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Autore: ZeroL    17/05/2017    0 recensioni
Una tragedia, una vendetta e i pokemon, creature dal fine intelletto ma anche agli ordini degli umani e delle Pokèball.
In questo mondo Eldwin scopre come i Pokèmon possano essere usati molto male, per causare dolore per motivi apparentemente incomprensibili, e intrapenderà un viaggio alla ricerca non della verità, ma della mera vendetta.
Una storia non legata ai tipici canoni Pokèmon come tutti li conoscono, il mondo pokèmon non è il centro della storia, solo l'ambientazione.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Era tutto bruciato, le case, i prati, i parco giochi, la scuola, l’ospedale. Figli di puttana, pure l’ospedale.
Non state per leggere una bella storia, non è la storia che i bambini si aspettano, grandi eroi che hanno un Pokèmon da quando avevano 10 anni che diventano campioni salvando il mondo.
Quelle sono storie scomparse da decenni.
Ciò che vado a raccontarvi e la mia storia, Eldwin mi chiamo, senza cognome e senza sogni, con un solo obbiettivo, vendetta.
Quel giorno tornai a casa con una velocità che non credevo di avere, i miei 35 anni da fumatore incallito sembravano scomparsi, ma quel giorno corsi, corsi come mai prima d’ora, più di quando uno spearow aveva preso di mira il mio panino alle elementari.
Corsi, ma arrivai tardi. Troppo tardi per salvarli, troppo presto per non vedere l’orrore del corpo di mia moglie incinta bruciare nel parchetto davanti casa.
Cerano altri cadaveri intorno, ma non li vedevo, vedevo solo la mia vita perdere di significato. E il corpo di lei che era chiaramente rivolto verso casa, stava correndo per mettersi al riparo, ma come me, non fece in tempo.
Ma adesso basta con la tristezza, ci ho messo poco a trasformare la mia tristezza in rabbia.
Dopo 2 giorni in stato di choc in una palestra improvvisata ad ospedale di fortuna, decisi di andare a casa, è stato traumatico, ma qualcosa mi ha dato la forza. Me ne ero completamente scordato, Rusty, il piccolo squirtle che mia moglie accudiva con tanta cura era ancora li, ad aspettare che qualcuno lo venisse a prendere, che qualcuno gli dicesse che andava tutto bene.
Mi saltò addosso, piangemmo insieme e insieme ci caricammo di ferocia. Inutile girarci intorno, lo avrete capito tutti, e lo capirono tutti quelli intorno a me, io e Rusty eravamo pronti per la nostra vendetta.
 
Quando vivi in un piccolo paese ai margini della regione, non ti capita spesso di incontrare dei grandi allenatori, ci sono pochi Pokèmon in città e tutti conoscevano Rusty. Inutile dire che tutti cercavano di dissuadermi, “un piccolo squirtle non potrebbe mai competere con quei mostri sputa fuoco, ti farai uccidere” dicevano, “quei charizard lo mangeranno vivo, guscio compreso” mi avvertivano. Erano loro gli stupidi se pensavano che il mio piano fosse di buttare squirtle in mezzo a un branco di charizard urlando vendetta.
Sapevamo che ci aspettava un lungo viaggio, un lungo percorso, un lungo studio e un lungo allenamento. Ma che altra opzione avevamo? Rifarci una vita? Dimenticare di aver perso la precedente in un massacro? NO DIAVOLO! Io avrei trovato i responsabili anche a costo di passare mille anni in esilio. Perché i charizard non disintegrano città e paesi per aver pestato una spina. Qualcuno voleva qualcosa, e io l’avrei scoperto.
 
Nonostante avessi avvertito tutti delle mie intenzioni, la mia partenza somigliò più a una fuga, non volevo nessuno che tentasse di fermarmi, così di notte io e Rusty scappammo di nascosto, non fu difficile.
Varcati i cancelli nord ci ritrovammo da soli, in un piccolo percorso con qualche zona boschiva che solo da ragazzo avevo esplorato. Quanti caterpie e quanti weedle, una cosa da non credere.
Di Pokèmon non sapevo nulla, sapevo che non potevo scagliarmi a occhi chiusi in questo viaggio, così decisi che la mia prima meta sarebbe stata la scuola per allenatori, dove a quelli che in futuro fanno i pigliamosche spiegano le leggi della natura che governano i Pokèmon, cose che quelli destinati alla grandezza imparano con l’esperienza e le sconfitte, ma non avevo tempo, avevo pochi soldi e quelle piccole conoscenze base ero disposto a pagarle per fare più in fretta, poi per fortuna non dovetti farlo, non ci arrivai mai alla scuola per allenatori, ancora oggi mi domando che colore abbia l’edificio.
Quando lasciai la mia città non sapevo praticamente nulla di Pokèmon, tranne una cosa, sapevo benissimo che i Pokèmon fuoco sono deboli al tipo acqua.
   
 
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