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Autore: Flyer95    20/05/2017    1 recensioni
(Ristesura dopo 7 anni)
Ho deciso di rivedere e ricorreggere questa fanfiction perché pochi giorni fa, avendola riletta causa nostalgia, ho notato la presenza di molti errori di scrittura e di forma che mi hanno fatta rabbrividire. Ero davvero piccola e questi errori possono essere “tollerati” a causa della mia inesperienza. Tuttavia si tratta del mio primo lavoro e mi dispiace davvero che sia in questo stato, quindi lo sto riscrivendo. Buona lettura!
Tratto dal primo capitolo
A distanza di un anno dalla fine del terzo torneo mondiale di beyblade, Takao decise di invitare tutti i nostri amici bladers per una breve vacanza a casa Kinomiya un’enorme villa stile giapponese, con annesso dojo.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura!!!! =)

 

 

L’incubo diventa realtà

 

Mentre Mikaru e gli altri ragazzi continuavano a fissare increduli i loro amici, Takao corse verso di loro: “Ragazzi, perché ve ne siete andati?  Avete perso ma non è una tragedia!”

I ragazzi si voltarono e lo guardarono come se fossero stati appena disturbati, poi tornarono sui loro passi. In quel momento, la bionda si accorse che avevano indosso una sorta di collare meccanico e strinse i pugni, furente: “Maledetto Mark, me la pagherà cara!”

Rei, ancora incredulo, le chiese: “Secondo te, che cosa gli sarà successo?”

“Non ne ho idea ma, se osservate bene, tutti loro indossano un collare metallico: deve essere quello il motivo del loro comportamento.”

I ragazzi restarono ancora lì a discutere un altro po’, poi si diressero verso le loro camere per riposarsi.

Il giorno dopo, le tre squadre si diressero allo stadio per continuare il torneo e, alla fine della giornata, le squadre vincitrici furono quella dei Bladebreakers e le Blooming Flowers. Purtroppo, i Neoborg erano stati sconfitti, mentre i rimanenti in gara si precipitarono di fronte all’ascensore della hall. La scena del giorno precedente si verificò nuovamente, solo che questa volta c’erano anche i Neoborg: anche loro portavano i collari. Non potendo fare nulla, i sopravvissuti ritornarono in silenzio nelle loro stanze.

Mikaru cominciava a preoccuparsi, anche se non voleva darlo a vedere. Tutte le sue paure si stavano concretizzando, così decise di fare una piccola riunione con la sua squadra.

Appena chiusa la porta della loro stanza, disse alle ragazze che doveva parlare loro. Tutte si sedettero in cerchio per ascoltarla: “La situazione sta degenerando: avremo bisogno di un ulteriore aiuto. Voglio essere sicura della nostra vittoria.”

Estrasse dunque dalla tasca un oggetto: si trattava di un bitpower, più precisamente di un drago argentato, e lo porse a Hilary: “L’ho trovato in uno scavo archeologico. Non te l’ho dato prima perché pensavo non ne avessimo bisogno ma, per come si stanno mettendo le cose, è meglio non correre rischi.”

Hilary la guardò indecisa e insicura ma qualcosa nello sguardo di Mikaru la convinse; allungò la mano, prese il bitpower e le disse: “Non credo di essere pronta ma, se questo servirà per la missione, sono disposta a farlo.”

Le ragazze chiacchierarono per un po’ e poi decisero di andare a dormire.

Durante la notte, Mikaru si sveglio nuovamente di soprassalto, per via dello stesso incubo che l’aveva tormentata tutte le altre notti. Dato che non riusciva a riaddormentarsi, decise di recarsi al campo addestramento per calmarsi un po'. Non scelse la destinazione a caso, in realtà sperava di poter incontrare Kei. Le sue speranze non furono deluse quando, giunta a destinazione, sentì il suono familiare di un beyblade; varcò la soglia e vide Kei. Lui si accorse della sua presenza, richiamò il bey e si voltò dalla sua parte: “Per caso soffri di insonnia? Se vuoi, conosco molti metodi per prendere sonno.” Disse il ragazzo, sarcasticamente.

Lei sorrise ma non rispose: non era dell’umore adatto. Si avvicinò a lui e si sedette su una panchina, fissando il vuoto “In realtà, sono venuta qui per rilassarmi.”

“Al campo di addestramento?” chiese lui, nuovamente sarcastico.

“In realtà, sono venuta qui nella speranza di incontrarti.” disse lei, stringendosi nelle spalle.

Lui mutò espressione e si sedette di fianco a lei, assumendo uno sguardo preoccupato: “Questa è la seconda volta che ti alzi di notte fonda, sei diventata poco presente e silenziosa. Che ti prende?”

La ragazza diventò rossa, per via delle parole di lui: “Ho paura che anche tu faccia la stessa fine degli altri.” poi si rese conto di quello che aveva appena detto e fece per fuggire ma lui la abbracciò, impedendole di muoversi “Non puoi sempre fuggire di fronte alle tue emozioni.”

La ragazza sgranò gli occhi e tentò di ribattere: “Io non sto fuggendo.”

“Questa è già la seconda volta che tenti di farlo. Inoltre, non posso permetterti di fuggire, dopo avermi detto una cosa simile.” Ghignò.

Lei si irritò e si allontanò un po' da lui per guardarlo in viso “Mi prendi in giro?”

“Forse ma almeno sono riuscito a farti tornare in te.”

“Tsk, sei solo un pallone gonfiato.”

“Comunque stai tranquilla, domani non perderò contro quel Larry.” Disse, con sguardo serio.

“Mi hai fatto una promessa: vedi di mantenerla, altrimenti saranno guai per te.”

Il ragazzo ghignò e lei si tuffò nel suo abbraccio per poi addormentarsi. Kei la riportò nella sua stanza.

 

Il giorno dopo, nella semifinale, le Blooming Flowers trionfarono e si qualificarono in finale, insieme alla squadra di Melody. I ragazzi, invece, vennero sconfitti. Le loro amiche si precipitarono nella hall, appena in tempo per vedere la scena ripetersi una terza volta. Mikaru, presa da un impeto di disperazione, si mise a gridare contro di loro: “Mi avevi promesso che non ti saresti fatto battere! Kei, perché mi hai mentito?”

Il ragazzo si fermò un attimo ma poi riprese a camminare: “È inutile che ti sgoli, la tua voce non riuscirà a raggiungerlo.” le ragazze si voltarono e videro Mark che usciva dall’ascensore “Ormai è una mia marionetta, così come tutti i tuoi amici. Ti ho dato una possibilità e tu non l’hai afferrata, ora goditi le conseguenze, bambina mia. Non ti preoccupare: presto smetterai di soffrire e, con te, tutte le tue amiche.” E rise. La bionda scattò verso di lui, in preda a istinti omicidi, ma le sue compagne la bloccarono. Così, lui risalì sull’ascensore e scomparve dietro le porte che si chiudevano. Una volta andato, le ragazze la lasciarono andare e lei, ormai priva di forze, cadde in ginocchio, mettendosi a piangere, seguita dalle altre.

 

FINE OTTAVO CAPITOLO

 

 

Riusciranno le nostre amiche a salvare i ragazzi e se stesse? Lo scopriremo nei prossimi capitoli!

A presto =)

   
 
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