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Autore: Vera_D_Winters    27/05/2017    2 recensioni
...Stava giusto uscendo da una lezione di diritto, la tracolla colma di libri e quaderni, quando la sentì arrivare. Come poteva essere altrimenti?
All'occhio risultava anche bella con quel suo visino delicato, il passo leggiadro come se danzasse costantemente, il portamento elegante e il corpo esile ma proporzionato. I suoi grandi occhioni chiari scrutavano il mondo con aspettativa e ingenuità, e i suoi lunghi capelli di soffici boccoli rosa sembravano zucchero filato.
Poi sfortunatamente apriva bocca e la magia finiva...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Perona, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ƥєяƒєcт ву ηαтυяє
Icσηѕ σƒ ѕєℓƒ-ιη∂υℓgєηcє
Jυѕт ωнαт ωє αℓℓ ηєє∂
Mσяє ℓιєѕ αвσυт α ωσяℓ∂ тнαт
Ɲєνєя ωαѕ αη∂ ηєνєя ωιℓℓ вє
Hανє уσυ ησ ѕнαмє, ∂ση'т уσυ ѕєє мє?
Ƴσυ кησω уσυ'νє gσт єνєяувσ∂у ƒσσℓє∂

I morbidi boccoli sobbalzavano sulle sue spalle mentre correva di filato su per le scale della sua lussuosa villa, diretta in camera sua, decisa a non vedere nessuno.
Non che poi ci fosse qualcuno di realmente importante da vedere.
Suo padre era sicuramente al dojo, si recava sempre lì quando finiva di lavorare, diceva che un menager per lavorare bene doveva avere corpo e mente sani, e imparare l'arte del kendo e del karate era fondamentale per mantenere l'equilibrio tra quei due aspetti, perciò la principessina era certa che ci fossero solo le domestiche in giro per casa, e loro non facevano mai domande.
Una volta raggiunta la sua camera delle pareti verde acqua e i mobili rosa antico, si gettò di peso sul grande letto a baldacchino, e seppellì il viso contro i cuscini, prima urlandovi contro, facendo in modo che la stoffa imbottita attutisse quel suono, poi scoppiò a piangere.
Versò tutte le lacrime che aveva, non solo per le parole di Sabo, ma per tutto ciò che si portava dentro e che non diceva mai.
Tutti la vedevano solo come una ragazzina frivola e capricciosa, ed in superficie lei era davvero così, ma se si fosse grattato sotto quella placcatura esterna, si sarebbe trovato molto altro.
Quando i singhiozzi comunque si arrestarono, la fanciulla prese il peluches a forma di orso tra le braccia e se lo strinse con forza, mentre il suo sguardo si posava su tutti gli altri pupazzi colorati, posati ordinatamente ai piedi del letto.
Quelli erano i suoi unici amici.
E lei si sentiva estremamente sola.
No la principessa non aveva affatto una vita perfetta come tutti credevano.
"Kumachi..."
Il sospiro tremante venne sovrastato da un bussare ritmico e deciso alla porta.
Perona si asciugò il viso come meglio poteva e messo da parte l'orso di pezza, scivolò giù con grazia dal materasso e andò ad aprire, sistemandosi le pieghe dell'abitino tutto pizzi e trine che indossava. Una volta aperto l'uscio in noce però, si rese conto che avrebbe anche potuto evitare di rendersi presentabile.
"Che vuoi?"
Domandò sgarbata al ragazzo dai capelli verdi come il muschio che ora la sovrastava con la sua stazza imponente.
"Ti ho vista salire di corsa e poi ti ho sentita singhiozzare e mi sono preoccupato."
Le rispose lui con fare altrettanto scocciato. Lui sembrava partire con buone intenzioni a volte, ma alla fine Perona riusciva a fargli saltare i nervi, e finivano con il litigare.
Perchè poi Zoro bazzicasse quella casa era un mistero per la maggior parte delle persone.
Il giovane non era un ragazzo di buona famiglia, ed era stato ammesso all'istituto Revolutionary solo grazie a una borsa di studio sportiva. Sportiva. Quindi non era nemmeno particolarmente intelligente oltre a non essere ricco sfondato.
Eppure Mihawk l'aveva preso sotto la sua ala protettiva, gli aveva offerto vitto e alloggio, lo portava con sè al dojo e gli aveva anche promesso un posto nell'azienda di famiglia non appena il giovane si fosse laureato.
A scuola si vociferava molto, ma la spiegazione che Perona si era data era molto semplice: suo padre aveva sempre voluto un figlio maschio che tramandasse il nome di famiglia e a cui affidare l'azienda, e qualsiasi cosa avesse visto in Zoro, a quanto pareva l'aveva reso il figlio maschio perfetto che non aveva mai avuto. Nulla di più nulla di meno.
In realtà un po' la giovane si chiedeva come mai non fosse ancora stata diseredata in favore di testa di muschio lì davanti.
Forse nonostante tutto suo padre un po' d'amore per lei lo provava e non voleva farla finire sotto un ponte.
"Non sono affari tuoi. Adesso vattene a fare le tue cose!"
Urlò istericamente Perona, presa dallo sconforto per tutti quei pensieri, sbattendogli poi la porta in faccia e chiudendo a chiave.
Poi si chiedeva perchè fosse sola...
"Allora vai al diavolo, la prossima volta annegaci in quelle lacrime!"
Fu il ringhio che ricevette in risposta, e che le fece fare una linguaccia alla porta ormai chiusa.
Dietro l'uscio però serrato però, arrivò il rumore di un altro paio di piedi che camminavano delicati sul pregiato parquet, accompagnati da un sussurro veramente difficile da udire.
Perona però lo avrebbe riconosciuto anche tra milioni di voci molto più alte.
Silenziosamente allora, poggiò il viso contro il legno della porta e origliò la conversazione che si stava tenendo fuori dalla sua stanza.
"Allora è colpa tua se stava piangendo..."
Borbottò Zoro, ma non come se stesse realmente incolpando il suo interlocutore, più che altro come se gli stesse dicendo un'ovvietà.
"Temo di si... ma qualcuno doveva pur dirle la verità prima o poi."
Sabo... il paladino della giustizia.
Se semplicemente avesse accettato il ruolo da principe azzurro che la sua famiglia aveva cucito su misura per lui, Perona l'avrebbe amato profondamente e irrimediabilmente.
Ma Sabo non era un principe azzurro, ma un ribelle rivoluzionario che voleva cambiare il mondo, e lei non aveva la forza per stargli dietro, anche se i loro genitori continuavano a parlare di possibili nozze combinate.
"Lei non la vuole la verità."
Sentenziò quasi saggiamente il giovane dai capelli verdi, facendo alterare la principessina al punto tale che fu tentatissima di spalancare i battenti e uscire a urlare dietro a entrambi.
Fu la frase successiva del biondo a bloccarla.
"Be' comunque... a quanto pare Law è impegnato, perciò dovrà mettersi il cuore in pace."
Aveva esitato.
E Zoro che non lo conosceva bene poteva anche bersi quella storia, ma Perona la sapeva più lunga. Aveva esitato, dunque voleva dire che stava mentendo. Perchè? La verità era ancora più brutta e insopportabile? 
La giovane sospirò poggiandosi ora con la schiena alla porta, lasciandosi scivolare lentamente a terra, dove si sedette con le ginocchia strette al petto e il viso seppellito contro.
Ma lei lo sapeva da principio che con Law non c'era speranza, che il futuro chirurgo la trattava con gentilezza per un qualche motivo chiaro solo a lui. Sapeva che il suo era un amore a senso unico... ma perchè non poteva viverselo comunque? Chi aveva stabilito che lei non potesse fantasticarci sopra o immaginarsi un futuro differente? Faceva forse male a qualcuno? Non le pareva... forse ne faceva un po' a se stessa, ma nemmeno così tanto. Non è che lei si illudesse di qualcosa, semplicemente perdeva tempo a sognare un qualcosa che sapeva non sarebbe mai avvenuto. Ma almeno questo poteva esserle ancora concesso, no?
"Perona... Pery. Apri per favore."
Il tono dall'altra parte della porta era gentile, ma lei non ne voleva sapere, non quel pomeriggio. Era una di quelle volte in cui non aveva voglia nè di fingere, nè di recitare la sua parte.
"No. Voglio stare sola."
E le parve di vederlo nella sua mente Sabo in quel momento, le sopracciglia aggrottate e l'espressione stupita.
Lei non si era mai rifiutata di aprire la porta a lui. Mai.
Ma c'era sempre una prima volta nella vita... no?
Intanto sentì i passi di Zoro allontanarsi. Fuori uno, restava l'altro che sapeva essere testardo e inamovibile più di chiunque altro Perona avesse mai conosciuto.
"Per favore."
Ci provò a resistere a quel tono, ma alla fine cedette e aprì la porta lasciandolo entrare.
Come sempre.


E mentre la principessina lasciava cadere per l'ennesima volta le difese con l'unica persona con cui si era mai realmente permessa di farlo, un'altra ragazza aveva iniziato un gioco crudele, la cui protagonista era proprio la giovane dai capelli rosa.
Cindry la detestava profondamente: perfetta, sempre al centro dell'attenzione in un modo o nell'altro, sempre attorniata da ragazzi belli, intelligenti e ambiti da tutte le altre donne dell'istituto.
Non solo Sabo, che tutti sapevano essere caro d'infanzia della principessa, ma anche Zoro che addirittura viveva con lei, e perfino Law, che non degnava mai nessuno di un solo sguardo e invece a quella stupida bambinetta aveva perfino affibbiato un soprannome.
Oh no questo Cindry non lo sopportava.
Lei era sempre stata messa da parte, adombrata dalla luce di quell'arpia dal sorriso d'angioletto indifeso, e ora si era stancata.
Così grazie all'aiuto di un'altra ragazza dell'istituto brava con i fotomontaggi, aveva appena inviato su internet delle foto compromettenti, proprio riguardanti Perona, in cui si mostrava senza veli, piuttosto che in atti promiscui con svariati ragazzi, e le modifiche alle foto erano state apportate con tanta maestria che sarebbe stato impossibile riconoscerle come falsi.
Cindry si sfregò le mani con un sorriso sadico e soddisfatto, prima di premere il tasto invio per l'ennesima volta, certa che entro l'indomani tutti le avrebbero viste, e per la principessina sarebbe cominciato il vero inferno.
Aveva aspettato così tanti anni, ma finalmente ecco la sua vendetta.
E se la sarebbe goduta fino alla fine.

   
 
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