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Autore: Noeru    20/05/2017    0 recensioni
"I BladeBreakers hanno un'amicizia in grado di fronteggiare le peggiori avversità, i cinesi sono una famiglia, gli americani si fanno reciprocamente il tifo alle partite e noi? Tentiamo di capire se una ragazza è fidanzata oppure no! è ridicolo!"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Nuovo personaggio, Oliver, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"è tornato" Henriette non lo vide arrivare, ma ne udì il rumore dei passi sulle foglie ancora in decomposizione: "Ed è più forte che mai. Ci sta cercando attraverso l'Europa intera"
"Tanto siamo fuori dall'Unione" Avrebbe potuto rispondere lei, tenendo conto della propria nazione, ma vedere Seyfrid più morto che vivo e sapere quell'individuo aveva con sé tutti i bit-power della squadra campione a livello continentale non la tranquillizzava affatto; già si era preso suo padre.
Per poco non le aveva portato via un amico ancora bambino e con un solo genitore per giunta.
Morire lasciando sola sua madre era il peggior incubo le venisse mai in mente. Precedeva addirittura i sogni su Ralf Jurgens che le avevano stravolto la maggioranza delle notti ai quali era arrivata a preferire le indesiderate visite dei troll.
Perfino i repellenti mostri boschivi, suo costante spauracchio infantile, le stavano più simpatici del blader tedesco e si rileggeva ogni libro presente in casa sull'argomento, sperando i loro piedoni incrostati, i nasi lunghi e deformi e denti sporgenti ed accavallati le restassero impressi.
"Ti vedo pensierosa..." Era la prima volta Jens si preoccupava seriamente del suo stato d'animo.
Di solito gli importava non avesse acciacchi, così da poterla lanciare in aria, riafferrare al volo, far girare e sollevare senza troppe paranoie.
"Quell'uomo..." Cominciò a raccontargli il giorno più terribile della sua vita; perché anche la più solare tra le persone conosce la tristezza.
Non se n'era andato il corpo di Leif Johansen defenestrato dal duomo di Trondheim che dipingeva la neve di rosso mentre quel misterioso folle esultava con l'hardangerfele tra le mani manco fosse un lingotto d'oro.
Alla fine il cigno bianco era venuto fuori, ma aveva scatenato una furia inaudita per una creatura in grado di placare anche gli animi più guerriglieri col suo solo risplendere.
"Ha assassinato tuo padre, oltre ad aver trattato Sortsvanen da servitore..." Entrambe le deplorevoli azioni dell'ultimo Immanuel rimasto bastavano a alimentare il disprezzo di Jens nei suoi riguardi.
Ci fosse stata Odile Maigaard, storica étoile del balletto reale danese, fra le vittime del sapiente di Gibilterra, il biondo lo avrebbe sviscerato mediante le proprie mani disseminandone gli organi vitali in ogni dove possibile, tanto era protettivo verso sua madre.
Quando era bambino e vedeva Viktor Mendel'ev rivolgerle parole che era troppo piccolo per comprendere si sentiva impotente, ma il tempo gli aveva donato la forza e l'abilità necessarie per spingere il russo nel baratro da cui proveniva, oltre che vendicarsi dei soprusi subiti durante l'infanzia. Per esempio una volta, quando aveva meno di un anno, il danzatore lo aveva preso in braccio e lanciato per aria facendogli quasi battere la testa e rischiando di farlo cadere sul pavimento.
Ed era stato solo l'inizio; per tutta la durata delle elementari del danese, Viktor non fece altro che rimarcare ogni suo errore il doppio rispetto a qualsiasi altro allievo.
Jens prese posto di fianco ad Henriette: "E tentato di ridurre la popolazione islandese"
"Ed è nuovamente a piede libero..." sospirò la norvegese, testa contro le ginocchia: "...purtroppo riuscì a levar le tende prima che gli agenti raggiungessero il luogo del delitto. Comunque mi preoccupa di più il grifone. Vlad mi ha detto è proprio lo stesso appartenente a Ralf Jurgens..."
"è così..." Annuì il danese, ricordando quella creatura dei cieli ibrida potentissima eppure esteticamente povera.
Tale bit power tale possessore; era accomunanto a Sortsvanen dall'amore verso la danza e la distruzione delle barriere, Henriette e Kvitsvanen condividevano la leggiadria, Lars ed il Kraken non potevano stare lontani dal mare, Seyfrid ed il demone vulcanico rivelavano una
ferocia estrema se arrabbiati e Tuomas, come la farfalla monarca era silenzioso, ma nel suo microcosmo si rimescolavano i pensieri di un genio tormentato in bilico fra una figura paterna difficile da emulare e un'identità in progressiva affermazione.
Era sicuro il "Perkele" dell'acclamato pianista Ivo Kovalainen a scoprire i tatuaggi del figlio avesse frantumato le barriere del suono, ma l'amico non si era lasciato sottomettere.
"Seyfrid afferma stia venendo a portarmi via con la forza e abbia affidato a Faust il lavoro sporco, ovvero la vostra eliminazione graduale"
"Da uno che vive in un maniero le cui segrete pullulano di armi cosa ti aspetti? Dietro l'amor cortese si celavano disparità e maltrattamenti a non finire! Comunque non preoccuparti. Non si è appropriato della creatura di Seyfrid e ci siamo sempre io, Lars e Tuomas se necessiti aiuto"
Henriette gli gettò riconoscente le braccia al collo; al Nord le donne non erano abituate alla protezione da parte maschile, ma con la sua corporatura esile non si sarebbe potuta difendere totalmente da sé.
Si crogiolò nella stretta, desiderandone l'eternità.
Sollevò lo sguardo dal suo petto, fissando intensamente quelle iridi simili a cioccolato in fusione e chiudendo gli occhi mano a mano i centimetri fra i loro volti diminuivano, ma lui di colpo sciolse l'intreccio.
"Ma sei impazzita?!" Non era stato un approccio brusco, però che colpa ne aveva se le si era affezionato solo fraternamente?
Henriette tacque impietrita: "...Sì...Mi piaci...Dal nostro primo incontro ho pensato mi avessi scelta perché..."
"Amore?" Replicò lui, tornato il solito, sbrigativo ed esigente Jens: "Su quali basi?"
"Adoro il tuo stile di danza, la tua personalità..." La biondina omise l'aspetto fisico; aggiungere i suoi delicati lineamenti, gli addominali scolpiti ed il platino dei capelli ribelli alla lista sarebbe stato il passaggio dalla padella alla brace.
Com'era possibile il grande passo fosse finito in uno scivolone?
Era il momento più opportuno: unicamente loro due nel profondo di una foresta lontana da indiscrezioni in una giornata di sole nel mezzo della linea temporale del loro legame.

Tornò a sedersi dove fino a poco fa si stava confidando col suo amico, sbriciolando una foglia secca fra le dita sottili nello sforzo di ricostruire la loro vicinanza.
Tracciò nel terriccio una sequenza di H e J e la spazzò via con una manata.
Sforzarsi di sorridere era inutile.
Nemmeno era giusto accusare Jens di essere il classico bastardo: non le aveva promesso il mondo per poi darle il nulla. Si era limitato a collaborare artisticamente con lei, che si era lasciata troppo prendere la mano ed ascoltato troppe canzoni romantiche.
Era esclusivamente colpa sua.
"Povero tesoro" Una voce spezzò la solitudine: "L'amore è stato crudele con te, vedo...Uguale al padre. Scommetto è vissuto abbastanza da inculcarti perbenino ogni stucchevole principio buonista. Fa male affacciarsi nella realtà dopo anni vissuti in una bolla!"
"Ti sbagli! Non mi costrinse affatto a vivere nella bambagia!" Henriette si alzò in piedi, sfidando gli occhi gialli del suo interlocutore: "Tu sei l'ultima persona a poterlo menzionare!" Non riusciva a credere si trovasse dinnanzi al temibile Faust Immanuel, uccisore di Leif Johansen.
"Non ti conviene scaldarti tanto, tesorino. Oramai il danno è fatto ed è stato lui a rifiutare la mia proposta."
"Era una minaccia!" La norvegese represse le lacrme; mostrarsi debole nella sua piccola statura costituiva un errore fatale.
Non era più una bambina, ma neanche una donna.
"E do per scontato il tuo possesso del mio oggetto d'interesse. Cedimelo e ne uscirai illesa" L'erudito non perse la calma, sebbene la pazienza lo stesse abbandonando.
La ragazzina discendeva senza dubbio dalla sua vittima, però appropriarsi del cigno bianco sarebbe dovuto essere uno scherzo, considerata la sua taglia: "Per favore"
"Mettiamo non ne abbia la benché minima intenzione!" Henriette si allontanò ansiosa di mettersi in salvo.
"Realizzeresti comunque un grande sogno: rivedere tuo padre! E restarci insieme per sempre!" detto ciò un beyblade amaranto sollevò un turbinio di fogliame e pulviscolo.
"Non ti temo!" Un'altra trottola bianca e oro catturò la luce dell'inconsueto giorno soleggiato: "Pagherai i tuoi danni!"
La prima bestia invocata fu il dragone bicefalo dei Tornatore: "Usa subito l'attacco bifronte!"
La musicista comprese subito le mosse non erano rivolte a KvitSvanen, bensì a lei.
Le fiamme di Salamalyon divorarono un albero, altri vennero sradicati dal frenetico galoppo dell'unicorno, ma la luce solare si intensificò a tal punto da frenarli permettendole di procedere verso nord.
Non aveva troppo tempo per scegliere quale strada imboccare; sarebbero potute spuntare nuvole da un momento all'altro e ridurre il suo potere.
"Te la cavi per discendere da uno smidollato! Non mi rimane che la creatura più forte, ma ti avviso è impossibile resistere!"
Un beyblade privo di spirito sacro interruppe la nuova offensiva: "Non azzardarti a toccarla!"
"Guarda un po' chi si rivede! Hai davanti un esempio da prendere! Non ha fatto troppe storie al contrario di quell'islandesino iperprotetto!"
"Sei tutta intera?" Ralf Jurgens si frappose tra lei e l'antagonista nonostante i molteplici marchi della fatica sui suoi muscoli.
"Sto bene" Mentì Henriette, affiancandolo: "Kvitsvanen, preparati!" Non era la solita damigella in pericolo e diffidava da lui, ma non poté fare a meno di essergli grata.
Forse non era così cattivo come Jens lo dipingeva?
Il grifone stava per attaccare, ma l'intensità della luce solare lo trattenne, modellandosi intorno ad un sinuoso collo ed un paio d'ali più bianche della neve invernale.
Il cigno arruffò il piumaggio e plasmò una gigantesca sfera dorata.
Era giunto il momento: Ralf tese davanti a sé la trottola, attirando la luce violetta del Grifone in un fluire che nemmeno gli ordini impartiti dal nemico riuscirono ad interrompere.
"Tanto ne ho ancora tre!" La difensiva del cigno bianco iniziò a cedere ai colpi incessanti di Salamandra, Unicorno ed Anfisbena, la cui combinazione venne sabotata da un'accecante barriera contro cui si stagliava, in tutta la sua magnificenza, il cigno nero, ma Faust non si diede per vinto, aizzando l'Anfesibena e
l'unicorno contro al volatile, fortunatamente abbastanza agile per scansarli: "Anche Sortsvanen ha qualcosa da dirti! Pentiti del trattamento che gli hai riservato!"
Jens appariva più determinato che mai a punire il saggio, nonostante fra i tre avesse risentito di meno delle sue malefatte.
Per una volta l'astio di Ralf  passò in secondo piano; non era il momento per gli affari sentimentiali e i duelli amorosi: "Attacco alare!"
Quanto gli era mancato vedere la propria creatura rilasciare l'energia conservata in segreto, determinata a porre fine all'esistenza di chi aveva rovinato troppe vite mediante l'egoismo.

Il vento si divideva in una tempesta di schegge acuminate che tormentavano senza pietà i bit-power appartenenti agli altri tre campioni del vecchio continente, che presto avrebbero rivisto i loro possessori.
Andrew, Giancarlo, Olivier si susseguirono nei pensieri del tedesco, infondendogli a dispetto delle innumerevoli incongruenze ancora da appianare, una forza mai avvertita prima; stava sfruttando il potere del grifone al massimo, ma a fin di bene, come Takao col Drago Azzurro al fine di impedire la realizzazione dei progetti di una mente ancora più deviata.
Addirittura Seyfrid, incontrato a malapena due volte e Leif Johansen, visto sì e no in copertina a qualche vecchio vinile si aggiunsero ai compagni di squadra mentre il cielo si stava oscurando.
"Verrà da te...Verrà da te..." Ebbe l'impressione di udire, ma aveva ben altre priorità.
Neanche aveva notato l'intreccio fra le mani di Henriette e Jens; era il momento più propizio e da loro tanto bramato:
La natura aveva concesso loro troppe poche occasioni di esercitazione.
Ci sarebbero riusciti?
Un respiro profondo e le braccia del biondo la guidarono in una danza sorprendentemente libera e fluida nonostante l'alto livello nei passaggi che necessitavano di equilibrio e contrazione costanti.
Non c'era più il pesante fardello di aspettative a guidarla in illusioni e conseguenti imperdonabili errori e diverse movenze le scrollavano di dosso ogni emozione negativa, esaltandone la luminosità interiore.
I selezionatori accademici si sarebbero rimangiati i no secchi e ciechi ad impegno, passione e determinazione colti invece da Jens, in attesa dell'ultimo salto precedente la separazione fra Sole e Luna

Davanti a loro i due cigni astrali colorarono in nero e bianco le ali del grifone, intensificandone l'attacco e proseguendo lo spettacolo naturale con una scintillante pioggia purificatrice che non lasciò vie di fuga al crudele uomo di cultura ormai incapace di esercitare controllo su Salamalyon, Unicolyon ed Amphilyon, brancolanti nell'anarchia e destinati a piegarsi al loro vero capitano.


 
   
 
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