“Shikamaru!
Che cosa hai combinato questa volta?!”
Il povero
Shikamaru si sentì chiamato in causa dalla sua fidanzata che sbraitava contro
di lui dall’altra stanza. Lui non aveva fatto assolutamente nulla se non
riposarsi tutto il giorno, visto che era il suo giorno libero.
“Assolutamente
nulla. Ho dormito tutto il giorno.”
“Tu cosa
hai fatto?”
Quella
voce che sbraitava si trasformò in un attimo in un sibilo inviperito, segno che
lui si era dimenticato di fare qualcosa, qualcosa di importante e di cui, lei,
si era raccomandata.
“Quindi
oggi non sei andato a pagare la bolletta della luce, visto che oggi
era l’ultimo giorno per pagarla e poi ci avrebbero staccato la luce, vero?”
Un brivido
freddo percorse la schiena del giovane, colpevole di essersi dimenticato di una
cosa importante, perché Temari glielo aveva ripetuto almeno una cinquantina di
volte che c’era da pagare la luce, e lui aveva sempre detto che lo avrebbe
fatto a primo giorno libero che si fosse ritrovato. Invece, non solo non
l’aveva pagata, ma se l’era addirittura scordata.
La
conseguenza? Erano rimasto al buio, senza corrente per il frigo, per il
microonde dove stava scaldando la cena di quella sera.
Vide una
piccola luce avanzare verso di lui, seguita da un pugno in testa. La sua ragazza
era fine e delicata come un ippopotamo dentro un negozio di cristallo, ma
sapeva di esserselo meritato.
“E
adesso?”
“Possiamo
prendere la candela dal cassetto e cenare al lume di candela. Insomma, le
alternative si trovano.”
Grazie
alla torcia del cellulare, Shikamaru vide il viso corrucciato della sua
splendida fidanzata.
“Certo che
sei proprio intelligente, Shikamaru.”
La vide
andare verso la cucina e la sentì brontolare della sua pigrizia. Forse fu
proprio il senso di colpa che lo fece alzare dal divano e lo obbligò a
preparare la tavola, con una candela accesa al centro.
“Dai, Tem.
Almeno, per una volta, facciamo qualcosa di romantico e ceniamo al lume di
candela.”
L’unica
risposta che sentì arrivare alle sue orecchie fu la risata di lei, seguita dai suoi
passi che si dirigevano verso il salone.
“Sei
stupido, Shikamaru. Ed io sono più stupida di te perché mi sono innamorata di
uno come te. Robe da pazzi.”
Sorrise
anche lui. Non era solo per la sua intelligenza o sensualità che si era
innamorata di lui, ma evitò di dire qualcosa che potesse compromettere la sua
vita.
Così
l’aiutò a mettere la cena nei piatti e si sedette di fronte a lei, stringendole
la mano. La stretta di Temari fu il segnale che era stato perdonato.
Anche per
quel giorno si era salvato da una morte certa.
"Raccolta di flashfic partecipante alla Challenge "La sfida dei duecento prompt" indetto da msp17 sul forum di EFP"