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Autore: ShioriKitsune    01/06/2017    1 recensioni
Buon compleanno, amore mio.
ChanBaek
"Perché?
Perché vuoi partire?
Perché non ti basta quello che hai?
O meglio... perché non ti basto io?"
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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III
 

Baekhyun era il più grande, tra i figli del signor Byun. Ma, nonostante questo, le cose per lui non erano mai state facili. Nato da una relazione extra coniugale, suo padre lo aveva tenuto con sé per timore che, la sua attuale moglie, non riuscisse a dargli un erede. Per i primi anni della sua vita, era cresciuto come tutti i bambini dovrebbero crescere: amato, coccolato e un po' viziato. La sua matrigna non nutriva per lui particolare affetto, ma era una brava donna e non gli aveva mai fatto mancare nulla. Si prospettava per lui un roseo futuro: studiare, laurearsi, prendere in mano l'azienda di famiglia e sposare la figlia di qualche socio in affari. Magari non era una prospettiva emozionante, ma almeno era una certezza. E per un figlio illegittimo – anche se nessuno sapeva che fosse così – le certezze erano tutto.

Quando però la moglie di suo padre rimase incinta e nacque Sehun, la vita di Baekhyun cambiò in modo quasi totale.

Sehun era il vero primogenito della coppia e, come tale, aveva diritto a tutto ciò che prima era stato promesso a lui. I suoi genitori iniziarono a tenerlo in disparte, a non dargli più attenzioni, a concentrarsi in modo totale sul programmare la vita del minore.

E se questo, da un lato, il giovane Baekhyun lo vedeva come una liberazione da un futuro che gli stava stretto, dall'altro lato si rese presto conto che tutto ciò che avrebbe dovuto fare, o che avrebbe voluto nella vita, se lo sarebbe dovuto guadagnare con le sue sole forze.

Così, iniziò il periodo difficile.

Gli adolescenti, di per sé, non sono affar semplice. Ma un adolescente fuori controllo? Potrebbe diventare davvero ingestibile. Questo era ciò che era successo a Baekhyun quando si era reso conto di non contare più nulla. Di essere rimasto solo. Di aver avuto il mondo, per un po', e di essere rimasto con in mano una manciata di terra. Tutto ciò che venne dopo – il suo immischiarsi in affari loschi, frequentare compagnie ambigue, Chanyeol – fu solo una mera conseguenza. Una conseguenza che però, Baekhyun, non rimpiangeva minimamente.

Crescendo, si era reso conto di quanto quel mondo non appartenesse a lui. Doversi comportare in un certo modo, vestirsi e parlare in un certo modo, non era qualcosa che era disposto a fare. A lui che era libero come l'aria, le catene scivolavano da dosso.

Il distacco dalla sua famiglia non fu graduale: tornava a casa tutti i giorni, come da copione, fin quando un giorno non tornò più. E nessuno si preoccupò di andarlo a cercare.

E sarebbe stato tutto perfetto, davvero, se non fosse stato per Sehun.

Sehun che sembrava fatto apposta per i suoi genitori, con i suoi modi freddi ma garbati, aveva sviluppato per il fratellastro un'ossessione quasi maniacale: voleva essere per Baekhyun tutto ciò che sua madre e suo padre si rifiutavano di essere, preoccupandosi per lui e provvedendo ai suoi bisogni, nonostante fosse il più piccolo.

Spesso Baekhyun si era domandato il perché di quel legame, dal momento che non gli aveva mai dato particolari attenzioni, ma non era riuscito a trovare una risposta. Né negli occhi di suo fratello, né in se stesso. E sarebbe stata una bugia dire che, in qualche modo, quel sentimento fosse ricambiato... perché non lo era. Solo che Sehun sembrava non accorgersene o, addirittura, rifiutare di accorgersene.

Era sempre lì, pronto a tirarlo fuori dai guai anche se Baekhyun non voleva essere tirato fuori dai guai. Quando voleva affondare, quando voleva creare casini, Sehun, i soldi della loro famiglia e il loro cognome, erano il suo costante ostacolo

E forse, allontanarsi da quel legame così morboso che non poteva sopportare, era uno dei tanti motivi che lo aveva costretto a scappare.

 

 

Baekhyun si guarda intorno, le facce dei medici sono... perplesse? In questo momento, non riesce a trovare un termine migliore. Sbuffa, alza gli occhi al cielo e si chiede per quanto tempo ancora dovrà stare sotto i riflettori.

«...Cosa dovremmo fare adesso?»

«...Chiamare la polizia. I suoi genitori forse? E cercare di mantenere la stampa fuori di qui per più tempo possibile».

Baekhyun ascolta, sa che stanno parlando di lui, ma non è interessato a replicare. In fondo, non ha nemmeno idea di chi lui sia, di cosa ci faccia lì e del perché la stampa dovrebbe essere interessata alla sua storia. Non che non gli piacerebbe schiarirsi un po' le idee, ma mettersi a fare domande a questa gente è fuori questione. Non si fida di loro.

Anche se...

Baekhyun serra le labbra, fissando lo sguardo sulla porta. Quel ragazzo...

Ripensa al suo viso, agli occhi grandi e le orecchie un po' a sventola, alle labbra dischiuse al colorito pallido, quasi malaticcio, della sua pelle quando aveva posato lo sguardo su di lui.

È convinto che quel ragazzo lo conosca e, dovendo porre domande su di sé, lui è l'unica persona a cui vorrebbe farle.

Si schiarisce la voce, attirando l'attenzione degli altri.

«Tutto bene, ehm, ragazzo?». Perché ancora si rifiutano di chiamarlo per nome?

Baekhyun fa cenno di sì con la testa.

Il dottore più alto, quello con la faccia più affabile, si abbassa e gli poggia una mano sulla spalla. Baekhyun arriccia il naso.

«Sappiamo che in questo momento sei confuso. Lo siamo anche noi, davvero. Ma se potessimo fare qualcosa per aiutarti...».

Baekhyun si morde le labbra e ci pensa. In effetti, qualcosa c'è.

Distoglie lo sguardo dal medico, puntando il dito verso la porta dal quale, poco prima, era scappato Chanyeol.

 

 

«Che ci fai qui, Sehun?» domandò, mentre una delle due guardie gli serrava il braccio in una morsa, trascinandolo fuori dalla cella. Chanyeol lo guardò in cagnesco, ma non cercò di liberarsi dalla presa.

«Voglio solo farti qualche domanda, Park. Perché sono convinto che tu sappia dov'è mio fratello».

Sehun si sistemò i capelli in un gesto meccanico, incrociando le braccia al petto. Il suo sguardo non dava via nulla, come se tra l'iride e l'anima ci fosse un muro di cemento armato.

Chanyeol rise, amaro. «E credi che, anche se lo sapessi, te lo direi?»

All'improvviso, arrivò il primo colpo.

Fu alle spalle, quindi non ebbe modo né di prevederlo, né di schivarlo. La seconda guardia, con un manganello, lo aveva colpito così forte da lasciarlo senza fiato. Chanyeol sgranò gli occhi, cadendo al suolo, ma nessun lamento uscì dalla sua bocca.

Gli angoli delle labbra di Sehun si piegarono lievemente all'insù.

«Lascia che io riformuli la mia richiesta». Si avvicinò, lento, per poi accovacciarsi accanto al suo viso. «Dimmi dov'è diretto mio fratello se non vuoi che la tua morte in questa cella passi per un suicidio. Non sarebbe difficile crederci, succede ogni giorno». Il suo tono era frivolo, come se parlasse del tempo. Chanyeol si domandò come, un ragazzo di sedici anni, potesse comportarsi in quel modo. C'era qualcosa di così sbagliato in lui da mettergli i brividi.

«Baekhyun sta scappando anche da te», grugnì, facendo forza sulle braccia per rialzarsi. «E le tue minacce non mi spaventano».

Il secondo colpo fu un po' più doloroso. Dritto nello stomaco, così forte da fargli venire i conati. Si accasciò di nuovo, l'odio che gli traboccava dagli occhi.

Sehun sospirò, grattandosi la punta del naso. «Lo troverò in ogni caso, lo sai. E forse posso punirti con qualcosa ancor peggio della morte: farò in modo che non si ricordi mai più della tua faccia. Sei stato tu a ridurlo così, sei stato tu a rovinarlo».

Stavolta fu Sehun stesso a colpirlo, dritto in faccia. E per una volta, un'emozione – l'odio - passò rapida nel suo sguardo. «Sei stato tu a portarmelo via». Il sangue iniziò a scorrere dal labbro e la testa a pulsargli in modo così doloroso da rendere impossibile anche solo tenere gli occhi aperti.

Il minore si pulì la mano sulla giacca, dandogli poi le spalle.

«Ti dico come possono andare le cose stanotte: opzione A. Tu mi dici dov'è andato Baekhyun e io ti farò uscire di prigione. Ti concederò anche di vederlo un'ultima volta, per rompere qualsiasi cosa ci sia tra voi», arricciò il labbro, disgustato. «per poi sparire definitivamente dalla sua vita. Posso anche darti del denaro, non è un problema per me».

Fece una pausa, serrando le nocche. «Oppure c'è l'opzione B, che non amo particolarmente. Se non collabori, non posso assicurarti che domani mattina sarai tutto intero. Ma posso assicurarti che porterò via a Baekhyun ogni ricordo che ha di te con ogni mezzo che mi è concesso. E quando uscirai, se mai uscirai da qui dentro, saprai di non essere nulla per lui. Nulla per nessuno al mondo. E ti prometto che la tua, fuori di qui, non sarà una vita facile».

Chanyeol concentrò tutte le sue forze nelle gambe, alzandosi e, anche se a fatica, andando verso il minore. Era basso, rispetto a lui. Ma nemmeno la differenza d'altezza, o d'età, sembrava scalfire la sua compostezza. Come fosse un robot, come se non avesse paura di niente.

Si piegò per stare alla sua altezza mentre lo guardava negli occhi. «Va' a farti fottere».

Sehun lo fissò per un lungo istante. Poi sospirò.

«Sapevo che avresti fatto la scelta sbagliata». Bastò un cenno col capo e le due guardie iniziarono a colpire. Chanyeol, ancora una volta, perse l'equilibrio.

Il rampollo sorrise, alla vista del sangue. «Te ne pentirai».

Queste furono le sue ultime parole, prima che sparisse nel buio di quei corridoi silenziosi.

Chanyeol non sapeva per quanto tempo era riuscito ad incassare i colpi, prima di perdere i sensi.

E non sapeva nemmeno che quella notte, fuori da quella cella, sarebbero successe diverse cose.

La prima: Sehun avrebbe effettivamente trovato Baekhyun.

La seconda? Beh, non tutto sarebbe andato secondo i suoi piani.

   
 
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