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Autore: John Spangler    01/06/2017    2 recensioni
Alla fine della Ribellione di Robert, Stannis Baratheon salpò verso Roccia del Drago con l'incarico di eliminare gli ultimi Targaryen. Ma prima che lui arrivasse, questi riuscirono a scappare. Ma cosa sarebbe successo se fosse arrivato un pò prima? Scopritelo leggendo questa storia, un AU in cui Daenerys Targaryen è cresciuta sotto la protezione di Stannis Baratheon, e dove suo fratello Viserys è diventato un Guardiano della Notte.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Luwin

 

Il ragazzo sedeva davanti alla finestra, lo sguardo perso nella notte all'esterno. La sua sagoma era immobile alla luce della lampada che aveva posto sul tavolo, i capelli d'argento che brillavano quasi come fuoco. Luwin era stato silenzioso come un agnello, eppure, il ragazzo si accorse del suo arrivo senza battere ciglio.

 

- Pensavo che qui sarei stato da solo.-

 

Ma non è più un ragazzo, vero? Infatti, Viserys Targaryen non era più il timido, gentile bambino di sette anni che Lord Eddard aveva portato da Porto Bianco tanti anni prima. Era un uomo adesso; pieno di domande e fardelli, certo, ma un uomo adulto, in procinto di lasciare il suo rifugio per la prima volta.

 

- Volevi esserlo?- chiese gentilmente Luwin, parlando in modo che non sembrasse una domanda retorica. Gli anni in cui aveva insegnato al giovane Viserys gli avevano fatto capire che il ragazzo (no, uomo) preferiva avere sempre una scelta. Odiava quando qualcuno, chiunque fosse, supponeva una risposta prima che lui l'avesse data.

 

Stavolta Viserys girò di scatto la testa e fissò gli occhi nei suoi. Le narici gli si gonfiarono. Non era una bella espressione.

 

- Certo che lo volevo, Maestro. C'è un motivo se sono venuto qui.-

 

Luwin non distolse lo sguardo. Ormai lo saprà che riesco a capire quando mente, pensò tra sè e sè. La luce della lampada tremolò.

 

- Chiedo scusa, mio signore.- si inchinò al non proprio lord. Gli occhi di Viserys si mossero verso la porta, ma il Maestro non si mosse.- Non avrei dovuto supporre.-

 

- No.- disse il ragazzo.- Non avreste dovuto.-

 

Al che tornò al suo posto davanti alla finestra. Luwin aspettò pazientemente. Le riflessioni sarebbero arrivate, come facevano sempre.

 

Ci vollero pochi minuti perchè il fastidio di Viserys svanisse, e com'era prevedibile, presto i suoi occhi cedettero. Li chiuse e trasse un respiro profondo. Butta fuori la rabbia, ragazzo. Luwin glielo aveva detto sei anni fa, quando aveva strappato un libro sulle politiche settentrionali del Conciliatore. Butta fuori la rabbia. Lasciarla crescere ti farà soltanto del male.

 

- E se io volessi lasciarla crescere?- La domanda aveva sconvolto il Maestro. All'epoca il ragazzo aveva dieci anni, e faceva domande su tutto ciò che lo circondava. Lady Catelyn si era stancata dell'angoscia del ragazzo, mentre Lord Eddard non aveva saputo cosa fare. Perciò era toccato a Luwin aiutarlo.

 

- Non vuoi davvero che cresca, ragazzo mio.- aveva risposto Luwin.- Vuoi solo sapere che effetto farebbe. Questo va bene, ma spesso accade che i nostri desideri si trasformino in incubi orrendi.-

 

Al che gli aveva letto una storia dell'epoca dei Re della Tempesta, in cui il folle re Errec Durrandon aveva desiderato un muro che circondasse la sua capitale, ma poi proprio quel muro era stato la sua rovina in una guerra successiva.

 

Ora, all'età di sedici anni, il ragazzo si alzò in piedi e rimase a lungo con lo sguardo fisso nel vuoto a pensare ad eventi al di là del suo controllo. Nessuna storia su un Re della Tempesta poteva distrarlo. Era sconcertante quanto concentrato diventava a volte il ragazzo. A Luwin ricordava un pò un gruppo di accoliti che avevano studiato con lui alla Cittadella. L'ultima volta che ne aveva sentito parlare, la maggior parte di loro era morta prematuramente o era in punto di morte.

 

I Sette non vogliano che diventi come loro, ragazzo.

 

In quanto uomo della Cittadella, il suo compito era consigliare, insegnare, guarire. Ma con Viserys aveva in qualche modo fatto di più. Il ragazzo era stato nervoso al suo arrivo a Grande Inverno, passato da un lord all'altro, entrambi uomini silenziosi e severi. Certo, Lord Eddard era stato buono e gentile, ma in fondo, Viserys era il suo protetto, non un figlio adottivo e di certo non del suo sangue. Forse la parentela del ragazzo col Principe Rhaegar era stata uno dei motivi per cui Ned Stark non sapeva bene come comportarsi con lui. Lady Catelyn era stata altrettanto fredda, quasi come con Jon, il figlio bastardo del lord suo marito. In un certo senso, Viserys aveva solo la libreria, la torre del Maestro e Luwin stesso.

 

Com'è strano il mondo, pensò. In un'altra vita, questo ragazzo avrebbe potuto essere un vero reale con la Fortezza Rossa come casa. In questa vita, invece...

 

- Daenerys mi ha scritto.-

 

La voce del ragazzo, stavolta molto più calma, interruppe i pensieri di Luwin.

 

- Sicuramente desiderava augurarti buona fortuna, visto che stai per iniziare una nuova fase della tua vita.- L'ultima, forse. Presto Viserys sarebbe diventato un confratello dei Guardiani della Notte, per difendere l'ultima vera frontiera di Westeros, e sarebbe finita lì. Così come nell'ordine di Luwin, il giovane Viserys non avrebbe mai pronunciato voti matrimoniali, nè avuto figli, nè posseduto terre. Forse sarebbe diventato un Lord Comandante, ma questo era il massimo a cui poteva aspirare.

 

I suoi occhi viola brillarono, il ragazzo emise un piccolo sbuffo. Alzò la mano destra e la aprì, e fu solo allora che Luwin vide il pezzo di pergamena accartocciato lì nascosto. Era una lettera, che Viserys spiegò attentamente per poi leggerne un pezzo.

 

- "Fratello, spero tanto che tu compia grandi imprese nel tuo futuro con i Guardiani della Notte". Non sto scherzando, Maestro, questo è ciò che mi ha scritto la mia sorellina di nove anni.- Viserys appallottolò di nuovo la lettera e scosse la testa.- Sicuramente il caro cugino Stannis le sedeva accanto mentre scriveva. Riconosco il suo modo di parlare.-

 

Luwin sospirò.- Lord Baratheon è il padre adottivo di Lady Daenerys. Forse lei ha chiesto il suo aiuto, o della lady sua moglie.-

 

- Padre adottivo, sì.- annuì il Targaryen.- Ma se ricordo bene, sono uomini istruiti con catene come la vostra che aiutano a scrivere lettere. Il cugino Stannis non è un Maestro, a meno che non sia andato alla Cittadella senza farlo sapere al resto di Westeros.

 

- No, non aveva motivo di immischiarsi nella lettera di Daenerys.- Un vago sorriso gli apparve in volto.- Ora che ci penso, forse avrebbe dovuto fare un favore ai Sette Regni e diventare un Maestro. Sarebbero cambiate molte cose.-

 

Cambiate, sì. Ma in meglio, o in peggio?

 

- Lord Baratheon ti ha salvato la vita.-

 

- Così dicono.- Il ragazzo battè leggermente i piedi.- La domanda è, perchè? Perchè lo ha fatto? Cosa lo ha spinto a ignorare i suoi ordini e avere pietà?-

 

- L'onore.- rispose senza sforzo Luwin, così come aveva fatto le altre volte in cui Visreys si era interrogato sull'argomento.- Lord Baratheon non voleva sporcarsi le mani con sangue di innocenti. Era la cosa giusta da fare, dovere o no.-

 

Tuttavia, a differenza delle altre volte in cui avevano avuto questa discussione, stavolta Viserys sembrava pronto a controbattere. Si girò verso Luwin, con un’espressione di pura incredulità, e smise di colpo di battere i piedi.

 

- Lo credete davvero?- chiese, avvicinandosi.- Credete davvero che un uomo farebbe qualcosa di così altruistico?-

 

- Lord Stark lo farebbe.-

 

- Lord Stark è...diverso.-

 

Luwin non rispose. Dopo tutto, Viserys era in quell'età in cui si ritenevano corrette tutte le proprie ipotesi, e ogni tentativo di dissentire veniva subito stroncato. L'alternativa migliore era lasciar crescere il ragazzo in modo che imparasse da solo a distinguere giusto e sbagliato. Alla fine, si sarebbe reso conto che calunniare l'uomo che aveva protetto lui e sua sorella da una morte certa era del tutto inutile.

 

- Ormai non ha più importanza, suppongo.- decise Viserys, gli occhi ancora indugianti su Luwin.- Non lo rivedrò mai più, e nemmeno mia sorella.-

 

Nella sua voce c'era una nota triste. Esitando, Luwin disse: - Non necessariamente. I Guardiani potrebbero anche farti diventare un corvo errante, per girare tra tutti i castelli dei Sette Regni. Tra cui anche Roccia del Drago.-

 

Viserys rispose con una risata amara, e riprese a battere i piedi.- E rischiare l'ira di Sua Grazia? No, non credo proprio, Maestro. Partirò per il Castello Nero e morirò lì. E' così che doveva andare.-

 

Nella penombra, non era facile vedere se il ragazzo era amareggiato o turbato. Un pò di entrambi, sospettava Luwin.

 

- Incolpi Re Robert?-

 

Viserys aggrottò la fronte, confuso.- Re Robert? No, ha solo fatto quello che doveva fare.- Un'espressione lontana negli occhi, aggiunse: - Non lui.-

 

- Lord Stannis Baratheon ha fatto ciò che riteneva giusto.-

 

- Certo, Maestro. Certo.- annuì il ragazzo.- Avrebbe potuto farlo meglio, però. Nominarmi Lord di Roccia del Drago al posto di Dany, ad esempio. Sono io il maggiore tra i due, oltre che maschio. Era mio diritto.-

 

Si allontanò di nuovo da Luwin, tornando dov'era all'inizio, davanti alla finestra.- Eppure non è lui che incolpo per tutto questo, non del tutto.-

 

Non ci volle molto perchè il Maestro Capisse. Perchè non ci ho pensato prima?

 

- Tuo fratello.- Un suggerimento, non un'ipotesi.

 

Vagamente, Viserys annuì.- Lui. Mio padre. Mia madre, anche, in qualche modo, per non avermi fatto capire che uomo era prima che fosse troppo tardi. Se solo avessi potuto fare qualcosa...qualunque cosa...-

 

- Credo che nulla avrebbe potuto cambiarli.-

 

- Pensate che non lo sappia?-

 

Oh, ragazzo mio, se è così, perchè ci pensi così tanto?

 

Rimasero in silenzio per un pò; un uomo un tempo semplice novizio nell'Altopiano, e un altro, un ragazzo nato principe. Un uomo che adesso era un Maestro con catena, e un altro che presto sarebbe diventato un Guardiano della Notte. E forse...

 

- Hai avuto modo di pensare a ciò che ho suggerito?- chiese Luwin.

 

- Non ancora. Ci sono...delle persone che vorrei incontrare, una volta alla Barriera. Forse allora potrei...-

 

Persone da incontrare. Ah. Luwin avrebbe dovuto aspettarselo. Aemon Targaryen, fratello di Re Aegon l'Improbabile, era ancora un Maestro al Castello Nero, e Ser Jon Connington, caro amico del defunto fratello di Viserys, era Maestro d'Armi. Spesso, scherzando, si diceva che la Barriera fosse solo un'istituzione per cavalieri del drago e esuli dal sangue di drago, con tutti i cavalieri delle Terre della Corona mandati lì, e ora anche Viserys, un Targaryen, che avrebbe raggiunto il suo antenato.

 

- Naturalmente.-

 

Alla fine avrebbe scelto la Cittadella. Anni passati a guardar crescere Viserys avevano permesso a Luwin di comprendere la personalità del ragazzo, e sapeva che col passare del tempo, il Castello Nero gli sarebbe parso un luogo sempre più monotono. Allora il suggerimento di Luwin avrebbe davvero preso le ali, e Viserys, che aveva passato la maggior parte del suo tempo a Grande Inverno nella libreria, sarebbe andato nell'Altopiano per guadagnarsi i suoi anelli. Luwin gli dava al massimo quattro anni. Cinque, forse, se i Guardiani lo avessero scelto come Ranger al fianco di Benjen, il fratello di Lord Stark.

 

E anche se ai Maestri non era consentito affezionarsi a nessuno, Luwin era molto orgoglioso del ragazzo. Un ragazzo che aveva visto crescere così in solitudine, e che aveva guidato nelle insicurezze e incertezze dell'infanzia. Un ragazzo che ora aveva un qualche tipo di casa nel castello dove un tempo nessuno sapeva come trattarlo. Uomini e donne gentili lo avevano definito protetto, ma perlopiù era stato un ostaggio e una minaccia. Presto, però, pensò Luwin, sebbene ormai i Guardiani della Notte fossero sempre di meno e ridotti a una collezione del peggio delle celle, Viserys avrebbe iniziato una nuova vita.

 

Non si aspettava nessuna gratitudine per la sua presenza. Dopo tutto, il suo dovere era servire e guidare. Lo faceva perchè gli piaceva. Perciò, la sua sorpresa fu evidente quando Viserys gli si avvicinò poco dopo, e gli diede un'occhiata significativa.

 

- Io...vi ringrazio, Maestro.-

 

Luwin fece un inchino. Non sapeva se il ragazzo sapesse o no per cosa lo stava ringraziando, ma sapeva che significava molto lo stesso. Non era uno che si complimentava facilmente.

 

La mattina dopo, la maggior parte degli abitanti del castello si radunò per dire addio al giovane Viserys, inclusi il Lord e la Lady. Fu una cosa triste, ad essere sinceri: niente che sarebbe stato richiesto per la partenza di un secondogenito, ma di certo inatteso per l'erede di una dinastia esiliata.

 

Viserys scompigliò i capelli al giovane Robb, l'erede degli Stark, e il bastardo Jon Snow, che stranamente Lady Catelyn non aveva nascosto. Fece lo stesso per la piccola Arya di quattro anni, che si agitava nella presa di sua madre, e Brandon, di un anno più giovane di lei, che lo fissava accigliato accanto a suo padre.

 

- Tornerai, vero?- chiese il ragazzo. Bran, come tutti lo chiamavano, era sempre stato incuriosito da Viserys, che sebbene non fosse un fratello di sangue, veniva trattato proprio come uno dei suoi fratelli maggiori.

 

- Certo che tornerà, Bran.- rispose Robb Stark. Al che si volse verso Viserys.- Lo farai, vero? Tornare per farci visita, intendo?-

 

Viserys sembrava combattuto. Scambiò una breve occhiata con Lord Eddard, che gli fece un piccolo cenno col capo.- Tenterò.- disse alla fine.

 

Qualunque altra cosa avrebbe potuto dire fu interrotta da un lieve singhiozzo dal fianco di Lady Stark. Luwin vide che era Sansa, la piccola lady, di soli sei anni. Aveva la fronte corrucciata e delle lacrime le rigavano il viso. I suoi bei capelli rossi, ereditati dalla madre, erano sparsi sul davanti del vestito mentre piangeva.

 

- Ma hai appena compiuto sedici anni! Devi proprio andartene?- gridò, mentre Lady Catelyn la stringeva a sè per confortarla. La ragazza era un'altra Stark affascinata da Viserys; infatti, qualche volta aveva insistito perchè fosse lui a leggerle la storia di un principe o una principessa, visto che lui era un principe vero, nonostante i suoi genitori e la septa cercassero di dirle che non lo era più.

 

Viserys sembrò un pò a disagio, ma sospirò, avvicinandosi a Sansa.- Temo di sì, piccola Sansa.- Con lo sguardo chiese permesso a Lady Catelyn, e poi, con una mano quasi tremante, accarezzò la guancia della ragazza.- Ma come ho detto a Bran, un giorno tornerò. Non ti piacerebbe?-

 

Luwin si chiese se Sansa ricordasse al ragazzo sua sorella, la giovane Lady di Roccia del Drago. Forse era per questo che era così gentile con i piccoli Stark, soprattutto le ragazze.

 

Subito dopo, Viserys disse a Robb e Jon Snow che, appena fosse tornato, gli avrebbe insegnato qualche trucchetto imparato dal Maestro d'Armi della Barriera, il che calmò entrambi. Certo, ha un posto qui. Se mai gli verrà voglia di rompere la monotonia e non andare a sud per una catena, potrebbe venire a far visita con Benjen. Dopo tutto, il fratello di Lord Stark aveva visitato Grande Inverno una volta nei suoi quattro anni alla Barriera. Di sicuro sarebbe ritornato.

 

Lord Stark prese da parte il suo protetto per una conversazione riservata. Luwin sapeva che Eddard avrebbe parlato degli ultimi nove anni menzionando Re Robert e il Principe Rhaegar, forse anche Ser Jon Connington al Castello Nero. In pratica, era il vero discorso d'addio. Viserys e Lord Stark erano entrambi uomini riservati, il che era diventato un vantaggio per il ragazzo appena era maturato un pò.

 

Presto però finirono, e Viserys montò lentamente un palafreno accanto alla guardia Tom il Grasso, che lo avrebbe scortato alla Barriera. Ed eccoci qui. E' davvero finita una fase. Grande Inverno sarebbe stata diversa senza il giovane Targaryen. Luwin sapeva che tutti i presenti stavano pensando lo stesso mentre Viserys cavalcava fuori dai cancelli. In pochi attimi, rimase solo un puntino, che diventava più piccolo di secondo in secondo.

  
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