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Autore: Ryu Hime    28/05/2017    2 recensioni
Mi sono sempre fatta delle domande sul perché solo Inuyasha e Kagome potessero attraversare il Pozzo Mangiaossa, o sul perché si sia riaperto a fine serie (che sia stata Kagome non mi piace molto come soluzione), mi sono fatta anche altre domande a cui ho risposto in questa fanfiction. Devo ammettere che mi sono divertita e spero di dare delle risposte esaurienti a tutti voi fan di Inuyasha vogliosi di rivelazioni su domande senza risposta.
Genere: Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La verità sul Pozzo

Inuyasha… io voglio stare insieme a te.” questo pensò Kagome mentre le sue dita si serravano sul bordo del Pozzo Mangiaossa. La malinconia e il vuoto più totale avevano accompagnato la sua vita negli anni successivi alla chiusura del portale per l’epoca Sengoku, nulla era stato in grado di colmare la voragine che si era aperta quando, dopo averla riportata a casa per l’ultima volta, Inuyasha era svanito per sempre al di là del Pozzo.
Aveva perso il conto delle volte in cui si era gettata dentro nella speranza, mentre alzava gli occhi, di rivedere il cielo azzurro invece delle travi di legno del Tempio Higurashi; ma ogni suo tentativo si era rivelato inutile.
Stava per uscire ma una leggera brezza le accarezzò il viso. Il respiro le venne meno quando si rese conto che proveniva dal Pozzo e non verso l’esterno. Il cuore iniziò a galoppare selvaggiamente mentre vedeva quello che aveva anelato per tre lunghissimi anni, ma non sapeva proprio che cosa fare. Le sue gambe erano diventate di piombo e faceva fatica a credere che fosse reale e non l’ennesimo sogno.
Dei passi annunciarono l’arrivo della madre –Kagome… qualcosa non va?- chiese vedendo la figlia ferma davanti all’ex portale per l’ennesima volta. La donna si avvicinò, abbracciò la figlia e guardò dentro al Pozzo capendo subito quale fosse il problema. Sapeva, nel profondo del suo cuore che sarebbe successo, ma infondo non sarebbe mai stata del tutto pronta. Però era consapevole di doverla lasciare andare e nel momento in cui disse –Mamma… il cielo…- seppe che doveva permetterle di spiccare il volo, nonostante il dolore all’altezza del cuore per la grandezza di quella decisione già presa da tempo –Mamma… io…- esitava, aveva bisogno di sentirselo dire, la donna girò la figlia verso di sé e fece l’unica cosa che sapeva fosse giusta –Kagome… lo sai che per me va bene.- disse sorridendole. Non voleva che l’ultimo ricordo che avesse di lei fossero le lacrime.
La figlia le sorrise e dopo un abbraccio di commiato si gettò nel Pozzo Mangiaossa.
 
 

L’odore di Kagome?” ancora non riusciva a cederci, dopo tre lunghi anni lo sentiva ancora. Gli sembrava un sogno, aveva paura che lo fosse, l’ennesimo scherzo meschino che gli giocava l’olfatto, perché ormai lo sentiva dovunque andasse, magari perché era un luogo che avevano già visitato quando lei era ancora con loro. Ma non c’era alcun dubbio, era il suo odore, chiaro e intenso come la prima volta che l’aveva sentito.
Corse verso il Pozzo, ansioso. Non sapeva davvero che cosa aspettarsi, immaginava che, una volta sul posto avrebbe appurato che non c’era assolutamente nulla e che il vento gli avesse portato sotto il naso dell’aroma residuo. Eppure il suo istinto gli urlava che era tutto vero.
Quando giunse sul posto fissò per un attimo il vecchio portale, non sapeva bene che cosa fare.
Il suo corpo si mosse da solo, allungò la mano dentro il Pozzo Mangiaossa e subito sentì una mano afferrare la sua. Sussultò di gioia per un attimo e tirò verso di sé.
Eccola, esattamente come se la ricordava, il suo profumo, i suoi occhi castani, i suoi capelli neri, i suoi vestiti strani. Era la sua Kagome.
Era fuori di sé dalla gioia –Scusa Inuyasha… mi stavi aspettando?- anche la voce era la sua, non riusciva a crederci –Kagome…- era davvero tornata –Scema… perché ci hai messo tutto questo tempo?- chiese mentre finalmente la stringeva a sé. Forse non era la cosa più appropriata da dire, ma accidenti! Lo aveva fatto dannare per tre lunghissimi anni! Almeno un rimprovero doveva sentirselo dire.
 
I loro amici arrivarono dopo pochi secondi che si erano ritrovati –Kagome!- la chiamarono sorpresi e felici. Doveva sciogliere l’abbraccio, avrebbero avuto nuove occasioni –Miroku, Sango, Shippo! Sono tornata!- esclamò felice come non l’aveva mai vista.
Adesso sapeva che sarebbe andato tutto bene, perché loro due, insieme, avrebbero affrontato il domani.
 
 
 


 
Due figure nascoste nel Tempio Higurashi osservavano la scena non visti, la prima era una Kitsune in abiti sacerdotali, i larghi pantaloni azzurro chiaro, dai quali spuntava una voluminosa coda bianca, ed una casacca bianco immacolata. Aveva i capelli bianchi lunghi fino alla vita raccolti in una coda bassa, sulla sommità del capo un paio di orecchie pelose da volpe la facevano da padrone. Aveva dei meravigliosi occhi verde giada allegri e vivaci che scrutavano l’oscurità del tempietto che ospitava il vecchio Pozzo Mangiaossa.
La seconda era una Divinità dall’aspetto antropomorfo, i capelli neri raccolti in una traccia più lunga ti tutto il suo corpo che fluttuava nel nulla. Aveva un paio di occhi neri come il carbone ed una pelle lattea. Indossava, sopra un kimono cerimoniale bianco, una veste nera con dei fini ricami dorati.
-Allora, sei soddisfatto adesso?- chiese la voce imponente della Divinità. La Kitsune si voltò verso il suo Kami –Assolutamente.- rispose agitando la coda allegro.
La Divinità annuì leggermente osservando la donna che era rimasta nell’epoca in cui si trovavano uscire lentamente, probabilmente ad avvertire gli altri familiari.
-Quindi adesso il Pozzo non si aprirà più?- chiese la Kitsune –Il suo compito è terminato, non credo che ce ne sarà più bisogno.- rispose –Dobbiamo tornare, tra poco avrà inizio il Consiglio.- aggiunse voltandosi –Come crede che la prenderanno?- il Kami si fermò un attimo, raggelato, poi scoppiò a ridere –Cosa pensano non mi riguarda minimamente, il Pozzo Mangiaossa è mio e io sono il Kami del Tempo. Non devo per forza dare una spiegazione a tutte le decisioni che prendo.- concluse salendo verso la sua dimora celeste.
 
Lo Yokai sorrise divertito, poi tornò a guardare il pozzo.
Gli sembrava ieri che il Consiglio dei Kami aveva trovato il modo di liberarsi della Sfera degli Shikon.
 
Quattro anni prima
 
-Dobbiamo sbarazzarcene al più presto! Non abbiamo fatto tutto quel lavoro con i demoni perché venisse buttato al vento!- aveva esclamato Amaterasu, la Kami del Sole, scattando in pedi e sbattendo la mano sul pregiato tavolo in legno di ciliegio –La soluzione di quella Miko, Kikyo, non è durata molto a lungo, ma infondo ne eravamo consapevoli.- aveva detto Tsukuyomi, pacato come sempre –Che cosa dovremmo fare per distruggerla?- aveva chiesto Ebisu –Siamo Kami! Vuoi dire che per quel maledetto gioiello non possiamo fare nulla?- aveva inveito Raijin facendo diventare l’atmosfera elettrica –Non dimenticare che Midoriko era per metà Kami. Il suo spirito non è certamente così facile da gestire, se poi mettiamo in conto tutte le anime di quei demoni…- aveva borbottato Watatsumi incrociando le braccia –Ora che l’anima di quella Miko si è reincarnata e ha iniziato a riacquistare potere i demoni usciranno nella dimensione in cui li abbiamo messi e sarebbe un vero disastro!- aveva detto Ryūjin agitando la coda seccato –Tuttavia in quest’epoca non esistono più i mezzi per purificare un oggetto del genere, deve subire un intero processo delicato e complicato perché possa accadere.-
-Dove vuoi arrivare, Yoku?- a quel punto il Kami che abbiamo visto nel presente si era alzato in piedi –Si dà il caso che la giovane reincarnazione di cui stiamo parlando fa di cognome Higurashi, che come sapete è anche il nome del tempio che mi ospita.- ormai il Kami aveva tutti gli occhi puntati si di sé –Sto dicendo che potremmo distruggere la Sfera facendola tornare nel suo tempo originale.-
-Sei forse impazzito?- aveva urlato Amaterasu scattando nuovamente in piedi –Hai la più pallida idea di che cosa vorrebbe dire?-
-Certo che lo so Amaterasu-san, devo però ricordarti che il Kami del Tempo sono io, non ho certo bisogno di lezioni su come fare il mio lavoro.- aveva detto gelido –I fatti sono questi, la Sfera degli Shikon può essere purificata solo dal desiderio di un essere umano che le chieda di sparire per sempre. Non credo che la reincarnazione lo farebbe mai se non avesse la possibilità di capire da sola l’importanza di questa missione.- aveva concluso ritornando sereno.
-E come pensi di fare?- aveva chiesto Ryūjin incuriosito. Yoku aveva sorriso –Con il Pozzo Mangiaossa.- i Kami riuniti erano rimasti in silenzio, non capendo a che cosa si riferisse la Divinità del Tempo –E’ un pozzo dentro al quale gli esseri umani gettavano i resti dei demoni che riuscivano ad uccidere oppure oggetti di natura demoniaca e questi, la maggior parte delle volte, finivano nella dimensione dove attualmente abbiamo trasferito i demoni.
Aveva sempre avuto capacità magiche e quando hanno eretto un tempio ad esso dedicato è diventato la mia fonte di energia.
Mi basterebbe renderlo un portale temporale per il periodo Sengoku, resterebbe aperto fino alla fine della missione e i nostri problemi sarebbero risolti.-
-E se qualcuno di indesiderato dovesse attraversarlo? Penso che sarebbe anche peggio.- aveva obbiettato Watatsumi –In questo caso farei in modo che solo la reincarnazione lo possa attraversare e noi saremmo tranquilli.-
 
 
Alla fine, non trovando altre soluzioni, i Kami si videro costretti ad appoggiare l’idea di Yoku che aveva iniziato ad allestire i preparativi con estrema delicatezza una volta tornato a casa.
 
-Yuki! Dove ti sei cacciato questa volta? Abbiamo del lavoro da fare!- si era messo ad urlare una volta entrato nella sua dimora celeste. Alla fine aveva trovato il suo Yokai disteso sotto la proiezione del Goshinboku che osservava rapito i giochi di luce creatisi tra i rami. Si stava rigirando distrattamente una foglia tra le dita artigliate, sembrava perso in un mondo tutto suo.
La Divinità gli si era avvicinata, facendolo sobbalzare e lo aveva informato della decisione del Consiglio dei Kami –Allora la storia sta davvero per svolgersi…- aveva commentato la Kitsune –Ma perché non ha detto come stanno le cose?- aveva domandato poi al suo Kami –E levar loro la preoccupazione che possa accadere qualcosa di sbagliato? Soprattutto ad Amaterasu? Neanche per sogno! Non si sono mai presi la briga di starmi a sentire, perché dovrei spiegare un dettaglio tanto superficiale che servirebbe solo a farli stare tranquilli?- aveva detto scoppiando poi a ridere lasciando Yuki con un’espressione rassegnata contornata da un enorme gocciolone.
 
Il Kami e il suo Servitore Divino avevano lavorato al progetto per diverse settimane, scegliendo accuratamente il giorno e l’anno esatto dove far piombare la reincarnazione della Miko Kikyo.
Esaminarono con cura tutte le possibilità, gli abitanti che avrebbe potuto incontrare e i diversi modi in cui avrebbe potuto risolversi la vicenda, oltre alla memoria di Yuki riguardo i racconti del padre. Alla fine decisero di mandarla a cinquant’anni trascorsi dalla morte della Miko.
-Come la faremo arrivare fin lì?- aveva chiesto la Kitsune –Useremo questi due.- rispose Yoku –Un gatto e il millepiedi Joro?-
-Precisamente. Adesso sta a guardare.- aveva risposto prima di scendere al Tempio Higurashi.
 
 
 
 
Quel giorno Kagome Higurashi stava uscendo, come ogni giorno, per andare a scuola. Era il giorno del suo quindicesimo compleanno. Prima di scendere gli scalini del Tempio Higurashi si fermò -Ehi Sota!- chiamò il fratellino, fermo davanti al tempietto che ospitava un vecchio pozzo –Che c’è sorellina?-
-Ti ho già detto che non devi giocare nell’Hokora.-
-Però Buyo è entrato…-
I due fratelli entrarono per cerare l’animale –Credo sia laggiù…- mormorò Sota –Perché non scendi?- gli domandò la sorella –Questo posto mi fa venire i brividi…-
-Ma come? Sei un ometto no?-
Si sentì un rumore e il bambino si nascose dietro la sorella spaventato –C’è qualcosa!- esclamò –Naturale, è il nostro gatto.- detto questo Kagome scese gli scalini, fece appena in tempo a rendersi conto che il rumore che avevano sentito proveniva da dentro il Pozzo quando una sensazione tattile la fece sobbalzare.
-Mi hai spaventato! Non urlare così!- protestò Sota che era caduto per terra. La ragazza non curante prese in braccio Buyo. Ci fu un rumore secco e il bambino fece appena in tempo a dire –So-sorella!- che Kagome venne trascinata all’interno del Pozzo Mangiaossa dal millepiedi Joro.
 
 
Yoku e Yuki osservarono il povero Sota scattare in piedi e raggiungere il Pozzo, senza però vedere nulla –Sorellina!- chiamò, ma senza esito. Poi prese il gatto e corse fuori chiamando –Mamma! Nonno!-
 
-La storia comincia eh?- commentò il Kami –Ho l’impressione che ci sarà da divertirsi.- disse la Kitsune continuando ad osservare il portale che per i normali esseri umani era solo un vecchio pozzo scricchiolante.
 
Presente
 
-Come sarebbe a dire che è tornata nell’epoca Sengoku?- urlò Amaterasu fuori di sé alzandosi in piedi e avvicinandosi a grandi passi al Kami del Tempo che la guardava divertito –Lo trovi divertente? Hai una vaga idea degli sconvolgimenti che porterà questa tua decisione?- inveì ancora la Kami del Sole a pochi millimetri dal naso di Yoku. Quello sostenne lo sguardo inviperito di lei –E tu hai una vaga idea degli sconvolgimenti che avrebbe portato una mia decisione contraria a far tornare Kagome Higurashi nell’epoca Sengoku, Amaterasu-san?-
-Dove vuoi arrivare? Parla chiaro Yoku-san.- disse Ebisu.
Il Kami si scostò dalla Divinità furiosa e si rivolse al resto del Consiglio –C’è un piccolo dettaglio che voi, cari colleghi, continuate a scordare e cioè che io sono il Kami del Tempo e quindi io so che cos’è giusto fare in queste circostanze.-
-Ma dico! Non bastava che un Hanyou arrivasse in quest’epoca rischiando di causare non pochi problemi! Adesso…-
-Amaterasu-san, ricordati che ognuno ha la sua giurisdizione, tu hai quella del Sole, non puoi immischiarti nei miei affari.-
-Ti rendi conto…!-
-Forse Amaterasu-sama vorrebbe venire a conoscenza di alcuni dettagli che Yoku-sama aveva omesso nel primo Consiglio riguardante la Sfera degli Shikon.- disse Yuki per placare gli animi –Che cosa vorresti dire?- chiese la Kami del Sole –Mi permetta di rispondere alla sua domanda con un’altra domanda: come creda che funzioni un viaggio nel tempo?-
-Parla chiaro Kitsune.-
-Ebbene, ci sono due correnti di pensiero: la prima è che se si andasse indietro nel tempo e si modificasse la più piccola cosa il presente ne risentirebbe; la seconda è che nel passato il viaggio dal futuro è già avvenuto, quindi tutto ciò che fa il viaggiatore non influirà nel presente. Mi pare di capire che lei sia della prima corrente di pensiero. Tuttavia…-
-E’ la prima ad essere corretta.- completò Yoku –E il qui presente Yuki ne è la prova.- aggiunse –Cosa vorresti dire?- domandò Watatsumi –Immagino che voi non abbiate seguito attentamente, come abbiamo fatto noi, le vicende che si sono susseguite per liberarci dalla Sfera degli Shikon.-
-Perché avremmo dovuto?-
-Pazienta Raijin, ci sto arrivando. Dicevo, quando decisi di accettare Yuki come Servitore Divino mi raccontò di alcune storie che gli erano state tramandate da suo padre. Egli sosteneva di aver trascorso gran parte dell’infanzia con una ragazza proveniente da un’altra epoca e che alla fine della loro missione, distruggere un demone particolarmente caparbio, sparì.
Tuttavia tornò per restare tre anni dopo.-
-Quindi…-
-Il padre di Yuki aveva partecipato alle vicende che hanno portato alla distruzione della Sfera degli Shikon.- concluse il Kami del Tempo.
Per qualche istante regnò il silenzio, poi venne interrotto da un sonoro pugno mollato sulla testa di Yoku –Ahia! Perché lo hai fatto?- protestò il Kami rivolto alla Divinità solare –Avresti potuto dircelo prima razza di…-
-Su, su non c’è bisogno di prendersela tanto. Tutto è finito per il meglio, la Sfera è stata distrutta e non ci darà più problemi.- disse Tsukuyomi –A questo punto direi che possiamo tornare alle rispettive dimore e goderci questi giorni tranquilli.-aggiunse alzandosi in piedi e raggiungendo il suo Yogiriguruma, imitato a breve dagli altri Kami del Consiglio.
Amaterasu scoccò un’ultima occhiata furente a Yoku prima di tornare al suo tempio.
 
 
-E’ stato divertente.- commentò il Kami una volta sedutosi sulla veranda che dava sul giardino interno della sua residenza celeste –Si è divertito a ricevere un pugno di tutto rispetto da Amaterasu-sama?-
-No, mi sono divertito a prenderla in giro per tutto questo tempo e sbatterglielo su quella sua faccia da “so-tutto-io”.- disse prima di sorseggiare tranquillo del Sakè –Mi perdoni Yoku-sama, vorrei…-
-Vuoi andare a trovare tuo padre?- la Kitsune annuì, la Divinità sorrise in segno di approvazione e Yuki andò nel mondo dove erano stati trasferiti i demoni.
 
 
Già perché chi pensa che i demoni, gli Yokai e gli spiriti in genere siano estinti sbaglia di grosso. La verità è che un giorno i Kami, vedendo che umani e demoni non erano fatti per vivere nello stesso luogo contrattò un accordo che a questi ultimi potesse andare bene: essere trasferiti in un mondo dove avrebbero vissuto come meglio credevano senza l’influsso degli esseri umani. Chi avesse voluto tornare avrebbe servito i Kami. Molti accettarono, più che altro perché in quel modo avrebbero potuto darsi battaglia tranquillamente e per altre ragioni più complicate, alla fine anche i pesci piccoli seguirono quelli grandi e, a parte qualche rara eccezione, il mondo come lo conosciamo venne lasciato da queste creature sovrannaturali che rimasero solo nelle leggende.
E se qualche demone facesse ritorno clandestinamente sarebbe invisibile agli occhi di normali esseri umani, non potrebbe nemmeno interagire con loro in nessun modo. In questo modo si era creata la pace che regna tutt’ora sul nostro mondo, anche se, ammettiamolo, è un po’ più povero.
 
 
 
 
Yuki arrivò davanti ad una casetta in vecchio stile, interamente di bambù, in giardino un pozzo in mattoni. Appena fuori una Kitsune dal manto rossiccio era intenta a bere una tazza di the fumante, aveva i capelli fulvi tenuti in una coda alta da un fiocco azzurro, gli occhi color giada, le orecchie a punta. Indossava una casacca dello stesso colore del nastro che aveva in testa ricamata con delle foglie verdi, i pantaloni larghi blu scuro e una giacchetta smanicata di pelliccia –Mi fa piacere rivederti, Yuki.- disse tranquillo –Anche a me, padre.- lo Yokai sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi –Ricordi il progetto di cui ti avevo parlato?- chiese il Servitore Divino –Certamente.-
-Oggi si è concluso.-
Lo Yokai sorrise mestamente e asciugò rapidamente una lacrima nostalgia –Sono passati cinquecento anni, eppure mi sembra ieri che eravamo una compagnia e viaggiavamo per il Giappone alla ricerca dei frammenti della Sfera…- sospirò –Ormai sono rimasto solo io.- disse –Ma i vostri compagni non hanno lasciato discendenza?-
-Certamente, ma non è la stessa cosa.-
-Nemmeno con Takeshi e Mayumi?- chiese Yuki –Sono il loro ritratto, quando li guardo vedo loro due… voglio loro un mondo di bene, ma non sono loro.- rispose –A proposito, dovrebbero arrivare a breve.- disse lo Yokai alzandosi in piedi e guardando oltre gli alberi davanti casa.
Da lì a poco dalla foresta emersero due figure che bisticciavano animatamente –Sei senza speranza! Quando riuscirai a fare le cose per bene come ti ha insegnato papà?-
-Quando tu prenderai il bersaglio e non me!-
-Takeshi, Mayumi! Smettetela di litigare e guardate chi è venuto a farci visita!-
I due litiganti si fermarono un attimo per individuare la Kitsune bianca –Yuki!- esclamarono insieme mettendosi a correre nella sua direzione per poi abbracciarlo di slancio –Come va?-
-Ci sei mancato!-
-Sto bene, anche voi mi siete mancati.-
I due nuovi arrivati non erano dei demoni completi, avevano i capelli bianchi con qualche striatura nera, orecchie canine sulla testa e occhi che ricordavano l’oro fuso. Il primo aveva alla cintura una katana dal manico logoro e la seconda portava un arco in spalla –Com’è andata la vostra piccola battaglia?- chiese la Kitsune fulva –Un disastro! Mayumi non è in grado di colpire il bersaglio nemmeno se le stesse a tanto così dal naso.-
-Ma sentitelo! Perché tu sei un maestro nel brandire Tessaiga!- ribatté quella piccata. I due fratelli si guardarono in cagnesco prima di dire all’unisono –Digli/Dille qualcosa tu zio Shippo!- per poi tornare a scrutarsi come se volessero azzuffarsi da lì a qualche secondo –Sedetevi.- disse lo Yokai, quando i due fratelli ebbero finito di squadrarsi fecero come gli avevano chiesto –Mayumi, devi sapere che Inuyasha ha impiegato del tempo per padroneggiare completamente il potere di Tessaiga.
Takeshi, Kagome quando ha iniziato era nelle stesse condizioni di tua sorella e le ci è voluto un po’ per prenderci la mano e infine usare il potere spirituale dell’arco.
Dovete avere pazienza, supportarvi a vicenda e crescere insieme.- i due Hanyou rimasero in ascolto e assunsero un’espressione pensierosa –Avete appena iniziato a maneggiare le armi dei vostri genitori, non dovete avere fretta.- aggiunse.
 
 
Qualche minuto più tardi erano a cenare tutti insieme chiacchierando del più e del meno –Allora Yuki, ci puoi dire perché mamma e papà erano gli unici a poter attraversare il Pozzo Mangiaossa?- chiese Mayumi –E’ vero! Nessuno è mai riuscito a capirlo!- aggiunse Takeshi.
La Kitsune appoggiò la sua ciotola di riso –E’ stata una decisione pratica.-
-In che senso?-
-Ecco…-
 
Quattro anni prima
 
-Che si fa adesso? Va bene che quei talismani sono praticamente inutili, ma non credo proprio che Kagome vorrà tornare nell’epoca Sengoku.- aveva detto Yuki –Per ogni problema c’è una soluzione.-
-Ovvero?-
-Stiamo per avere ospiti.-
-Ma avevate detto che nessun’altro tranne Kagome avrebbe potuto attraversare il Pozzo.-
-Se rimanesse così ci sarebbero problemi, è meglio che anche qualcun’altro possa farlo, qualcuno che viene dall’altra parte.-
-E chi?-
Il Kami del Tempo si era limitato ad indicare il diretto interessato –Ho l’impressione che il prossimo Consiglio sarà alquanto movimentato…-
-Smettila di preoccuparti e goditi la scena. Ci sarà da divertirsi.- aveva detto mentre prendeva un Takoyaki dal vassoio.
 
Presente
 
-Quindi è stato tutto per puro e semplice senso pratico…- commentò Shippo –In pratica sì, se fosse stata una capacità comune a tutti non ci sarebbe stato alcun controllo, invece così siamo riusciti a controllare il potere temporale del Pozzo.-
-E come avevano fatti i capelli di Yura ad arrivare nell’epoca della mamma?-
-Era per il semplice fatto che si erano attaccati ad Inuyasha.- rispose Yuki semplicemente –Ma adesso… la mamma è andata nell’epoca Sengoku, vero? Cioè, il Pozzo si è chiuso adesso.- disse Mayumi –Esatto.-
-Non è che potremmo… insomma… vorrei conoscere i nonni e lo zio.-
-E’ vero, noi non li abbiamo mai incontrati. Adesso che la storia si è conclusa per quest’epoca non potremmo incontrarli?- le fece eco Takeshi –Posso chiedere a Yoku-sama se vi può dare un permesso, ma credo che non ci saranno problemi.- disse Yuki sorridendo.
 
 
L’indomani il Servitore Divino aveva già provveduto ad inoltrare al Kami del Tempo la richiesta dei fratelli –Non vedo perché no. Ormai la storia si è conclusa. Non vedo perché negar loro quest’opportunità.- rispose prendendo un paio di talismani e porgendoli alla Kitsune.
 
 
Quando Takeshi e Mayumi li ricevettero non stavano più nella pelle e chiesero di poter far subito visita al Tempio Higurashi, Yuki, esasperato, accettò e li portò con sé nel mondo degli umani.
 
Una volta difronte alla scalinata del Tempio i due Hanyou ebbero un momento di esitazione, i talismani che portavano al collo li rendevano visibili, quindi avevano la possibilità di interagire con gli esseri umani, potevano ritrovare la loro famiglia, eppure… eppure qualcosa li bloccava.
-Coraggio, ormai siete arrivati fin qui.- li incalzò Yuki dando loro una piccola spinta che li mandò sul primo gradino.
I due fratelli si guardarono un attimo prima di scambiarsi uno sguardo d’intesa e di salire.
 
Appena in cima videro due figure che avanzavano verso la casa accanto al Tempio, erano un ragazzo in divisa scolastica ed un vecchio in abiti tradizionali.
Rimasero fermi immobili dove stavano, incapaci di fare altro.
Una donna uscì dalla casa e li notò, evidentemente non abbastanza da vedere che fossero Hanyou –Vi serve qualcosa?- i due trasalirono ma alla fine trovarono il coraggio di parlare –Volevamo conoscervi.- i tre li guardarono perplessi –Ma assomigliano…- iniziò il vecchio –Assomigliano al fratellone cane.- concluse il ragazzo.
-Intendi a papà?- chiese Takeshi –Inuyasha ha avuto dei figli?- chiese la donna –Chi siete?- domandò il vecchio –Io sono Takeshi.-
-E io Mayumi.- deglutirono rumorosamente –La mamma ci parlava spesso di voi.-
-E volevamo conoscervi ora che la storia si è conclusa.-
-Vostra madre?-
-Volete dire...?-
-Kagome?-
I due annuirono e prima che se ne potessero rendere conto erano circondati dagli abitanti del Tempio Higurashi tra lacrime di gioia perché finalmente un pezzo della loro amata Kagome era tornato a casa.






*si presenta con l'aspetto di uno spirito metà ragazza e metà drago. i capelli neri raccolti in una treccia, delle squame viola un po' ovunque, delle ali dello stesso colore e una coda viola con una fiammella blu sulla cima*
Prima di passare al capitolo mi sembra doveroso fare qualche presentazione:
Amaterasu 
è la dea del Sole (divinità da cui discendono tutte le cose) nella religione shintoista. È considerata la mitica antenata diretta della famiglia imperiale giapponese.
Tsukuyomi è il dio della Luna nello Shintoismo e nella mitologia giapponese.
Raijin nella mitologia giapponese è il nome che indica il dio del tuono e dei fulmini.
Watatsumi è signore del mare e delle creature acquatiche.
Ryūjin è un dio del mare della religione shintoista, secondo la leggenda ha l'aspetto di un enorme drago marino e con un solo battito d'ali può scatenare violentissime tempeste se qualcuno lo adira.
Ebisu è il dio giapponese dei pescatori, della buona sorte e dei mercanti nonché il guardiano della salute dei bambini piccoli. È una delle Sette Divinità della Fortuna.


Ok, dopo queste doverose presentazioni (nemmeno troppo accurate) dei Kami che ho inserito, direi che possiamo parlare di questa mia ennesima follia.
Mi sono sempre fatta un paio di domande sul perché solo Inuyasha e Kagome potessero attraversare il Pozzo, ma visto che quelle che ho trovato non mi sono piaciute ho dato una mia spiegazione.
Spero di non avervi deluso o fatto pasticci...
Un'altra domanda che mi sono sempre fatta è "ma dove caspita sono finiti i demoni?" grandi, brutti e cattivi e si estinguono così? Alla fine ho trovato una soluzione alla Kamisama Kiss, un manga che ho scoperto per puro caso l'estate scorsa, da quel manga ho preso anche lo Yogiriguruma, in pratica sarebbe un carro volate che si traina da solo, il mezzo di trasporto delle divinità.
Per le abitazioni celesti invece mi sono ispirata a Noragami e anche un po' per il carattere di Yoku ho preso spunto da Yato (per scegliere il nome del Kami del Tempo ho inserito in Google traduttore "pozzo").


Della vecchia banda ho recuperato solo Shippo perché diciamocelo, nel manga non aveva fatto molto, gli ho dato un po' di spazio qui.
I nomi dei pargoli di Inuyasha e Kagome vogliono dire rispettivamente: Takeshi "fiero, guerriero" e Mayumi "che sa usare l'arco"

Spero di avervi intrattenuti abbastanza e di avervi fatto sospirare almeno un pochino di tenerezza per la scena finale.

Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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