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Autore: Robin Stylinson    23/05/2017    0 recensioni
«Sei un'incendiaria, Allen. Ed io il tuo protettore.»
Il Demonium era segnato dalla "Diciannovesima" profezia. Tutto era nelle mie mani e avrei fatto il possibile per salvarmi da Enkeli ma soprattutto da Harry perché quando ti innamori di qualcosa di cui hai paura, capisci che niente e nessuno potrà salvarti all'infuori di te stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi strofinai gli occhi e mi girai sul fianco destro.
Poi sul sinistro.
Poi ancora sul fianco opposto.
Mi misi supina e mugugnando aprii gli occhi. L’ultimo ricordo che avevo era della foresta, di qualcosa che mi aveva provocato un gran terrore facendo rumore dietro di me. Ora mi trovavo sul letto, sopra le coperte. Mi misi seduta e cercai di inquadrare la situazione.
Il sole era già alto nel cielo e filtrava attraverso la finestra creando un gran disturbo. Mi alzai e mi diressi verso la porta. La aprii senza tanti pensieri e mi ritrovai davanti Louis.
«Tutto bene?»
«Certo.» Non mi aspettavo quel ragazzo biondiccio davanti alla porta. Mi prese alla sprovvista e cercai di apparire il più naturale possibile. Lui ricambiò la mia risposta con un sorriso e con delicatezza rischiusi la porta. Proprio davanti alla sua faccia.
Ero confusa, perché era fuori dalla mia camera? Era come se avesse saputo che di lì a pochi secondi sarei uscita. Mi soffermai a riflettere su quella domanda quando, nemmeno dopo un secondo, sentii una voce alle mie spalle.
«Sicura che stai bene?»Mi girai verso la finestra e lo vidi. Era proprio dietro il letto.
«Come hai fatto ad entrare Louis?» Come era possibile? Un attimo prima era fuori, dietro la porta. La cosa era inquietante. Lui non rispose e come prima sorrise senza fare nulla.
In preda all’agitazione mi fiondai fuori dalla camera per poi correre giù dalle scale. Arrivai in cucina con il cuore in gola che batteva a mille. Eileen era al lavello che stava trafficando con qualcosa di vetro, probabilmente dei bicchieri. Seduto al tavolo che mi dava le spalle c’era una figura del tutto familiare.
«Allora?» Si girò e mi puntò uno sguardo fisso su di me. Louis.
Sgranai gli occhi. Una folata di vento proveniente da un angolo cieco della casa senza finestre mi fece venire un brivido lungo la schiena.
Il cuore smise di battere e mi si congelò il sangue.
Sbiancai.
Inizia a indietreggiare lentamente per tenerlo d’occhio. Facevo un piccolo passo alla volta. Tutto sembrò fermarsi, senza nessun rumore.
Feci un altro passo e sbattei contro qualcosa. O contro qualcuno. L’idea di girarmi e trovarmi Louis mi terrorizzava. Deglutii rumorosamente e lentamente mi girai.
«Harry!» Lo abbracciai. Ero sollevata.
«Cosa stai facendo?» Chiese lui quasi sconvolto. Mi staccai da lui, paonazza, e scossi la testa.
«No, niente. È solo che…»
«Non lo voglio sapere.» Disse frettolosamente gettando un’occhiata sfuggente al mio braccio. Sgattaiolò via, si sedette sulla prima sedia che trovò e iniziò a tamburellare con le dita sul tavolo. «Devi smetterla di farti del male.» Si rivolse a me.
«Scusa?»
«Sei troppo irrequieta.» Disse Harry volgendo uno sguardo all’amico biondino. Lui di tutta risposta si limitò a sorridere, come stava facendo da tutta la mattina.
La mia mente era come offuscata dalle strane situazioni che stavano succedendo. Mi avvicinai alla mia amica che era rimasta, sempre impassibile, davanti al lavandino. Notai che aveva portato le braccia con le mani ancora gocciolanti d’acqua lungo i fianchi. Aggrottai la fronte e le sfiorai la pelle.
Era bollente.
Eileen girò il viso verso di me con la bocca socchiusa. Non feci in tempo a dire il suo nome che la vidi stesa a terra.
Era svenuta.
Caddi ai suoi piedi in preda all’agitazione, sembrava morta. Mi sentii strattonare per un braccio e una mano calda mi tirò su a forza. Avevo la gola secca e le labbra aride.
«Vai fuori. Ora.» era la voce di Harry che mi chiedeva di andarmene. «Esci di casa.» ordinò nuovamente lui.
Era accasciato a terra con la testa della sorella tra le mani che mi guardava. Eileen aveva un colorito roseo, nonostante fosse crollata come quando i bicchieri di cristallo vanno in mille pezzi. La pelle del viso era distesa, assomigliava a una bambola di porcellana. Era serena.
Mi guardai intorno e Louis era rimasto seduto esattamente nel suo posto senza muovere un muscolo. Lo fissai per un secondo e lui inclinò la desta da un lato, in stato confusionale. Vedevo il suo sguardo appannato e sbiadito.
«Apri quella maledetta porta e vattene.» mi urlò Harry richiamandomi alla situazione. «È il momento.»
«Il momento? Qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo?»
«Sei destinata.» A quelle parole mi morsi le labbra per non rispondere. I suoi occhi si fecero brillanti ed Eileen si riprese.
Il fratello le bisbigliò qualcosa all’orecchio, lei annuì e gli avvolse le braccia intorno al collo. Harry si alzò con la sorella in grembo e si diresse verso le scale.
 
  
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