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Autore: LaVampy    16/05/2017    1 recensioni
dopo l'ennesima lite a causa della magia,Alec sfida Magnus a stare una settimana senza magia. e come farà il nostro stregone???
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Amore alzati- lo chiamò dolcemente Alec, accarezzandogli la fronte con un bacio lieve. 

-Che ore sono?-chiese lo stregone, tirandosi le coperte sopra la testa. 

-Sono le nove di mattina. E devi svegliarti- rispose pazientemente il giovane cacciatore. 

-E' l'alba- rispose l'altro, girandosi e avvolgendosi con le coperte. 

-Sarà anche l'alba, ma ti ricordi che giorno è oggi?-. 

-Non mi interessa potrebbe anche essere il compleanno di...- ma fu interrotto dal compagno che aveva iniziato a tirare le coperte. 

-Alexander Gideon Lightwood, smettila subito- minacciò l'altro. 

-Altrimenti?-chiese il cacciatore continuando nella sua impresa. 

-Altrimenti- disse schioccando le dita, ma non accadde nulla. -Ti odio- urlò quando si ritrovò completamente senza coperte. 

-Mi odi?-chiese il giovane, sedendosi sul suo bacino ed inchiodandogli le mani sopra la testa. 

-Si-rispose l'altro senza fiato. 

-Peccato, volevo solo stare un po' da solo con te, prima che arrivasse mia madre con Max- disse il moro, avvicinandosi pericolosamente alle sua labbra. -Ma del resto visto che mi odi, vado a farmi una doccia e tu torna pure a dormire- disse alzandosi. Afferrato un paio di boxer, e una maglia pulita entrò nel bagno, fischiettando. 

-Ehi ma che modi sono?- chiese lo stregone sedendosi sul letto. 

-Non ti sento- urlò di rimando il cacciatore, palesemente divertito. 

-Piccolo bastardo, mi senti eccome- disse l'altro alzandosi, entrando in bagno, sentendo il compagno canticchiare sotto la doccia. 

-Si può sapere cosa c'è da essere così di buon umore, e peggio, per avermi svegliato all'alba?-. 

-Sono le nove e mezza di mattina- rispose Alec. 

-Appunto l'albaribattè lo stregone, infastidito. 

Per l'Angelo Magnus, sei peggio dei bambini- rispose Alec, sempre da sotto la doccia. 

-Alexander, non sfidare troppo la buona sorte- ringhiò l'altro. 

-Altrimenti?-. 

-Te ne pentirai, piccolo cacciatore arrogante- disse Magnus, uscendo dal bagno. Si diresse in cucina e una volta dentro, si voltò per cercare qualcosa con cui vendicarsi. Aprì il frigo, prese i piccoli cubetti di ghiaccio, riempì la caraffa di acqua e li mise dentro. Attese qualche secondo e poi ritornò in bagno. Alec aveva appena chiuso l'acqua quando sentì la doccia aprirsi, non fece in tempo a parlare o stupirsi che una doccia gelida lo ricoprì. Restò senza fiato, guardando il compagno che con ancora in mano la caraffa d'acqua lo guardava con sfida, trattenendo a stento un sorriso. 

-Tu? Mi hai...?-. 

-Si-. 

-Perché?-chiese il cacciatore rabbrividendo. 

-Non ho bisogno della magia, per dimostrarti che sono il migliore- rispose l'altro, sempre con la caraffa in mano. 

-Sei pessimo- rispose il cacciatore aprendo l'acqua, tirandosi dietro Magnus con un sorriso. Lo stregone non ebbe modo di controbattere perché si ritrovò sotto l'acqua ancora con il pigiama e i capelli davanti agli occhi. 

-Vuoi la guerra?-chiese il cacciatore , guardandolo. 

-Alexander Lightwood, è il mio pigiama di seta- urlò l'altro scandalizzato. 

-Manca il Gideon- rispose il cacciatore ridendo. 

-Eh?- 

-Nel nome, manca Gideon- disse semplicemente l'altro. 

-Alexander Gideon Lightwood, è il mio pigiama di seta- ripetè lo stregone, anche se ora, non ridere era quasi impossibile. 

-E quindi non si lava?- chiese il cacciatore, con le labbra pericolosamente vicino all'orecchio dell'altro. 

-Si lava, ma...-iniziò per poi bloccarsi quando le labbra del compagno si posarono sul suo collo. 

-Ma?-chiese Alec, mordicchiando appena la pelle morbida. 

-Ma cosa?- chiese l'altro tra un sospiro e un gemito. 

-Continua, si lava ma?- . 

-Alexander- mormorò l'altro, appoggiandosi alle sue spalle. 

-Dimmi Stregone senza magia- disse tra un bacio e l'altro, togliendogli il pigiama fino a farlo restare nudo. 

-Per l'Angelo, sei bellissimo appena sveglio, senza trucco- disse Alec, guardandolo fisso in quegli occhi che tanto amava. 

-Non sei male nemmeno tu- rispose lo stregone, arrossendo. -Anche se mi svegli all'alba-. 

-E' che, per l'Angelo, non siamo mai soli- rispose Alec, appoggiando la fronte a quella del compagno. 

-Mi stai dicendo che... ti manca fare sesso?-chiese lo stregone, vagando con la mano tra la fitta peluria del compagno. 

-Mi manca fare l'amore con te, con calma, lentamente, senza un bambino che piange o un biberon da scaldare, senza doverlo fare attaccati ad una porta, pregando di fare in tempo, prima che qualcuno ci possa bloccare- rispose l'altro dolcemente, rabbrividendo. 

-Ti stai pentendo di Max?- chiese l'altro. 

-No, non ho detto questo- rispose prontamente il cacciatore. -E' solo che non pensavo fosse così dura fare il padre-. 

-Nessuno ha mai detto che sarebbe stata semplice- disse Magnus, accarezzandogli una guancia. -E anche a me, manca la nostra tranquillità a letto- rispose l'altro, baciandolo dolcemente. Mordendogli prima un labbro per poi appoggiarci sopra la lingua, accarezzandoglielo dolcemente. Quando il bacio divenne più profondo, e furono costretti a staccarsi per respirare, Magnus era appoggiato con le spalle al muro, le mani di Alec nei lati della testa e una gamba tra le sue. 

-Alexander, non dovremmo andare a letto? -chiese lo stregone, ansimando. 

-Io ho bisogno di te adesso- disse Alec, baciandolo di nuovo. Le mani che vagavano nei fianchi fino a raggiungere le natiche del compagno, per stringerle appena. Fu quello che bastò a Magnus per darsi una spinta e allacciare la gambe intorno alla vita del ragazzo. 

-Forse dovremmo rallentare un po'- disse Alec, respirando profondamente. 

-Perché?-chiese l'altro, guardandolo. 

-Perché sono a limite Magnus, ho bisogno di...- disse in un singhiozzo. 

-Stai per venire?-chiese l'altro, stupito. 

-Scusa- disse in imbarazzo il cacciatore. 

-Ti dico una cosa, anche io sono al limite, mi basta un bacio e potrei scoppiare-. 

-Siamo due idioti, abbiamo finalmente una mattina per noi e guardaci, siamo già pronti a venire, dopo neanche due minuti- rise appena Alec. 

-Oh ma sono i due minuti più belli degli ultimi mesi- rispose lo stregone, muovendosi appena. 

-Posso?-chiese Alec, appoggiandolo con la schiena al muro. 

-Dopo avermi svegliato all'alba? Tu devi!!-ringhiò lo stregone. 

-Erano le nove e mezza-. 

-Si, si come ti pare. Ora ti decidi a scoparmi o devo invertire i ruoli?-. 

-Dio Magnus, romanticismo zero?- disse l'altro posizionandosi. 

-Un'altra volta- disse muovendo i fianchi, fino a sentire il compagno premere contro di se, ed abbassandosi quanto possibile. 

-Ti farò male- disse Alec, fermandosi. 

-Non mi interessa, ti prego Alec, ne ho bisogno- rispose l'altro, nascondendo una smorfia di dolore quando il comapgno entrò in lui. 

-Per l'Angelo ti ho fatto male? Esco?-chiese Alec, il respiro mozzato. 

-No, no, solo dammi un attimo- disse appoggiando la tseat contro la sua spalla e respirando a bocca aperta. 

-Come mai?-chiese Alec, preoccupato, accarezzando la schiena contratta del compagno. 

-Niente magia, niente lubrificante... -disse tra i denti lo stregone. 

-Oh.. Oh per L'Angelo Magnus, scusa- disse cercando di uscire ma lo stregone strinse più forte le gambe. 

-Non uscire, solo... dammi un attimo per abituarmi, sai non sei piccolo- rispose l'altro sorridendo e baciandogli il naso. 

-E tu sei un idiota- rispose il cacciatore, catturando le sue labbra in un languido bacio. Poco dopo sentì Magnus mugola di piacere e muoversi lentamente, ma restò immobile. 

-Alec, ti prego muoviti- chiese l'altro implorante. 

-Non ti faccio male?-rispose titubante. 

-Nulla che non possa sopportare, ma che di certo ricorderò anche domani- rispose lo stregone. 

-Sei un idiota- rispose il cacciatore arrossendo. 

-Chiariremo la storia dell'idiota più tardi ora: perché non mi sco... fai l'amore con me?-chiese ansimante l'altro. Ed ad Alec non restò altro che non accontentare quello stregone bambino pluricentenario, fino a perdersi nei paradisi più alti del piacere. Quando tornarono con i piedi per terra, Alec, osservò il compagno uscire dalla doccia, camminando in modo goffo, in tempo per vestirsi e accogliere in casa Maryse e Max.

   
 
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