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Autore: VvFreiheit    28/05/2017    7 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si appartenevano da 5 anni, era una promessa implicita che forse non si erano mai giurati a parole, ma dopo i gesti scambiatisi in quei due giorni, quel legame invisibile quanto inscindibile, si era fatto concreto e manifesto e loro non potevano andarne più fieri.

-*-*-*-*-*-*-

“Non è che per caso conosci un cameraman qui a Londra?” Mika entrò nello studiolo del greco brandendo la sua cartellina ed il suo hard disk di ritorno dallo studio di incisione dove in quei giorni stava finendo il mixaggio del suo album.

Il giovane videomaker a quelle parole si voltò verso il compagno con uno sguardo alquanto perplesso e incerto, lasciando per un attimo da parte l’obiettivo di una delle sue reflex a cui stava meticolosamente lucidando le delicate lenti e squadrandolo, tentando di capire se stesse scherzando o parlasse seriamente.

“Anche tu ne conosci uno mi pare vagamente di ricordare…” rispose alludendo palesemente a sé stesso “Per cosa ti serve?” ribatté quindi indagando blandamente in cerca di una risposta alla sua perplessità, sperando che la sua evidente esclusione fosse dovuta ad un progetto che Mika sapeva non essere artisticamente di suo interesse.

“Mi serve per un’intervista promozionale ma so che in quel periodo tu sarai in Grecia, quindi non posso contare su di te” spiegò esponendo il problema e la motivazione per la quale aveva chiesto al suo ragazzo di potergli consigliare qualcun altro nonostante ben sapesse che quel tipo di lavoro rientrava tra i suoi interessi. 

“Magari riesco ad incrociare gli impegni” rifletté il biondino facendo mente locale sui i periodi che sapeva avrebbe dovuto trascorrere in terra ellenica di lì a breve.

“Di cosa si tratta?” chiese quindi curioso, volendo capire se l’eventuale scombussolamento di impegni sarebbe potuto essere redditizio, o se in caso contrario, potesse esser almeno un’esperienza degna di nota lavorativamente parlando.

Mika sorrise sghembo, non sapendo bene cosa aspettarsi da Andy una volta che gli avesse confessato quel dettaglio.

“Sarebbe il track by track del mio album” buttò lì con nonchalance, fingendo estraneità.

Andy a quella notizia alzò un sopracciglio e si alzò dalla sedia, avvicinandosi a lui, portando con lentezza le mani sui fianchi e squadrandolo risolutamente.

“Spero la tua idea di chiedere a qualcun altro sia uno scherzo! Se osi assumere qualcuno che non sia il sottoscritto per quell’intervista non ti parlo per un mese!” esclamò il biondino offeso anche solo dal pensiero che Mika avesse potuto prendere in considerazione l’idea di rendere partecipe qualcuno che non fosse lui di una cosa tanto intima e preziosa come la rivelazione del significato delle sue nuove canzoni in anteprima.

Il riccio si aprì in un sorrisino colpevole dai risvolti birichini e fanciulleschi. “Allora mi sa che ho risolto il problema” asserì rispondendo alla minaccia esplicita arrivata dal greco.

I due battibeccarono amabilmente per alcuni minuti fino a quando Nikolas non comparve nella stanza, annunciato da un lieve picchiettio alla porta

“A proposito, vi accompagno io in aeroporto domani…” gli comunicò Mika velocemente prima che i due potessero anche solo osare declinare l’offerta.  

Andy però non replicò e si limitò ad un cenno di gratitudine mentre Nikolas gli sorrise semplicemente.

La vita di entrambi sarebbe andata avanti come ormai da mesi doveva, tra impegni di lavoro inconciliabili, miglia di terra a separarli e una solida passione condivisa per il proprio mestiere ad ovviare alle pesanti conseguenze delle loro scelte.

Mika aveva il tour da portare avanti e un album da terminare, mentre Andy aveva un documentario sull’economia greca da girare in incantevoli scorci di vita, abbarbicati tra le casupole bianche, di una delle minuscole isole dell’arcipelago Saronico.

Le vacanze in famiglia avrebbero dovuto attendere almeno un mese inoltrato, ma a fronte delle ultime giornate passate fianco a fianco, e di tutto ciò che avevano apportato loro, i due fanciulli si ritrovavano pervasi da una leggerezza di spirito ineguagliabile a qualsiasi altro periodo spensierato da loro vissuto in 5 anni di amore.

Quella sera consumarono insieme l’ultima cena offerta e cucinata con affetto dal pescivendolo greco attorno al tavolo imbandito, impreziosito dal vaso in vetro lavorato ed il grazioso bouquet che svettava in centro, tingendo l’atmosfera di sgargianti sfumature giallo-lillà.  

Nikolas spiluccava gli ultimi minuscoli bocconcini di carne, tacendo il suo proverbiale chiacchiericcio spensierato e palesando di fatto, la malinconia che i pensieri già volti al futuro imminente gli dettavano.

Andy non mancò di notare quel suo quieto fare e senza troppi complimenti o giri di parole lasciò che la sua preoccupazione arrivasse alle sue orecchie.

“Tutto bene Nik?” chiese il giovane greco, facendosi avanti affettuosamente e attenendo con pazienza che l’uomo formulasse una risposta nel suo inglese lievemente sgrammaticato.

Il brizzolato commerciante ateniese annuì, disegnandosi in viso un sorriso tirato e poco sincero che venne smorzato dalla spiegazione semplicistica del suo peculiare stato d’animo.

“Sì sì… Sto bene ragazzi. Sto benissimo con voi.” Ammise alzando il capo e lasciando vagare la sua attenzione prima sulla testolina riccia alla sua destra e poi sul volto abbronzato del connazionale che gli sedeva di fronte.

“Tornare alla mia quotidianità dopo questi giorni sarà triste.” Confessò con una certa dose di melancolia che non si curò troppo di celare.

L’ultrasessantenne si lasciò andare a quelle parole senza aggiungere troppo, senza esternare fino in fondo i suoi pensamenti più intimi.

Da anni non aveva provato un senso così spiccato e spensierato di famiglia.

La sua vita era stata segnata dai sorridenti volti alle coppiette che mano nella mano entravano nel suo locale in inverno o che in estate scrutava discretamente passeggiare sulla spiaggia ocra del suo paesello, da dietro il banchetto variopinto di spezie e leccornie marine di tutti i tipi, senza mai poter reprimere un senso di recondita infelicità verso quella vita che lui non aveva potuto avere.

Quando poco più che ragazzino, aveva scoperto quasi per caso, di provare un’infatuazione per nulla consueta alla norma dell’epoca, verso un suo compagno di scuola, si era chiesto per un periodo se assecondare o meno quell’interesse atipico, con la consapevolezza di non poter vivere quel suo essere in maniera spensierata, così come i suoi amici facevano, chiacchierando di ragazze.

Per lunghi giorni aveva sofferto chiuso nella paura e nell’incertezza.

Per lunghi giorni aveva sperato di trovare qualcuno con cui poter essere il vero Nikolas, quel Nikolas che aveva iniziato a tener rinchiuso e relegato in un angolino del suo sé, tanto da arrivare a dimenticarsene quasi.

Poi finalmente le sue speranze e le sue attese erano state ripagate da un bel ragazzo di origini greco-portoghesi con cui si era ritrovato una notte di mezza estate a baciarsi sugli scogli nascosti appena dietro le ultime casupole del paese.

Poco più tardi aveva finito per incontrare uno strano giovincello di città, trasferitosi brevemente al paese per casualità, con cui per i primi mesi non aveva fatto altro che scontrarsi, salvo poi capire di provare una reciproca attrazione che li aveva portati a vivere quella che per Nikolas era stata LA storia d’amore della sua vita.

Tre anni di condivisione, tre anni di complicità, tre anni di passione, tre anni della vita che aveva tanto agognato, vissuti costantemente e tassativamente all’oscuro, prima di vedere i suoi sogni infrangersi contro un muro di astio, incomprensione e ottusità, nel momento in cui la famiglia del suo amante aveva scoperto l’orientamento, a loro dire indubbiamente fuori luogo, del loro unico figlio.

L’adorabile giovane con cui aveva trascorso gli anni più belli della sua intera vita, si trasformò in una manciata di settimane in un irriconoscibile ottuso bigotto, che sotto il peso delle costanti e insistenti imposizioni della madre e del padre, finì per fuggire dal paese e tornare alla vita cittadina, sposando poco dopo una bella fanciulla di buona famiglia, che i suoi genitori si erano prodigati di trovare e di accostargli in tempo record. 

Da quel momento la sua vita era stata costellata di piccole avventure, mai sfociate in nulla di più concreto e il vero amore che aveva avuto attorno negli ultimi quarant’anni della sua vita, era stato quello che aveva sfuggevolmente incrociato sulla sua strada, e che lo aveva visto sempre e solo come distante spettatore.

I genitori passati avanti da tempo e la sua condizione di figlio unico, l’avevano portato in quegli ultimi anni ad essere amico e confidente di un intero paese, ma componente di una famiglia il cui unico membro era costituito da sé stesso.

Quei giorni passati tra gli stretti corridoi di un tourbus e tra le mura della casa londinese, lo avevano circondato di una sensazione di calore e affetto impagabile e completamente nuova, che da tempo memorabile non aveva provato.

Andy era per lui il figlio che non aveva mai avuto. In lui rivedeva tremendamente sé stesso alla sua età. Quando il cameraman gli aveva presentato Mika quella mattina di estate, aveva intuito dagli sguardi e dalle piccole attenzioni, represse in pubblico, il profondo amore che li legava e non aveva potuto controllare un moto di soddisfazione riflessa, nel vedere la felicità sgorgare dagli occhi dei due.

La crisi che li aveva colpiti ormai un anno e mezzo prima, che Andy gli aveva così tristemente raccontato passo dopo passo, era stata per lui fonte di profonda preoccupazione e tristezza.

Il vedere quelle due anime separate, lo aveva riportato indietro nel tempo a quando lui, proprio a quell’età, aveva visto sfumare il sogno della sua vita, su una elegante Mercedes in marcia verso la città.

Non aveva resistito, una volta visto Mika comparire sull’isola, a fare di tutto affinché il palese amore dei due, nascosto sotto le ceneri di una storia complicata, potesse tornare ad ardere vivo come aveva potuto vedere solo poco tempo prima.

Ogni tentativo del riccio di fare un passo verso Andy era stata per lui gioia e felicità condivisa.

Ogni passo indietro di Andy nei confronti di Mika, ogni emozione repressa o tentativo di repulsione avevano costituito invece il bruciore di una ferita ormai chiusa e rimarginata da tempo.

Non avrebbe potuto contare sulle dita delle mani, le volte in cui aveva quasi sgridato il giovane ellenico, a fronte dei suoi racconti e della iniziale reticenza e mano dura nei confronti del libanese.

Altrettanto non poteva ricordare le innumerevoli parole di conforto e speranza che aveva speso al cospetto di un tenace ma dubbioso Mika, durante quei lunghi giorni d’inverno in Grecia.

Non poteva descrivere quanto aveva esultato interiormente alla notizia della loro riappacificazione.

In quel momento, con il cuore gonfio di entusiasmo per loro, si sentiva grato e sollevato nel vedere quelle due anime belle, percorrere di nuovo il cammino che gli apparteneva.

Stare loro accanto per quelle settimane lo aveva fatto rinascere e lo aveva riportato indietro nel tempo, in un periodo della sua vita nel quale la fiducia nell’amore non lo aveva ancora abbandonato.

Ritornare al paese, alla sua vita e alle sue occupazioni era doveroso nonché eticamente corretto, altrettanto nobile era a sua volta quel senso di mestizia e melanconia che lo stava avvolgendo.

“Ci mancherai…”

Quelle due semplici parole, enunciate quasi in un bisbiglio da Mika, destarono immediatamente il commerciante dai suoi intricati turbamenti e lo travolsero con una ondata di calore inaspettata.

La spiccata empatia di Mika aveva colpito. Il libanese aveva colto perfettamente i suoi pensieri più reconditi, esternando la reciprocità di quelle emozioni pur conoscendo poco o nulla di quella vita, che nella sua testa Nikolas aveva appena ripercorso.  

“A me no! Mi starai sempre tra i piedi!”

L’esclamazione distesa e canzonatoria di Andy spazzò via in un frangente quella coltre spessa e opprimente di anticipata nostalgia, riportando buonumore e sorrisi sui volti di chi gli sedeva accanto.

Nikolas non poté trattenere una risata sincera ed una affettuosa pacca sulla spalla del videomaker.

“Ci puoi giurare!” assicurò il venditore, in quella che aveva quasi il tono di una minaccia, pronunciata con fare scherzoso.

Mika a quell’amichevole scambio di affetto sorrise timidamente prima di abbassare il capo impercettibilmente e afferrare saldamente il labbro inferiore tra i denti, trattenendo quella sensazione di vuoto che si stava impossessando di lui.

“Non sapete cosa darei per avervi entrambi tra i piedi anche io…” si lasciò andare flebilmente, sperando che il suo tono abbattuto, non fosse passato così palesemente tra le sillabe di quelle parole.

Sia Andy che Nikolas non mancarono di percepire le implicazioni nascoste, nemmeno troppo, in quell’uscita e in un baleno il biondino si sporse verso Mika afferrandolo saldamente per le spalle e tirandolo a sé.

Mika in quegli ultimi anni era cambiato.

Chiunque si fosse limitato ad una sfuggevole osservazione esterna e superficiale di quell’affascinante individuo, avrebbe notato solo un taglio di capelli leggermente più moderno ed una maggior ricercatezza di abbigliamento.

Ma chi sapeva guardare oltre, conosceva attentamente il Mika appena ventenne e aveva vissuto con lui abbastanza a lungo e sufficientemente a stretto contatto negli ultimi anni, poteva percepire ben altro.

Cinque anni e mezzo indietro, Andy aveva conosciuto un fanciullo stravagante, sfrontato, irriverente, dannatamente testardo, di una caparbietà rara e una imperturbabilità proverbiale.

Cinque anni e mezzo più tardi si ritrovava un quasi trentenne a cui quegli stessi aggettivi si potevano ancora facilmente accostare, ma accanto ai quali era doveroso aggiungerne ulteriori, forse già da tempo presenti, ma mai come negli ultimi tempi portati in superficie.

Andy vedeva, sempre più spesso, affiorare sul suo viso e tra le pieghe della sua personalità così raffinata e complessa, una debolezza e una fragilità d’animo, nate con tutta probabilità dopo la fase di buio, seguita ai tragici fatti di quella notte di ottobre, incatenata alla sua fuga ed alla crisi che li aveva portati alla momentanea disgregazione del loro legame.

Quelle stesse emozioni, che antecedentemente il libanese aveva saputo tener dentro e scaricare all’esterno sotto forma di musica e di esuberante presenza scenica, ultimamente si mostravano sempre con maggior frequenza sotto forma di fragilità e richiesta di sostegno, di cui Andy era il solo e unico possibile destinatario.

Mika era divenuto il suo fanciullo di porcellana. Una meravigliosa anima da custodire e di cui prendersi cura con cautela. Un delicato ranuncolo, come quelli che rallegravano la loro casa in quei giorni, tanto grazioso e magnificente nella sua semplicità, tanto delicato e frangibile nella sua bellezza.

Le braccia calde che cinsero le spalle di Mika in quella strana serata londinese di luglio, erano esattamente ciò che l’artista sapeva avrebbe sofferto di più a non avere accanto.

Un bacio lieve andò a posarsi con delicatezza appena sotto un ricciolo dormiente sulla sua fronte. “Ti assicuro che a settembre, dopo un mese di ferie con me, ciò che mi dirai sarà: Quand’è che te ne torni ad Atene che mi hai rotto?!

La frase pronunciata dal biondo fece scoppiare a ridere Nikolas. L’imitazione canzonatoria di Mika fatta dal talentuoso Andy era da oscar.

Ma come sempre, il ventisettenne ci aveva visto giusto e l’espressione corrucciata, seguita dalla gomitata nelle costole ebbe l’effetto di far dimenticare anche quella sensazione spiacevole. 

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Kalispera! Scusate il ritardino! 
Belle le favole e le carinerie che si sono susseguite ma ora la vita torna alla normalità con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
Si riparte!
A presto con le caramelline e vi aspetto come sempre se vorrete.
Grazie alle mie fedelissime (non da Beirut).
Vv
  
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