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Autore: Liry_chan    22/05/2017    1 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 15
Yin e Yang

“Non ti facevo così sdolcinato” il timbro suadente di Haydè gli risuonò nelle orecchie.
Tutto sommato a Sanzo faceva piacere non trovarsi solo in una situazione tanto spinosa, pur trattandosi della compagnia dell'ashura. Ma, anche se non c’era alternativa, avrebbe preferito che non gli parlasse direttamente nel cervello. Provava una sensazione sgradevole, come di intimità violata.
«Gelosa?»
“Puah! Se non fossi ridotta come un'ameba, adesso mi vedresti vomitare.”
Il bonzo sospirò. «Senti non ricominciamo a litigare. In questo momento non serve che ci scanniamo tra noi, anche solo a parole.»
“Non sto litigando, la mia era una considerazione.”
«In caso non l’avessi  capito, Goku sta venendo per entrambi. Ti vuole bene. Quella stupida scimmia ha il cuore tenero ed è certamente una persona migliore di come siamo, se riesce ad amare due come noi…»
“…”
Sanzo aspettò paziente che quel pensiero facesse breccia nell’animo di Haydè.
“Sono stata sola per tutta la vita…” la voce aveva preso una nota malinconica. “Io… volevo sapere cosa si prova ad avere qualcuno a cui importa di te. Non sopportavo che la mia unica speranza fosse legata a una persona tanto vicina alle stesse crudeli divinità che ci hanno riservato un’eternità di reclusione.” Il monaco ascoltava in silenzio. “È per questo che ho deciso di aiutare il principe Kougaiji: un’altra vittima privata dei suoi affetti.” fece una pausa. “E mi chiamano mostro…” concluse con amarezza.
«Così mi fai piangere. E poi chi sarebbe lo sdolcinato?»
“Già, scusa…” rise.
Sanzo sentì una specie di calore al centro del petto; una cosa inspiegabile, dato che non riusciva a percepire nemmeno il suo stesso respiro.
In quel momento irruppe nella sala la giovane principessa Lirin. Si avvicinò alla sfera di fuoco, sfiorando la superficie tiepida con le dita.
«Tranquillo abbiamo un piano.» saltellò verso il biondo che lei chiamava pelatone, in scherno al fatto che non portasse la testa rasata come imponeva il suo ordine. «Doku è andato a prendere Goku e gli altri due, e quando arriveranno faremo il culo a strisce a quello scienziato sociopatico.» posò una mano nell’incavo del braccio, nell’inequivocabile gesto dell’ombrello.
«Lo sappiamo.» confermò piatto il bonzo, spegnendo l’entusiasmo della piccola rossa.
Provò a spiegarle come la sua mente e quella di Haydè fossero in contatto, e come insieme erano riusciti a comunicare con il Seiten Taisei.
La ragazzina lo guardava a bocca aperta, con espressione da triglia.
«Che ci fai qui?» le chiese. «Non dovresti essere con tuo fratello? Mi sembrava conciato piuttosto male…»
Lirin si riscosse. «Ah già! Yaone mi ha mandato a portarti questo…» dalla tasca estrasse una piccola fiala. «È un tonico, ti ridarà un po’ di forze.» Senza indugio stappò la boccetta e cacciò il contenuto in gola a Sanzo. Lesta com’era arrivata, se ne andò zompettando.
Al monaco rimase in bocca un cattivo sapore, mentre si chiedeva che differenza potesse mai fare quell’intruglio visto che non sentiva una sola fibra del suo corpo.
“Ti servirà, quando verrai scollegato dalla macchina” gli chiarì Haydè.
«Potresti evitare di leggermi il pensiero?» la pregò, colto alla sprovvista come fosse stato nudo. «E poi non hai detto che se perdessimo il contatto la tua energia esploderebbe senza controllo?»
“Sì, l’ho detto. Ma forse... c’è un’altra possibilità.”
«Ti ascolto.»
“Se riuscissi arrivare fino a me, grazie al contatto fisico, potremmo gestirla insieme.”
«Mmmh, piano geniale non c’è che dire… aspetta, mi stacco un momento da quest’affare e sono subito da te…» rimbeccò beffardo.
“Fammi finire, imbecille. La tua mente è collegata al dispositivo, la mia è senza vincoli. Dovresti fare un attimo di vuoto, consentendomi di usarti come guscio per trascinare qui la tua carcassa.”
Sanzo alzò un sopracciglio sbigottito. «Prego
Vennero nuovamente interrotti, ma questa volta dalla grande porta borchiata in ferro avanzava la sgradevole presenza di Ni Jianyi, alias Ukoku.
«Parli da solo? Non pensavo che avresti perso la brocca tanto in fretta.»
«Che vuoi farci… devo pur passare il tempo, in qualche modo.»
«Ta-daaaan!» Il dottore alzò la mano destra mostrando orgoglioso il guanto di acciaio nero, appartenente ad Haydè. Aveva apportato delle modifiche e ora la corazza saliva lungo tutto l’avambraccio, un intreccio di microchip e cavi che si innestavano direttamente nel muscolo bicipite. «La cara signorina, qui, ci ha tenuto nascosto che questo» agitò le dita «è in realtà un dispositivo di controllo: vedi, quella del serpentone viscido non è nemmeno la sua forma originale!» sghignazzò, fino a scivolare in una perfida risata. «Chissà che razza di mostro tiene a bada. Comunque sia non ha più importanza. Adesso, grazie al mio nuovo gingillo, sarò io a giocare in prima base.»
Sanzo comprese con orrore che Ukoku, tramite il guanto, era in grado di canalizzare tutta l’energia che voleva.
Suo malgrado, finché connesso al marchingegno che gli bruciava sulla nuca, avrebbe contribuito a quella follia. “Ti prego Haydè, dimmi che non è vero…”
“…”
Il costernato silenzio della ragazza lo precipitò nell'angoscia più profonda.
Guardò impotente lo scienziato immergere la mano nelle fiamme azzurognole, pronunciando l'ineluttabile verdetto: «adesso è attivo e funzionante!». Altrettanto impotente lo osservò allontanarsi nell’oscurità oltre la soglia.
Il suo grido di frustrazione raggiunse ogni anfratto della sala, disperdendosi in mille echi.
Visto che la ragazza continuava a rimanere zitta, la interpellò spazientito. «Ma si può sapere tu chi sei veramente?»
“La mia forma primordiale è…” si interruppe. “Diciamo solo che non ti piacerebbe averci a che fare. Non piace neanche a me in verità, faccio davvero fatica a dominarne gli istinti ferali.”
«Istinti ferali?» ripeté a pappagallo. «Cosa saresti? Una specie di bestia mostruosa, peggiore di quella strisciante che sei già?» la rabbia lo fece diventare ingiurioso. 
“Mi dispiace. Non credevo che riuscisse a capire la funzione del guanto, né come sfruttarlo… non così in fretta, almeno.”
«N-non… non credevi? Possibile che sei veramente così ingenua?» le sbraitò addosso. «Nemmeno Goku potrebbe avere una speranza adesso! Rischierà la vita inutilmente! Moriremo tutti per colpa della tua inettitudine!»
“Ehi, io me ne stavo tranquilla sotto un lastrone ghiacciato! La responsabilità è anche tua: se fossi rimasto dov’eri a leccarti le ferite, ora non ci troveremmo in questo macello!” dopo lo sfogo riacquistò un po’ di lucidità e proseguì. “Non serve darci addosso l’un l’altra. Ti prego, Sanzo. Dammi una possibilità” implorò. “Dobbiamo provare a fare come ti ho detto. Forse è l’unica soluzione che ci rimane.”
Il monaco fece una serie di profondi respiri per calmarsi. «Ultimamente non faccio altro che prendere decisioni di cui poi mi pento, ma ormai visto l’andazzo… Se è campo libero che vuoi, cercherò di farti spazio. Ma sappi che non ho intenzione di schiodarmi dal mio corpo.»
“Grazie”
Haydè scivolò nella mente al posto di Sanzo, le membra docilmente responsive. Zoppicando a causa della gamba rotta, un passo alla volta diresse il monaco verso sé stessa, all’interno della bolla. Attorno a loro la morbida striscia di seta del sutra volteggiava nell’aria. Un volta penetrate le fiamme, il corpo del bonzo cominciò a levitare e quando strinse le braccia alla vita sottile di lei, ognuno riprese la propria coscienza.
Haydè ancora inerme, costretta dal potere del Seiten Kyomon, che nel frattempo si era chiuso a bozzolo intorno alla sfera infuocata.
Sanzo di nuovo immobilizzato, con gli aghi del dispositivo piantati nel midollo.
«Bene» disse. «Fin qui ci siamo arrivati. E adesso?»
“Adesso dobbiamo sincronizzarci, e agire come fossimo un solo individuo.”
   
 
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