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Autore: Evola Who    30/05/2017    2 recensioni
Il Dottore è nella sua 11° rigenerazione e questa volta ha con sé una nuova companion, Denny, una ragazza 18enne sveglia, intelligente, sensibile e molto determinata (con qualche problema di sbalzi d'umore)
Ma che succede se il Tardis li porta in una galassia lontana lontana, in un universo popolato da bizzarri personaggi e dominato da malvage forze del male? Come affronteranno i nostri amici questa strana avventura?
(Versione AU di episodio sei)
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
La verità.
 
 
 

Luke e Leia non volevano credere a ciò che avevano appena udito, Han era rimasto stupito e sorpreso nello scoprire che Denny aveva ragione, il Wookie fece un verso arrabbiato e l'unico a parlare in quel momento fu C-3PO, che disse: “Oh cielo”.
 
La ragazza si scrollò di dosso Han, liberandosi dalla sua presa e guardò il pilota con odio.
 
“Come hai potuto tradire l'alleanza ribelle e lavorare per l'Impero?” chiese Leia delusa.
 
“Senatrice, non sono una spira dell'impero e nemmeno uno che crede nelle loro idee. Ma ho dovuto farlo.” Cercò di giustificarsi Raoul.  
 
“In che senso hai dovuto farlo?” domandò Luke.
 
“E perché hai venduto il mio amico?” chiese Denny.
 
“Perché minacciano la mia famiglia!” rispose lui, quasi urlando.
 
Tutti rimasero perplessi, il pilota sopirò per la confessione.
 
“Sentite, è una storia lunga ed è una situazione delicata. Possiamo parlare in un altro posto senza che la senatrice Mothma o qualsiasi altro ribelle possa sentirci?” chiese Raoul con tono supplichevole.
 
Qualche minuto dopo…
 
Si diressero verso la sala relax del Falcon, Raoul era seduto al centro del divano, mentre gli altri erano rimasti in pieni intorno a lui con Denny al centro.

Il pilota spiegò che quella mattina aveva sentito una voce al di sopra del suo X-Wings una voce maschile camuffata. Non aveva idea da dove derivasse, ma lo aveva minacciato, ordinandogli di trovare informazioni importanti e inviarle all'Impero, perché a casa sua aveva stanziato dei soldati; aveva ventiquattro ore di tempo per eseguire ciò che gli era stato imposto, se non avessero ricevuto niente avrebbero ucciso la sua intera famiglia.
 
“Ero... ero terrorizzato!” spiegò Raoul: “Non sapevo cosa fare, non potevo dire a i miei superiori quello che mi era successo, altrimenti mi avrebbero preso per una spia o non mi avrebbero creduto. Non potevo rivelare la nostra posizione altrimenti ci sarebbe stata una battaglia! E credetemi... sarebbe finita molto, molto male per noi.” e guardò in basso con aria triste.
 
 “Non avevo molte informazioni e non potevo riceverle! Sono solo un pilota che prende ordini non ho accesso ad informazioni davvero rilevanti, ma poi è arrivata Denny e, quando ho sentito il nome ‘Dottore’, mi è venuta in mente la storia che mi aveva raccontato mia nonna da piccolo, ovvero che da ragazza aveva incontrato un strano uomo che da solo aveva fermato un’invasione aliena. Mia nonna diceva che lui camminava dall’inizio del universo e che aveva addirittura già visto la sua fine. Una volta pensavo che fosse solo una bella storia.” fece un sorriso malinconico per il ricordo.
 
“Ma quando si è presentato qui non ci volevo credere” continuò “Era diverso da come mia nonna me lo aveva descritto, ma non avevo altre informazioni. Mi sono fidato di Denny, quando mi ha confessato che viaggiano nel tempo e nello spazio, e allora ho capito che quello era veramente l’uomo della leggenda! Così ho pensato di consegnare loro all’Impero! In più Denny aveva detto che stava parlando con la senatrice Mothma e ho pensato che, probabilmente, il Dottore fosse a conoscenza dei piani e delle strategie contro l’Impero.”
 
“Così ci hai portati da quella locanda, hai messo la Araac nel tuo frappè blu e hai chiamato Boba Fett perché portasse via il Dottore.” concluse Denny, guardandolo con odio.
 
“In realtà non ho messo la Araac.” Confessò Raoul: “Ho messo un sonnifero dentro al mescolatore elettrico. Di solito fa dormire per due ore di fila, una volta svegli si prova una leggera sensazione di amnesia”
 
Raoul si sentiva sollevato per aver raccontato tutta la verità, ma si sentiva anche profondamente in colpa per quello che aveva fatto.
 
“Mi stupisce che tu, invece, ti sia svegliata prima e ti sia ricordata tutto quanto nel giro di pochi minuti! O ne hai bevuto poco o sei una ragazza fisicamente forte.” Disse Raoul un po’ sorpreso.
 
“Oppure, dopo tutti psicofarmaci che ho preso a dodici anni 12, sono diventata immune a certe cose.” Disse Denny tra sé e sé.
 
“Mi dispiace!” disse Raoul, guardando tutti con uno sguardo che faceva capire quanto si sentisse male per ciò che aveva fatto: “Non volevo essere un traditore! Ho sempre creduto nella unione ribelle, ma non potevo lasciare morire la mia famiglia! Quindi ho dovuto scegliere tra quello in cui credo e le persone che amo! E… mi dispiace davvero tanto!” posò i gomiti sul tavolo, passandosi le mani tra i capelli e tenendo lo sguardo basso, con i sensi di colpa che lo stavano divorando.
 
Luke e Leia lo guardavano dispiaciuti, in un certo senso capivano il suo gesto, mentre Han lo guardò con aria severa anche se dentro lo capiva; persino Chewbe aveva un’espressione decisamente triste sul muso peloso.
 
Denny, anche se lo osservava con aria severa ed intransigente, provava comunque un profondo senso di dispiacere per il pilota, capiva il suo gesto e sapeva benissimo che anche lei avrebbe fatto la stessa scelta, in una situazione analoga.
 
“Dove è la tua famiglia?” Denny ruppe l’imbarazzo che si era formato tra i presenti a causa della confessione di Raoul.
 
I tre ribelli, il Wookie e gli androidi rimasero tutti sopresi dalla domanda.
Raoul alzò la testa di scatto con gli occhi spalancati, dicendo: “Cosa?”.
 
“Dove è la tua famiglia?” ripeté Denny, ormai più calma e paziente.
 
“Sono a Coruscant, il mio pianeta natale.” Rispose con tono un po’ speranzoso.
 
“Coruscant? Il pianeta della grande camera delle convocazioni?” domandò Leia sorpresa.
 
“Sì, i miei nonni erano dei consiglieri minori ai tempi della vecchia Repubblica.”
 
“Ed è lontano da qui?” domandò Denny, guardando Han.
 
Il Generale Solo rimase stupito dalla domanda della ragazza, ci pensò e poi rispose: “In effetti è piuttosto lontano, ma con il salto nell’Iperspazio saremo lì in pochi secondi.”.
 
“Bene.” Rispose Denny.
 
“Perché ti interessava saperlo?” domandò Luke.
 
“Perché andremo a salvare la sua famiglia.” Rispose Denny sicura, guardando lo Jedi e indicando Raoul con un cenno della testa.
 
Tutti rimasero sbalorditi, non solo per la sua idea, ma per la sua sicurezza e la convinzione che aveva appena dimostrato.
 
“Ma… e il Dottore?” domandò C-3PO.
 
“Ha ragione. Non dovremmo salvare prima lui?” domandò Han.
 
“A quest’ora sarà dentro alla Star Destroyer” rispose Raoul.
 
“E poi se c’è qualcosa in cui il Dottore è bravo, beh, è proprio perdere tempo.” Aggiunse Denny, convinta: “Soprattutto con i nemici, quindi per un po’ se la caverà da solo. E poi, se salviamo la famiglia di Raoul, non dovremo più sentirci minacciati dall’Impero e potremo salvare il Dottore senza temere conseguenze troppo gravi.”
 
“E la Senatrice?” chiese Leia.
 
“Al diavolo la Senatrice!” esclamò Denny, irritata: “Pensava che mi fossi drogata, non mi ha creduto quando le ho mostrato la foto e in più avrà qualche colpa per essere riuscita a fare arrabbiare un come il Dottore!” finì con tono veloce “Quindi è meglio arrangiarsi.”.
 
“E poi?” domandò Luke: “Se salviamo la sua famiglia da soli, come pensi di salvare il Dottore senza l’aiuto della Ribellione?”  
 
“Con un piano ben costruito.” Rispose lei, come fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
Tutti la guardavano scettici e Han, a braccia conserte, disse con tono ironico: “Perché? Hai già un piano per salvare il tuo amico e distruggere l’Impero?”
 
“No. Ma mi verrà in mente.”.
 
La guadarono con espressione stranita e per nulla convinta, così lei continuò:
“Se c’è una cosa che ho imparato dal Dottore è che un piano si troverà sempre, anche se è stupido, ridicolo e pensato all’ultimo momento, il Dottore ha sempre un piano. Anche quando siamo con la morte davanti alla faccia, troverà sempre un piano per salvarci tutti!” e guardò i compagni con aria seria.
 
Tuttavia si rese conto che non poteva obbligarli e trascinarli con sé in quel folle piano, non poteva nemmeno biasimarli se non riuscivano a fidarsi del tutto delle sue parole e, soprattutto, del suo piano di salvataggio della famiglia di Raoul e del Dottore.
 
“Sentite…” comico a dire con tono un po’ rassegnato: “Se non volete aiutarmi o ascoltarmi e seguire i vostri ordini, va bene. Io e Raoul scendiamo da qui, troveremo un'altra astronave e in qualche mondo raggiungeremo prima la sua famiglia e poi il Dottore.” Disse, guardandoli negli occhi uno per uno “Ho chiesto il vostro aiuto e forse in questa situazione è meglio agire tutti insieme e seguire i miei piani, perché so quello che faccio e so come muovermi. Ma se volete che io esca da questa nave e me ne vada per cavarmela da sola, lo farò. Però sappiate che vorrei davvero il vostro aiuto.” 
 
Abbassò gli occhi sul pavimento: “Perché se c’è un'altra cosa che ho imparato, è che nella vita devi riuscire ad andare avanti, cavartela da sola ed essere indipendente. Eppure, quando ci si trova in una situazione troppo grande per essere affrontata da solo, bisogna chiedere aiuto, perché talvolta chiedere aiuto può salvare la vita.” Chiuse gli occhi e si passò una mano sui i capelli, sospirando.
 
Tutti rimasero sopresi dal suo discorso serio e molto maturo per una ragazza della sua età: stava chiedendo aiuto, ma era disposta anche a seguire il suo piano da sola. Oltretutto riusciva anche a mantenere la calma dopo tutta la rabbia provato prima.
 
“Anche questo te lo ha insegnato il Dottore?” domandò Leia.
 
“No.” Rispose lei, riaprendo gli occhi: “L’ho imparato con l’esperienza di vita. Una esperienza di vita lunga e dolorosa, che anche recentemente ha avuto una ricaduta.” Continuò a bassa voce; poi si mise le mani sui fianchi e guardò tutti con un’aria forte e convinta.  
 
Luke e Leia intuirono che potesse riferirsi al periodo buio della sua adolescenza. Han, invece, stava rivalutando in meglio la personalità di Denny: quando l’aveva conosciuta, poche ore prima, l’aveva giudicata male.
 
Luke si avvicinò a lei, mise la mano della sua spalla e le disse, con tono sicuro: “Ti aiuterò.”.
 
Denny alzò la testa di scatto, guardandolo negli occhi: “Davvero?” non poteva credere che volesse davvero aiutarla, era una notizia stupenda.
 
“Certo.” Rispose lo Jedi: “Non si può dire di no ad una persona che chiede aiuto, soprattutto a due persone che abbiamo avuto l’onore di conoscere” e fece un sorriso rassicurante.
 
“Soprattutto non possiamo dire di no ad una ragazza che ha dimostrato di avere ragione e che ci ha aiutati a tirarci fuori da un campo di asteroidi.”
Aggiunse Leia, avvicinandosi a lei:
 
 “Il Dottore ci ha aiutati e noi invece abbiamo fatto una cosa davvero orribile. Forse ha ragione: la Ribellione non è meglio dell’Impero in centri ambiti. E se noi fossimo in grave pericolo, probabilmente ci salverebbe dalla morte anche dopo tutto quello che gli abbiamo fatto.” Disse la Principessa con tono serio e con l’aria di sentirsi in colpa per ciò che era accaduto al Signore del Tempo. 
 
“Sì, lo avrebbe fatto, lui avrebbe salto persone che io avrei anche potuto lasciar morire …” confessò Denny, sentendosi immediatamente davvero orribile per ciò che aveva appena detto. 
 
“Ma se tu hai un piano e sei sicura di quello che hai in mente, allora ci fidiamo di te.” Disse Leia, sorridendole.
 
Denny ricambiò il sorriso, sopirò di sollievo e, per la prima volta, si sentì davvero calma.  Guardò in basso: “Meno male, pensavo veramente di dover uscire lì fuori e arrangiarmi da sola.” Disse con tono ironico e un sorriso malinconico.
 
“Questo perché non hai nessun piano o perché hai paura di affrontare tutto senza aiuto?” Domandò Luke.
 
“Perché se fossi andata là fuori da sola non ne sarei uscita viva.” Cercò comunque di sorridere per mostrarsi sicura.
 
Luke e Leia ricambiarono il sorriso, Han lo guardò con aria dubbiosa. Non sapeva che piano poteva avere e non sapeva se avesse funzionato oppure no.
 
“E qualsiasi idea o piano hai, noi ti aiuteremo. Vero, Han?” disse la Principessa, guardando il generale.
 
Han non rimase stupito dalla presa di posizione della Principessa, ormai aveva imparato a conoscerla e sapeva quanto fosse impulsiva; così, sebbene non gli piacesse prendere ordini da altri, annuì.  
 
“Certo.” Rispose lui. “Ma se abbiamo un piano migliore del tuo, dovrai ammetterlo e seguirlo.”
 
“Per me non è un problema. Basta che non sia un problema per te fare la stessa cosa, nel caso in cui il mio piano sia migliore del vostro.” Rispose Denny, con tono di sfida.
 
Han le lanciò un’occhiataccia, mentre i due gemelli erano contenti di vedere il lato sicuro e determinato della ragazza.
 
“Allora… sono stato perdonato?” chiese Raoul, timidamente.
 
Tutti si voltarono verso di lui.
 
Denny appoggiò entrambi le mani sul tavolo, come un ispettore che interroga il sospettato.
 
 Aveva lo sguardo serio, ma gli occhi pieni di rabbia: “Raoul, mi dispiace per quello che ti è successo e capisco il tuo gesto, capisco anche che non potessi dirlo a nessuno; non so come funziona la fiducia in questo tempo, ma da dove vengo io è qualcosa di davvero molto importante. E tu hai perso la mia. Se ti stiamo aiutando è solo perché, uno: è la cosa giusta da fare, e due: se eliminiamo il problema possiamo salvare il Dottore senza temere di indurre l’Impero a far del male alla tua famiglia. Tutto qui, non c’è altro.” Disse Denny, con tono risoluto.
 
Sulla squadra calò un silenzio teso, nessuno voleva parlare.
 
Raoul capì le ragioni della ragazza e disse: “Denny, ascoltami, capisco, ma tutto quello che ti ho detto prima, tutto quello che ti ho detto…”.
 
“Non mi interessa.” lo interruppe la ragazza, con tono secco. 
 
“Ma…” provò a dire il pilota.
 
“Non. Mi. Interessa.” ripeté lei chiara, con gli occhi pieni di rabbia.
 
Raoul si spaventò un po’.
 
Denny si alzò e camminò versò alla cabina di pilotaggio, dicendo: “Fai partire questa nave” quindi diede le spalle a tutti.
 
Han chiese a Chewbe di controllare il traditore nel caso potesse rivelarsi essere ancora dalla parte dell’Impero.
 
Quando Raoul rimase solo con il Wookie e gli androidi, disse tra sé e sé: “Mi sento un schifo.”.



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Note:
Ecco il nuovo capitolo!
Un pò più lungo e che spiega la
verità di Raoul!
Il prossimo lo pubblicherò giovedì....
Evola 

   
 
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