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Autore: Tezca    21/05/2017    1 recensioni
Un re caduto, tredici guerrieri, sette principesse: la leggenda del Xblade viene finalmente svelata. Sora e i suoi amici dovranno affrontare il potere di Dark Heart e dei suoi cavalieri. Come andrà a finire?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Quando il portale si chiuse alle loro spalle, per gli sfidanti iniziò una fase di studio. Nessuno voleva fare errori, questa battaglia era troppo importante. Da un parte il re del castello disney con il suo cercastelle scintillante e i suoi fidati compagni Paperino e Pippo, dall'altra Emris, il cavaliere della conoscenza. Un tipo alto sul metro e ottanta, di statura esile e portamento altezzoso. La sua armatura era ricoperta di rune dai caratteri irriconoscibili. Erano dappertutto, sia sul pettorale sia sui bracciali e gambali. Gli strani simboli rilucevano di un rosso scarlatto su uno sfondo blu scuro. Sembravano tante stelle su un cielo notturno. Al centro, tra i pettorali poco marcati, c'era un libro aperto con le pagine bianche. L'elmo era semplice, senza particolari decorazioni, liscio e nero. Aveva assunto una posizione di battaglia piuttosto singolare: difatti se ne stava lì in piedi con il keyblade lungo la gamba e una mano dietro la schiena, sembrava quasi che non avesse intenzione di combattere. Topolino invece aveva portato il suo dietro la schiena, mentre l'altra mano si apriva di fronte a lui. Paperino e Pippo alzarono le loro armi di fronte a loro, pronti a supportare il loro sovrano e amico. Passò qualche minuto, nessuno accennava la prima mossa e la tensione saliva, almeno tra i guerrieri del castello disney, perché l'altro non sembrava minimamente turbato.
Emris portò il braccio che teneva alle spalle e si afferrò l'elmo, togliendoselo. Rivelò un volto smagrito e poco curato, con degli occhi di un grigio spento e capelli lunghi e neri a fargli da contorno. Con un rapido gesto se li legò a mo' di coda, poi guardò i suoi avversari e gli sorrise. Il topo, a cui tutto questo era fin da subito sembrato sospetto, riuscì in tempo a guardare in alto e ad avvisare i suoi amici dell'enorme meteora che si stava abbattendo su di loro. Ormai era troppo tardi per spostarsi, così il re si esibì in un blitz tonante, tagliando a metà il masso infuocato. Paperino, quindi, ne approfittò per lanciare un blizzaga e congelarlo. Infine Pippo con lo scudo riuscì a frantumarlo in minuscoli pezzettini innocui. Nel frattempo il topo aveva scagliato un raid sul suo avversario, ma il keyblade cambiò improvvisamente direzione, andandosi a schiantare contro lo scudo del suo amico. Recuperò in fretta l'arma per potersi difendere da un thundaga, mentre i suoi compagni se la dovevano vedere con un triplo firaga. Fu facile respingere le magie, ma fu troppo tardi quando capirono che era solo un diversivo. Difatti furono intrappolati in un graviga zero senza poter far nulla. Ormai alla mercé del guerriero, vennero investiti da un megaflare di inaudita forza. L'esplosione rase al suolo le case circostanti completamente vuote e sbalzò i tre lontano di qualche metro. Il primo a rialzarsi fu proprio il re, che lesto, tentò di avventarsi su Emris, cercando lo scontro fisico. Quest'ultimo, però, lo bloccò a terra con un antima, poi fermò con un magnete lo scudo del cavaliere e rispedì ai suoi assalitori il thundaga del papero con reflex. Un energiga rimise in sesto il keyblader e Pippo. Il trio ripartì all'attacco, questa volta iniziò il papero con un blizzaga triplo, deviato da reflex, poi il cavaliere con una carica di scudo, neutralizzata da un magnete, e infine Topolino con un sancta da distanza ravvicinata. Emris venne sbalzato indietro e colpito da Pippo a mezz'aria, schiantandolo a terra, mentre lo scoppio firaga del mago si abbatteva come una pioggia incessante sul malcapitato.Il cavaliere si rialzò da terra e si percosse l'armatura con le mani, togliendo la polvere. Con incredibile sorpresa dei suoi sfidanti ne era uscito illeso. Appena ebbe finito di sistemarsi, gli bastò un gesto per intrappolare il re in una colonna di ghiaccio, colpire il cavaliere con un firaga e stendere il mago con lama di tuono. Nel mentre con la mano libera aveva disegnato una runa nell'aria. Questa si solidificò, assumendo lo stesso colore di quelle sul rivestimento e si piazzò sulle pagine bianche del libro, marchiandole. Un'aura giallognola lo avvolse completamente donandogli il potere del fulmine. La velocità raddoppiata permise a Emris di evitare la nuova offensiva e di colpire con una combinazione di thundaga e blitz tonante. Infine terminò con una tempesta elettrica tipica dello stile Lampomania. Di nuovo una runa e questa volta le fiamme lo avvamparono donandogli una forza inarrestabile. Respinse l'attacco congiunto e sparò una tempesta firaga le cui sfere somigliavano più a delle meteore, che a delle palle di fuoco. Topolino le schivò facilmente, mentre Pippo e Paperino si protessero rispettivamente con lo scudo e reflex. Il re lanciò un ennesimo raid, che il nuovo stile di Emris a tema gelido bloccò a mezz'aria. L'arma cadde a terra priva di forza, ma fu subito sostituita da un firaga. Di nuovo un simbolo e una barriera perfetta attutì il colpo, scaraventandolo contro Pippo, che si apprestava a colpire con un attacco a sorpresa.I tre provarono nuovamente, circondando il loro avversario e attaccandolo allo stesso momento, ma questo scomparve sotto terra avvolto dalle fiamme e ricomparve a pochi metri di distanza, mentre i tre simboli sulle teste di Topolino e gli altri si trasformarono in tre enormi meteore, che neanche il reflexega di Paperino poté bloccare.
"Spero non sia tutto qui." Disse beffardo il guerriero, che con il keyblade bluastro, con una stella sull'elsa e un libro sulla punta, sovrastava il re del castello disney privo di sensi.
*******
Il gruppo attraversò il corridoio avvolto nell'oscurità, seguendo una flebile luce che faceva capolino dall'altra parte. Più che la fine del tunnel, rassomigliava a una stella lontana e irraggiungibile. Ci volle un po' per raggiungere l'altra parte, ma alla fine riuscirono ad entrare nel regno dell'oscurità. Era un posto particolare, una sorta di isola di sabbia bianca in mezzo al buio.
"E ora?" Chiese Lea.
"Ora apriamo la porta." Rispose Sora.
Il ragazzo alzò la catena regale all'altezza della spalla e un filo di luce partì dal suo keyblade. Il fascio penetrò le tenebre e si conficcò in una serratura invisibile. Enormi portoni completamente neri si spalancarono nel silenzio più totale.
"Andiamo." Fece il ragazzo, mentre gli altri annuirono concordi.
Due passi e dall'oscurità degli occhi gialli si avvicinarono alla piazzola. Tre enormi Darkside comparvero dinanzi a Sora e compagni.
Uno dei tre sferrò un pugno, che Aqua schivò con destrezza e Roxas colpì prontamente con il keyblade.
"A questi pensiamo noi. Voi proseguite!" Intimò il biondo nessuno.
"Ma..." Protestò il castano.
"Muoviti, non abbiamo tutto questo tempo.
Ven poggiò una mano sulla spalla all'amico, che a malincuore lasciò il trio ai bestioni oscuri. La porta si richiuse alle loro spalle, isolandoli dai loro compagni. Sora riuscì a scorgere Lea, Xion e la sua controparte combattere strenuamente contro i giganteschi puro sangue, prima che gli enormi cancelli gli precludessero la vista.
Erano all'interno del cortile del palazzo. Una luce azzurrina illuminava la zona circostante. Alla fioca luce rilucevano tredici torri recanti i simboli che contraddistinguevano i guerrieri di Xebald: leone, tomo, gatto, luna, drago, maschera, lupo, demone, fiamma, spettro, rosa, catena e infine scimmia. Al centro, proprio come Xehanort aveva descritto nei suoi diari, c'era un edificio a forma di cuore con un enorme foro sul soffitto per far penetrare la luce azzurra, che con grande stupore di Sora proveniva da Kingdom Hearts. L'enorme ammasso di cuori sorgeva sopra la residenza del loro nemico, come lo era stato per il castello dell'organizzazione quando affrontarono Xemnas. Chissà come Xebald avesse ottenuto quel Kingdom Hearts, se con i cuori dei mondi o con quelli degli uomini, chissà quali stragi aveva compiuto per ottenere il suo scopo.
Il flusso di pensieri del ragazzo fu interrotto da delle voci. I quattro si guardarono intorno circospetti,,tentando di rilevarne la fonte.
"Dai facciamolo, vi prego."
"è idiota."
"No che non lo è."
"Mi rifiuto."
"Oh andiamo, sarà spettacolare. Vi prego, vi prego. Vi pago il pranzo."
"E va bene, accettiamo."
"Parla per te, Menois."
"Razione doppia."
"Che aspettiamo a farla?"
Sora e i suoi amici non capivano da dove venissero, ma al ragazzo non sfuggì quel nome...Menois. Anche una delle altre voci era familiare, ma l'ultima non riusciva proprio a distinguerla, però a quanto pare a Terra sembrava molto familiare.
"Fatevi vedere!" Gridò Ventus furioso.
Un corridoio oscuro apparve a pochi metri da loro e da questo ne uscì una sfera di fuoco, che fu prontamente schivata da tutti.
Il globo esplose sollevando un gran polverone e quando questo si dissolse comparvero tre cavalieri in strane pose. Senimo era al centro con un ginocchio a terra e le braccia distese ai lati. A sinistra c'era Menois, in piedi e le mani aperte rivolte verso la direzione opposta. A destra, invece, c'era l'altro tipo, quello che aveva sconfitto Terra al cimitero, nella stessa posa del cavaliere del dubbio, solo a specchio.
"Ta daaan!" Urlò Senimo.
Il giovane maestro e gli altri rimasero sconcertati e alquanto imbarazzati, così come i compagni del cavaliere della rabbia.
"Dubito che questa cosa abbia funzionato..."
"Mi addolora confermare che la nostra performance è stata un fiasco."
"Un buco nell'acqua. Senza offesa per la ragazza, eh" Disse il guerriero nel mezzo, che nel mentre si era alzato spolverandosi l'armatura.
"Be, che dire, è colpa vostra, quindi niente pranzo." Concluse.
"Non ci provare!"
"Non puoi rimangiarti la parola, così mi fai soffrire!"
La piccola commedia aveva messo a disagio Sora, che si guardò perplesso con gli altri.
"Em..." Disse imbarazzato.
"Non interrompere, ne va del nostro pranzo!" Urlò Menois.
Mentre i tre litigavano, Aqua fece cenno di andare al castano di andare.
"A loro ci pensiamo noi, tu va."
"Sicuri?"
I tre annuirono, così, senza protestare, il ragazzo si diresse furtivamente alla porta d'ingresso.
Quando Sora sgattaiolò nell'ingresso, i tre guerrieri smisero la commedia e si prepararono a combattere.
"Tutto secondo i piani." Disse Senimo.
"Iniziavo a dubita che questi allocchi ci credessero." Commentò Menois
"Eppure era una cosa terra terra, eh?" Rispose il cavaliere dell'ira.
"Mi stai rattristando sempre più..." Fu la sentenza di Ezranon.
"Be, basta con queste parole al vento, passiamo ai fatti. Inizia a piacermi questa cosa."
"Ti prego, finiscila." Gli intimò suo fratello.
***********
Sora correva lungo il corridoio, delimitato dal colonnato.
"Corri Sora, ti sto aspettando."
Finalmente uno spiazzo, doveva essere vicino.
"Tu sei l'unico che può fermarmi."
Un enorme portone con una serratura a forma di cuore si stagliava di fronte a lui. Il castano avvertiva l'oscurità provenire da lì.
"Ma per farlo dovrai superare la prova più difficile."
Mentre si aspettava ad aprirla, una figura comparve dietro di lui, chiamandolo per nome.
"Gli amici diventano nemici nell'oscurità."
Sora si voltò di scatto, aveva riconosciuto quella voce.
"Questa è la tua ultima sfida, ragazzo."
"Riku, sei proprio tu?" Disse con voce tremante.
"Il tuo migliore amico ti attende sulla soglia finale."
Il giovane si limitò a togliersi l'elmo e rivelare i suoi luccicanti capelli argentei, poi evocò il keyblade e assunse la sua posa di battaglia.
"Riku, che ti prende?"
"Sarai in grado di batterlo e raggiungermi?"
"Io sono Riku, il cavaliere della curiosità e sono qui per fermarti, su ordine del mio maestro."
"Lo scopriremo presto."
 *******
L'aveva evitato fino ad ora, ma era il momento di addentrarsi nel frammento più pericoloso del suo cuore, quello dell'ossessione. Xebald fissò Phegor a lungo, anche se aveva deciso, qualcosa lo tratteneva. Sapeva perfettamente che avrebbe trovato solo la sua ossessione di distruggere questa umanità imperfetta, questi cuori impuri, e ricominciare daccapo, sapeva che questo avrebbe annullato ogni resistenza che si portava dietro e lo avrebbe condotto verso un pensiero assoluto che sarebbe stato impossibile cambiare. I suoi pensieri oscillavano come l'ago di una bilancia quando si è appena poggiato un peso sopra, solo che il movimento non accennava a bloccarsi e si propagava ormai da diversi attimi. Fuori gli scontri infuriavano, ma le sue attenzioni erano su quell'uomo dai capelli corvini svenuto davanti a lui, il resto non esisteva. Alla fine prese la decisione estrema, era stufo di concedere possibilità all'essere umano, di concedergli ancora una speranza. Oramai la promessa fatta al suo allievo era sbiadita nella sua memoria, ridotta al ricordo di quando era ancora qualcuno e non un'ombra ed era così lontana che ignorarla non faceva poi così male. Fece un lungo sospiro, era pronto, avrebbe esplorato quella parte del suo animo. Chiuse gli occhi e...
*******
Ormai sicuro della sua vittoria Emris era pronto ad infliggere il colpo di grazia ai suoi avversari. Il re non si muoveva da qualche minuto e lui era stufo di rimandare oltre il loro destino.
"Un peccato che sia già finita."
Il keyblade vibrò nell'aria e si conficcò nel cuore di Topolino. Il re svanì in un fascio di luce, lasciando pressoché nulla dietro di sé.
"E ora tocca agli altri."
Con un gesto della mano avvicinò i corpi inermi di Paperino e Pippo, pronto a dar loro l'ultimo saluto.
"Presto sarete raggiunti dal vostro amico Sora, non temete. Ma chissà se non sarete voi a raggiungerlo."
Così dicendo si apprestò a fare lo stesso con il cavaliere.
"Stopza!"
Il cavaliere della conoscenza fu bloccato da una potente magia temporale, mentre Topolino recuperava i suoi amici e li rimetteva in sesto con un energiga. Il keyweilder sapeva che quell'incantesimo non avrebbe retto a lungo da poter portare un offensiva decente, quindi era meglio riorganizzarsi. I due si rialzarono storditi chiedendosi cosa fosse successo e il loro amico gli spiegò che aveva usato una copia di luce per distrarre il suo avversario.
"Devo ammettere che era un ottimo piano, peccato che anche io sia in grado di fare lo stesso."
Da un corridoio oscuro comparve Emrisi, mentre la copia svaniva nel nulla, assieme alla magia.
"Siete degli sciocchi se pensate di poter ingannare la mia onniscienza in questo modo. Io sarò sempre tre passi avanti a voi e su questo non potete farci nulla. Il destino è stato scritto e voi perirete qui per mano mia."
"Il destino può essere cambiato Emris, è una cosa che ho imparato stando con Sora e gli altri miei amici. Noi siamo qui per cambiare il destino di tutti e fare in modo che Dark Heart non riesca nel suo piano."
Il maestro parò convinto, puntando il keyblade verso il suo nemico con determinazione.
"Sei così simile al tuo maestro Yen Sid."
"Non ti permetto di nominare il mio maestro."
"Come vuoi, sappi solo che una visione tutta bianca non differisce molto da una tutta nera. Perseguire un obbiettivo assoluto è sempre sbagliato."
"Sei tu che persegui un assoluto, noi proteggiamo la luce e l'oscurità. Non permetteremo che l'equilibrio venga rotto ancora."
"Io seguo colui che mi ha permesso di elevarmi al rango che mi è sempre spettato, di sapiente. Titolo che invece mi è stato rubato dal tuo maestro anni fa, tradendo la mia amicizia."
"Tu eri amico del maestro Yen Sid?"
"Dici bene topo, ero. Non è però il momento di far affiorare vecchi e dolorosi ricordi, concentriamoci sullo scontro."
Il guerriero fece apparire un ennesima runa sul petto. Un'aura nera lo avvolse completamente.
"L'assoluto del mio signore è l'unico che merita di esistere, l'unico che dall'alto della mia onniscienza posso affermare che non fallirà. Ti basta come risposta, re? Non importa quale sarà la risposta, tanto il destino è già stato segnato."
Un enorme sfera pulsante e nera come la pece si elevò sopra all'astro sapiente, rivolto con la punta verso il cielo stellato. Il cavaliere si alzò a mezz'aria ignorando la gravità e rimase sospeso a dieci metri da terra.
"Impatto oscuro."
La sorta di bomba fu sparata contro i tre, che evocarono un reflexega congiunto per proteggersi. L'esplosione fu devastante, tanto che ruppe perfino lo schermo, sbalzando via i malcapitati. Il solco lasciato dal colpo era immenso, tanto che la maggior parte del primo distretto era ridotto a una voragine di detriti.
"Questa è la fine." Sentenziò Emris.
Il dissolversi del polverone però diede risultati inattesi, il maestro era ancora in piedi, ricoperto di ferite.
"Ti sbagli Emris. Forse hai ragione sul fatto che il mondo che difendiamo non sia perfetto, che l'assoluto non porta da nessuna parte. Ma noi preferiamo scegliere il nostro destino, il nostro assoluto, piuttosto che farcelo imporre da qualcuno. Questo è quello che vogliamo e questo potere mi aiuterà a raggiungere l'obbiettivo."
Una forte luce inondò il campo di battaglia e il re fu ricoperto da un bagliore intenso e radioso.
"Stile luce suprema."
Il cercastelle divenne una lama di pura energia luminosa, come se fosse attivo caricalama, mentre delle fiamme dorate guizzavano dal corpo del maestro.
Ci vollero pochi istanti, neanche Emris riuscì a capire bene come, ma era disteso a terra e la spada che fino a poco fa fissava da qualche metro di distanza, ora era puntata su di lui.
"Come ho fatto, come ho fatto a non prevedere ciò? Che...che tu abbia cambiato il tuo destino?"
Per la prima volta lo sguardo del cavaliere perse tutta la sua sicurezza, le pupille si svuotarono e si riempirono di un misto di emozioni in pochi attimi. Paura, dubbio, rabbia, disperazione, era tutto confuso, tutta un'accozzaglia di sentimenti senza un filo logico. La sua mente stava impazzendo, tutto quello che lo circondava stava perdendo di significato, di interesse. Non c'era più nulla che conosceva, non sapeva più nulla, era...spaesato.
Il re indietreggiò, la risata scomposta del suo avversario lo aveva messo sulla difensiva. Quello continuava a ridere senza un perché, si guardava intorno e rideva, mentre l'oscurità prendeva completamente possesso di lui.
"Ho capito che ci sono cose che non posso conoscere. Cose che la mia mente non può arrivare a comprendere. Ma io posso comprendere tutto, quindi quello che per me è incomprensibile semplicemente non esiste. Tu non esiste, voi non esistete, questo posto non esiste."
Le pagine del libro diventarono completamente nere, le rune si illuminarono di rosso intenso, mentre l'armatura da blu intenso come il cielo limpido divenne buia come la notte più nera.
I simboli cominciarono poi a convergere sulle pagine scure, fino a formare un unico ideogramma. Il disegno cominciò a vorticare e ad espandersi. Dopo qualche minuto Topolino si rese conto che Emris era riuscito a creare un buco nero.
"Voi non esistete, non siete mai esistiti."
 *******
 
Passeggiava nervosamente per la stanza circolare, oramai si era fatto tutto il perimetro un numero indefinito di volte. Le sue dita ticchettavano sul gomito dell'altro braccio. Si fermò qualche istante a osservare la lavagnetta con il teorema e poi riprese a camminare. Sbuffò due tre volte, batté un piede in terra e fece ampi gesti con le braccia. Finalmente udì dei passi, qualcuno si avvicinava alla porta.
"Era ora." Disse Emris esasperato, mentre Yen Sid entrava.
"Scusami, ma ho avuto dei contrattempi."
"I tuoi doveri da protettore della luce immagino." Sentenziò scocciato l'altro.
"Sì, ma ora non ti devi più preoccupare di ciò. Ho deciso di ritirarmi."
"Sul serio?"
"Sì."
"Finalmente, csì potremo dedicarci al nostro grande obbiettivo."
Fece per abbracciarlo, quando il mago lo fermò con un gesto della mano.
"Amico mio, mi hai frainteso. Ho deciso di abbandonare anche queste ricerche."
"Cosa? Perché?" Lo stupore e la confusione si leggevano chiari negli occhi del moro.
"Ci ho riflettuto e non credo che questo porterà a qualcosa di buono. Parliamo di imposizione e non me la sento."
"Non puoi abbandonarmi proprio ora, proprio nel momento in cui potevamo diventare i più grandi."
"Mi dispiace Emris."
"Capisco..."
"Credimi è meglio che lasci stare anche tu...questo è folle."
Il maestro si voltò e abbandonò la stanza, mentre l'altro si lasciò andare ad una risata isterica.
Tutti quei progetti, tutte quelle ricerche, tutto quel sapere...voleva eliminare tutto? Voleva lasciare nell'ignoranza il mondo? La conoscenza va divulgata, brutta o bella che sia. E se la gente non comprende, se le persone rifiutano il sapere, quel sapere va imposto. Si erano battuti per questo e ora lo lasciava così? Abbandonava il suo compagno di vita? Era colpa di quei suoi amici alla Terra di Partenza, di quegli Eraqus e Xehanort, sicuramente erano stati loro ad annebbiargli le idee, a deviarlo dalla retta via.
Continuò a ridere, mentre lanciava contro il muro tutti gli oggetti che gli capitavano a tiro.
"Io posso darti ciò che cerchi, io posso aiutarti a diffondere quella conoscenza."
Quella voce era tornata a parlargli, dopo avergli rivelato la strada anni prima, ora lo incoraggiava a proseguire. A quel tempo la giovinezza gli aveva impedito di approfondire, ma ora voleva sapere.
"Chi sei?"
"Tu sai già la risposta, Emris."
"Sì, hai ragione. Io ti conosco. Tu sei colui che tutto questo tempo ho studiato e cercato. E ora, solo ora mi rendo conto che il tuo ritorno renderà felici tutti. Ora comprendo tutto, era tutto ovvio, c'è una sola risposta: Xebald deve risorgere."
*********
L'enorme buco nero cominciò a risucchiare tutto ciò che era nei dintorni, anche Topolino faceva fatica a resistergli.
"Ferma questa follia." Gridò.
"Tutti devo apprendere. Quello che non conosco non esiste. Quello che conosco deve essere imposto."
Il re provò a lanciare una sfera di luce, ma questa scomparve nel vortice. Continuò a provare e riprovare, ma nulla, niente sembrava resistere a quel potere distruttivo. Un modo ci doveva essere, però, non poteva essere inattaccabile. Intanto Paperino e Pippo si erano ripresi e a fatica si avvicinarono al loro sovrano, chiedendo spiegazioni. Le risposte stupirono abbastanza i due amici, che però non si persero d'animo e cominciarono anche loro a studiare un piano per contrastare quella magia.
Passarono in rassegna ogni metodo, ma l'unica via era quella più pericolosa: attaccare Emris direttamente per fargli perdere conoscenza e interrompere l'attacco. L'unico inconveniente era la possibilità di non arrivare da quest'ultimo, ma di finire risucchiati.
"Vado io." Disse il re.
"Non se ne parla, andremo noi, vostra maestà." Risposero contrariati i due.
"Voi non siete in grado di fermarlo, sono l'unico qui che può farlo."
"Ma..."
"Come avete fatto con Sora, fatelo anche con me...vi prego."
La preghiera del re mise in scacco il mago e il cavaliere, che annuirono con non qualche resistenza.
"Grazie amici."
"Però possiamo aiutarti lo stesso." Disse Pippo.
"E come, genio?" Lo rimproverò il papero.
"Tu, Paperino, puoi usare antimaga per tenerlo a terra e appena si avvicina lo rimuoverai per lasciarlo colpire."
"Ma poi verrà risucchiato comunque."
"Fidati di me." Disse il cavaliere.
Il mago guardò il suo re, che annuì fiducioso, così si convinse anche lui ad assecondare questo folle piano.
Così con la magia attiva, il re poté avvicinarsi al suo avversario senza finire risucchiato. Fece un respiro profondo e diede il cenno fatidico all'amico. Il mago tolse la restrizione e Topolino attaccò con un potente ars solum. I fendenti rapidi e veloci furono accusati da Emris, che però non accennava a cedere. Ormai era diventata una lotta di resistenza, ci avrebbe messo più il re a finirlo o il buco a risucchiare il topo?
"Per il maestro Yen Sid." Gridò.
L'ultimo colpo ben assestato fece cedere il guerriero, che cadde in ginocchio, mentre il vortice alle sue spalle si dissolveva. Non abbastanza in fretta, però, difatti Topolino si sentì risucchiare all'interno.
"Vostra maestà!" Gridò Paperino.
"Addio amici."
Prima che potesse scomparire, però, lo scudo di Pippo colpì in pieno l'amico facendolo cadere a terra, mentre quest'ultimo si disintegrava al suo posto.
In una frazione di secondo i due si fiondarono sul loro sovrano, abbracciandolo forte.
"Mi dispiace Pippo, il tuo scudo..."
"Gaush vostra maestà, spero non serva più d'ora in poi."
"Credo di no." Rispose l'altro sorridendo.
"E così...ci siete riusciti."
Emris era di nuovo in piedi, l'armatura cadeva a pezzi, staccandosi dal suo corpo malconcio.
"Avete cambiato il vostro destino. Forse Yen Sid aveva ragione....forse avrei dovuto cambiare il mio, anche io."
"Puoi ancora farlo, dicci come fermare Dark Heart."
"Non può essere fermato, ormai non tornerà indietro. è entrato nei suoi ricordi più oscuri e da lì non si torna indietro. Presto rinascerà e allora nessuno potrà più cambiare il proprio futuro. Nessuno avrà più scelta."
Il guerriero cadde riverso a terra, privo di sensi.
Topolino strinse i pugni, poi guardò i suoi amici e vedendo i loro sguardi, giunse alla loro stessa conclusione:
"Noi crediamo in te, Sora."
"E come farete a credere in lui da morti?"
Il re si voltò e l'unica cosa che vide fu un sorriso agghiacciante, poi il buio.
 
   
 
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