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Autore: LaVampy    29/05/2017    1 recensioni
dopo l'ennesima lite a causa della magia,Alec sfida Magnus a stare una settimana senza magia. e come farà il nostro stregone???
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ore 14.00  

Nel loft regnava il caos più completo, la sala ridotta ad un ammasso informe di tende, libri e tappeti, tutto sul divano. Per non parlare della camera, il letto sfatto con sopra i vestiti di Alec e di Magnus. Per chi arrivava da fuori poteva sembrare semplicemente che fosse esplosa una bomba, ma la realtà era ben diversa. Da quando non aveva la magia aveva riscoperto o meglio scoperto nuove attività da fare in versione mondano. E cucinare era tra quelle. Gli piaceva stupire il compagno la mattina con cornetti caldi alla cannella, che ovviamente preparava la sera prima e che il cacciatore si scaldava mentre il compagno dormiva beato nel letto. Così come gli piaceva stupirlo con un pranzo fresco e leggero. Un po' come quella mattina, con la calma e la tranquillità di neo papà, Alec e Magnus erano liberi dagli impegni, quindi dopo un'abbondante colazione, il cacciatore era uscito di casa, lasciando a casa lo stregone, intento in quello che pensava fosse un libro di incantesi, ma una volta rientrato si era stupito della tavola imbandita per tre, e un pranzo da veri intenditori. Avevano atteso che Max si addormentasse per poi crollare sul divano fino a quando il telefono del cacciatore non aveva interrotto quel piccolo momento di pace. 

-Vai amore-gli aveva detto Magnus, io intanto sistemo la cucina. 

-E' una cosa veloce Magnus...-si era scusato il cacciatore prima di uscire. 

-Per l'Angelo Alexander, non sono arrabbiato , solo se parti in qualche missione cerca di avvisarmi in qualche modo- aveva sorriso lo stregone, baciandolo. 

-Non devo andare in nessuna missione, sono in ferie- rispose l'altro, perdendosi in quegli ochhi che amava tanto. 

-Disse quello che è tornato a casa, ferito dopo cinque giorni di silenzio- ringhiò piano lo stregone. 

-Ancora sei arrabbiato?- chiese l'altro allontanandolo appena. 

-Io arrabbiato, ancora? Ho forse mai smesso?-rispose, scrollando le spalle in modo impercettibile. 

-E io che credevo che il gioco del silenzio che mi hai riservato per i due giorni successivi, fosse la giusta punizione- rispose l'altro ridendo. 

-Esci cacciatore, prima che chiami quel biondino scansafatiche e gli faccia sentire al telefono come ti piace quando ti faccio stare zitto io- disse malizioso, pizzicandogli una natica. 

-Come sei volgare- rispose Alec. 

-Ma mi ami- rispose lo stregone. 

-Forse- disse l'altro ridendo, uscendo dalla porta e chiudendola, sentendo i soffocati insulti del compagno. 

Una volta in casa, lo stregone si diresse in cucina, non prima di essere andato a controllare Max che dormiva, fermandosi ad osservarlo. Era padre. In tanti anni non aveva mai sperato in una così grande gioia, eppure, eccolo li: un piccolo esserino blu a cui insegnare tutto quello che sapeva. Un piccolo bambino immortale come lui. Uscì dalla stanza lasciando la porta aperta, e si diresse in cucina, lavò e sistemò i piatti, le pentole e i mestoli e poi, dopo aver aperto una bottiglia di vino bianco, si diresse in sala per riposarsi un po' in attesa del rientro del compagno. E fu in quel momento che successe tutto. Osservando lo smalto beccato si accorse di non avere l'anello di Alec al dito, cercò di ricordarsi l'ultima volta che lo aveva visto, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare. Si alzò e andò in cucina, ma non trovandolo si diresse in camera. Forse durante la notte si era sfilato, era già successo ma di solito lo ritrovava subito. Dopo aver tolto le lenzuola, le federe iniziava ad agitarsi. Forse era caduto quando aveva sistemato i vestiti, quindi aprì l'armadio tirando fuori tutto ma non c'era nemmeno li. Sentendo il panico che piano piano cresceva dentro di lui, si diresse in sala, e dopo aver spostato i cuscini del divano, si lasciò cadere su di esso prendendosi la testa tra le mani. Fu in quel momento che il suo telefono squillò nella tasca posteriore dei pantaloni. Dopo essersi spostato leggermente, lo prese e rispose: -Magnus sono io, scusami devo passare dal...- ma fu interrotto dal compagno. -Alec, scusami sono un attimo impegnato- lo bloccò l'altro, sempre continuando a togliere libri dai mobili per buttarli per terra. 

-Magnus, va tutto bene? Sei strano- r domandò il cacciatore, stupito che il compagno lo stesse liquidando con tanta facilità. 

-Benissimo Alec, scusami devo andare, ci vediamo quando torni, ciao- disse chiudendo la conversazione e continuando il suo lavoro di ricerca. Una volta che i libri, oggetti, tappeti erano furono in mezzo alla stanza , ma dell'anello nessuna traccia e prossimo alle lacrime, sentì la porta di casa aprirsi, e il suono sorpreso del compagno. 

-Cosa sta succedendo?- chiese Alec, guardando il compagno. 

-Nulla, sto riordinando- disse l'altro senza guardarlo in viso. 

-Okay- rispose poco convinto il ragazzo. 

-Si, ecco... cioè io sto cercando una cosa- disse imbarazzato. 

-Magnus, mi vuoi dire cosa succede?- chiese nuovamente Alec, arrivando vicino al compagno. 

-Nulla Alec- rispose questi senza guardalo in faccia. 

-Almeno mi dici cosa c'è che non va?-. 

-Nulla- rispose l'altro, mordendosi un labbro. 

-Quindi ricapitoliamo: entro in casa, c'è tutto a soqquadro, non mi saluti, non mi guardi in faccia e va tutto bene?-. 

-Per Lilith, Alec, va tutto bene, non devi non so farti una doccia, prenderti un caffè?-chiese l'altro, scostandosi. 

-Non intendo muovermi di qui-rispose il cacciatore. 

-Maledizione fa come ti pare- disse tornando ad imprecare, aprendo e chiudendo ogni cassetto della casa. Dopo svariati minuti, Magnus si arrese e si sedette sul divano, facendo cadere la pila di tappetti appoggiata in modo precaria. 

-Io ho fatto un pasticcio- disse semplicemente, sapendo che il compagno era restato tutto il tempo ad osservarlo. 

-Possiamo porci rimedio insieme?-chiese l'altro, e finalmente lo stregone lo guardò negli occhi , scuotendo la testa, prossimo alle lacrime. 

-Ehi, Magnus, non c'è nulla che non possiamo rimediare- disse inginocchiandosi davanti a lui. 

-Questa cosa ti farà arrabbiare tantissimo- disse l'altro sottovoce. 

-Se me lo dici. Lo possiamo valutare insieme- disse il cacciatore, abbracciandolo. 

-Ho perso il tuo anello- disse dopo un po' di silenzio con la voce rotta dal pianto. 

-Il mio anello di famiglia?- chiese guardandolo negli occhi. 

-Si- rispose lo stregone, le lacrime che lente cadevano. 

-E' per questo che c'è casa distrutta?-. 

-Si-. 

-Stavi cercando l'anello ed immagino che tu non lo abbia trovato-. 

-No-. 

-Per quello mi hai buttato giù il telefono in faccia?-. 

-Mi dispiace Alec, volevo solo trovarlo, non volevo perderlo, io so quanto ci tieni, è dei tuoi antenati, io... io... mi dispiace Alexander, veramente. L'ho cercato ovunque, scusami, scusami... - disse stringendo le mani sulla schiena del compagno. Ed Alec attese pazientemente che il si calmasse, abbracciandolo con forza. 

-Ora stai meglio?- chiese Alec, scostandolo. 

-Scusami, quando avrò i poteri lo troverò te lo prometto- disse lo stregone, alzandosi. 

-Ne sono certo, come sono certo di un'altra cosa-disse l'altro sorridendo. 

-Cosa?- chiese stupito. 

-Per l'esattezza sono due: la prima è che ti amo, la seconda è che stamattina mentre dormivi lo avevi, non sei uscito di casa, quindi deve essere per forza qui-. 

-Non ci avevo pensato- disse l'altro sorridendo rincuorato, - E ti amo pure io- disse prendendogli le labbra con un bacio, da cui si staccarono quando sentirono Max piangere. 

-Vado io, tu cerca di sistemare questo casino- disse il cacciatore, tornando poco dopo con Max tra le braccia. 

-E chi è il bambino più bello del mondo?- stava dicendo Alec, accarezzandogli la pancia, strappando gridolini estasiati
al bambino, fermandosi ad osservare il compagno che stava sistemando il disordine. 

-Magnus?- lo chiamò Alec, facendolo voltare. 

-Credo questo sia tuo- disse indicando il bambino. 

-Si, e anche tuo, se intendi il bambino- rispose non capendo bene a cosa si riferisse, per poi osservare tra le mani del compagno, l'anello. 

-Alexander, lo hai trovato- urlò l'altro felice, facendo spaventare il bambino che si mise a piangere. 

-Magnus!- lo fulminò Alec e l'altro arrossì. -Scusa- disse avvicinandosi al bambino e toccandogli un piede. 

-E scusa anche a te- disse al bambino, prendendo dalle mani il suo anello e mettendoselo al dito. 

-Era per terra sul tappeto- disse Alec. 

-Vero sono andato da Max, prima di iniziare a pulire casa-. 

-Pulire?- chiese l'altro ridendo. 

-Era pulita, fino a poco fa- rispose lo stregone ridendo e arrossendo. 

-Non merito una ricompensa per aver trovato l'anello?-chiese l'altro. 

-Forse- rispose lo stregone facendogli il verso. 
 
 
   
 
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