Hannibal resta sul lettino con gli occhi sbarrati ad osservare il soffitto, riflettendo su quello che era appena successo, fino a quando non viene interrotto dalla voce dell’infermiera che gli comunica che nel giro di pochi minuti sarebbe arrivato il medico per fargli fare uno screening cerebrale.
Nel frattempo la dottoressa Bloom aspetta in sala d’attesa per il referto immediato del test che ha richiesto per il dottor Lecter e decide che quel giorno non andrà a fargli visita, per valutare il più oggettivamente possibile il da farsi.
Dopo circa mezz’ora il neurologo a cui si era rivolta chiama Alana nel suo ufficio. “Dagli accertamenti le lesioni cerebrali non sono così gravi da avergli cancellato la memoria del suo passato, è molto probabile che la sua amnesia sia frutto dello shock subito e quindi deve essere risolta attraverso un metodo psichiatrico, magari proprio da lei che ha già qualche legame con lui e quindi potrebbe risvegliargli qualche ricordo.” La dottoressa è contenta di sapere che certi ricordi sono ancora svegli in lui ma non nasconde la sua preoccupazione nel sapere che quindi il suo lato oscuro è ancora presente, anche se in modo latente. “Per le dimissioni come possiamo fare?”, chiede Alana, “Il paziente può tranquillamente essere dimesso nel giro di qualche giorno, però dovrà essere tenuto d’occhio il suo stato di salute…un’infermiera dovrà controllarlo almeno una volta al giorno per una settimana per lo meno”, risponde il medico. “D’accordo, nel giro di due giorni tornerò qui per firmare le dimissioni e prenderlo sotto la mia custodia; grazie mille” e così se ne va.
Alana sale in macchina e chiama Jack, che questa volta, sentita la risposta del neurologo, acconsente nel farle tenere Hannibal sotto custodia in una villa dei Veger, opportunamente sorvegliata dai suoi agenti.