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Autore: emmegili    20/05/2017    1 recensioni
- Hai intenzione almeno di dirmi come ti chiami o dovrò tirare ad indovinare?
- Hai intenzione di smettere di interrompermi mentre leggo o devo imbavagliarti?
- D’accordo, tirerò ad indovinare.
- D’accordo, mi toccherà imbavagliarti.
- Sei davvero adorabile, te l’hanno mai detto?
- Sei davvero un rompipalle, te l’hanno mai detto?
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Ma Oliver... Oliver non muove un muscolo, nemmeno gli occhi. Mantiene lo sguardo fisso nel mio, come un salvagente nel mare in tempesta. Ogni volta che sto per affogare, mi aggrappo alla sua sicurezza.
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Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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60. - Oliver
 
Scott mi fissa, determinato.
E’ qui da due ore e ventitré minuti e non ho aperto bocca. Dice che devo reagire, che ormai lei è morta da un mese. Che non posso chiudermi nel mio silenzio per sempre. O, perlomeno, questo è quello che ha detto all’inizio. Poi si è seduto davanti a me, a braccia incrociate, e non ha più detto nulla.
Di punto in bianco, si alza dalla sedia e sbatte le mani sul tavolo, facendomi sussultare.
- Svegliati, Oliver! –sbraita –Devi svegliarti! Lo so che uccide! Lo so che ti manca!  Lo so che sembra stupido vivere senza di lei! Manca a tutti, amico. Ma devi svegliarti. Lei non avrebbe voluto questo!
- Non dirmi cosa avrebbe o non avrebbe voluto, Scott! –scatto all’improvviso, come una molla –Non la conoscevi!
Scott mi fissa con tanto d’occhi.
- Era la mia migliore amica, cazzo! –urla –La conoscevo eccome!
Mi alzo ed esco di casa sbattendo la porta.
 
Guardo il sottile confine tra mare e cielo, seduto sulla sabbia umida accanto ad uno silenzioso Scott.
Non ci parlavamo da quel giorno. Non parlo con nessuno da quel giorno. A parte Rachele. Con lei parlo spesso. Ma prima Scott è riuscito a farmi parlare. Più che altro, urlare.
- Amare fa male –esordisco di punto in bianco, la gola che gratta come carta vetrata.
Scott continua con il suo silenzio, ma percepisco il suo sguardo su di me.
- Più si va avanti, più fa male –sussurro –E so che non dovrei, ma mi sorprendo a desiderare di non averla amata. Vorrei non averla amata, Scott. Se non l’avessi amata, lei non sarebbe venuta qui a Miami. Se non l’avessi amata, lei non sarebbe stata investita da un auto. Se non l’avessi amata, sarebbe ancora viva.
- Io mi ritengo fortunato ad averla amata, Oliver –sorride triste lui –Sono contento di aver avuto la fortuna di conoscerla, amico. E non è vero che è stato il tuo amore ad ucciderla. Sono invece piuttosto convinto che il tuo amore l’abbia salvata.
Scuoto la testa, gli occhi che pungono.
- Cavolo, Scott… -singhiozzo, sentendomi stringere il cuore già lacerato.
Lui mi cinge la spalle con un braccio, abbracciandomi.
- Lo so, lo so.
 
Spengo l’auto, con un sospiro.
Mi passo le mani sulle gambe, mentre il sole entra dal finestrino. E’ una bella giornata primaverile, quasi estiva. Aspetto qualche secondo, poi mi faccio coraggio, arraffo la rosa sul sedile del passeggero ed apro la portiera.
L’erba è di un verde smagliante, il cielo di un azzurro intenso, senza nuvole. Gli uccellini cantano, una leggerissima brezza mi sfiora i vestiti.
Quando arrivo alla lapide, mi blocco. Eccola lì, sommersa da fiori colorati, fotografie plastificate e lettere.
Poggio la rosa in cima alla pietra, la sfioro con la punta delle dita.
Faccio un passo indietro e sospiro.
- Cavolo, baby girl. Mi hai distrutto. L’ho sempre saputo che non eri una da troppi complimenti, ma… cavolo. Non puoi entrare nella mia vita, renderla fantastica, farmi innamorare così perdutamente di te e poi andartene in punta di piedi, di sottofondo…
Scuoto la testa, sorridendo.
- Una volta Allie ha detto che eri “travolgente”. E non c’è aggettivo più azzeccato, amore mio. Sei un uragano. Quando qualcuno entra nella tua spirale, non ne esce più. E forse dovrei parlare al passato. Ma non ne ho il coraggio. In qualche modo, ti sento ancora qui, accanto a me. E mi si spezza il cuore perché, cazzo, se devi andartene, vattene del tutto.
Prendo respiri profondi, facendo scemare la rabbia improvvisa.
- Eppure ho paura che con gli anni il tuo ricordo svanirà, che mi dimenticherò del tuo viso, che mi scorderò i particolari che amo più di te. –un sorriso mi si dipinge sul viso –come quel sorriso nascosto che fai quando dico una cretinata, mentre fingi di essere seria e per nulla divertita. Come il riso eccitato che fanno i tuoi occhi quando sei contenta. Come i gesti scoordinati delle tue mani quando cerchi di spiegare qualcosa di complicato. Come il dolce profumo dei tuoi capelli quando ti bacio la testa, come l’indescrivibile sapore delle tue labbra. Come il tuo tocco delicato quando le tue dita scorrono tra i miei capelli. Come la tua presunta fragilità quando ti stringo al petto, in un abbraccio, come il tuo sguardo assorto quando leggi un libro. E tutte queste cose già mi mancano…
Fisso la rosa rossa che ho poggiato sulla tomba, mentre mi si stringe il cuore.
- Mi manchi tu, amore, mi manchi da morire. Non riesco ad andare avanti. –sospiro, la voce rotta –Appena ci provo, io… io penso a te e… e piango. Non ce la faccio, senza di te. Ho un vuoto dentro, amore mio. Voglio morire anche io, Rachele.
 
 
 
   
 
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