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Autore: Pinca    24/05/2017    2 recensioni
-Sai Ari....- oramai l'attenzione, nonostante il nuovo arrivato, era completamente catalizzata sul rosso che sembrava finalmente tornato serio, ma un sorrisetto lo tradì.
-In vita mia credo di non averti mai voluto così tanto...-
Oramai Boris e Sergey lo fissavano increduli con gli occhi sgranati. Kai si sentì come investito da una doccia fredda.
-...ma così tanto bene come in questo momento.-
La cosa bella era che era stato talmente convincente che Ariel stessa non riuscì a pensare che la stesse prendendo per il culo perché, in effetti, era stato sincero. Per la prima volta da quando Yuri la conosceva, Ariel Mayer aveva fatto, anche se inconsapevolmente, qualcosa per il suo personale piacere: rendere Kai Hiwatari vulnerabile.
Kai si portò una mano alla fronte massaggiandola compulsivamente, gli altri due erano rimasti a bocca aperta, forse troppo sconvolti e preoccupati.
-Si può sapere chi cazzo è che l'ha rotto?- chiese brusca Ari completamente disgustata e seccata dalle buffonate del capitano. Cielo, Yuri era un sentimentalotto, era vero ma non in modo così ripugnante!
-Fino a ieri sera funzionava normalmente!- continuò nervosamente pretendendo una risposta da Sergey e Boris.
-Non ne ho la minima idea!- biascicò Sergey. -Stamattina sembrava normale....-
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Return of revange'
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35 Ecco qui il secondo capitolo dal mio graaaande ritorno! Non ci speravate vero? E invece ho quasi finito anche il prossimo e sono a lavoro su quello successivo ancora. Ma non cantiamo vittoria, sono solo all'inizio e verranno capitoli difficili da gestire.
In questo capitolo c'è un gran casino, forse non sono più abituata a gestire così tanti personaggi contemporaneamente nella stessa scena. Penso che sembrerà un'accozzaglia di gente sempre in contrasto, ma come usa dire "l'ammoreeee vince sempre!" XD  
Ok, forse è anche un po' lunghetto (tipo 15 pagine di word e quasi 8000 parole) e spero che non vi scoraggi. Giuro inoltre che proverò a fare capitoli meno pesanti e più divertenti, perché ci vorranno per smorzare i toni che prenderà la storia più avanti.  
Ora buona lettura a tutti (ma a tutti chi scusa? NdKai)(mi mancavano i tuoi interventi! Ndme)  
Per chi è nuovo, questa storia fa parte di una serie, quindi è meglio recuperare anche "return of revange" e poi questa.  
Ciao a tutti, belli e brutti!  
 
 
35° Perchè Ari non può dire di no a me!
 
 
Kai la guardava severo. Stava seduto sul proprio letto con le braccia conserte, estremamente contrariato e infastidito già solo per la vista della ragazza che aveva davanti.
-Mi stai seriamente chiedendo di rinunciare ad affrontare Takao quest'anno per un ipotetico pericolo?- le chiese velenoso.  
-Sarebbe più sicuro, sì.- confermò Ariel senza scomporsi.  
Kai scattò in piedi e la fronteggiò sempre più irritato, puntando il suo sguardo di fuoco in quello di lei totalmente indifferente. -Piuttosto non partecipo proprio, che senso avrebbe? Non me ne frega niente del campionato!-
-Puoi sfidare Takao quando ti pare,- soffiò irritata lei, sostenendo con forza il suo sguardo -ma non mettere in pericolo te e gli altri per i tuoi soliti capricci!-  
Per un attimo lui parve punto da quest'ultimo commento, infatti le diede le spalle di scatto e si andò ad appoggiare con la palla alla parete vicino alla finestra, cercando di sbollire la rabbia e la frustrazione osservando il paesaggio placido fuori. Alla fine a lui in tutta sincerità poco gli importava di sfidare Takao in un campionato o fuori, ma era una questione di principio.  
-Ti avevo chiesto di fare squadra con me per questo!- ribadì con voce chiara e limpida che vibrò nel silenzio della stanza.  
-Lo so.-
-E ora mi chiedi di rinunciare.-  
Ariel dovette sforzarsi molto per mantenere la calma. Prese un profondo respiro. Se c'era una cosa che proprio non tollerava di Kai erano proprio i suoi capricci, perché questo erano! Il suo era lo sfizio si far penare dicendo no per il puro gusto di mantenere la sua posizione. Lo sapeva benissimo e lo fiutava subito quando faceva così, anche se lui faceva il serio e il sostenuto. Certo era che non si sarebbe messa a pregarlo ne a chiedere per favore. No, assolutamente! L'unico modo che conosceva lei per far smettere i bambini di fare i capricci era uno solo: punirli e impartirgli la lezione. L'altronde lei non aveva certo avuto altri esempi durante la sua infanzia, per questo il comportamento di Kai per lei era un inconcepibile e inaccettabile lusso che solo il signorino poteva permettersi.  
E più lui faceva così e più lei aveva voglia di punirlo nei peggiori modi. Era proprio una questione di incompatibilità.  
-L'hai finita?- gli chiese secca a quel punto, passando il peso da un piede all'altro, ancora con le braccia incrociate sul petto, tamburellando le dita sul braccio. Lo scrutava torva, Kai sentiva i suoi occhi premere dietro la nuca e le spalle. Per un attimo ponderò se mollare la presa oppure no. Ovviamente, no!
-O devo illustrarti di nuovo il quadro della situazione?-
-E Yuri lo sa?-  
-Oh, ma zitto!- lo stroncò lei spazientita. -Non tirare fuori discorsi inutili. Il punto è che ti da fastidio l'idea che non si faccia più come volevi tu. Già me lo immagino quel piccolo tarlo che ti tortura il cervello senza sosta! E la cosa peggiore e che ti infastidisce ancora di più è che sei pienamente consapevole che stai tenendo il punto su una stronzata quando sai benissimo che ci sono cose più importanti!-  
Kai si sentì bruciare. Stava incenerendo l'albero aldilà della lastra di vetro della finestra con lo sguardo, rifiutandosi categoricamente di voltarsi verso la ragazza e darle la soddisfazione di averci azzeccato in pieno. Perché aveva maledettamente ragione e questo, se possibile, lo infastidì ancora di più. Sapeva che era importante tornare con i Bladebreakers, ed era anche vero che provava un fastidio inconcepibile per il fatto che  tempo prima aveva chiesto a lei di fare squadra con lui e non se ne poteva fare più niente.  
-Quindi cerca di superarla!-  
A quelle parole Kai scattò di colpo verso di lei minaccioso. -Non parlarmi così!-
-Ti assicuro che preferirei massacrati di botte piuttosto che sprecare fiato!- sibilò lei sciogliendo le braccia lungo i fianchi e stringendo i pugni oramai fremente di rabbia. -E ti assicuro...- continuò afferrando la sua giacca in malo modo –...che questo tuo atteggiamento mi da sui nervi da impazzire! È meglio che me ne vado! Se non ti sgommo a sangue adesso, questa è la volta buona che mi esplode il cervello!-  
Detto questo si voltò, aprì la porta della sua stanza e se ne andò sbattendola come una furia.
Kai rimase lì immobile a fissare avvilito il punto in cui era scomparsa, in silenzio, improvvisamente vinto da un profondo senso di sconforto.
Quella era la discussione più lunga che aveva avuto con lei praticamente da un mese a questa parte. Non che prima si facessero chissà che chiacchierate, ma quel minimo, quegli sguardi complici che ogni tanto gli mandava quando succedeva qualcosa, si erano affievoliti. Ogni volta che pensava di essere riuscivo ad avvicinarla, succedeva o faceva qualcosa e tornava ad allontanarla. Forse aveva esagerato quella volta, era stato meschino da parte sua dirle quelle parole così offensive per una questione che nemmeno lo riguardava. Avrebbe dovuto chiederle scusa subito ma non l'aveva fatto, per orgoglio ovviamente.  
Appoggiò un braccio sulla lastra di vetro, e la fronte sul pugno chiuso osservando fuori con gli occhi persi nel vuoto sul giardino interno della scuola. Un nodo gli strinse la gola e lo stomaco si contorse. Strinse forse le palpebre e deglutì cercando di tenere sotto controllo tutte quelle emozioni viscerali che stavano riemergendo.  
Che senso aveva cercare di avvicinarla per poi comunque dover rimanere sempre un passo indietro? Dopo che era stato così pessimo poi, lei c'era passata su ma sapeva benissimo di averla ferita, lo avvertiva chiaramente che aveva preso a trattarlo con più distacco.  
E gli mancava, gli mancava prepotentemente! Ed era proprio questo a dargli sui nervi, dannazione!  
Non doveva mancargli, non doveva cercare spasmodicamente quei sottili e impalpabili gesti di complicità come se fossero gli unici attimi importanti della giornata.
La odiava, perché lo aveva legato a sé così, non perché fosse bella o fantastica o chissà cosa, ma perché si era resa parte di lui. E si odiava perché sapeva benissimo che non era lei il problema.  
Il massimo al quale poteva aspirare era un modesto ruolo da amico che a stento tollerava, e l'unica cosa che gli riusciva egregiamente era sabotarsi, trattarla male e allontanarla ogni qualvolta la sentiva vicina. Era frustrante!  
E la cosa ridicola era che lei era totalmente all'oscuro di tutto questo suo conflitto interiore e anche volendo non sarebbe stata in grado di comprenderlo neanche lontanamente.  
Improvvisamente due freddi occhi grigi tornarono a fare capolino nella sua mente a scrutarlo carichi di disprezzo. Spalancò gli occhi bruciato da quel ricordo.  
Al guinzaglio, lui! Un senso di nausea salì dalla bocca dello stomaco fino in gola, smorzandogli il respiro.
La porta alle sue spalle si aprì. Lanciò un'occhiata fugace. Era Yuri.  
Il rosso poggiò alcuni libri sulla scrivania lì accanto osservando l'amico di sottecchi, lì appoggiato alla finestra col volto teso e pallido, gli occhi chiusi e la mandibola serrata.
Si sedette sul suo letto stancamente e si accese una sigaretta. Buttò fuori la prima boccata di fumo ora scrutandolo apertamente.  
-È successo qualcosa?-  
Kai sospirò e dopo qualche attimo aprì gli occhi che vagarono alla cieca sul giardino, vuoti e spenti: rassegnati.  
-Niente di nuovo.-  
 
 
 
 
 
 
Finalmente il torneo era stato annunciato ufficialmente! Erano state confermate le modalità dell'anno precedente. Per di più i vincitori, cioè i Bladebreakers, erano stati automaticamente riconfermati senza dover affrontare le qualificazioni, così come i secondi classificati, Demolition boys, dopo la squalifica degli Olimpionik.
Takao non poteva sperare di meglio, avrebbe riavuto tutti i suoi amici con sé e soprattutto sarebbero rimasti uniti contro qualunque minaccia. Aumentò il passo e si mise al pari con Kai, percorrendo insieme la stradina nel quartiere residenziale dove viveva.
-Grazie amico, apprezzo molto che tu abbia deciso di tornare. So che ci tenevi molto ad affrontarmi quest'anno....- esordì Takao dando una pacca sulla spalla a Kai che non si scompose.  
-Non quanto credi.- rispose con totale indifferenza, ma Takao ci passò su sorridendogli.  
-Tanto meglio!- disse sorridendogli per poi tornare serio un attimo dopo. -Ari ti ha spiegato, vero?-
-Sì.-
-E cosa ne pensi?-  
-Che ha ragione, dobbiamo restare uniti.-  
Continuarono a camminare in silenzio per qualche metro finché Kai non riprese il discorso. -Rei e Max ne sanno qualcosa?-  
-No, non gli ho detto che sospettiamo che tutti questi casi siano collegati. Penso che sia prematuro allarmarli.-  
-Come hai fatto a convincerli a tornare?-  
-Mi è bastato chiedere!- disse alzandosi il colletto della giacca con fare da sbruffone e sfoggiando l'espressione di uno che la sa lunga. -modestamente, nessuno può resistere al mio fascino!-  
Kai gli scoccò un'occhiata di sufficienza. -Posso immaginare!- disse sarcastico.  
L'amico si mise a sghignazzare come suo solito e continuò a blaterale di cose irrilevanti fino al portone di casa.
Raggiunsero gli altri ragazzi radunati nel grande giardino di casa Kinomiya.  
C'erano tutti, anche i ragazzi russi con Ming Ming, Ayumi e Claire. Quest'ultima stava facendo conoscenza con la Idol, evitando in tutti i modi di dare confidenza a Yuri e Boris, cosa che nelle ultime due settimane le era riuscita egregiamente. Lei era bravissima a snobbare la gente! Da dopo quella discussione con Yuri aveva iniziato a comportarsi come se non esistessero, non gli rivolgeva più la parola, non li guardava, non li considerava più. Era la punizione per essere stati così cattivi con lei, e avrebbe dovuto includere anche Ari dato che non aveva preso le sue difese, ma sua madre non faceva altro che chiederle di lei e di prendersene cura, quindi aveva preferito sorvolare, perdonare e soprattutto continuare a tenerla d'occhio! Perché sì, per quanto potesse sembrare tranquilla rispetto a quando l'aveva conosciuta, continuava a essere una persona inaffidabile, strana e schiva con un pessimo carattere, senza considerare che le era rimasto il vizietto di sparire per giorni.
 Kai non ebbe nemmeno il tempo di mettere a fuoco tutte le persone presenti che, non appena mise piede nel giardino, Max e Rei lo presero quasi di forza spingendolo da parte e lo strinsero in un angolo palesemente nervosi e in ansia, lanciando di sottecchi occhiate a Takao dall'altra parte che rideva affabile con Hilary e Kappa.   
-Kai, tutto bene?- esordì Rei sfoggiando un sorriso nervoso e tirato ad un palmo dal suo naso.
-Come è andato il viaggio?- aggiunse Max facendosi anche lui più vicino.  
-E come ti è parso Takao? Tutto a posto? Non ti è sembrato strano?- continuarono in contemporanea i due facendogli domande a raffica.  
Kai si ritrasse guardando perplesso prima il cinese e poi il biondo, poi il biondo e di nuovo il cinese con quei sorrisi strani. Cosa sperassero di sentire non lo sapevano nemmeno loro.  
-Mi è sembrato l'idiota di sempre.- rispose snervato dallo spazio sempre più ristretto che gli stavano lasciando i due.  
-Sicuro? Non ha parlato in modo strano o ti ha sorriso tipo così?- chiese Rei indicando poi Max che sfoggiò un sorriso, se possibile, ancora più inquietante di quello che aveva già, con tanto di occhi sbarrati da folle.
Kai accennò un passo indietro sempre più sconcertato. Cosa diavolo era preso a quei due?  
-No, siete voi che mi state sembrando strani! Smettetela, ora!- ordinò oramai apertamente irritato.  
Li guardò come se fossero due pazzi, li scansò infastidito e raggiunse i ragazzi russi dall'altra parte del giardino, mollandoli lì, sempre meno sicuro della scelta presa.  
Giustamente Kai non sapeva niente del "non-Takao", non l'aveva mai visto ed evidentemente durante il tragitto dalla stazione a casa doveva essersi comportato in modo estremamente moderato o normale se Kai aveva detto che l'aveva trovato l'idiota di sempre.  
Max e Rei sospirarono ancora angustiati e affranti, senza sapere se provare sollievo oppure no. Alla fine il giorno prima avevano deciso di affrontare di petto Takao e chiedergli direttamente cosa gli fosse successo.  
Inutile dire che si comportò proprio come si era comportato negli ultimi mesi: sorridendo affabile e rispondendo con tutta la calma e la gentilezza di questo mondo a ogni domanda.  
E gliene avevano fatte di domande! E per ognuna di queste aveva una risposta chiara, diplomatica e disarmante.  
"È per caso colpa di Ryoko e Hilary?"  
"Assolutamente no! Mi fa piacere che stiano insieme, sono una bella coppia, così affiatata!"  
"È per quello che è successo a tuo nonno durante la tua assenza?"  
"Cosa avrei potuto fare? Sono cose che accadono."  
"Stai per morire di qualche malattia grave e sconosciuta e non ce lo vuoi dire?"  
"No, sto benissimo!"  
Ma quella che li spiazzò fu la risposta alla fatidica ultima domanda: "Allora perché ti comporti in questa maniera assurda!?"  
"Non capisco di cosa parliate, io mi comporto normalmente, come sempre. Forse siete voi ad essere un po' strani." Concluse sorridendo serafico e cortese.  
A quel punto sconfitti e affranti avevano rinunciato a cavare qualcosa da quello strano fantoccio con le sembianze di Takao e avevano deciso di aspettare l'arrivo di Kai, più che convinti che quanto meno i suoi modi intransigenti e duri avrebbero fatto tornare l'amico in sé, con le buone o con le cattive!  
Si fecero forza e tornarono ad unirsi al folto gruppo di gente, senza riuscire a distogliere nemmeno per un momento l'attenzione da Takao, che tranquillo stava scambiando quattro chiacchiere di cortesia con Hilary. Quest'ultima, in un attimo di distrazione del ragazzo, lanciò un'occhiata eloquente ai due per fargli capire che no, nonostante la presenza di tutti quei blaider, nonostante l'inizio di un nuovo campionato e la presenza di Kai, Takao parlava ancora come l'educato e garbato ragazzo che non era mai stato.
-Kai!- esordì entusiasta Hitoshi avvicinandosi al ragazzo – quindi hai deciso di unirsi a noi anche quest'anno!-  
Kai storse il naso senza sprecarsi a commentare.
-Che meraviglia, siamo di nuovo tutti insieme!- aggiunse entusiasta Hilary sorridendo al ragazzo. E lui per tutta risposta gli voltò le spalle e si andò a sedere in un angolo isolato sotto la veranda, lontano da tutti.  
Yuri mugugnò contrariato dalla scelta dell'amico perché in tutta sincerità non se lo aspettava, e quell'anno straordinariamente non gli sarebbe dispiaciuto avere la sua quadra al completo, anche perché l'alternativa sarebbero state Ming Ming e Ayumi. Quanto meno finalmente Ariel avrebbe preso il suo posto da vice nei Demolition boys.
-Di nuovo questo spocchioso antipatico dovrò sopportare?!- ebbe l'ardire di lamentarsi Daichi, come sempre senza peli sulla lingua.
-Smettila Daichi! Non è né spocchioso né antipatico!- lo rimproverò aspra Hilary. -Non essere maleducato con Kai!-  
-Sei ancora in tempo a cambiare idea.- disse Yuri ghignando, voltando leggermente il viso verso il ragazzo che a ragione aveva provveduto a isolarsi nel suo solito angolino.
-Beh ora manca solo il sesto blaider.- continuò Hitoshi sospirando impensierito. Ariel certamente non sarebbe tornata con loro ora che si era finalmente riunita alla sua squadra d'origine. Sarebbe stata un'impresa trovare qualcun altro al loro livello. Già l'anno precedente riuscire a trovare una come lei era stata un'impresa ed era finita beh.... non proprio bene! Arrivati a quel punto un elemento nuovo era sempre un rischio in un modo o in un altro.
-Sicuramente Ming Ming sarà felice di unirsi a voi quest'anno!- propose Yuri senza farsi il minimo scrupolo scatenando la reazione della cantante.  
-Non ho bisogno che mi gestisca tu!- disse glaciale fulminandolo con un'occhiataccia. -Se vuoi liberarti di me quanto meno trova un modo più elegante!-  
-Più elegante di così!- le fece notare Boris.
-Ma di che parlate ragazzi!- li interruppe Takao. -Ari è in squadra con noi, siamo già sei!-
Boris e Yuri si scambiarono uno sguardo d'intesa e ghignarono divertiti.  
-Povero illuso, credi veramente che Ariel tornerà con voi quest'anno?- lo schernì Yuri.
Rei e Max si mossero a disaggio, Daichi sbuffò sonoramente.
-In effetti Yuri ha ragione. Non credo che a lei interessi, ha la sua squadra.- fece notare Kappa, sempre molto razionale e diplomatico.  
-Takao, hanno ragione! Lo capisci vero?- gli chiese suo fratello.  
-Penso anche io Takao, anche chiedendoglielo non credo che accetterà.- concordò Rei.
Ma Takao sembrava piuttosto perplesso. Li guardava piuttosto confuso.  
-Perché no? Sarebbe carino, è comunque nostra amica!- fece notare Hilary ottimista.  
-E perché dovremmo volerla con noi dopo quello che ha fatto l'anno scorso?- sbottò Daichi irritato. -È solo un'antipatica, più spocchiosa di quell'altro lì!-  
-Adesso basta Daichi, non essere scortese!- lo ammonì questa volta Takao, con un tono che ricordava tanto suo fratello Hitoshi, e non sbraitando come suo solito, il che smorzò ogni protesta di Daichi.  
-Ari è dei Bladebreakers, questo non è assolutamente in discussione!- sentenziò intransigente rivolgendosi ai suo compagni. Li passò in rassegna uno ad uno con uno sguardo di fuoco, chiaramente non disposto a sentire storie e proteste di nessun tipo, e un tono di voce così severo e di rimprovero che si sentirono quasi in colpa per aver dubitato. -Giuro che non capisco che cosa vi prende!-  
Yuri e Boris scoppiarono a ridere. -Patetico! Mettitelo in testa, non ha motivo per stare con voi!- ribadì Boris.
-Non è vero!- insistette il giapponese convinto mantenendo la calma. Il vero Takao avrebbe iniziato a gesticolare, fare smorfie e urlargli contro.
-È questa la sua squadra Kinomiya, smettila di vivere di illusioni!- continuò il rosso.
-Non può dire di no a me!- affermò incrociando le braccia al petto.
Yuri per un attimo parve spiazzato. Boris inarcò un sopracciglio e addirittura Sergey finalmente si degnò di prestare attenzione. Pure Max e Rei si scambiarono un'occhiata perplessi. Kai sbuffò spazientito per tutta questa buffonata che avrebbe benissimo potuto stroncare con una semplice frase, ma dopo tutto perché non farsi gli affari propri?   
Yuri ridacchiò, trovata tutto ciò estremamente ridicolo. Si passò una mano tra i capelli rosso fuoco,  si umettò le labbra, cercando per un attimo la complicità di Boris che già aveva gonfiato il petto pronto a dargli manforte.  
-Oh ma davvero?- gli chiese con tono derisorio.  
-Beh! Chiediamolo direttamente a lei, così ti dimostro che ho ragione!- disse semplicemente Takao. Ma ora che ci pensava... non l'aveva proprio vista! Lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi e fece un giro su se stesso, e anche gli altri ora in effetti ci stavano facendo caso e iniziarono a guardarsi attorno, compresi i russi che l'avevano lasciata lì seduta sotto la veranda a non fare nulla.  
-Ma dov'è? È venuta, vero?- chiese Takao ai russi perplesso tanto quanto loro.  
-Sì, certo! Era con noi!- disse Boris continuando a guardare in giro.  
-Era qui, l'ho vista anche io!- aggiunse Ming Ming.  
Fatto stava che un altro poco avrebbero iniziato a cercare anche sotto le pietre, tanto che Kai, oramai rassegnato alla vista di tanta demenza, prese un respiro profondo e chiuse gli occhi contando fino a venti. Con che branco di idioti si era immischiato?!
Quando finalmente si prese di coraggio e li riaprì, Ari uscì dalla porta del soggiorno alle sue spalle e lo raggiunse con una bottiglietta di cola in mano, osservando confusa i presenti sparsi ovunque nel giardino, tutti intenti a cercare qualcosa anche dietro ai cespugli.  
-Che cazzo stanno facendo?- gli chiese sconcertata sedendosi accanto a lui.  
-Credo che stiano cercando te!-  
Ari bevve un sorso per poi porgergli la bottiglietta. -Vuoi?-  
Kai scosse la testa.  
-Ci credi? Non c'è neanche una birra in frigo!- fece scandalizzata continuando a bere. -'Sta cosa non va bene.-  
Kai aggrottò la fronte e si voltò a guardarla preoccupato. -Una birra alle dieci del mattino?-  
-Perché, secondo te la cola alla ciliegia è meglio?- fu la sua risposta.
-Ari!- Finalmente qualcuno si era accorto di lei attirando l'attenzione di tutti. Hilary le corse incontro. -Ma dove eri finita? Volevamo chiederti una cosa!-  
-Sono andata a prendermi qualcosa da bere.- spiegò mostrando la bottiglietta. -Ma sta roba fa schifo!-
-Ari!- Takao al centro del giardino la richiamò, facendole un cenno della testa indicando Yuri fermo a pochi passi da lui con le braccia incrociate e visibilmente scocciato per tutta quella inutile discussione. -Dai, diglielo anche tu che stai in squadra con me!-  
Ari inarcò le sopracciglia, con i comiti sulle ginocchia, passando lo sguardo da lui al suo capitano, fermandosi infine sul giapponese. La sua espressione era indecifrabile. Fece ondeggiare il contenuto scuro della bottiglietta, soppesando i due di fronte a lei che attendevano una risposta.  
Schioccò la lingua, posò la bottiglietta sul pavimento in legno sulla quale era seduta, e si rivolse a Takao. -Beh... sai, sono il vice capitano dei Demolition Boys.- gli spiegò alzandosi con lentezza. -e questa è finalmente la mia occasione per scendere in campo con la mia squadra.- continuò avanzando di qualche passo. La sicurezza di Takao vacillò, parve spiazzato e confuso.  
Ari avanzò fino a lui, gli si piazzò davanti, mani sui fianchi, ad un passo dal suo viso, con i suoi occhi tempestosi puntati dritti in quelli scuri di Takao.  
-Ma...- balbettò il giapponese scrutandola, come a cercare disperatamente una traccia sul suo volto che gli facesse capire che non stesse dicendo sul serio.
-Tu che mi offri?- fu la domanda a bruciapelo di lei che spiazzò tutti i presenti. I suoi occhi erano taglienti, i suoi modi impertinenti.
-Che? Non scherzare Ariel!- La ammonì Yuri irritato già solo all'idea che Ariel stesse prendendo in considerazione la possibilità di passare all'altra squadra. Ma Ari lo ignorò continuando a guardare seria il ragazzo di fronte a lei.
Dopo un attimo di silenzio un sorriso appena accennato fece capolino sul volto di Takao, un sorriso che non sfuggì a Max, Rei, Kappa e Hilary e rimasero col fiato sospeso. Che stesse tornando? Era stata solo una loro illusione o avevano davvero visto qualcosa?
Alzò lo sguardo vispo e lo puntò dritto sulla ragazza che sfrontata lo fronteggiava. I suoi occhi si accesero ardenti come se lo avesse appena sfidato, come se avesse sfidato il vero Takao! E improvvisamente anche la postura cambiò e sembrò farsi più alto e imponente.  
Oramai i Blaidebreakers seguivano con attenzione i due, cercando di non farsi sfuggire nemmeno un dettaglio sperando di vedere finalmente risvegliare Takao da quel torpore durato mesi.
-Cosa ti offro?- le chiese.  
E finalmente il sorriso del vero Takao riemerse completamente, prepotente e impavido.  
-La vittoria!- esclamò con fierezza e convinzione tanto da far emozionare  suoi amici.
I Demolition Boys rimasero spiazzati per qualche secondo.
Ari a quelle parole ghignò apertamente e scosse la testa. I suoi compagni russi dietro di lei, Ming Ming compresa, lo schernirono ridendo, mentre Ayumi ridacchiò imbarazzata. Dopo tutto per loro era sempre il solito Takao!
Invece Max era commosso quasi fino alle lacrime, Rei e Kappa erano oramai in apnea, Hilary avvertì improvvisamente il cuore leggero e sorrise felice. Era proprio Takao! Il suo Takao che non vedeva da mesi!  
Kai alzò gli occhi al cielo stufo per il protrarsi di tutta quella stupida farsa. Buttò giù un sorso della cola che Ari aveva lasciato lì e dovette constatare che in effetti aveva ragione, faceva proprio schifo!   
Ari si morse il labbro inferiore, continuando a osservarlo come se stesse soppesando le sue parole. Eliminò quell'unico passo che li divideva senza il minimo tentennamento, senza provare imbarazzo ora che i loro corpi praticamente si sfioravano. E Takao non si scompose, sostenne con orgoglio lo sguardo insolente di lei, per niente intimorito dal fatto che ora erano talmente vicini che i loro nasi si sfioravano, anzi sembrava divertito da quella sfida.  
Tutti rimasero col fiato sospeso, cercando di capire che diavolo stesse accadendo.
-Audace!- apprezzò lei, ad un centimetro dalle sue labbra.
-Sempre!- le rispose lui togliendo anche quel mezzo centimetro che lo divideva da lei e baciandola con trasporto, stringendola a sé con un braccio intorno alla vita.  
Tutti i presenti rimasero di ghiaccio increduli a ciò che si stava verificando proprio davanti ai loro occhi. Perché le due persone che con meno probabilità avrebbero visto insieme si stavano baciando.  
Takao poggiò la fronte contro la sua e le sorrise malizioso. -Allora?-  
Ari si prese qualche attimo come per valutare ancora la risposta da dare. -Mh.... Mi hai convinta!-  
-Oh meno male!- fece sarcastico Takao per poi posarle un altro bacio veloce sulle labbra. -Mi sei mancata, sai!-
Ari schioccò la lingua e si staccò da lui incrociando le braccia al petto. -Ma dai, è passata solo una settimana!-
-Per un attimo ho pensato che volessi farmi fare il campionato senza di te.- ridacchiò imbarazzato . Poi parve improvvisamente ricordarci di Yuri e si girò verso il ragazzo ridendo tronfio, spaccone come al solito. -Te l'avevo detto che non poteva dire di no a me! È la mia ragazza!- e aggiunse pure la linguaccia.  
Non c'era che dire, sembrava tornato proprio il Takao sbruffone di sempre, se non fosse stato per l'assurdità che stava con Ari, i suoi amici si sarebbero rasserenati dopo mesi di preoccupazione. Ma erano troppo scioccati per parlare. Avrebbero voluto chiedere tante cose. Come aveva fatto Ari a farlo tornare normale? Era lei in effetti la causa? O come diavolo fosse possibile che loro due stessero insieme? Perché, quando e come era potuta accadere una bizzarria del genere?
-Fammi capire, la tua fantomatica ragazza sarebbe... Ari?- riuscì a stento ad articolare Rei troppo incredulo.
-Certo! Mi pare ovvio ragazzi! Sono il campione del mondo, per un campione come me ci vuole solo una vera campionessa come Ari!-  
Ari lo guardò scettica. -Ah beh... grazie!-
Ma Takao evidentemente non colse il sarcasmo, e neanche l'evidente incredulità dei presenti, perché se la tirò a sé, passandole un braccio intorno al collo, e le stampò un bacio sulla guancia. Lei lo scansò infastidita storcendo la bocca.
-In effetti ha ragione!- concordò Daichi annuendo vigorosamente, l'unico evidentemente a trovare tutta questa storia logica. -Il suo ragionamento non fa una piega!-
-Ecco, grazie Daichi!- gli fece un piccolo inchino Takao mollando Ari.
-Mi stai prendendo per il culo?-Finalmente Yuri Ivanov aveva riacquistato la capacità di parlare, e come Ming Ming aveva imparato a sue spese, quando partica a parlare quando qualcosa non andava come diceva lui non smetteva più.
Ari sobbalzò ritrovandoselo in un batter d'occhio ad un passo da lei, infuriato fino al suo limite massimo. -Cosa sarebbe? Un altro dei tuoi patetici scherzi?-  
-Non so di che parli!-  
-Non è divertente Mayer! Smettila!- la freddò minaccioso facendosi ancora avanti. -Non te lo permetto, sono il tuo capitano, tu sei il mio vice e questa è la tua squadra! Tu resti con noi!-
Ari non si lasciò minimamente intimorire, lo affrontò con la sua solita freddezza. -Non mi pare che tu me l'abbia chiesto. Inoltre avete fatto a meno di me per anni, mi pare che posso fare quello che voglio!-
Gli occhi chiarissimi di Yuri lampeggiarono folli su Takao quando questo gli poggiò una mano sulla spalla.  
-Avanti Yuri non prenderla sul personale, è evidente che io le abbia fatto l'offerta migliore!-
Quella mano sulla spalla non era un gesto amichevole, per niente! Voleva che indietreggiasse e si allontanasse da lei. Il braccio era in tensione ed effettuava una leggerissima e impercettibile pressione. Spostò l'attenzione dalla sua mano sulla sua spalla a lui. Il suo sorriso era amichevole ma i suoi occhi dicevano tutt'altro. Quel moccioso stava osando frapporsi tra lui e uno dei suoi, perché Ari restava comunque questo, beyblade o meno.
-Stanne fuori Kinomiya! Non sono affari che ti riguardano!-
-Io credo proprio di sì invece!-
Ora anche gli altri percepirono la tensione, convinti che da un momento all'altro uno dei due avrebbe reagito. Ma Takao gli diede un'altra pacca sulla spalla e gli sorrise e si rivolse ai suoi compagni come se nulla fosse.
-E voi ragazzi, si può sapere perché quelle facce sorprese? Lo sapevate già che stiamo insieme...-
-No, tu ci hai detto che hai la ragazza! Non ci hai detto la tua ragazza è Ari!- gli fece presente Max.
-Ma che dici? Ma se è venuta a casa un paio di volte. La settimana scorsa ha pure dormito da me!-
-Non c'era nessuno, idiota!- Ari scansò Yuri e raggiunse Takao in poche falcate, lo afferrò per il braccio e lo voltò verso di sé con forza, cercando di mantenere la calma. Si avvicinò il più possibile a lui e abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri, per mantenere la discussione in qualche modo privata. -Seriamente? Non lo hai detto a nessuno?- sibilò furiosa.
Takao rimase imbambolato a guardarla, ora effettivamente a disagio per la vicinanza della ragazza. -L'avrò dimenticato, ho avuto tante cose a cui pens....-  
-Un mese!- lo stroncò Ari scandalizzata lasciandolo, riuscendo a stento a mantenere la voce bassa. -Ma cosa hai al posto del cervello!?-  
Ma la cosa sconcertante questa volta non era la mancanza di Takao, che da parte sua ci poteva pure stare, ma la reazione di lei, che sembra addirittura offesa, proprio come lo sarebbe stata una qualunque normale ragazza se il proprio ragazzo si fosse dimenticato di annunciare al mondo di essere felicemente impegnato con lei. Teneva le braccia conserte e sembrava fremere di rabbia mentre inceneriva con lo sguardo Takao.  
-Scusa...- disse appena, ridacchiando imbarazzato.
Ari si voltò di scatto e si allontanò da lui di qualche passo, massaggiandosi in mezzo agli occhi chiusi con le dita e traendo profondi respiri.
-I tuoi dieci minuti?- tirò ad indovinare lui, per nulla toccato dall'ira della ragazza.
Lei si limitò ad annuire.
-Ok, a dopo Ari!- la salutò candidamente con la manina mentre lei si allontanava con lunghe falcate in mezzo ai ragazzi che, ancora sbigottiti, la seguivano con lo sguardo. Afferrò la bottiglietta che aveva lasciato vicino a Kai e scomparve oltre il dojo.
Ora l'attenzione tornò tutta su Takao, che incurante ebbe anche l'adire di commentare divertito. -Mi sa che l'ho fatta un po' arrabbiare...-  
-Ma non mi dire!- sbottò sarcastica Ming Ming.  
-Ma tranquilli, fa sempre così! Dieci minuti di solitudine e le passa!-
-Ma davvero?- gli chiese Rei.
-È stata un'idea sua?- chiese bruscamente Yuri, rivolgendosi direttamente a Takao questa volta. Provare a parlare con Ariel era completamente inutile.
-Intendi se mi ha chiesto lei di stare insieme? No, gliel'ho chiesto io!- gli spiegò candidamente Takao.  
-Sei un povero idiota!- sbottò a quel punto. -Ha accettato solo per farmi incazzare! Di te non gliele frega un cazzo!-  
Takao lo squadrò questa volta apertamente in contrasto con il russo. -Bada a come parli Yuri, è la mia ragazza e non mi va bene che tu dica certe cose! So con chi ho a che fare e...-
-Infatti si è visto come ti ha raggirato per bene l'anno scorso!-  
-Adesso basta ragazzi!- li interruppe Hitoshi prontamente prima che la discussione degenerasse.  
-Yuri, non è carino quello che dici!- intervenne Ayumi premurosa cercando in qualche modo di mettere pace. -Sono sicura che Ari sta con Takao perché gli vuole bene.-  
-Gli vuole bene?- ripeté Yuri incredulo e una mezza risata isterica lo scosse. -Tu, Ayumi, stai con una persona perché gli vuoi bene, Ming Ming può stare con una persona perché gli vuole bene.... Max e Rei se stanno con qualcuno è perché gli vogliono bene!- disse indicandoli esasperato. -Ma lei, mettitelo in testa, è vuota! Non c'è niente lì dentro, agisce per schemi, ha dei piani e ogni mezzo è buono per arrivare al suo fine!-
-Adesso basta! Non ti permetto di parlare così di Ari!- lo avvertì Takao fremente di rabbia stringendo i pugni.
-Ari non esiste Kinomiya, te la sei inventata! Lei è Ariel Mayer, punto! L'ultimo che le ha voluto bene lo ha calpestato senza scrupolo!- continuò a spiegargli sconvolto da tanta stupidità. Poi ci rinunciò, alzò le mani in segno di resa. Che si fottesse, stava sprecando solo fiato! - Lasciamo perdere! Ora sono cazzi tuoi, io ti ho avvisato!- poi si rivolse al resto dei Bladebreakers. -Ve la potete tenere, io non la voglio in squadra, non la voglio vedere! Andiamocene!-
Si avviò verso l'uscita seguito immediatamente dai suoi due compagni russi, da una Ayumi dispiaciuta e mortificata sull'orlo delle lacrime e da Ming Ming, anche se lei invece in queste cose ci sguazzava con piacere.   
A questo punto Claire decise di seguire Yuri. Era rimasta troppo scandalizzata, e forse era stata l'unica a notare la reazione di Kai in tutto quel trambusto, o il fatto che si fosse dileguato immediatamente dopo Ari.  
Ancora con passo incerto attraversò il giardino tenendo lo sguardo basso, stringendo nervosamente la giacchetta bianca tra le mani, ma quando passò di fianco a Takao si dovette fermare. E si rivolse a lui questa volta senza nessun filtro, pulita e chiara.
-Mi dispiace ammetterlo, ma penso che Yuri abbia ragione. E tu dovresti stare più attento ai tuoi amici.-  
Il ragazzo rimase fermo, senza neanche voltarsi a guardarla, senza dare segno di averla ascoltata. Claire sospirò e tornò a seguire i ragazzi che oramai erano quasi usciti dalla casa.  
 
 
 
 
-Potresti spiegarmi cosa cazzo significa?-
Era ferma in mezzo al giardino vuoto sul retro del dojo, gli dava le spalle. Una mano sul fianco e l'altra teneva la bottiglietta quasi vuota. Ne bevve l'ultimo sorso e si asciugò la bocca col doso della mano.  
-Dieci minuti di solitudine per piacere!- gli rispose con tono piatto senza nemmeno voltarsi.  
-Ma smettila! Mi prendi per il culo?- continuò Kai, frenando l'impulso di pestarla a sangue lì sul momento senza neanche sentire che aveva da dire a sua discolpa.
Ari sospirò paziente, si portò una mano sul viso, massaggiandosi gli occhi con due dita, e con l'altra gli fece segno di attendere un minuto. Prese diversi profondi respiri, infine si voltò verso di lui posando la bottiglietta vuota sul pavimento della veranda e appoggiandosi con una mano a una delle colonnine di legno, tenendo gli occhi serrati nello sforzo di contenere la collera.
Kai incrociò le braccia scocciato, in attesa che fosse pronta per parlare.  
Alla fine lo guardò e con molta pazienza si rivolse a lui, anche se una venatura di rabbia trasparì nella sua voce facendola tremare leggermente. -Prego, dimmi pure!-  
E lo disse con un tono che diede estremamente sui nervi a Kai che provò l'improvviso impulso di mollargli una testata in fronte. Si trattenne pure nel risponderle a tono, preferendo rimanere serio, il modo migliore per affrontarla. E poi cosa diamine era passato per la testa a Takao di stare con lei!? Era impazzito? Con Ari? E lei aveva pure accettato!?
-Vorrei sapere cosa è questa pagliacciata!-
-Pagliacciata?- ripeté Ari guardandolo con tanto d'occhi. No, non le era assolutamente bastata quella manciata di secondi per riprendere il controllo! Era ancora incazzata, ma sapeva benissimo che Kai non c'entrava niente, quindi prendersela con lui poteva essere solo controproducente. Per di più era talmente concentrata nel controllarsi che non riusciva proprio a seguire i discorsi di lui.
-Cosa altro potrebbe essere? Di chi è stata questa brillante idea?- continuò lui avanzando di un passo verso di lei, continuando a guardarla con quell'espressione grave.
-Sua!- rispose lei, e si sedette rassegnata massaggiandosi le tempie con la punta delle dita, cercando spasmodicamente di ritrovare la calma.  
-Cosa è, uno scherzo? E tu hai accettato?-
-Potresti spiegarmi quale è il tuo problema?- lo liquidò lei spazientita, finalmente guardandolo come se fosse solo una seccatura.  
-Sul serio, Ariel? Con Takao?- continuò scandalizzato. Possibile che non capisse?  
Lei corrucciò la fronte fissandolo intensamente, chiaramente non riuscendo a seguire il suo discorso in alcun modo. Forse si era persa qualche passaggio, pensò lei, ma ora la confusione era quasi riuscita a soppiantare la rabbia.   
-Il problema è che tu non sai nemmeno cosa significhi stare con qualcuno!- sbottò oramai esasperato Kai lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi e facendo un ulteriore passo verso di lei. -E secondo te dovrei stare tranquillo sapendo che Tu stai con Takao? Insensibile come sei non si accorgeresti nemmeno di fargli del male!-  
Lei rimase pietrificata.  
-Sempre ammesso che non sia tutta una tua farsa finalizzata a non so cosa!- continuò lui.
Ari ora era incredula, lo fissava a bocca aperta, sperando vivamente che fosse solo una sua impressione, che non stesse di nuovo dicendo le stesse stronzate di quella volta in camera sua.
-Seriamente, Kai?- chiese dandogli qualche attimo di tempo per concedergli la possibilità di dire qualcosa in sua difesa. Ma niente lui continuava a guardarla dall'alto intransigente e serio.  
Si alzò di scatto fronteggiandolo, ad un passo dal suo viso.  
-Seriamente, Kai?- ripetè, la voce uscì più acuta del dovuto, mentre il respiro le veniva a mancare. Provò a deglutire più volte senza riuscire, e si sentì investire da quella sensazione soffocante e spregevole. -Di nuovo lo stesso discorso?-  
Ma lui non mollava, lo scrutava con insistenza ma neanche un barlume di pentimento lesse in quegli occhi ametista, o una reazione che le facesse capire di aver frainteso le sue parole.  
-Te l'ho già detto una volta, se hai questa considerazione di me evita proprio di avere a che fare con me!-  sputò carica di risentimento e disgusto.
Fece per superarlo, voleva allontanarsi il più possibile da lui, ma afferrò prontamente il suo braccio, una presa salda e la rispinse indietro con forza e malagrazia, facendola sbattere e alla colonna di legno alla quale poco prima lei si era appoggiata.  
Se lo ritrovò a meno di un palmo dal suo viso, il volto duro e spietato e gli occhi infuocati puntati nei suoi, pronto a colpire.  
-Non quando c'è di mezzo Takao!- fu un ringhio basso e rauco intriso d'ira.  
Lei sostenne il suo sguardo senza il minimo timore, mentre la presa sul braccio si faceva sempre più stretta, ma sentiva ancora la faringe bloccata e riuscì a stento ad articolare qualche parola.  
-Che c'è Hiwatari? Geloso? Lo volevi tu Takao?- sibilò velenosa assottigliando gli occhi carichi di odio e rancore.  
A quelle parole la morsa sul braccio si fece di ferro e la schiacciò ancora di più tra il suo corpo e la colonna alle sue spalle. Oramai si sentiva soffocare, stava annaspando, aveva la gola completamente chiusa, ma sostenne il suo sguardo prepotentemente.  
-Tu prova a toccarlo, a fargli del male...-  
-Mollami!- soffiò con un filo di voce.  
Erano talmente vicini, oramai erano occhi negli occhi.  
-… e giuro che me la paghi!- fu un sibilo minaccioso.  
La lasciò di colpo allontanandosi, come se provassero entrambi disgusto per la vicinanza l'una dell'altro.
Ari non crollò solo perché appoggiata alla colonna alle sue spalle. Si diede una spinta e lo superò dandogli una spallata.  
Entrò a passo di marcia all'interno del dojo immerso nella penombra dove in un angolo erano accumulate le giacche dei ragazzi. Si chinò e cercò con foga la propria giacca e scavò disperatamente nelle tasche. Le girava la testa e le mancava l'aria.
Trovò il flacone ma era talmente presa dal bisogno di prendere quelle pillole che non si accorse del ragazzo arrivato alle sue spalle, e quando parlò sussultò visibilmente.
-Ari che succede?-  
Era Takao. Si accovacciò immediatamente accanto a lei preoccupato.
-Acqua...- sussurrò a stento mentre cercava di aprire il flacone con mani tremanti.   
Takao scattò subito su e tornò immediatamente dopo con un bicchiere d'acqua.  
Ari riuscì a fatica a buttare giù una manciata di pillole e un sorso d'acqua mantendo gli occhi serrati. Takao continuava a scrutarla pieno di apprensione seduto accanto a lei.
-Ti ho fatto arrabbiare così tanto?- chiese titubante chinandosi in avanti col capo leggermente inclinato per riuscire a vedere il viso la ragazza nascosto dietro la frangia troppo lunga.
-Non sei stato tu.- fu lapidaria lei continuando a tenere gli occhi serrati e la testa bassa.  
-Ari, sicura?- le afferrò con dolcezza la mano stretta a pugno sulle ginocchia piegate, la voce era carica di rimorso.
-Tranquillo... è solo il principio di un attacco di panico, posso controllarlo.- soffiò debolmente.
-Puoi controllare un attacco di panico?- chiese ora perplesso Takao, chiaramente scettico su quest'ultimo punto.  
Lei annuì appena. Prese un altro profondo respiro e buttò indietro la testa tenendo gli occhi chiusi. Poi li aprì e li fermò su di lui che ancora la fissava preoccupato con gli occhi sgranati e le labbra contratte.  
-Non è mica il primo. Secondo te questa roba del cavolo a che serve?- sbottò smettendo di guardarlo e rigirandosi tra le mani il flaconcino trasparente mezzo vuoto. -Credo che abbiano provato anche ad imbottirmi di psicofarmaci di quelli pesanti i dottori in Francia.- aggiunge con noncuranza. -Peccato, a quest'ora starei nella pace dei sensi!-
Takao si irrigidì visibilmente, e anche la sua presa sulla mano di Ari tremo a queste sue ultime parole dette con tanta leggerezza e divenne improvvisamente serio.  
-Non dire queste scemenze, non è per niente una bella cosa!- la rimproverò severo.  
Poi l'occhio gli cadde sul braccio e notò i segni rossi.  
-Cosa è successo?-  
Ari sospirò e tornò a guardarlo. -Senti, 'sta roba è leggera e continuare a chiedermi cosa è successo non mi aiuterà sicuramente a rilassarmi!-  
-Scusa.-  
Ari tornò a chiudere gli occhi e a prendere respiri profondi e regolari. Gli schiamazzi dei ragazzi all'esterno arrivavano fino a loro attutiti e lontani. A quel punto Takao si spostò scivolando sulle ginocchia, posizionandosi proprio di fronte a lei, guardandola intensamente. Alzò una mano e con lentezza la portò dietro la nuca di Ari. Improvvisamente tremò, le sfiorò a malapena il collo  con la punta delle dita che lei spalancò si suoi occhi tempestosi nei suoi folgorandolo e afferrando di scatto il suo polso.
Trattenne il respiro, ed avvertì quello irregolare di Ari, la presa incerta della sua mano sul suo polso, e la confusione nei suoi occhi scuri.
-Tranquilla.- sussurrò piano accennando un sorriso rassicurante, di quelli sinceri e spontanei, lo stesso che le aveva rivolto tanti mesi prima su quel ponte in Canada, prima della fatidica finale. -Sei un fascio di nervi, rilassati!-
-Facile a dirsi!- sospirò Ari stanca lasciandogli il polso.
-In effetti....- borbottò lui che poi tanto sereno non lo era nemmeno lui dopo la discussione avuta pochi minuti prima con Yuri. -chiudi gli occhi e lasciami fare.-
-Non mi piace il contatto fisico.- ammise, ma fece comunque come gli aveva chiesto, chiuse gli occhi, e un po' a fatica lo lasciò fare.
Lui afferrò l'elastico che teneva legati i lunghi capelli scuri della ragazza e lo sfilò, lasciando che questi ricadessero liberi accarezzandole la schiena e le spalle, procurandole un brivido.
Appoggiò la fronte contro quella di lei e immerse lentamente le dita tra i suoi capelli, alla base della nuca. Come prima Ari scattò di nuovo, questa volta afferrandogli entrambi i polsi, d'impulso, riuscendo a stento a mantenere ancora gli occhi chiusi.
-Tranquilla.- sussurrò piano, iniziando a massaggiare lentamente e con delicatezza. Lei deglutì con difficoltà e annuì nervosamente.
La sentiva estremamente tesa e rigida, chiuse gli occhi pure lui e continuò quel massaggio leggero al cuoio capelluto, dalla base del collo fin su, avvertendo dopo un po' la tensione lentamente sciogliersi, e anche la presa sui suoi polsi farsi più leggera.  
-Così va meglio?- le chiese sempre con voce profonda.  
Lei scosse leggermente il capo e mugugnò qualcosa, tenendo ancora gli occhi ben chiusi,  il respiro ora più regolare. La confusione di colori e vuoto che vorticava nella tua testa si stava placando, il peso nel suo petto si stava sciogliendo ridandole respiro. E tutto partiva da quel movimento e quelle dita che delicatamente le provocavano brividi che le percorrevano tutta la schiena e si irradiavano fin sopra la nuca.  
-Quando ero più piccolo per un periodo ho sofferto di attacchi di panico, sai.- ammise parlando piano, con quel tono profondo e calmo. -So come ci si sente, a me veniva sempre di notte, il buio sembrava chiacciarmi. Il nonno mi faceva sempre questo massaggio e intanto mi raccontava delle storie, e pian piano passava.-
Tornò il silenzio. Finalmente Ari lasciò scivolare le mani in grembo, liberando così i polsi di Takao che continuò, fronte contro fronte. Si stava rilassando anche lui, lì nella penombra con le mani immerse nei morbidi capelli di lei, gli occhi chiusi, ad un attimo dal suo respiro.
Poi avvertì un tocco leggero e freddo posarsi sul suo collo che gli provocò un brivido, prima con le punta delle dita solleticandolo, poi tutto il palmo, si fermò all'altezza del cuore, la avvertì attraverso il cotone leggero della maglia. Un movimento impercettibile e le labbra di Ari sfiorarono le sue poggiandovi un bacio deciso e delicato. Per un attimo il loro respiri si fusero e lei tornò a baciarlo ancora senza alcuna esitazione.   
La porta si aprì di colpo illuminando la stanza fino a quel momento immersa nella penombra.
Takao aprì gli occhi e si scostò dalle labbra di Ari giusto il tempo per vedere la porta chiudersi con uno scatto sbattendo e facendo di nuovo piombare la stanza nell'ombra.  
-Hilary, giusto?-  
-Avevi sentito i passi?- le chiese.
Ari non si era nemmeno presa la briga di aprire gli occhi. Un sorrisetto furbo però le increspò le labbra. -Ovvio. Io sto sempre in allerta!-
-L'avevo sentita anche io.- aggiunse orgoglioso Takao sghignazzando.  
Erano rimasti come prima fronte contro fronte, lui con le mani immerse nei suoi capelli e lei con la mano sul suo petto.  
-Ah che bravo! Apprendi in fretta!- si complimento con fare scherzoso lei.    
Takao ridacchiò, guardandola.
-Be direi che abbiamo recuperato, quindi non hai più motivo di essere arrabbiata con me!-  
-Figurati, ho già dimenticato tutto.-
 
 
 
 
   
 
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