Film > Zootropolis
Segui la storia  |       
Autore: Djmathew    19/05/2017    1 recensioni
< Matte, qual è il film della Disney che ti è piaciuto di più? > chiede Tommy, il mio migliore amico < Zootropolis, credo, cioè sono tutti belli però secondo me quello è il migliore > dai che forse riesco a batterlo per la prima volta a Magic < Davvero? Anche secondo me, è un universo ben strutturato > e mi ha fato fuori tutte le creature, che palle < Pensa come sarebbe se tutto a un tratto venissi trasportato lì > tanto mi batte anche stavolta < Secondo te come reagiranno nel vedere un mammifero mai visto prima? Diventerai subito oggetto di tutti i giornali e ti cattureranno per studiarti, non sarebbe così tanto figo > forse ha ragione < Dai mi arrendo, PlayStation? >
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La pace


Sono all'interno della Liset, dentro quella che sembra la cabina di pilotaggio, anche se io non sto pilotando nulla, è Ordis che guida la navetta. Davanti a me un vetro che si affaccia sull'esterno della navetta, vedo solo nuvole che corrono davanti a me. Esploriamo la Liset. Faccio smontare la tuta ed esco dalla cabina. la porta è strana: è automatica ma ci mette molto tempo ad aprirsi completamenti, come se fosse una porta per un vault << Ordis, perché questa porta ci mette così tanto ad aprirsi? >> intanto la porta si è finalmente aperta << L’interno della Liset, cabina di pilotaggio esclusa, è stato costruito in modo che, qualsiasi inclinazione abbia, resti sempre parallelo al terreno, così che eventuali oggetti non si rompano >> utile.

Mi trovo ora in una grande sala, illuminata da una forte luce bianca. Vedo che ci sono altre cinque porte, a forma di semicerchio, vado vicino ad una e quella si apre istantaneamente. Dentro c'è una camera da letto con una porta che presumo sia il bagno << Operatore, le consiglio di mangiare per essere al massimo delle sue energie stanotte >> mi mancava il robot genitore << Bon ho fame ora, voglio dormire, svegliami appena fa buio >> mi avvio verso il letto << Come desidera, operatore >> noto un pulsante sul muro, lo premo. Davanti a me compare uno schermo con sopra scritto ”selezionare indumento” ed una barra di ricerca, digito ”pigiama di cotone” e appaiono vari risultati, ne seleziono uno grigio semplice e si apre un pezzo di parete con dentro il pigiama selezionato. Mi cambio. OOOOHH QUESTA È COMODlTÀ, mi butto sul letto e mi addormento.

Mi ritrovo sull’isola fluttuante, davanti a me c'è l’Esterno che sta osservando un gioiello che ha in mano << Sai, dovresti ringraziarmi >> eh? << Per cosa? >> lui continua a guardare l’amuleto, sembra prezioso << Per aver convinto quel bufalo a crederti - un ricordo, di quando stavo parlando con Bogo, gli occhi del capitano si erano illuminati, di luce bianca - credevi davvero di poterlo convincere con così poche parole? >> rimango fermo << Come hai fatto? Non dovresti avere influenza su questo universo >> lui smette di guardare l’ amuleto e si gira verso di me, fissandomi con i suoi occhi neri come il petrolio << Attraverso te, tu porti il mio simbolo, ogni cosa che vedi con i tuoi occhi, io ci posso interagire – quindi posso contare sul suo aiuto? - ma non contare sempre sul mio aiuto, ho detto che voglio divertirmi e aiutarti sempre sarebbe noioso >> ti pareva. Noto che il gioiello in realtà è un portafoto d'oro, dentro c'è una foto che raffigura l'Esterno insieme ad una bambina << Chi è? >> lui torna a guardare l'amuleto, la sua faccia assume una espressione quasi triste << Era mia figlia, prima che io diventassi quello che sono ora >> mi mette il portafoto in mano. Incomincio a vedere bianco.

Mi sveglio, sono ancora nel letto, ho ancora il portafoto chiuso in mano, lo apro, noto che all'interno non c'è una foto, ma un dipinto minuscolo. Osservo la bambina: ha dei lunghi capelli castani scuri raccolti in una treccia che le arriva sulla spalla, la pelle è molto pallida, quasi bianca. La cosa che mi attira di più sono i suoi occhi, verdi, sembra quasi che mi stiano fissando.

<< Operatore, è notte, dovrebbe prepararsi per scendere in città >> chiudo il portafoto e lo lascio sul letto. Mi cambio e vado nella cabina di pilotaggio ma ho una domanda << Ordis, come faccio a scendere? >> << Normalmente le direi di usare l'Odonata, ma dato che non possiamo allertare nessuno, consiglio di usare l'armatura Excalibur >> non sto capendo << Ma l'Excalibur non ha capacità di volo, come faccio ad arrivare a terra senza sfracellarmi al suolo? >> l'armatura in comincia a montarsi su di me << Stia tranquillo, ogni tuta ha un dispositivo di planata che rallenta immediatamente la caduta e inibisce ogni movimento causato da inerzia, per attivarlo basta allargare le braccia come per volare >> la tuta ha finito di montarsi, sono completamente ricoperto da metallo, certo che è estremamente comoda per essere un'arma da combattimento. Davanti a me trovo un cilindro metallico con delle scanalature orizzontali, un secondo uguale ma più piccolo ed un piccolo quadrato color argento con qualche linea azzurra << Ordis cosa sono questi? >> << Queste sono le sue armi, hanno una funzione di compattamento per occupare meno spazio, le consiglio di portarsene almeno una in caso di scontro imprevisto >> scelgo il quadrato argentato. Vedo a terra, davanti alla finestra panoramica, una sorta di stampo per metalli con la forma di un uomo << Quello è il suo ascensore verso l'esterno della navetta, prego si posizioni in modo da uscire >> eseguo riempendo lo spazio vuoto e aggrappandomi a delle maniglie, sento la tuta che si fissa ad esse. Sullo schermo della tuta compare la scritta “fissaggio magnetico completato, potete staccarvi quando vuole”. La piattaforma incomincia a girare su se stessa fino a quando sono a testa in giù. Sento che la piattaforma sta scendendo, come un ascensore, davanti a me si apre una porta.

Sono fuori. Sono fuori da un'astronave a testa in giù e a circa un chilometro di altezza dal suolo. Davanti a me vedo solo nuvole colorate di arancione dai lampioni della città notturna. Attaccato alla schiena ho un quadrato color argento che si trasforma in un'arma. Noto solo ora l'assurdità della situazione, ma non mi importa molto. Mi stacco dall'unico appiglio che ho dalla Liset e cado.

Cado, vedo solo nuvole, nuvole che formano una parete colorata davanti a me, una parete che si avvicina molto velocemente. Mi metto come se volessi sfondare una parete vera. La sfondo. Davanti a me vedo la città, un mare di luci arancioni e bianche, anch'esso si avvicina. Il visore della tuta visualizza l'appartamento di Judy: è direttamente sotto di me. Si sta avvicinando, apro le braccia. Mi fermo subito. L'Excalibur si illumina di azzurro, ricomincio piano piano la mia discesa, fino a quando no tocco con i piedi il tetto del condominio. E tutto questo senza il minimo rumore.

La costruzione è molto più alta delle altre, ci sono molte antenne su questo tetto, antenne molto grandi. Trovo l'accesso all'interno del condominio, è aperto, nessuno si è preoccupato di chiuderlo, nessuno si aspetterebbe di ricevere visite dall'alto. Smonto la tuta e la lascio sul tetto, non voglio farmi vedere in assetto da guerra mentre cerco di fare pace. L'interno, al contrario del tetto, è molto pulito, pavimento di piastrelle bianche lucide, posso quasi vedermici riflesso sopra. Secondo la tuta, l'appartamento di Judy dovrebbe essere due piani sotto di me. Uso le scale o prendo l'ascensore? Se uso l'ascensore non posso controllare prima se c'è qualcuno nel corridoio del piano mentre se uso le scale posso. Uso le scale.

Menomale che a quest'ora la gente o va fuori o sta a casa a cenare. L'occhiale mi indica l'appartamento di Judy. Sono davanti alla porta, sto per bussare quando il tatuaggio sulla mano si illumina, sento un leggero bruciore. Finita la luce noto un nuovo segno accanto al simbolo, un occhio che mi fissa. Come faccio ad attivarlo? Forse devo solo concentrarmi. Chiudo gli occhi, mi concentro sui miei occhi, cerco in qualche modo di attivare il potere, li riapro. Vedo tutto più chiaro, quelli che prima erano angoli poco illuminati adesso li vedo come se qualcuno ci stia puntando una torcia contro. Guardo verso l'appartamento di Judy, oltre il muro vedo quattro sagome, grandi sagome, molto simili a quelli che hanno attaccato Julia e suo fratello. Vicino a loro vedo quelli che sembrano essere Nick e Judy, immobili.

Non sono morti, vero? Le abilità della tuta non sono fatte per combattimenti in luoghi chiusi. Dovrò andare con le abilità dell'esterno. Fermo il tempo, entro, vedo Judy e Nick imbavagliati e legati, hanno gli occhi aperti e non sembrano essere feriti. I soldati sono quattro e sono vicini tra loro. In mano tengono lo stesso fucile d'assalto che avevano gli altri. Forse se riesco a prenderne uno posso farli fuori tutti, tanto ho capito che con loro è impossibile patteggiare. Tolgo di mano il mitra ad uno e faccio ripartire il tempo. Punto alla testa di quello più vicino e sparo, quello cade, l'arma è silenziata, non si sentirà negli altri appartamenti. Gli altri tre vengono subito allertati ma sparo più velocemente possibile, cercando di non mancare il bersaglio e quindi danneggiare la stanza.

Sono morti, tutti i quattro soldati. Mi giro verso i due protagonisti, hanno uno sguardo pieno di paura, zampe ammanettate e bocca coperta da un fascio di energia arancione. L'occhiale li identifica come “dispositivi di immobilizzazione avanzata”. Come faccio a distruggerli? Forse la tuta può fare qualcosa. Chiamo l'Excalibur << State tranquilli, vi libero subito >> loro rispondono con un leggero movimento della testa. Una volta montata l'armatura creo l'Exalted Blade, lo sguardo di Judy si fa più impaurito di prima, le sue orecchie si abbassano fino a quasi scomparire dietro di lei << Stai calma, per favore, voglio solo liberarti >> sto cercando di essere il più rassicurante possibile << Adesso però non muoverti >> mi abbasso alla sua altezza e avvicino la spada all'origine del fascio, appena tocca il dispositivo, il fascio scompare e la sua origine cade a terra.

Judy ansima dalla paura ma piano piano si calma, mentre rompo anche le manette mormora qualcosa che sembra un “grazie”. Libero anche Nick << Chi sei? >> chiede con un debole tono spaventato << Diciamo solo che vengo da lontano >> la mia risposta lo incuriosisce ancora di più << Da dove? >> prima che possa rispondere Ordis mi chiama << Operatore, tutto bene? Ho rilevato delle altre presenze oltre oltre a voi tre >> Judy e Nick mi guardano incuriositi dalla chiamata << Tutto bene, c'erano dei soldati qua, ma sono riuscito a cavarmela >> Ordis non risponde, la chiamata si chiude. È cosi grave? Se lo è devo portare Judy e Nick al sicuro, fanno parte dei personaggi principali di questo universo e sono in pericolo.

Mi giro verso di loro e cerco di assumere un'aria seria << Voi siete in pericolo, dovete venire con me, dove potete essere tranquilli >> Judy fa un passo verso di me << Chi sei tu? Come facevi a sapere che eravamo in pericolo e soprattutto chi erano quelli? >> il suo sguardo sembra meno spaventato e più curioso. È meglio dirglielo, se mostro che mi fido di loro, forse anche loro si fideranno di me << Sono un guerriero che vaga tra gli universi per proteggerli da un grande nemico – DOVE È IL VENTO TRA I CAPELLI? - sono venuto qua per proteggere Zootropolis da loro, - l'occhiale visualizza le informazioni che devo dire, grazie Ordis – i Grineer, una razza aliena che ha schiavizzato e distrutto un'intera dimensione e, non soddisfatta, ha incominciato a viaggiare tra gli altri universi per guadagnare più potere e risorse utilizzabili. Noi – sull'occhiale appare un secondo copione di ciò che devo dire – siamo i Tenno, una fazione di ribelli che combatte per la libertà di tutti gli esseri viventi >> dopo devo ringraziare tanto Ordis. Le loro facce adesso sembrano più confuse che spaventate o curiose. Nick è il primo che parla << Ci stai dicendo che ora Zootropolis è minacciata da degli alieni che vengono da un altra dimensione? >> ha la sua solita espressione, un finto sorriso, cerca di nascondere la paura << Purtroppo si, e voi siete i bersagli principali, se non venite con me sarete in pericolo >>.

Judy e Nick hanno accettato, c'è voluto molto per con vincerli ma alla fine mi hanno creduto. Ordis è venuto a prenderli, gli darà una camera, del cibo e qualsiasi cosa desiderino. Io sono rimasto a terra, la tuta l'ho lasciata sulla navetta, non voglio attirare l'attenzione, ho ancora la felpa con il cappuccio. Voglio fare visita a Julia, all'ospedale, l'occhiale mi indica la strada. Devo anche chiederle alcune cose. Cosa stavano facendo due bambini in giro a quell'ora? Cosa dovevano finire di programmare?

<< Alla fine sei venuta. Hai quello che vogliamo? >> una voce maschile, sembra quella di un ragazzo, io non vedo nessuno qua << S-Si >> stavolta una ragazza, dalla voce sembra giovane. E spaventata. L'occhiale mi indica la provenienza del suono << C'è qualcuno con te? >> un altro maschio, più grande. Le voci vengono da un vicolo dietro a un grattacielo. Mi avvicino piano per non fare rumore << No, giuro >> non vedo nulla. Attivo la “visione oscura”. Vedo tre figure, due più grandi ed una piccola. Due zebre ed un altro animale che non riconosco. Il mammifero sconosciuto passa qualcosa ad una delle zebre, soldi, lui li conta, passano dieci secondi prima che finisca. Appena finito << Mancano cento dollari qui >> la mammifera fa un passo indietro <<. È tutto quello che sono riuscita a prendere >> la seconda zebra estrae qualcosa dalla tasca e lo apre, è un coltello << Oh, ma a noi non interessa, tanto sai già che non esistono solo i soldi per pagare >> non voglio sapere cosa vogliono farle e non voglio che rovinino la mia immagine di Zootropolis. Esco allo scoperto << EHI – loro si girano, sono molto più grandi di me – lasciatela stare >> non è molto come frase intimidatoria << E tu chi saresti? Il suo fidanzato? >> l'altro si gira verso la ragazza << Cos'è, ci hai traditi? Dopo non la passi liscia >> mi hanno chiesto chi sono, non potevano dirmi di meglio << Sono solo – piccolissima pausa – il vostro peggior incubo >> la mia risposta li fa ridere rumorosamente << Ehi , nanetto, vattene e forse non ti massacriamo >> estrae il coltello, mi ricordo di avere la scindo << Ooooooh, capisco, vogliamo fare a chi ha la lama più grossa? >> estraggo la Scindo, sull'occhiale appare “aprire Scindo?”. Si. Spunta il manico da sotto e ai lati le lame << Ma che? >> mi e venuto in mente un nome fantastico per il “lancio del vento” << Ciclone >> dato che riesco a tenere tranquillamente l'ascia con una mano, la lancio, subito dopo uso il vento per supportarla.

Un urlo, un tonfo sordo, gli ho colpito di striscio il braccio, l'altro è solo caduto per il vento. << AAAAAAAH, CAZZO! >> non volevo veramente colpirlo, ma non penso che gli faccia male un po' di dolore << Adesso state fermi, ho allertato la polizia, se vi muovete vi faccio a pezzi >> invio un messaggio alla polizia con l'occhiale e vado verso la mammifera. L'occhiale la identifica come “panda minore”. Ma non erano alti mezzo metro? O mi sbaglio io, o l'evoluzione ha fatto passi da gigante, questa qui sembra poco più alta di me. È seduta, appoggiata al muro, con una espressione scioccata, respira molto velocemente. Mi chino verso di lei e le tocco una spalla, lei sussulta, come risvegliata da un sogno ad occhi aperti << Stai bene? >> lei si tranquillizza lentamente, il suo respiro rallenta, mi fissa << S-Si, grazie >> non riesco a vedere il colore dei suoi occhi << Ti hanno ferita? >> lei si alza, è davvero più alta di me << Questa volta no >> perché? Le altre volte l'hanno ferita? E cosa intendeva la zebra con “non esistono solo i soldi per pagare”? Non voglio saperlo.

Sento un rumore di passi << Dai andiamocene, presto! >> mi giro. Le due zebre stanno scappando << Non penso proprio >> alzo il braccio e evoco il ciclone. Loro cadono di nuovo << Ho detto state fermi >> sento delle sirene da lontano, la polizia sta arrivando. Mi giro verso lei << Devo andare >> recupero la scindo, che era a terra qualche metro più avanti. Le sirene si fanno più vicine. Lei mi parla di nuovo << Come ti chiami? >> è vero! Posso farmi un nome d'arte, com'è che diceva Ordis? << Puoi chiamarmi Tenno. Te? >> le sirene sono ancora più vicine << Mi chiamo Fiera >> strano nome, se non sbaglio significa bestia in spagnolo.

Comunque sia, devo andare << Spero di rincontrarti in una situazione migliore, Fiera >> mi teletrasporto sul tetto più basso. Sento i poliziotti parlare tra di loro << Allora, vediamo che succede, se quel messaggio è una farsa giuro che qualcuno la pagherà >> mi allontano. Devo fare visita a Julia. Devo chiederle tante cose. Poi quella scena. Zootropolis non è poi una città così perfetta. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: Djmathew