco di Levi, ancora vuoto.
>Cosa? ; Perché? ; Sarebbe dovuta essere qui! ; Dov’è? ; Perché non è qui?<
Nella testa lo assalivano mille domande allo stesso momento.
Il professore, meravigliato per la puntualità del ragazzo esclamò sorridente:
>Nero! Buongiorno, mi sorprende che oggi sia tu il primo ad entrare in classe! Vedi che con un po’ di impegno e organizzazione si riescono a superare certe cose?<
>Perché? ; Dov’è? ; Non può essere…<
Il ragazzo indietreggiò lentamente dall’aula.
>Nero, ti senti bene?<
Si voltò di scatto e corse via per andare a cercare Levi.
>Nero, dove vai?<
Correva per i corridoi, mentre gli altri ragazzi lo guardavano allarmati.
>Ma che sta facendo?<
>Ma è pazzo?<
Correva disperatamente per la scale in cerca della sua compagna, ma non la vedeva da nessuna parte.
Era davanti all’ultimo corridoio del piano superiore, laddove sperava di trovarla, ma lei non c’era, non c’era nessuno a quell’ora.
Nero rallentò il passo, quasi a volersi rassegnare.
Era solo, fermo, immobile, sul punto di svenire.
Non riusciva più a reggersi in piedi per il dolore…il dolore che si prova quando non si trova una risposta ad una domanda, una speranza in un sogno, ma sorattutto, quando non si trova la persona amata vicino a se.
>Perché mi sta succedendo tutto questo…?< si domandava il ragazzo, poiché non capiva la ragione per cui fosse così ossessionato dal rivedere Levi.
A quel punto però, alle sue spalle sentì una voce.
>Nero…<
I suoi occhi si spalancarono ampiamente.
Una voce angelica, la più bella che avesse mai sentito.
L’unica voce che lui stesso vorrebbe pervadesse la sua anima.
La voce che attendeva con ansia.   
Era la voce della ragazza che amava, Levi, all’udir della quale si girò verso di essa, sorridendole e versando una piccola lacrima…forse per la gioia di aver rivisto il suo amore.
>Ciao…Levi<
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: BlackenedAngel94