Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Rebecca_Daniels    22/05/2017    1 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
23rd January 2014




Era il quarto giorno consecutivo che Lexi riceveva il buongiorno da Nate tramite messaggio privato su Twitter e la cosa le faceva strano. Non solo per il fatto che uno dei suoi idoli le augurasse una buona giornata e poi rispondesse ai suoi messaggi come se la ritenesse una cosa realmente interessante da fare, ma specialmente per quella sensazione di abitudine che le suscitavano quelle parole, come se le avesse già sentite e facessero parte di un passato che lei sapeva di non aver mai vissuto.
O almeno questo pensava Lexi mentre rispondeva all'ennesimo messaggio di Nate, che le aveva inviato una foto della copertina dell'album nuovo che sarebbe uscito dopo solo una settimana, cercando di trovare qualcosa che non suonasse banale. La la verità era che nella sua vita si era sempre sentita solo una ragazza normale, con qualche grillo strano per la testa e una ridottissima propensione all'essere popolare. Aveva paura di risultare scontata agli occhi del bel irlandese e per qualche oscura motivazione le faceva parecchia paura il fatto che lui potesse trovarla poco interessante.
Stava di nuovo andando oltre con le congetture e per esperienza personale sapeva di doversi fermare finché era in tempo: aveva perso undici anni dietro a un ragazzo che nonostante tutto quello che aveva rischiato per lui, non era riuscita aggiudicarsi altro che 140 caratteri (a suo parere, di contenuta gioia per il suo risveglio) seguendo qualche sciocca fantasia circa il principe azzurro e un amore che durava per sempre.
Tutta la sua sequela di deprimenti e fantasiose congetture fu interrotta dall'arrivo di una notifica su Twitter: l'account ufficiale dei The Rush l'aveva menzionata in un tweet. Senza pensarci due volte andò a controllare e trovò un link con vicino scritto “Questo è per te @Lexi_Lex! ”.
- Lexi hai per caso visto quei due sacchi di iuta che ho portato a casa l'altro giorno?!?!
“Non è possibile... Loro... Loro...”.
- Lexi mi hai sentito?! Hai per caso... Ehi!! Che succede?!?!
Mia si fiondò letteralmente sul divano, al fianco di Lexi, incapace di individuare una valida motivazione per cui la sua amica si fosse trasformata in un fiume in piena. Non che fosse una cosa strana dato che, anche se non le aveva ancora chiesto nessuna spiegazione, l'aveva sentita più e più volte singhiozzare nella sua camera, di notte, quando pensava che lei non la sentisse, ma quell'appartamento aveva le pareti fatte di carta velina ed ogni lacrima era suonata alle orecchie di Mia come una pugnalata. La sensazione che qualcosa nella sua amica non fosse al proprio posto l'aveva avuta dal primo istante in cui aveva visto tutti quei regali accantonati su un tavolo nella sua camera d'ospedale, come se fossero un segno tangibile di quanto in fretta la gente si dimenticasse di tutto e Mia aveva sviluppato il timore che Lexi si sentisse abbandonata. Aveva il cellulare in mano e continuava a fissarlo neanche fosse stato un oggetto magico, mentre un'infinità di lacrime scendeva imperterrita sul suo volto. Le mise una mano sulla spalla e dal sussulto che ottenne come risposta, Mia capì che non si era nemmeno resa conto della sua presenza: doveva essere successo qualcosa di grave e nelle sue condizioni di salute non era affatto positivo.
- Lexi perché piangi?? Che cos'è successo??
Senza dire una parola, perché tanto non sarebbe in ogni caso riuscita a trovarle, Lexi fece ripartire il video messaggio che i ragazzi le avevano inviato. Erano con ogni probabilità all'aeroporto di  Heathrow, da quanto si poteva intuire dalle enormi vetrate alle loro spalle che mostravano un cielo nuvoloso e degli aerei pronti al decollo, mentre in sottofondo una voce annunciava un volo in partenza per New York. Nonostante fossero in tenuta da viaggio, che per i più consisteva in pantaloni della tuta, felpa e cappello calato sulla testa (eccezion fatta per Hugh, che sembrava come sempre appena uscito da un catalogo di moda per hipster), erano tutti assolutamente ed inspiegabilmente splendidi. Lucas stava guardando dritto in camera e parlava a nome di tutti con quel suo tipico fare da uomo maturo e sicuro che l'aveva affascinata sin dal primo istante in cui l'aveva visto varcare la soglia della loro scuola, ancora prima che lui in primis acquistasse fiducia in sé stesso e capisse che meraviglioso ragazzo sarebbe diventato.
- Ehi Lexi!! Siamo in partenza per New York come puoi ben vedere...
- E allora che lo dici a fare?! 
Lewis, con quel suo sorriso furbo che spesso ingannava la marea di intervistatori con cui avevano a che fare tanto da lasciarli con un palmo di naso quando lanciava frecciatine a dir poco spiazzanti, aveva come sempre interrotto Lucas, facendo ridere tutti gli altri.
- Perché mi piaceva dirlo, okay?! Okay. Ad ogni modo...
Gli occhi di Lexi erano tutti concentrati sul ragazzo che continuava a parlare, tanto che carpire il senso delle sue parole le richiedeva uno sforzo non indifferente.
- Ad ogni modo???
Vedendo che il più responsabile del gruppo si stava alterando, Hugh prese in mano la situazione e disse:
- Ad ogni modo volevamo solo farti sapere che siamo felicissimi che tu ti sia risvegliata e che non vediamo l'ora di conoscerti meglio.
La dolcezza con aveva pronunciato quella semplice frase fece scendere il doppio delle lacrime dagli occhi di Lexi, come se anche l'ultima diga fosse crollata e il fiume delle sue emozioni stesse straripando impetuosamente. Il tutto era aggravato dal sorriso costante e rassicurante di Zach che le stava comunicando la sua impazienza di poterla conoscere più di quanto un'intera lettera avrebbe mai potuto fare. Poi la sua attenzione fu calamitata da un paio di occhi color del ghiaccio che brillavano di una determinazione strana: Nate non le era mai parso così deciso in vita sua.
- E come prima cosa abbiamo deciso di mandarti una copia in anteprima del nostro terzo album Midnight Dreams ... Sappi che l'abbiamo scritto anche per te.
- Oddio...
Mia si mise una mano davanti la bocca, pregando tutte le divinità presenti ai piani superiori che il lepricauno non aggiungesse altro. Per fortuna arrivò Lewis a concludere il messaggio.
- Quindi a presto Lexi!! Ti vogliamo bene!! Ciao!!!!
Le due ragazze erano sedute immobili, l'una accanto all'altra, sul loro sformato divano arancione, con le lacrime ad imperlargli le guance e la testa mai così tanto piena di pensieri, congetture ed illuminazioni. Mia era assolutamente incredula: Nate era sul serio più deciso che mai a riottenere indietro la “sua” Lexi e quella frase dove diceva che l'album l'avevano scritto anche per lei fece sorgere una forte curiosità circa quelle canzoni dove era quasi convinta si potessero tracciare le tappe del loro percorso in quegli ultimi cinque mesi. Quel ragazzo la amava alla follia e la sua amica non poteva rendersene conto.
Al suo fianco, Lexi piangeva per quell'uragano di emozioni che la stava sconvolgendo da capo a piedi: aveva sbagliato tutto. Quella sua paura di essere stata dimenticata, di essere irrimediabilmente sola, era stata spazzata via dalle loro parole e dai loro sorrisi. Per non parlare della constatazione che le stava facendo torturare le mani come se volesse staccarsele.
- Sa che esisto...
- Come scusa?
- Lucas sa che esisto...
Non poteva crederci. Mia sapeva perfettamente quanto quelle poche parole volessero dire per la sua migliore amica, ma d'altro canto, era anche cosciente di quanto fosse tutto sbagliato e di come avrebbe dovuto far qualcosa di modo che Lexi si accorgesse del ragazzo che l'amava davvero.
- Si Lexi... Ma hai sentito che cos'ha detto Nate?? Dico: l'hai ascoltato bene?!
Le prese il cellulare dalle mani e fece ripartire il video dal momento in cui il bel irlandese aveva preso la parola, alzando il volume al massimo.
- Non serve che lo metti a palla: non sono mica sorda come una carampana!! Ho capito quello che ha detto... E' stato molto carino... Lo sono stati tutti, a dire il vero. 
- No, Lexi, cacchio: hai visto con che occhioni ti stava parlando Nate?!
Lo sguardo che ricevette in risposta le fece capire che era ben lontana dall'ottenere qualsiasi tipo di risultato.
- Non sarà mica che ti piace Nate, vero?! Ma se fino a cinque mesi fa non li potevi nemmeno vedere ed ora che fai?! Sbavi dietro ad uno di loro?? Certo che sei strana Mia, parecchio... E poi tu non eri l'anima gemella di Zach? Alla premieré avevi già progettato il tuo abito da sposa con i Doctor Martins in abbinata anche per lui!
- Ti ricordi della premieré?!
Forse una speranza c'era. Magari con qualche indizio in più si sarebbe ricordata anche altro, oltre le sciocchezze che si erano dette quel giorno.
- Certo che mi ricordo della premieré! Mi ricordo tutto, per filo e per segno, fino al momento dello sparo...
Ormai Lexi c'aveva pensato così tante volte, specialmente nelle ultime notti insonni, che non le suscitava più alcun tipo di emozione parlare di quanto era accaduto.
- E qual'è ultima immagine che ti è rimasta in testa?
- Lucas che si getta sulla sua ragazza, di cui non voglio pronunciare il nome, per proteggerla...
Mia stava per ribattere con una rispostaccia su quanto fosse infantile, ma il campanello suonò e si offrì volontaria per andare ad aprire dato che altrimenti si sarebbe scatenata una litigata infinita: Lexi era cocciuta come poche persone al mondo e quando si impuntava su una cosa era letteralmente impossibile farle cambiare idea.
Dopo aver alzato gli occhi al cielo per la faccia scocciata che Mia le aveva riservato, l'attenzione di Lexi ricadde sullo schermo del cellulare che le mostrava la faccia bloccata nell'atto di parlare di Nate. Era sorridente come sempre ma i suoi occhi sembravano raccontarle un'altra storia, quella di un ragazzo che era estremamente impaziente ed anche un poco malinconico, facendola stupire di come riuscisse a leggerne le emozioni così facilmente. Il cellulare segnò l'arrivo di un altro messaggio privato su Twitter. Era di Nate. “Spero che il video ti abbia fatto piacere e fammi sapere che cosa ne pensi dell'album xx”.
Lexi voleva rispondere ma un altro messaggio comparve sullo schermo, lasciandola parecchio confusa. “P.s. Quando dicevo che l'abbiamo scritto per te, volevo dire che parla anche di te... Sentilo tuo Lexi, perché lo è...”.
Non sapeva che cosa rispondere.
Era come se quelle parole avessero un significato segreto a cui non le fosse permesso di accedere e la cosa la turbava parecchio. “Grazie Nate... Buon viaggio x”. Era stata fredda, lo sapeva perfettamente, ma le relazioni interpersonali non erano mai risultate essere il suo forte, d'altra parte aveva una sola amica. Si era sempre vista un po' come una Jane Austen del ventesimo millennio, una Giovanna D'Arco 2.0. Un'emarginata sociale con grandi passioni ed un mondo interiore capace di inghiottire quello che le stava attorno ed un'incapacità cronica nell'avere a che fare con le persone, specialmente se erano di sesso maschile. Eccetto Matt, ma lui non faceva testo, dato che per quanto ne sapeva lei poteva essere in qualche comune dispersa nel centro Europa cercando di ritrovare la via di casa in mezzo a tutta la nebbia dell'erba che si era fumato.

In volo verso l'altra parte dell'Oceano Atlantico, Nate stava cominciando a perdere la speranza.
Forse scioccamente aveva pensato che Lexi, sentendo quelle parole e leggendo il suo messaggio potesse capire quanto lui ci tenesse a lei e che magari qualcosa si risvegliasse nella sua mente, ma dalla risposta che aveva ottenuto era chiaro che nulla fosse successo. Non avrebbe più riavuto la donna che amava, non solo per il fatto che lei non si ricordava ciò che aveva fatto in quei cinque mesi, ma soprattutto perché era innamorata di un altro. Dieci minuti dopo avergli augurato buon viaggio, aveva scritto un tweet: “ Lui sa che esisto...” . Purtroppo per Nate, quel “lui” altri non poteva essere che Lucas e la cosa lo feriva più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
-Ehi, va tutto bene??
Hugh si sedette al suo fianco, gli occhiali da sole calati sugli occhi verdi ed un'improbabile cappello a tesa larga che gli schiacciava i capelli ai lati della testa, facendoli uscire come delle ali. La camicia stile Ace Ventura che indossava, logicamente sbottonata fino a metà petto, l'avrebbe fatto ridere in una giornata qualsiasi, ma quel pomeriggio non aveva voglia nemmeno di respirare.
- Credo che non si ricorderà mai di me...
L'altro rimase in silenzio per un po', mentre l'aereo sobbalzava leggermente per un vuoto d'aria, poi appoggiò la testa al comodo schienale di pelle beige e rispose tranquillamente:
-Potresti sempre riconquistarla.
Si sarebbe aspettato un po' più di entusiasmo da parte di Nate, ma a quanto poteva capire le cose erano più complicate di quanto gli apparivano: il suo amico stava male sul serio, di quel male che lui non aveva mai conosciuto, perché non era mai stato innamorato davvero. Forse sarebbe potuto accadere con Mia, ma lei non gliene aveva lasciato il tempo ed in ogni caso non si era mai sentito legato in quel modo a lei.
- Non servirebbe a nulla Hugh... E' innamorata di Lucas come lo è stata negli ultimi undici anni ed io non posso farci niente.
Avrebbe tanto voluto confortarlo, dirgli che i giochi non erano chiusi, che anche lei, come tutto il resto del mondo, era innamorata dei suoi capelli biondi a spazzola, dei suoi occhi brillanti e della sua risata contagiosa, anche se non lo sapeva ancora. Ma lo sguardo con cui Nate stava guardando fuori dal finestrino le nuvole incombenti che li stavano inghiottendo, gli suggerì che non sarebbe servito a nulla.
- Allora cerca di andare avanti.
La testa di Nate si voltò di scatto verso di lui e lo osservarono in silenzio per qualche istante: era inusuale quel suo essere taciturno e Hugh avrebbe tanto voluto rivederlo sorridere. Prima di appoggiare la testa allo schienale e chiudere gli occhi, gli disse soltanto:
-Ci proverò.

 



29th January 2014



Mia ci mise qualche secondo per mettere a fuoco chi aveva di fronte ed almeno un minuto prima di avere una qualsiasi reazione. Quello non era decisamente il momento adatto per ricevere delle visite e loro non erano assolutamente le persone adatte per mettere piede nell'appartamento di Lexington Street quel pomeriggio.  Lexi sembrava in preda ad un altro dei suoi fin troppo frequenti attacchi di sconforto e quella poteva solo essere la ciliegina sulla torta.
-Ciao Mia!
La voce solare di Ellie non migliorò di molto il marasma di pensieri che infuriava sotto la chioma bionda e blu di Mia, alla disperata ricerca di una soluzione che non prevedesse alcun omicidio prima di cena, dato che affianco alla splendida ragazza di Lewis c'era Sophia, altrimenti detta “Colei Che Non Deve Essere Nominata”. O almeno, Lexi continuava a chiamarla così, benché Mia continuasse a farle notare quanto fosse esagerata ed infantile, ma lei era l'ultima ad avere voce in capitolo.
- Ciao Ellie... Come mai da queste parti?
L'espressione leggermente dispiaciuta sul volto della ragazza fece immediatamente pentire Mia del tono freddo e distaccato che aveva utilizzato, ma non sapeva sul serio più che santi invocare per togliersi da quel pasticcio e sicuramente, di lì a qualche secondo, Lexi sarebbe comparsa con il suo pigiamone della nonna con le mucche disegnate sopra per vedere che fine avesse fatto. Mia pensava già alle possibili vie di fuga per evitare una morte certa. Quella non era assolutamente una bella giornata, che capitava per giunta dopo una settimana altrettanto orribile a causa, nell'ordine: di Lucas, dell'università, dei frequenti mal di testa che la torturavano e di Nate. Al sol pensiero dell'irlandese a Mia venne l'urticaria, dato che aveva improvvisamente smesso di scrivere a Lexi e di chiederle informazioni, segno che si stesse godendo il suo soggiorno negli Stati Uniti o che fosse ricaduto magari in qualche crisi mistica sulle sue possibilità con Lexi. Mentre ancora si stava chiedendo perché non esistessero degli esseri di sesso maschile con ancora un po' di autostima e delle idee chiare in testa, Ellie riprese a parlare un po' più incerta rispetto a prima.
- Per caso vi disturbiamo? Se non è un buon momento, ripassiamo magari un altro giorno...
Proprio quando stava per risponderle che magari non era davvero la giornata adatta, la voce petulante di Lexi arrivò alle sue orecchie, giusto pochi secondi prima che la sua figura goffa e dispersa nel tessuto sformato del pigiama facesse il suo trionfale ingresso nel corridoio d'entrata.
- Mia ma chi...
Le morirono le parole in bocca e il cucchiaio pieno di gelato che aveva appena ingurgitato ricadde sonoramente nella vaschetta che teneva tra le mani.
“Ho il nemico in casa...”.
Fu l'unico pensiero che riuscì a formulare prima di rendersi conto di come non fossero ad armi pari: lei era in pigiama, struccata, con i capelli raccolti in una treccia arruffata e le pantofole con i pinguini ai piedi mentre Sophia indossava un elegante cappotto beige, che arrivava a metà delle lunghe gambe fasciate in una paio di pantaloni neri, come lo stivaletto tacco dieci che aveva ai piedi. A Lexi sembrò di poter vomitare i quintali di gelato che aveva mangiato in quell'ultima settimana tutti sul tappetino con su scritto Welcome, giungendo alla conclusione che mai come in quel momento quella scritta fosse inappropriata.
-Ciao Lexi!
Solo allora si accorse dell'altra ragazza che aspettava fuori dalla porta e ne riconobbe immediatamente il volto elegante e dolce di Ellie, la fidanzata storica di Lewis. Improvvisamente quel tono di voce gentile e quelle due parole le fecero girare la testa, cominciando a rimbombarle nel cervello, neanche avesse un megafono all'interno della scatola cranica. Le aveva già sentite, ma non era possibile perché non aveva mai incontrato quella ragazza prima di quel momento.
“Deve essere qualche effetto collaterale di tutti gli zuccheri che ho mangiato ultimamente”.
-Ehm... Ciao.
Il silenzio imbarazzante che si venne a creare subito dopo fece pentire le due ragazze di essersi recate lì quel pomeriggio. Era stata Sophia stessa a proporlo sperando che magari, sentendo parlare di Nate e di qualcosa che riguardava i ragazzi, Lexi potesse recuperare un piccolo pezzo di memoria, risollevando così la situazione. Ma forse non era stata una grande idea.
Mia si sentì in dovere di salvare la situazione così si mise a fare le presentazioni, neanche fosse Anne Hathaway ne “Il Diavolo Veste Prada”.
- Allora Lexi, come avrai forse capito loro sono Ellie e Sophia e sono qui perché... Perchè...
Non era mai stata brava a raccontare bugie e già il fatto di mentire a Lexi su Nate le stava facendo perdere i capelli, non aveva intenzione di restare calva prima dei settant'anni. Fortunatamente Sophia prese le redini di quella situazione a dir poco difficile: d'altra parte era tutta colpa sua se si era creata.
- Perché ci tenevamo a conoscerti di persona e a ringraziarti per quello che hai fatto.
Lexi si chiese se il sorriso che ricevette alla fine di quella pacata risposta fosse vero e, purtroppo, fu costretta a constatare che era quanto di più autentico avesse visto nell'ultima settimana, sicuramente più della pubblicità per lo sbiancatore di denti che le avevano propinato almeno milioni di volte nelle ore passate ad ubriacarsi di televisione. Forse doveva concedere una possibilità a quella ragazza dai fluenti capelli castani e dalla strabiliante sicurezza in sé stessa. In fin dei conti, escludendo le condizioni disperate in cui versava lei in quel preciso istante, non erano poi così diverse e Lexi non sapeva ancora dire se fosse una cosa positiva o negativa.
- Prego... Venite dentro.
Le fece passare, lasciando che Mia si occupasse degli onori di casa, offrendosi di preparare uno dei suoi strani intrugli con qualche biscotto biologico, mentre lei cercava di rendersi perlomeno presentabile.
Ellie e Sophia si sedettero sul divano arancione, sprofondando come dei grissini nella Nutella, dato che ormai non rimaneva molto delle molle che un tempo sostenevano le sedute. Mia tornò poco dopo con un vassoio di biscottini a forma di albero e spense il televisore perennemente impostato su Mtv o su qualche programma per spose, spostando la poltrona più vicino alle ragazze.
- Abbiamo sbagliato a venire qui??
Il volto preoccupato di Ellie, che si era seduta di fronte a lei, fece sorridere Mia più del dovuto forse perché, per la prima volta da quando Lexi si era svegliata, non si sentiva più sola nel dover affrontare tutta quella situazione e l'intricata rete di bugie che aveva dovuto costruire.
- No, anzi... Vi ringrazio tantissimo per essere qui ragazze.
Tese le orecchie per essere sicura che Lexi fosse ancora chiusa in camera sua impegnata a fare chissà cosa, per poi continuare a dire quei pensieri che ormai la stavano soffocando.
- Io non ce la faccio più, Ellie... Lo dico con il cuore che mi si stringe, ma tutte queste bugie non le riesco più a sopportare... Vi rendete conto che ho dovuto modificare le impostazioni della sua applicazione di Twitter per far sì che non uscissero risultati riguardanti me e Hugh o le foto di Nate che andava a trovarla di continuo??
Le lacrime minacciavano prepotenti di uscire da un momento all'altro, ma Mia sapeva che quel momento di libertà sarebbe durato ancora per poco e che, una volta tornata nella stanza Lexi, la commedia sarebbe dovuta ricominciare. Ma a dire il vero, quella cosa le appariva a tutti gli effetti una tragedia.
- Ora ci siamo noi, Mia. Dico davvero: non dovrai fare più tutto da sola, perché vogliamo aiutarti. Non solo perché non ne possiamo più di vedere Nate come un'ameba che respira solo per inerzia, ma perché è giusto che Lexi abbia la felicità che le spetta... Soprattutto dopo quello che ha fatto.
Sophia sapeva benissimo le reali motivazioni che avevano spinto quella ragazza ai suoi occhi tremendamente coraggiosa a compiere un atto del genere, ma non le interessavano perché voleva che anche Lexi potesse sentirsi come si sentiva lei quando lo sguardo pieno d'amore di Lucas la riscaldava, lo stesso che aveva anche Nate quando la guardava in ospedale.
Quelle parole ebbero immediatamente effetto sull'animo scoraggiato di Mia, che le sorrise dolcemente, ringraziandole entrambe per quell'aiuto provvidenziale, mentre una Lexi ora fasciata in un paio di jeans scuri ed avvolta in un maglione di lana chiara con delle renne verdi intarsiate davanti fece il suo ingresso nel salotto: il viso era leggermente corrucciato e la cosa fece insospettire Mia. Stava meditando qualcosa e non riusciva a carpire di che cosa si trattasse, ma non dovette aspettare molto perché appena Lexi si fu seduta sul tappeto, nell'angolo tra la poltrona e il divano, cominciò a parlare con voce bassa, come se non fosse convinta nemmeno lei di quello che stava per dire, mentre si torturava le mani, che ben presto divennero tutte rosse.
- Credo che sia giusto che lo sappiate...
“Devo dirlo... Non ha importanza se questa sarà l'unica volta in cui vedrò queste ragazze o se diventeranno le mie migliori amiche: io devo dirlo, altrimenti imploderò a breve...”.
- Soprattutto tu, Sophia... Io ho fatto quello che ho fatto perché sono innamorata di Lucas. Non nel senso che mi piace da un po', nel senso che ne sono perdutamente innamorata da quando avevo undici anni e non ho mai sentito per nessun altro quello che provo per lui... Ma lui è felicemente fidanzato con te ed ora so che è la cosa migliore che potesse capitargli.
Alzò lo sguardo e tutto ciò che vide furono tre ragazze che sarebbero potute essere le sue coinquiline decisamente scioccate dalle sue parole: come diavolo era arrivata a quel punto non lo sapeva nemmeno lei. Quando aveva visto il sorriso sincero di Sophia era stato come se qualcosa dentro di lei si fosse acceso, come se le si dovesse aprire la cartella di un qualche ricordo correlato nella testa, ma nulla fosse accaduto. Magari era solo stanchezza, ma davanti allo specchio di camera sua si era chiesta se valesse la pena continuare a vivere come aveva fatto fino a quel giorno, sprecando il suo tempo ed i suoi sentimenti per un ragazzo che evidentemente aveva trovato la sua anima gemella, rischiando di non trovare mai la metà della mela che spettava a lei. Aveva passato così tanto tempo a dire di essere innamorata di Lucas che affermare ad alta voce come fosse arrivato il momento di chiudere tutto le fece uno strano effetto: si sentiva stranamente più leggera, con un'enorme zavorra in meno ad appesantirle le spalle. Al contrario, il silenzio che era calato nel salotto del suo appartamento le parve fatto di piombo tanto era massiccio e palpabile, così decise di essere lei a romperlo con una palla da demolizione, nemmeno fosse stata Miley Cyrus.
“Okay, forse il paragone non è dei migliori, ma il concetto è quello... Ehi, ma da quand'è che parlo da sola io??”.
- Ragazze vi prego: respirate, perché io il massaggio cardiaco non lo so fare. L'ultima volta che c'ho provato con un manichino, l'infermiere mi ha detto che sarebbe morto ventisette volte in tutto il tempo che c'avevo messo io per schiacciargli le costole... Ma dico io: mica sono l'incredibile Hulk! Non trituro gabbie toraciche per professione... Sentì la risata lieve ed allegra di Ellie riempire la stanza, accompagnata da quella delle altre due, risollevando in un attimo l'atmosfera che si era creata.
- Anche a me hanno detto la stessa identica cosa! Anzi, con me han tenuto a precisare che avrebbe fatto a tempo anche a prendersi un cappuccino con un muffin, mentre io cercavo il punto giusto dove mettere le mani. Ma scusa: se poi magari non premo nel punto giusto?! Rischio che mi sputi fuori l'intestino!
- Ma che schifo El!
- Oddio che impressione!!
- Non fare quella faccia Mia! E comunque è la stessa cosa che ho pensato io quando l'ho fatto! Cosa avrei fatto se mi fossi trovata tra le mani le budella di un tipo, come la Young su quell'episodio di Gray's Anatomy?!
Fu in quel momento che Sophia si illuminò di scatto, rispondendo pronta.
- Anche tu l'hai vista?! Io ti giuro che me la ricordo ancora e sono passati secoli da quando l'hanno mandata in onda...
Fu così che quattro ragazze che avevano intrapreso quattro strade completamente diverse nella loro vita si ritrovarono a scontrarsi con interessi in comune, esperienze condivise ed una serie notevole di risate contagiose che sembravano non essere destinate a finire: Lexi avrebbe descritto così quella situazione. Ellie e Sophia erano lì da quasi due ore quando Lexi si accorse che, per la prima volta da quando aveva memoria, aveva parlato per così tanto tempo con delle ragazze che non fossero Mia, trovandosi anche estremamente a suo agio: erano speciali e si sentiva fortunata per averle incontrate. Il come fosse accaduto sarebbe stata una strabiliante storia che forse avrebbero raccontato ai loro nipotini in un altrettanto freddo pomeriggio di fine gennaio, tra diversi decenni. Era come se in quel momento Lexi stesse capendo finalmente che cosa fosse sempre mancato nella sua vita: la felicità. Aveva visto quella degli altri, era qualche volta stata contenta per sé stessa, aveva forse anche sorriso in maniera sincera quando aveva visto i The Rush a qualche concerto, ma non era mai stata davvero felice. Le sembrò che quei ventidue anni di vita le fossero irrimediabilmente scivolati via dalle mani, come l'acqua di un ruscello sulle rocce lisce su cui scorreva senza lasciare segno apparente, quando in realtà le stava corrodendo e ne stava cambiando le forme per sempre: lei era stata uno di quei massi che avevano subito passivamente tutto ciò che la vita voleva fare di lei, ma era giunto il momento di cominciare a vivere quell'esistenza invece di osservarla da lontano.
- Bene ragazze, mi dispiace fare la guastafeste, ma è tardissimo ed io sta sera ho una cena in centro con mia sorella ed il suo nuovo fidanzato... Una gioia, davvero. Ma i miei doveri da sorella minore me lo impongono.
- Se ti può consolare Sophia, io non ho mai avuto una sorella maggiore, ma un fratello sì e credimi: è tutto fuorché una passeggiata di salute!
- Che peraltro è pure il fidanzato della tua migliore amica! Povera Lexi-Lex!
Di nuovo, quel pomeriggio, Lexi sentì la testa cominciare a girare e tutto farsi nero. Sembrava che un blackout le avesse tolto qualsiasi capacità di pensare o agire e che un tunnel l'avesse inghiottita. Durò solo qualche secondo quella sensazione eppure era certa che quelle parole lei le avesse già sentite pronunciate da una voce che non fosse stata quella di David o di Mia. Doveva chiamare il Dottor Lawson e capire che cosa diamine le stesse succedendo.
- Lexi va tutto bene??
Il volto preoccupato della sua migliore amica riapparve leggermente sfocato davanti ai suoi occhi e le ci volle tutta la sua buona volontà per non vomitare in quel preciso istante.
- Sì, sì... Sono solo stanca, scusatemi... Ma non è nulla, tranquille.
- Facciamo così: noi adesso ti lasciamo riposare e magari ci sentiamo tra qualche giorno così possiamo vederci di nuovo, che ne dici?
- Credo che sia perfetto Ellie... A presto ragazze e... Beh, grazie per essere venute.
- Era il minimo che potessimo fare.
Sophia le sorrise sincera e Lexi non poté far altro che ricambiare altrettanto spontaneamente.
Dopo essere uscite dall'appartamento di Lexington Street, Ellie e Sophia ebbero la sensazione di aver fatto la cosa giusta che i ragazzi fossero d'accordo o meno: anche se Lexi non avesse mai ricordato che cos'era successo durante quegli ultimi cinque mesi, doveva comunque entrare a fare parte delle loro vite, specialmente di quella di Nate.
Lexi era in camera sua, al buio da circa due ore, dopo che le ragazze se ne erano andate vie, e solo allora si decise a prendere in mano il telefono e comporre il numero del Dottor Lawson: era stato lui a dirle di chiamarla in qualsiasi momento per qualsiasi cosa, forse per merito anche dell'aura di sacralità che sembrava circondarla solo per aver salvato la vita a delle celebrità. Rise di quell'amara constatazione e si chiese se si dovessero sentire così Nate, Hugh, Lewis, Zach e Lucas ogni qualvolta qualcuno li avvicinasse. Rispose dopo cinque squilli e Lexi ebbe subito la certezza che il dottore fosse stato impegnato in qualche attività a dir poco faticosa per aver quel genere di fiatone, poi guardò l'ora sulla sveglia a forma di kebab e si rese conto che erano le dieci di sera: si disse che non era il caso di porsi tante domande su che cosa stesse realmente facendo, altrimenti non avrebbe più dormito la notte. Sentì il rumore di una porta che si chiudeva alle spalle del dottore, il fruscio di una vestaglia in seta che veniva indossata e delle cicale lontane che frinivano.
“Da quando in qua il mio udito è così tanto sviluppato?? Che il colpo alla testa abbia liberato il miei super poteri ed ora mi stia tramutando in WonderWoman??”.
La voce leggermente meno affannata del dottore, ma comunque troppo stridula per un uomo della sua età, la riscosse dalla stupidità dei suoi pensieri.
-Pronto, chi è?
-Buonasera Dottore, sono Lexi... Lexi Golder...
-Oh... Oh! Sì! Ciao Lexi... E' successo qualcosa? Stai bene??
-Sì, cioè, non lo so...
Ora che doveva spiegare a voce che cosa le stesse succedendo non riusciva a trovare non solo le parole ma nemmeno le sensazioni che aveva provato in quei momenti. Forse aveva sbagliato a disturbarlo.
-Lexi tranquilla: dimmi solo che succede... Hai problemi fisici o ti senti strana... Cosa?
“Mi sento strana? Come faccio a rispondere a questa domanda se non sono mai stata normale? Al massimo posso dirgli se mi sento più strana del solito... E' come chiedere a Cupido se si sente innamorato: lui al massimo potrà dirti se è più innamorato.... Ma che problemi ho???”.
-Lexi tutto bene??
-Sì... Insomma, negli ultimi giorni mi è capitato di avere come dei blackout... Tutto si faceva nero e mi sembrava di aver già rivissuto quella sensazione e magari di aver già sentito certe parole... Boh.. Sto per caso impazzendo??
Il dottor Andy Lawson non poté fare a meno di sorridere a quella domanda: forse le speranze non erano proprio così perse, magari qualcosa Lexi si sarebbe potuta ricordare di quel coma anche se non ne vedeva l'utilità. Eppure, se la sua mente stava facendo tutta quella fatica per rimettere assieme i pezzi, doveva esserci una motivazione importante sotto.
-Puoi stare tranquilla Lexi... Alle volta capita alle persone che sono state per così tanto tempo in coma vigile di avere qualche flashback di quel periodo. Ma non è nulla di cui preoccuparsi. In caso diventassero più insistenti, nei prossimi giorni mi richiami e facciamo un elettroencefalogramma per controllare che tutto sia apposto e che magari tu non abbia bisogno di qualche seduta con lo psicologo per aiutare questi ricordi a tornare a galla... Ma per il momento puoi dormire sonni tranquilli.
Forse non era proprio la risposta che sperava, ma per il momento si dovette accontentare di quella e fare buon viso a cattivo gioco.
-Va bene... Allora ci sentiamo dottore... E scusi per il disturbo.
-Chiamami pure Andy e dammi del tu, per favore... Ad ogni modo buonanotte e a presto!
Lexi si ributto sul letto morbido, domandandosi che cosa sperava di ottenere davvero con quella chiamata.
“Su internet dicevano che quasi tutti quelli che stanno in coma vigile per qualche periodo poi si ricordano praticamente tutto quello che è successo... Ma perché allora io no?? E perché nessuno cerca di farmelo tornare in mente? Di solito i parenti dei tipi senza memoria non vanno da loro con quintali di album fotografici, cd pieni di canzoni significative e giornali di gossip?? Perché con me nessuno ci prova? Pure Mia fa finta che quei cinque mesi non siano mai trascorsi... L'ultima volta che le ho chiesto che cosa avesse fatto in tutto quel tempo senza di me, per poco non soffocava nel disperato tentativo di trovare una risposta... Non è mai stata capace di dire bugie. E pure mia mamma non è da meno: da quando in qua il buco di negozio che gestisce è diventato uno dei luoghi sacri della moda londinese solo perché era in qualche modo legato a me?? Mah... Mi stanno sicuramente nascondendo qualcosa e vorrei tanto sapere cosa... Poi, obbiettivamente parlando, mi sembra parecchio strano che i ragazzi non si siano mai fatti vivi in tutti questi mesi... Insomma: non li conoscerò tutti di persona, però credo che più di qualche visita me l'abbiano fatta e non solo quella con le telecamere che ho visto di nascosto da Mia l'altro giorno... Che poi: perché diamine nascondermi una cosa del genere?! Devo capirci di più... A dire il vero vorrei solo ricordare, anche se ora come ora è più importante cercare di vivere la mia vita davvero... Non l'ho mai fatto.”
La testa di Lexi era a tal punto piena di pensieri e di mal di testa per quelli che decise di etichettare come “flashback” che si assopì ancora con il telefono in mano, cercando di trovare un modo per riprendersi non solo i suoi ricordi, ma anche la sua vita, ignara che qualcuno, dall'altra parte dell'Oceano, stesse invece smettendo di lottare per la sua felicità.





Hi sweethearts!!!
Primo: grazie per la pazienza che avete nell'aspettare gli aggiornamenti. Motivo per cui d'ora in poi posterò capitoli un pochino più lunghi per dare un po' di soddisfazione a tutti **
Ad ogni modo, arriviamo alla storia: Mia sta mostrando una pazienza da santa e Lexi sembra essere in preda a sbalzi d'umore peggiori di quelli di una donna incinta ^^ La comparsa di Ellie e Sophia è stata qualcosa su cui ho ragionato molto, soprattutto circa il fatto se fosse plausibile o meno... Ma in fin dei conti, loro due ragazze d'oro e credo che Lexi abbia bisogno di ripartire dalle cose più basilari (come delle sane amicizie) per ricominciare a vivere.
Per quanto riguarda i Nexi... Questi hanno delle tempistiche che fanno pena, davvero^^
Grazie mille per le vostre splendide recensioni.
Lots Of Love xx
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_Daniels