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Autore: Ciuffettina    01/06/2017    6 recensioni
Non si diventa il Re dell'Inferno se non si conosce l'arte di filarsela all'inglese... anzi alla scozzese!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Sesta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'I Missing moments di Supernatural'
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Sam, Dean e Castiel stavano scendendo le scale dell’edificio in cui Crowley aveva imprigionato ruguru, mutaforma, vampiri e altre schifezze, quando Samuel, il nonno dei due cacciatori e cacciatore anche lui, fece scomparire l’angelo con un sigillo enochiano.
Dean strillò: «Samuel, Ci hai venduti!»
«Sì, rivoglio la mia Mary e solo così potrò riabbracciarla» confermò Samuel.
Comparvero due demoni che imprigionarono i due fratelli, mentre Crowley comparve alle spalle del loro nonno: «Sì, lo devo confessare, è il migliore affare che ho fatto dopo Dick Cheney.»
Dean lo fissò con odio: «Ciao Crowley, come vanno gli affari?»
«Fuori dalla vostra portata. Molto lavoro e grossi affari. Peccato che sarete già morti, per parteciparvi. È un peccato che debba uccidervi entrambi. Ho gradito molto il vostro tirocinio da schiavi» rispose sorridendo loro. Li fece sbattere in una cella. “E ora torniamo al lavoro!” Doveva assolutamente trovare un modo per aprire le porte del Purgatorio!

Crowley si avviò verso l’ennesima cella, sorseggiando un bicchiere di scotch, pronto a torturare l’ennesima creatura, una vampira tatuata. «Ciao dolcezza» disse alla prigioniera, «ti senti loquace stamattina, vero?» Aprì la cella mentre lei lo fissava terrorizzata. «Lo spero proprio, tesoro. Non vorrei certo rovinare il tuo bel visino. Allora sei pronta a dirmi tutto del tuo paparino?» In quel momento suonò l’allarme antincendio. Che seccatura! Ma perché dovevano interrompere il suo divertimento?
«Non ho finito» disse il demone uscendo dalla cella e chiudendola.

Andò nella stanza dove stava suonando l’allarme e trovò uno dei suoi sottoposti morto a terra, il lettino delle torture era stato usato da poco.
Forse non aveva legato bene le cinghie e il prigioniero era riuscito a fuggire.
Dilettanti!” pensò Crowley con disprezzo. Spense l’allarme e voltandosi vide Dean Winchester, avrebbe dovuto aspettarselo. Crowley gli disse: «Dovevi essere già morto a quest’ora.» All’improvviso sentì un colpo fortissimo alla testa che lo fece stramazzare per terra, gattonò, tossendo, lontano da Sam che l’aveva colpito. «Era proprio necessario?» si lagnò. «L’avevo appena fatto lavare» disse Crowley, indicando il proprio completo.
Dean estrasse un coltello, anzi quel coltello, l’unico in grado di uccidere un demone. Ma bene, l’Alce e lo Scoiattolo sembravano intenzionati a farlo fuori.
Alzò la testa e vide che era finito proprio sotto un sigillo di contenimento per demoni. Ostentò sicurezza: «Allora, ci deve raggiungere qualcun altro?»
Dalla porta entrò Meg. «Crowley.»
Crowley le sorrise sarcastico: «Puttana.»
Meg ridacchiò: «Come vuoi tu, Crowley.» Alzò una mano e piegò le dita ad artiglio.
Crowley si piegò in due sputando sangue.
«I torturatori migliori non si sporcano le mani» spiegò Meg a Dean, poi si rivolse a Crowley, abbassando la mano: «Sam vuole chiederti una cosa.»
Crowley tossì, poi chiese: «Che posso fare per te, Sam?»
Sam rispose: «Lo sai benissimo. Rivoglio indietro la mia anima.»
Crowley scosse la testa. «No.»
Meg avanzò verso Crowley alzò di nuovo la mano e stavolta la chiuse a pugno, il demone finì in ginocchio ad ansimare e sputare sangue. «Non posso…» rantolò a quattro zampe.
«Non puoi o non vuoi?» chiese Sam
Crowley replicò: «Ho detto che non posso. È la verità, razza di boscaiolo capellone.» Si rimise in ginocchio. «È già stata una fortuna tirarti fuori così, tornare lì per quell’avanzo schifoso? No. Io sono bravo ma non con quei due lì dentro. Scordatelo.»
I tre continuavano a fissarlo scettici.
Sam chiese: «Come so se è la verità?»
Rispose Crowley: «Non lo sai ma questo non cambia nulla, dico davvero. Sam, perché vuoi indietro quella cosa? Lucifer ha finalmente un giochino per intrattenersi. Preferirei finire in brandelli che riprendere quell’avanzo di anima, a meno che tu non voglia diventare un deficiente bavoso.»
Meg si voltò verso il minore dei Winchester. «Non vorrei dirlo ma ha ragione.»
«Sì, certo ho capito, grazie» replicò Sam seccato.
Crowley pensò che forse l’avrebbero lasciato andare ma non ci sperava troppo.
«È tutto tuo» disse Sam a Meg.
Un lampo di paura attraversò gli occhi di Crowley.
Dean strillò: «Sei impazzito? Lui è l’unica speranza!»
«L’hai sentito, no?» replicò Sam. «Non può prenderla, quindi non ci serve.»
Dean si convinse e diede il coltello a Meg che avanzò verso Crowley ancora in ginocchio.
«Mi farete uscire da qui, giusto?» chiese la puttana, riferendosi al cerchio, i due cacciatori annuirono e lei entrò brandendo il coltello: «Questo è per Lucifer, razza di…»
Rapidamente Crowley posò una mano per terra, con l’altra le afferrò il polso, girò su se stesso e le diede un calcio negli stinchi, facendola cadere a terra e prendendole il pugnale. Fissò i due ragazzi e lanciò il pugnale nel sigillo che lo teneva imprigionato, spezzandolo.
«Così va meglio» disse uscendo da sotto il cerchio. Con un gesto delle mani scaraventò i due cacciatori contro i muri, uno a destra e l’altro a sinistra, tenendoceli inchiodati con i suoi poteri. Quando il pugnale cadde con un pezzo d’intonaco, lo afferrò al volo e lo puntò contro Meg: «Tu non sai che cos’è la tortura, piccolo insetto.»
A quel punto, sentendo alle sue spalle un frullio di ali, si voltò, sempre tenendo il pugnale puntato contro Meg.
Castiel era tornato. «Fermati, Crowley.» Sembrava che qualcuno gli avesse infilato una scopa nel didietro.
Crowley ridacchiò: «Castiel, è da un po’ che non ti vedo. Sei la cavalleria?»
«Metti giù il coltello» disse Castiel con un tono da Giudizio Universale.
Crowley lo derise: «Anche in Paradiso sei così potente? So che stai perdendo terreno con Raphael. La vostra guerra fa sembrare il Vietnam, una corsa con i pattini.» Gli sorrise sarcastico. Posò gli occhi su un sacco di iuta che l’angelo aveva portato con sé e da cui aveva estratto un teschio. «Ehi! Che c’è nel pacco regalo?»
«Ci sei tu» rispose Castiel con tono funereo.
Crowley smise di sorridere. «Non è possibile…»
Castiel replicò: «Avresti dovuto nascondere meglio le tue ossa.»
Crowley infilò il coltello sotto il braccio sinistro e iniziò ad applaudirlo, ironicamente: «Un punto per te.»
Castiel rimise il teschio nel sacco che poi gettò a terra. «Puoi restituire l’anima a Sam, oppure no?» domandò.
Crowley schioccò le dita, liberando i due ragazzi che erano ancora ancorati contro i muri. «Se posso aiutarvi in qualsiasi altro modo…»
Dean strillò: «Rispondigli!» ma doveva sempre starnazzare quell’umano?
Crowley esitò un po’, poi rispose: «Non posso…»
Castiel, con un gesto, bruciò il sacco e anche Crowley fu avvolto dalle fiamme. Sparì urlando… per poi ricomparire nel suo appartamento.
Ridacchiò fra sé: c’era mancato poco che quella troia lo pugnalasse ma ora i due cacciatori lo credevano morto, il che gli dava piena libertà di agire. Stavolta il piano era stato accuratamente pianificato con quello stupido angelo, mentre otto anni prima aveva dovuto improvvisare e affidarsi alla sua scaltrezza, fortuna e tempismo. Da allora aveva acquisito nuovi poteri ed era diventato persino il Re dell’Inferno! Si versò da bere e fece un brindisi: «Ai piani ben riusciti!»

*****

La seconda parte è ispirata alla puntata 06x10 di “Supernatural” “Alla ricerca dell'anima perduta”. Fatemi sapere che cosa ne pensate. Qualsiasi osservazione sarà gradita.
   
 
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