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Autore: SickDian    24/05/2017    0 recensioni
Un viaggio nelle terre più fredde e selvagge di Runeterra, dove una giovane straniera è alla ricerca e chiarezza di se stessa ed il suo ruolo, vivendo personalmente gli eventi di quel luogo, martoriato da una guerra tra tribù che non sembra mai finire e la pace è diventata un miraggio. Questa è la storia di Diana, l'Aspetto della Luna, che forse potrà trovare risposte per le sue domande, è la storia della guerra tra Ashe e Sejuani, con i loro ideali, tanto opposti da trovare impossibile un accordo, è la storia di un popolo che desidera ritornare grande.
Questo è il Frejlord.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ashe, Diana, Lissandra, Sejuani, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono vari giorni durante il viaggio che li conduceva verso la capitale del regno e ormai le ferite della Lunari si erano del tutto rimarginate, con pochi segni a malapena visibili. Si era rimessa l'armatura, unico suo abbigliamento, e teneva stretta a se la grande falce, sempre pronta ad utilizzarla nel caso ci fossero degli attacchi.

< Dunque. > Apre la discussione il giovane Lars, mentre viaggiano ancora col carro trainato dai cavalli guidati dallo zio. < Da dove provieni, Diana? > Chiede alla ragazza, poiché è sempre rimasto incuriosito dal suo aspetto, lei però gli da una risposta molto secca. < Da una catena montuosa. > Lars ride leggermente al sentire un informazione vaga. < Il Frejlord è pieno di montagne, potresti essere più precisa? > Lei fa un sospiro e scuote la testa. < Provengo al di fuori di questa regione, da molto lontano. > A questa ennesima risposta davvero vaga per il povero ragazzo, quello si gratta soltanto la testa, sempre più confuso. < Pensavo che fossi di qui. Non sei una Figlia del Gelo? > A questa domanda, per lei bizzarra, Diana alza un sopracciglio. < Cosa sarei? > < Un essere da straordinari poteri ed immortale. Alcuni di loro hanno una pelle più pallida ed i capelli bianchi come la neve. > Spiega Deklan, lo zio, e il giovane si gira verso di lui. < Dunque avevo ragione. > commentò il ragazzo < No, ti ricordo che controllano il ghiaccio, non del fuoco bianco. > replicò lo zio. A questa frase la lunari si fa più confusa. Lo zio le lancia un'occhiata, cogliendo la sua espressione. < Mio nipote ti ha descritto così: "era come una cometa luminosa che lanciava dei grandi fuochi bianchi per colpire i propri nemici". > Dopo aver sentito questo, Diana guarda Lars, che distoglie lo sguardo da lei e fischietta per nascondere l'imbarazzo.

Erano passate alcune ore; ormai il loro cammino stava per concludersi. Il gruppo venne rallentato però da un'improvviso problema col carro. La ruota si era rotta e persero molto tempo per intagliarne una nuova. Ma sopratutto, avevano bisogno di legna.

La Lunari si diresse verso il vicino bosco per cercarne un po', e man mano che si addentrava sempre di più, sentiva sempre più forte di una presenza a lei sconosciuta, diversa da quella dei mostri che popolavano le zone del Targon. Questa addirittura sembrava amichevole, ma non riusciva a capire da dove provenisse.

Poi sentì il verso di un falco, volato proprio sopra la sua testa; Diana non ci fece caso, e diede più importanza al lupo che le si trovò davanti, ringhiando alla donna e pronto ad attaccarla. Diana sentiva il pericolo; non poteva evitarlo e doveva scegliere tra la sua vita o quella del lupo.

Estrasse l'arma causando la reazione dell'animale; che diventò più aggressivo, forse cosciente di cosa fosse quell'oggetto. Diana poggiò la punta della falce a terra e fece per scattare verso il lupo e ucciderlo con un colpo, quando sentì un sibilo vicino a lei. Giratasi verso il suono, vide una freccia sfiorarle il petto e cadere nella neve.

< Sarebbe meglio che tu te ne andassi > consigliò una voce femminile, dal tono leggero ed elegante seppur minaccioso. In mezzo agli alberi comparve una figura snella, che si avvicinava pian piano alla donna, con in mano un arco azzurro e cristallino, puntando un'altra freccia già pronta verso Diana. Le vesti che indossava erano leggere esclusi gli spallacci, ed erano neri con decorazioni dorate. < La prossima volta non mancherò. >
La Lunari fece un lieve sospiro e tentò almeno di far ragionare colei che si era avvicinata. < Non ho intenzioni ostili > affermò, evidentemente non risultando abbastanza convincente, mentre l'altra donna tendeva di più la corda dell'arco e socchiudeva gli occhi, studiando il bersaglio. < Lui sostiene il contrario. > Indicando con un cenno della testa al lupo, sempre pronto ad assalire la donna che ha davanti. Quindi, vedendo che la situazione non stia migliorando, non può far altro che combattere, da un veloce sguardo all'animale, per poi poggiare i suoi occhi argentei verso la ragazza, esala un respiro e si lancia ad attaccare l'arciere, aiutata dal rapido scatto e lasciando di spiazzo i due, tanto che la freccia che viene scoccata è imprecisa e particolarmente lenta, facile da respingere con un colpo di lama ed è anche facile per come riesce a far cadere la tiratrice per terra, con solo l'arco cristallino ad impedire che la falce le dia il colpo di grazia. Ha ottimi riflessi, non c'è che dire.

< Arrenditi. > Consiglia l'Aspetto, visto come riesce a sopraffare in forza la giovane, con la punta dell'arma sempre più vicina al suo volto. < Giammai! > Risponde e in qualche modo sfrutta le gambe per farle perdere equilibrio, ribaltando la situazione. Con la ragazza incappucciata a posare il suo arco sul collo della Lunari e allontanare la falce dalla sua mano con un lieve calcio, sorridendo soddisfatta alla fine. < Dicevi? > Domanda in maniera retorica e ironica verso Diana, ma non dandoci importanza con il suo volto sempre inespressivo a cercare un modo per togliersela di dosso. Intanto il lupo si avvicina passo dopo passo, senza intervenire, visto che gli è stato ordinato alla ragazza con un cenno della testa a non farlo. La donna però le viene un metodo per liberarsi e concentrando il suo potere sui palmi delle mani, annulla la gravità intorno a se e fa dunque sobbalzare via la ragazza. Si alza velocemente e cerca di riprendere l'arma, con il lupo che intende opporsi, ma non è un problema per lei. Attiva uno scudo e tre sfere intorno a se che vanno a dirigersi verso l'animale e neutralizzarlo, senza però ucciderlo, rimarrà soltanto incosciente per un bel po'.

Presa la falce, veloce come una saetta si dirige verso la ragazza che è a terra e le punta la lama contro, fermandosi a pochi centimetri dal suo volto. Lei non sembra voler reagire, guardando soltanto Diana, un faccia a faccia che fa confondere la targoniana di quello sguardo che le regala. Sta sorridendo, nonostante il pericolo apparente. < Non hai paura di morire? > Le chiede, volendo capire il perché di quell'allungamento delle labbra. < E tu non ne hai? > Risponde una domanda con un altro quesito, che fa sempre più confondere la Lunari, trovando strano il suo atteggiamento. < Ma io non sto per morire. > E a quella affermazione, osserva la ragazza scuotere la testa.< Non intendevo quello. > Dunque con i suoi occhi azzurri che si concentrano verso quelli argentei della straniera, spiega. < Hai il timore di uccidere? Non è così? > Alza un braccio e con l'indice tocca la punta dell'arma. < La tua mano trema, segno di esitazione, i tuoi occhi sono lucidi, quasi vogliono piangere, e tutto il tuo volto sembra esprimere pietà. > A questa affermazione fa un passo indietro, quasi sconcertata di come sia riuscita a comprendere come si sentiva in quel momento. < ...come? > < Spesso ho visto gente nella tua stessa posizione, ormai mi è facile riconoscere le espressioni. >

C'è un silenzio che segue, che dura pochi istanti, con l'arciera ad allungare di nuovo il braccio, dopo che la donna ha ritirato l'arma e piantata per terra. < Mi aiuti a rialzarmi? > Chiede questo piccolo favore, come se prima non fosse successo nulla. Lei non sa però se fidarsi, potrebbe benissimo essere una trappola per ucciderla, ma vedendo che non voglia ingannarla forse...l'aiuta a rialzarsi, porgendole di conseguenza la mani. < Grazie mille e...scusa per prima. > Pone le mani dietro la schiena e, sempre sorridente, fa un occhiolino alla targoniana. < Volevo solo metterti alla prova. > E dopo si gira, voltandole le spalle, andando a riprendersi l'arco e in seguito, controllare se il lupo stia bene. < Una...prova? > La sta sorprendendo sempre di più il carattere di questa strana giovane e in parte, anche infuriare. < Sì, volevo provare che tipo di persona eri appena ti ho vista girovagare. > < Quindi per semplice curiosità... > < Esatto. > E a questa conferma, la Lunari inizia ad infuriarsi, trovando stupido ed infantile ciò che voleva fare. < Hai rischiato la tua vita solo per questo? > < Sì, basta avere fiducia nelle persone. > Le risponde ancora, mentre accarezza l'animale ferito e incosciente che pian piano si sta riprendendo.

Diana però non riesce a calmarsi e quella frase non può accettarla, per lei è soltanto una. < Sciocca illusa. > L'accusa in questo modo e l'arciera si volta avendola sentita, ma non pare offesa, le dona sempre quel sorriso che inizia a darle fastidio. < Forse lo sono, ma...credo sia giusto dare una possibilità agli altri. > E distoglie lo sguardo che ritorna verso il lupo che si sta risvegliando. < Anche se ti hanno fatto dei torti. > Conclude quella frase, con la Lunari a considerare tutto ciò come un'ipocrisia ma considera sia meglio calmarsi e non prendersela con qualcuno che la pensa diversamente, sennò sarebbe come gli anziani. Sbuffa e si avvicina, controllando di non aver esagerato contro l'animale e in effetti non è così, le ferite inferte sono leggere e lui si alza senza problemi. < Adesso fai il bravo e non mostrati ostile a... > Si gira verso la Lunari per chiederle nome. < Diana. > Che già l'anticipa alla richiesta. < Ecco, alla nostra amica Diana. > Da una carezza al capo del lupo che fa un cenno come se avesse capito. < Ora vai, qualcuno di sicuro ti sta aspettando. > Detto questo, il lupo si allontana dalle due per dirigersi verso la propria tana. < E' buono infondo, ma in quanto ad accoglienze non è un granché. > Dice mentre lo saluta con un cenno del braccio e si rigira verso Diana, ponendo una mano chiusa nel petto e si china. < Mi presento, sono Ashe, piacere di conoscerti Diana, devo dire che è un bel nome. > Lei non reagisce in alcuna maniera, aggrottando semplicemente la fronte. Ma non l'aveva già sentito questo nome?

Ashe, da un'occhiata al cielo per poi ritornare all'ennesima volta verso il volto della donna. < Penso debba ritirarmi anch'io, si è fatto un po' tardi. > Posa il suo arco dietro la schiena, fa un solenne inchino e le volta le spalle, iniziando a correre mentre agita la mano per salutarla. Esclama come ultima cosa prima di scomparire dalla sua vista, che agita debolmente la mano e fa un sospiro, grattandosi la testa. < Ne succedono di cose assurde. > E anche lei, come l'arciera, controlla il cielo per capirne l'ora. < E' passato un bel po'...meglio ritornare. > Commenta fra se e se ed inizia ad incamminarsi fino a quando non rivede il carro, con una ruota tutta nuova.

< Dove diamine eri? > Chiede Lars con tono rimproveratorio ma è una domanda a vuoto visto che Diana lo ignorerà completamente per salire sopra il mezzo, volendo arrivare in città desiderosa di sapere com'è.

Ormai per Rakelstake manca poco.

   
 
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