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Autore: ShannaInLuv    20/05/2017    1 recensioni
Erroneamente, Anne Styles, Freddie Tomlison e Lione Payne si ritrovano indietro nel passato: ma non in un passato qualsiasi, bensì conosceranno i loro genitori... che non sono nemmeno lontanamente come se li erano immaginati. Tra guai, cambiamenti del passato e imprese difficili riusciranno a non cambiare il passato e tornare al sicuro nel loro presente?
«Papà aveva... non può essere. Sentite ragazzi,» Freddie stava tremando. «Non può partire, ok? Papà ha detto che è incompleta.»
«Sei sicuro?» domandò Lione.
«Sicurissimo?» gli fece eco Anne.
«Lo giuro che io non possa nascere.»
«Io non ti crederò mai più, Freddie Reign Tomlison.»
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Back To The Future

II

 

 

turn it up, it'ss your favorite song.

Dance, dance, dance to the distortion.

Turn it up keep it on repeat.

Stumblin around like a wasted zombie.

 

Era successo tutto in un lampo; il fulmine aveva colpito l'antenna della macchina ed essa era partita a tutta velocità, senza che nessuno schiacciasse i pedali dell'acceleratore.

Durò pochi secondi, il moto della macchina, finché essa non si fermò di botto, improvvisamente, emettendo un ultimo scossone. All'interno vi erano i tre ragazzi completamente sconvolti, con i peli e i capelli rizzi per la paura.

« Cosa è successo?» mormorò Anne, sbirciando attraverso la fessura delle dita che aveva messo davanti al suo volto per la paura. Non riuscì a trattenere un profondo sospiro: finalmente la macchina si era fermata; anche se era durato un attimo aveva comunque avuto una fifa blu.

«Dannata macchina!» sbottò Freddie, tirando un sospiro di sollievo anche lui. Cercò di dimenarsi sul sedile: i tre ragazzi si erano ritrovati schiacciati uno contro l'altro nei due sedili anteriori della macchina. Freddie diede di gomito a Bear, intimandogli di scendere. «Mi ha fatto prendere un colpo!» continuò Freddie una volta sceso dall'auto. Per un attimo aveva creduto che sarebbero partiti davvero.

Si stiracchiò, mise le mani sui fianchi e guardò avanti. Era meglio riportare l'auto in garage altrimenti Louis... altrimenti....

Freddie spalancò la bocca. «E' sparita. » gracchiò.

Anne, ancora dentro la macchina e che nel frattempo stava cercando di sistemarsi i capelli, scoccò un'occhiata a Bear, che a sua volta guardò Freddie. «Cosa è – è SPARITA! » urlò anche lui.

Anne sbuffò. «Cosa c'è? » e si apprestò a uscire dall'auto.

«La mia casa: è.. è... sparita. »

«Non essere scemo una casa non può – oh » Anne restò a bocca spalancata nel notare che la casa della famiglia Tomlison – il grande villino a due piani con un giardino immenso – era davvero sparita.

La paura iniziò a crescere Freddie Tomlison che, dopotutto, a ventuno anni suonati sapeva che una casa enorme con la sua non poteva essersi semplicemente volatilizzata, lasciando spazio a una vasta prateria con tanto di fattoria in lontananza; così entrò nella macchina e si fiondò sul pannello di controllo: la data era impostata a ventisette anni prima del loro presente, ovvero quello era il 10 Settembre 2010.

«Ragazzi... » iniziò Freddie, con la gola molto secca, come se non bevesse da giorni. «Ecco, lo sapete che di norma papà non costruisce nulla di buono ma- » deglutì. «Penso che ci sia riuscito stavolta. »

Bear si affacciò: in volto aveva il puro segno del terrore; logico, nemmeno un genio come Bear Payne sapeva come fare, arrivati a quel punto, ventisette anni nel passato.

«Stai scherzando? »

Freddie scosse la testa.

«Non- » fu tutto quello che uscì dalla bocca di Anne con un successivo, flebile, sospiro. Bear le sventolò la mano dalla faccia.

«Siamo finiti nel passato? »

Freddie iniziò a impostare le indicazioni per tornare nel loro tempo: luci a posto, ora e data a posto, motore accesso...

«Stiamo tornando indietro,vero? Perché io non voglio restare qui. » si lamentò Anne.

«Ci sto lavorando. » Freddie iniziò a digitare alcune coordinate sullo schermo portatile; non era un genio – pazzo – come suo padre, non aveva idea di come far partire quella ferraglia ma non aveva assolutamente nessuna intenzione di rimanere lì.

Aprì il cruscotto, pregando che suo padre aveva mantenuto la sua cattiva abitudine di lasciare la sua agenda in giro, cercò a lungo, finche non trovò un'agendina in pelle nera sotto al sedile posteriore dell'auto. Lo sfogliò e cercò di decifrare tutte quelle annotazioni matematiche: nulla da fare.

«Bear, vedi se ci capisci qualcosa.» borbottò.

Bear afferrò il quaderno e iniziò a leggere, aggrottando sempre di più le sopracciglia. Furono minuti senza fine per i ragazzi, finché Bear non smise di leggere e chiuse l'agenda con uno scatto.

E l'espressione che aveva in volto non piacque per niente a Freddie.

«Qualcosa non va?» domandò Freddie e , mentalmente, si diede dello stupido da solo: tutto non andava.

Che idiota.

«E solo che... » tentennò Bear. «Questa coordinazioni... Freddie... ecco... Tutto ciò che zio Louis ha scritto in questo quaderno sono formule di velocità e a quanto pare, per far partire questo veicolo, c'è bisogno di una potente fonte di energia.»

«E quindi? Smontiamo qualche palo della luce?» mormorò Anne, con il viso sempre più pallido.

« Non penso. » fece Lione. «La potenza di carburante qui descritta è ... il plutonio

Freddie spalancò la bocca: suo padre era un pazzo, incosciente, fuori di testa, diversamente instabile... era... un sacco di aggettivi sinonimici conducenti al folle.

«Perfetto!»sibilò acutamente Anne, in preda a una crisi isterica. «Ora irrompiamo in una centrale nucleare e rubiamo del plutonio! Come cazzo facciamo a tornare a casa?!»

«Tuo padre si arrabbierà moltissimo, Freddie.» fece Bear.

«Oh sì che lo farà!» sbraitò Anne. «Soprattutto quando saprà che siamo rimasti bloccati nel passato

«FERMI! » urlò Freddie, balzando a sedere e battendo la testa contro il tettuccio. Grugnì, tastandosi la parte dolente e poi continuò: «mio padre. » disse solo, sorridendo.

«Tuo padre cosa esattamente? » domandò Bear.

Freddie si batté una mano sulla fronte. «Mio padre stava realizzando questo progetto sin dai tempi del liceo. E, guarda caso, siamo venticinque anni nel passato: i nostri genitori hanno la nostra età e frequentano il liceo di Hills! »

Bear si bloccò un momento; non aveva pensato minimamente al fatto che fossero tornati indietro in quel momento del passato, in cui i loro genitori erano adolescenti. Ma non credeva che un Louis diciottenne potesse aiutarli a trovare un carburante alternativo per la macchina, in modo da farli tornare a casa.

«Mi stai dicendo che vorresti chiedere aiuto a un adolescente?» domandò, piccata, Anne.

«Non è un adolescente qualsiasi, Anne! E' mio padre! Un genio! IL genio che ha inventato questa pazzia! Troverà un modo per aiutarci! »

Anne e Bear sospirarono e annuirono, d'altronde, che scelta avevano?

***

Qual'era il miglior posto in cui trovare un adolescente l'indomani mattina, alle nove in punto? Era la scuola o, per meglio dire, il liceo Hills.

I tre ragazzi si erano fermati a dormire in macchina, la sera prima; avevano comprato dei panini lungo un chiosco sulla strada e avevano comprato i vestiti di quell'epoca: Freddie e Bear avevano optato per jeans un po' larghi, calanti e strappati, con delle t-shirt e una felpa; mentre Anne aveva comprato dei jeans attillati e una felpa sportiva. Era stato un problema arrivare fin lì, perché indossavano ancora gli accappatoi con cui si erano coperti quando erano usciti dalla piscina.

Il negoziante li aveva guardati in maniera un po' strana e loro avevano riso, spiegandogli che, per uno scherzo del loro amico idiota, si erano ritrovati a viaggiare con un bagaglio pieno di accappatoi; sorprendentemente il negoziante gli aveva creduto. («che idiota » aveva commentato Anne).

E ora, qualche ora più tardi, avevano deciso di infiltrarsi a scuola: se si fossero comportati in maniera disinvolta nessuno avrebbe badato a loro e avrebbero potuto trovare Louis.

«Andiamo.» bisbigliò Anne; i tre sbucarono dal vicolo e oltrepassarono i cancelli della scuola. Il liceo era enorme, dal loro presente non era cambiato poi molto, aveva le mura esterne giallo crema, anziché arancio spento e le finestre erano un po' malandate; per il resto: grande giardino, fontana a forma di sirena al centro del cortile e studenti appostati all'angolo, era la stessa.

I tre si ritrovarono quasi davanti al portone della scuola, quando, una voce dietro di loro, li fece sobbalzare.

Era una voce bassa, roca, e anche piacevole, per certi versi.

«Ehy Payne!» disse in tono quasi derisorio.

Bear si voltò e ci mise poco a capire che quel tipo non stesse parlando con lui: il ragazzo che aveva parlato – indossava un paio di occhiali da sole tondi, jeans strettissimi e un paio di stivaletti beige – spintonò un altro ragazzo – piuttosto magro, con una camicia a quadri e un taglio di capelli a scodella – facendolo cadere a terra. I libri intorno al ragazzo a terra si rovesciarono dal suo borsone di scuola, facendo scoppiare così una forte ilarità proveniente dal gruppo del ragazzo con gli stivaletti.

«Ha detto Payne? » domandò Freddie, non staccando i suoi occhioni azzurri dalla scena.

Insomma, quante probabilità c'erano che incontrassero proprio Liam, il papà di Bear? Che poi, quello non era Liam Payne, il tizio era esattamente il contrario!

Bear si avvicinò un poco e venne imitato dagli altri due.

«Dimmi un po',» continuò il ragazzo con gli stivaletti. «E' vero che hai invitato al ballo Brianna?» e poi scoppiò a ridere, come se fosse la cosa più assurda di quel mondo.

Il giovane – che era stato chiamato Payne – si rialzò e non degnò nemmeno d'una occhiata il tizio con gli stivaletti.

Ormai tutti li stavano guardando; alcuni studenti si diedero di gomito, bofonchiando tra loro. Si comportavano tutti come se quella non fosse altro che un'altra scena esilarante giornaliera.

«Ma lascialo stare Harry!» strillò un terzo ragazzo, affianco al tizio con gli stivaletti. Indossava anche lui degli occhiali da sole, i capelli biondi erano gellati un po' all'indietro e indossava pantaloni larghi e calanti che lasciavano intravedere il filo dei boxer neri. «Ti sembra che lui abbia qualche possibilità di soffiarti la ragazza?» e poi rise, con lo scoppio di risata che entrambi i tre ragazzi che avevano assistito conoscevano bene.

«Quello... » iniziò Bear, guardando scioccato suo padre.

«Harry, » intervenne il terzo ragazzo alle calcagna del tizio con gli stivaletti. Aveva la pelle bronzea, i capelli neri e un ciuffo biondo. «se facciamo tardi di nuovo Simon ci sospenderà, questa volta.»

«E' Harry!» esclamò Freddie, spalancando la bocca. «Bontà divina! Anne quello è tuo padre.»

Ma no! C'erano un sacco di Harry a Londra; quella bestia infame, che si dava tutte le arie e che picchiava un povero ragazzo non era...

«Payne, provaci ancora con la mia ragazza o te la farò pagare. Parola di Harry Styles. »

Harry Styles.

Il tizio con gli stivaletti – Harry, a quanto pareva – lanciò un'ultima occhiata a Liam Payne, che lo guardava truce, per poi filare dritto. E, col filare dritto si intendeva proprio verso di loro; quando i tre ragazzi passarono accanto a loro, poterono notare che, il tipo biondino basso era chiaramente Niall Horan e l'altro, quello col ciuffo biondo era Zayn Malik.

«Quello stronzo sarebbe mio padre?» si lamentò Anne, continuando a fissare nel punto in cui Harry Styles, con tanto di stivaletti, era sparito.

«Quello sfigato sarebbe mio padre?» le fece Bear guardando, invece, in direzione di Liam Payne.

No. No. No.

Qualcosa doveva assolutamente essere andato storto; magari, inspiegabilmente, prima di arrivare nel passato, lo avevano già cambiato, col solo fatto di aver viaggiato nel tempo.

Insomma, Harry Styles era suo padre, la persona dolcissima che conosceva – pervertito oltre i limiti, certo, ma dolcissima – e che le aveva insegnato quanto fosse brutta la fame del mondo, a non uccidere i grilli che entravano in casa e che dormiva ancora alla sua età abbracciato a un orsacchiotto quando loro madre era in viaggio per lavoro?

E, invece, quel Liam Payne non era realistico: quello vero, del loro futuro, era muscoloso, un gran bel pezzo d'uomo, serio e rispettato, il capo di un'azienda importante...

Ma soprattutto: nel loro futuro Liam Payne, Harry Styles, Niall Horan e Zayn Malik erano migliori amici.

E Brianna era la moglie di Louis.

Era tutto completamente sottosopra!

«Reggetemi.» mormorò Anne. «Il mondo sta iniziando a girare al contrario e io ho le vertigini. »


 

AngolinoAutrice(?)
 

Ciao a tutti!

Ringrazio chi abbia letto e commentato :* e volevo avvisare che la storia è anche su Wattpad, dove la pubblicazione è attualmenye all'ottavo capitolo.

Allooora, so bene che nel capitolo precedente avete fatto in confusione con un po' di nomi: i figlio sono tanti e sconosciuti, lo comprendo, ma più avanti riordinerete le idee e, comuqnee, in linea di massima dovrete concerntrarvi di più su Anne, Freddie e Bear.

Avete avuto un assaggio di quello che era il "passato", e in parte avete capito, o capirete nei prossimi, perchè avevo detto che li ho resi così schizzati per volere di trama.

Diciamo che al liceo erano persone completamente diverse :P

A breve posterò il cast completo

Un bacio e buonanotte,

All the love,

Shanna

 

   
 
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