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Autore: rocchi68    22/05/2017    2 recensioni
“Marina o pirateria?” Gli chiese quel giorno, sorseggiando qualcosa di alcolico e fissando il nipote.
“Non so.”
“È finito il tempo dei dubbi e se non vuoi diventare mercante, non ti resta che scegliere.”
“Difficile scegliere tra il divertimento e la noia.” Ghignò il giovane, facendo scuotere la testa al nonno che si era rimesso in piedi.
“La legge non è noiosa, se si è nel giusto.”
“Io non sono mai stato nel giusto.”
“Ricorda che il mare è un posto pericoloso, se si naviga da soli.” Borbottò l’anziano, afferrando il bastone e puntandolo contro la schiena del ragazzo, quasi volesse fargli capire che la giustizia aveva molte armi a suo vantaggio e che prima o poi si sarebbe dovuto arrendere.
“Solo perché hai scelto la marina da giovane, non significa che io debba ripercorrere la tua strada.”
“Tuo padre ha fatto la scelta peggiore.” Sospirò l’uomo, riprendendo in mano il bicchiere e portandoselo alle labbra.
“Ti prometto, nonno, che riuscirò a renderti fiero di me.” Continuò il ragazzo, raccogliendo la borsa con le sue cose e avviandosi, quindi, verso il porto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La sera era giunta in fretta e il rosso era uscito per gustarsi una navigazione tranquilla e senza troppi grattacapi.
All’orizzonte non vi erano strutture sinistre o pesci giganti cui agganciarsi.
Solo il placido mare li precedeva.
Gli altri erano già andati a riposare e avevano lasciato al capitano l’incombenza di quel viaggio.
E mentre lui manovrava il timone, lei ammirava l’orizzonte che si stagliava dinanzi a loro.
La sua attenzione durò pochi istanti e poi si girò verso Scott, avvicinandosi lentamente.
Scott per un attimo distolse l’attenzione dal mare e si voltò incuriosito dal suo strano comportamento.
“Scott…ti ringrazio di avermi salvato.” Cominciò lei.
“Beh, sai…non c’è di che.”
“Questa vita è giusta per te?” Tentò lei, facendolo sorridere.
“Eh sì, non ero fatto per la terra ferma. E tu? È la terra che vuoi o il mare?”
“Ho sempre amato il mare e ho perfino sognato di passarci la vita, ma non era nel mio destino.”
“Hmm…”
“Ho delle responsabilità a Siracusa.”
“Devi proprio lasciar perdere?” Domandò Scott.
“Sì.”
Lo sguardo triste di Dawn, convinse il pirata a fare qualcosa che normalmente non avrebbe mai fatto.
E ripensando a ciò solo un sorriso gli solcò il volto.
Abbandonò, quindi, il timone e le sfiorò la mano, prendendola delicatamente e facendola sussultare.
Il rosso, quindi, la condusse fino al timone e le indicò di continuare a navigare da sola.
Tanto il loro viaggio era quasi alla fine, così pensava Scott, e un piccolo premio gli sembrava più che giusto.
“Ho girato il mondo, visto cose meravigliose, ma nulla è paragonabile al mare aperto, Dawn.”
“Ed è questo quello che hai sempre voluto?” Chiese la giovane, facendo scappare un sorriso amaro al pirata.
“Non proprio.”
“Tu cosa volevi fare?”
“Qualche anno fa Mike ed io parlavamo di entrare nella marina militare e di servire Siracusa fianco a fianco. Con il tempo le nostre strade si sono divise: lui è un principe e io…beh lo sai. Nonostante ciò non sono mai stato invidioso di lui, fino a quella mattina. Quel giorno, all’improvviso, è arrivata in porto una nave: a bordo c’era il suo futuro.
Non ci crederai, ma era la cosa più che bella che avessi mai visto.” Soffiò il rosso, ricordando amaramente il suo passato.
“Cosa c’era su quella nave?”
“Tu.” Rispose sicuro.
Nel sentire quell’unica risposta, lei smise di navigare e lo fissò stupita.
“Lui ti ha aspettato sulla banchina e io sono partito con la Chimera senza mai voltarmi indietro, fino ad ora.”
Era questa la verità che Scott aveva nascosto per 10 lunghi anni.
Nessuno, nemmeno Duncan, conosceva quella faccenda.
Eppure avrebbe dovuto dato che era insieme a lui quando erano partiti quella mattina.
Il rosso confessati i suoi sentimenti, le prese la mano e si avvicinò per baciarla.
Dawn per un istante era stata propensa a cedere a quella lusinghiera dichiarazione, ma lo allontanò con una mano sul petto, facendogli capire una verità che aveva sempre evitato.
Si era mosso con incolpevole ritardo.
Come sempre dopotutto.
Come quando era andato fino in Egitto per un dannato tesoro che era stato rubato 5 anni prima.
L’unica cosa che lo consolava, era sapere che non era stato rifiutato per il carattere o per il suo aspetto.
Era tutta una questione di responsabilità.
Un qualcosa che lui aveva sempre evitato e che aveva imparato a conoscere gradatamente con quel strano viaggio verso Tartaro.
Solo un fascio di luce interruppe quella situazione alquanto imbarazzante.
Scott rivolse, quindi, gli occhi verso il cielo e rimase affascinato da alcune stelle cadenti che confluivano verso la loro destinazione e che creò una porta.
“I Cancelli di Tartaro.”
La luce intensa e un lieve sibilo sinistro aveva risvegliato l’equipaggio che uscì di corsa dalle proprie camere.
In prima fila la figura di Duncan che fissava il cielo e dietro tutti gli altri.
Scott preoccupato da una strana sensazione, si sporse alcune volte a osservare il mare, senza staccarsi dal timone.
Brick nel frattempo si era arrampicato a metà sull’albero maestro in attesa di un ordine del suo capitano.
“Brick dammi la situazione.” Ordinò il rosso.
Completata la scalata, l’uomo rimase di stucco nel vedere i cancelli ben lontani e separati dal mare dal vuoto.
“Siamo fregati.”
“Cosa c’è Brick?”
“Siamo inguaiati capitano. Là finisce il mondo.”
Scott ricevuta quella notizia ebbe un attimo di scoramento.
Stavano andando incontro alla fine.
Eppure quelli della ciurma continuavano come se nulla stesse per accadere.
Noah infatti aveva appena sganciato una moneta a Owen per via di una scommessa sbagliata e gli altri fissavano tranquilli il mare.
L’unico insieme al capitano a capire l’immenso pericolo era stato Tyler che infatti si voltò indietro e si rivolse al vice.
“Beh è finita: torniamo a casa.” Borbottò, sperando che Scott girasse il timone e li portasse su mari più tranquilli.
Duncan appoggiò, quindi, una mano sulla spalla del suo sottoposto e alzò gli occhi al cielo.
“Il capitano non ha ancora dato gli ordini.”
“E ti pareva.”
“Segui la stella oltre l’orizzonte…oltre l’orizzonte.” Soffiò Scott, rammentando le parole di Courtney.
“Scott?”
Il capitano alzò subito lo sguardo alle vele e cominciò quindi a dare ordini ai suoi uomini che eseguirono, seppur con qualche incertezza.
“Tenete d’occhio le corde e veloci.” Terminò, tirando un’ultima corda al massimo.
“E ora tutti al centro della nave. E preghiamo gli dei: forse tra poco li incontriamo.”
La Chimera attraversò il limite del mare, cadendo quasi a picco.
Scott sperava che quella non fosse la sua ultima genialata e in un miracolo che sembrava ben lontano dal concretizzarsi.
Il vuoto era l’ultimo passo che dovevano compiere prima di raggiungere Tartaro.
Sapeva che era da pazzi e prima che la nave sprofondasse nell’oblio, una sorpresa riuscì a risvegliarlo.
Le vele si aprirono e la nave si ferma, volteggiando sopra il nulla.
Anche se era da stupidi, era questo quello che voleva ottenere.
“Ha funzionato?” Si chiese, guardando i suoi compagni.
“Ce l’hai fatta, Scott.” Si congratulò Duncan.
La gioia di quegli istanti, però, durò assai poco.
Le corde erano molto tese e uno degli anelli cedette all’improvviso, rendendo instabile la nave.
Il rosso, sorpreso da quell’inconveniente, emise un altro ordine e afferrò con decisione una delle corde d’emergenza.
“Duncan!”
“Capitano!”
“Se non riesco, la nave è tua.”
“No.”
“Signori: è stato un privilegio rubare con voi.” Ghignò, congedandosi dalla sua ciurma.
L’equipaggio lo fissò preoccupato per quel saluto e Scott si girò per andarsene.
Prima di riuscire a giungere il limite della nave, una figura si frappose con il chiaro intento di non lasciarlo andare.
Non da solo, almeno.
“Io vengo con te e non dirmi che il regno del caos non è posto per una donna.”
“Questo non lo direi mai.” Ghignò il rosso, bloccandola nella corda e fissandola malizioso.
I 2 si voltarono, quindi, verso i cancelli e saltarono giù dalla nave, sotto gli occhi preoccupati e curiosi della ciurma.
Toccati i cancelli, sparirono, lasciando libera la corda.
 
Tartaro.
Il regno del caos.
Il regno di Courtney confuso e riempito di un deserto su cui Scott e Dawn atterrano senza troppi problemi.
La sabbia ondeggiava come in una clessidra e le creature della dea si avvicinarono per eliminare i 2.
Scott, senza pensarci, tirò fuori le spade per difendersi, ma prima che potesse fare anche una sola mossa, una folata di vento spazzò via le armi, gli animali e la poca sabbia presente, facendo ricomparire una struttura ormai decaduta.
“Su, su cocchini miei. È questo il modo di trattare un ospite?
La sabbia ormai tolta, lasciò il posto a 2 troni.
Uno situato dietro di loro e libero, mentre l’altro dinanzi ai loro occhi e occupato da uno scheletro e da un semplice calice vuoto.
“Confesso, ora sì che mi sono venuti i brividi.” Soffiò Scott.
Courtney, sorpresa di quanto accaduto, apparve battendo le mani, vicino allo scheletro, salvo poi farlo sparire in pochi attimi.
“Bravo: nessun mortale ha mai raggiunto Tartaro prima d'ora. Vivo intendo. Mettiti comodo.”
“Ehm grazie. Bel posticino questo.”
“Ti piace? Sto pensando di fare tutto il mondo così.”
“È un'ottima idea. Senti, sei molto occupata, perciò prendiamo il Libro della Pace e togliamo il disturbo.”
“Cosa ti fa pensare che ce l'abbia io?” Chiese, poggiandosi una mano sul petto e comparendo a poca distanza.
“Mi hai incastrato con il furto così poi avrebbero giustiziato me.”
“Te?”
“Già.” Soffiò il pirata, ottenendo soltanto un sorriso di scherno.
Ciò che aveva sempre creduto, era sbagliato e sorpreso riaprì bocca.
“Mike! Sapevi che avrebbe preso il mio posto.”
“Che scaltro ometto che sei.” Lo derise Courtney, poggiando un dito su una colonna che iniziò subito a sgretolarsi.
“Contavi sulla mia fuga, poi Mike sarebbe morto e Siracusa sarebbe…”
“Rimasta senza un legittimo erede al trono precipitando nel caos. Voi umani siete così prevedibili: Mike non poteva fare a meno di essere nobile e tu non potevi fare a meno di tradirlo.” Ghignò Courtney, mentre il suo mondo cadeva in pezzi.
“Ma io non ho tradito Mike: non sono scappato.”
“Invece lo hai tradito. Gli hai rubato il suo unico amore: guardala Scott.” Ribatté la dea, spingendo Dawn tra le braccia del pirata.
“Lui non è ancora nella tomba e tu ti fai sotto con la sua donna. Ammettilo Scott, la tua anima è nera quanto la mia.” Ghignò Courtney, mentre Dawn si staccava dall’uomo.
“Ti sbagli su di lui.”
“Lui sa che ho ragione.”
“Non sai cos’ha nel cuore.” Continuò Dawn.
“Sì che lo so e, quel che più conta, lo sa lui.” Ribatté la dea, spostando la ragazza e girando intorno a Scott.
Il rosso, in quel caso, non poteva che ascoltare e cercare una soluzione.
Ma nulla di possibile sarebbe stato sufficiente con una divinità.
“In cuor tuo, tu sai che Mike morirà perché ha visto qualcosa in te che semplicemente non esiste.”
“No.”
“Vuoi scommettere? Allora, senti, facciamo un gioco e se vincerai ti darò il Libro della Pace.”
Courtney alzò, quindi, le mani e dinanzi a loro il pavimento si sgretolò in una semplice passerella cui seguì la comparsa del libro.
“Eccolo lì, nobile eroe.”
Scott non riusciva a credere che una divinità così capricciosa come quella del caos gli lasciasse la possibilità di recuperare quel tesoro senza muovere un dito.
Infatti quando cercò di raggiungerlo, un pezzo di roccia vicino a lui si spezzò, facendolo arrestare all’istante.
La stessa Courtney, divertita da quella visione, si avvicinò lentamente.
“Come corri! Il mio gioco ha delle regole, Scott. Ti farò una domanda, una semplice domanda. Se rispondi sinceramente il libro è tuo.”
“Dammi la tua parola.”
“Ancora non ti fidi di me?”
“No.”
“Viviamo in un’era così piena di scetticismo, peccato. Hai la mia parola, di dea.” Borbottò, segnandosi una croce sul petto.
Scott rinfrancato da quella promessa, si voltò a fissare Dawn che rispose con un semplice sguardo preoccupato.
“Ti basta?”
“Fa la tua domanda.”
“Perfetto.” Riprese Courtney, indietreggiando e volteggiando attorno al Libro, aprendolo di tanto in tanto e facendo comparire rari sprazzi di luce.
“Tutti sappiamo cosa accadrà se avrai il libro. Lo restituirai a Siracusa e salverai Mike. Ma se non avrai il libro, dovrai fare una scelta: stare con la donna dei tuoi sogni o tornare a Siracusa per morire. Sarai un ladro o un eroe? Perciò ecco la mia domanda, Scott. Se non avrai il libro, tornerai là per morire?” Posta la domanda, la dea scomparve come se nulla fosse.
Il pirata sentiva che quella era il quesito peggiore che lei potesse fargli.
Esattamente non sapeva come rispondere.
Tutti avrebbero temuto la morte e tornare a Siracusa solo per farsi giustiziare, nonostante la possibilità di fuga, era pura follia.
Però lui non voleva più scappare.
“Sì, tornerò là.” Promise, muovendo qualche passo.
In quei pochi metri che lo separavano dal volume era come se il mondo si fosse fermato.
Il pavimento non scricchiolava o sbriciolava sotto i suoi piedi.
Giunto ad un nulla dal libro, Courtney ricomparve alle sue spalle, facendolo sussultare e azzerando ogni sua certezza.
“Stai mentendo.”
Il fragile pavimento su cui i 2 poggiavano, si sbriciolò del tutto, con Scott che non riuscì ad afferrare, per poco, il volume.
La risata sguaiata e la figura della dea che copriva il libro, seguì il pirata e Dawn fino a quando non atterrarono su una spiaggetta isolata.
E i Cancelli di Tartaro si chiusero davanti ai loro occhi.
 



Angolo autore:

Ordunque rieccoci qui.

Ryuk: Rocchi vi deve dire qualcosa.

Devo ammettere che non credevo che questa storia meritasse qualche recensione.
Invece qualche anima pia ha avuto l'ardire di spendere tempo per consigli e altro.

Ryuk: Gli esami.

Come ho detto ad alcuni di voi, tra qualche settimana avrò gli esami di maturità.
Con questo non voglio dire che sparirò nel nulla, ma non aspettatevi la classica puntualità.

Ryuk: Vedremo di ritagliarci 10-20 minuti per pubblicare altri capitoli.

Magari non di questa storia, ma di altre.
Detto questo vi ringraziamo per le recensioni e i consigli (su tutti Tirene e Face -scusate se abbrevio i vostri nomi-), vi salutiamo e vi auguriamo una buona settimana.
Alla prossima.
   
 
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