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Autore: Eevaa    01/06/2017    3 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 19 - DI TEMPO E DI LUOGO


 
Past

«Sono stufo!» grugnì Vegeta lanciando la penna a sfera sul tavolo. In quelle occasione era costretto a dosare con cura la propria forza, o altrimenti quegli oggetti scagliati qua e là sarebbero potuti diventare dei veri proiettili.
Sua moglie, appoggiata con i gomiti alla postazione di lavoro, scorreva con estrema noncuranza l'ennesima pagina internet dalle informazioni poco utili. 
«Perché non ci chiamano?» insistette il principe dei saiyan facendo voltare la donna dai capelli turchini verso di sé. 
«Mirai Goku ha portato il libro dai Kaiohshin del futuro da poco più di mezz'ora, abbi pazienza» i loro doppioni del futuro, infatti, dopo aver consegnato il libro al defunto amico, non avevano chiamato nemmeno per avvisarli dei numeri che avevano scoperto, tanta la foga con la quale si erano messi a ricercare.
«Tsk, pazienza, tu dici» sbottò Vegeta. «È questione di vita o di morte. Quell'idiota si deve dare una mossa, speriamo che non sia così svampito come quello della nostra linea temporale. Ma ne dubito seriamente».
Bulma sospirò tentando di ignorare le proteste sterili del marito, prima di venir colta di sorpresa dal rumore di una porta in procinto di aprirsi. I coniugi si guardarono costernati, sperando con tutto il cuore che non si trattasse di chi temevano. I genitori di Bulma, infatti, erano andati a riposarsi da poco e di sicuro non attendevano visite. 
«Mamma? Papà?» echeggiò una voce irruente proveniente dal corridoio. Vegeta chiuse gli occhi, possibile che fosse già rientrato?
«E adesso che facciamo?» sussurrò il principe dei saiyan in preda al panico.
«Fingiamo che non ci sia alcuna fretta, proprio come prima» buttò lì la scienziata cancellando nervosamente la lavagna sulla quale erano state riportate le varie conseguenze di quel grave pericolo che incombeva. 
«Non è così stupido! Sospetterà senz'altro qualcosa» puntualizzò Vegeta con estrema riluttanza. «Soprattutto stiamo ben attenti a non dire nulla riguardo alla gravidanza» continuò gettando occhiate di controllo verso la porta d'ingresso del laboratorio, la quale si aprì lentamente lasciando i marito e moglie con il fiato sospeso. 
Loro figlio, Trunks, sostava sulla soglia lasciando intravedere alle sue spalle due figure pressoché identiche vestite di arancione, una decisamente alta e una piccola e minuta.
«Caspita, ma state ancora lavorando?» domandò il piccolo, affiancato poi dal piccolo Goten e suo padre Goku. 
«Oh, siete già arrivati?» esclamò Bulma digrignando i denti in un sorriso forzatissimo rivolto all'amico, il quale ricambiò lo sguardo facendo un segno un segno di scuse, di nascosto.
«I bambini hanno tanto insistito per venire qui, si sono allenati a lungo e ora volevano giocare ai videogames!» proferì Goku ridacchiando nervosamente. I bambini si avvicinarono agli strani marchingegni del laboratorio, distraendosi e non badando al fatto che Vegeta e Bulma avessero appena fulminato con gli occhi l'ingenuo amico.
«Una cosa dovevi fare, Kaarot: tenerli lontano da qui» bisbigliò minacciosamente il principe, prestando attenzione che i due bambini fossero impegnati a blaterare di qualsiasi loro affare.
«Noi a casa non abbiamo videogiochi, non sapevo come convincerli!»
«Razza di deficiente, non eri capace di inventarti qualcosa?!» proseguì il burbero saiyan nel consueto battibecco tra rivali, interrotto però dalla vocina innocente del piccolo Goten.
«Avete trovato una soluzione a ciò che succede?»
Gli occhi di Vegeta e Bulma si incrociarono, sperando che uno dei due riuscisse a tirarli fuori da quell'arduo compito. 
«Beh... ecco...»

 




Future

Mirai Trunks avrebbe tanto voluto spiccare il volo e percorrere i lunghi corridoi della Capsule Corporation ad una velocità degna di un combattente ma, per raggiungere la meta, avrebbe dovuto aspettare la donna dai capelli turchini. Corsero quindi tutti insieme a perdifiato. 
Sua madre, Mirai Bulma, aveva perfettamente capito che quel ragazzo aveva avuto la sua stessa intuizione sul significato di quei numeri; quel che c'era da sperare è che la loro epifania andasse nella direzione giusta.
«Ma prego, continuate pure a non rendermi partecipe» brontolò sarcastico il principe dei saiyan, inseguendo il duo volando a braccia conserte. Odiava sentirsi l'ultimo, in qualsiasi campo, anche se era perfettamente a conoscenza del fatto che, per quanto riguardava la matematica e la scienza, non avrebbe potuto nulla contro la sua compagna ed il figlio. Quest'ultimo aveva senza dubbio aveva ereditato parte della genialità dalla scienziata. Tutto muscoli, materia grigia, bontà d'animo e denaro.
Mirai Trunks era più che un ottimo partito, sarebbe stato il fidanzato perfetto per qualsiasi ragazzo o ragazza. Purtroppo però, egli non aveva mai trovato l'anima gemella adatta a sé, sembrava che tutti fossero interessati solo alla parte fisica e pecuniaria della sua persona, con suo grande rammarico.
La porta d'ingresso della grande casa rotonda si aprì automaticamente, lasciando intravedere uno scenario estremamente inaspettato. Nessuno di loro infatti, dai sotterranei del laboratorio, si era ricordato dei cambiamenti temporali del mondo al di fuori. Alcuni alberi non c'erano più, altri erano decisamente più piccoli, chissà per quanto tempo l'orologio aveva ticchettato all'indietro. Stava nevicando, probabilmente era arrivato l'inverno, ma chissà quale inverno. In che anno si trovavano? Quanto tempo era rimasto? Avrebbero dovuto fare in fretta, più in fretta possibile. 
Non appena giunti allo spiazzo sul retro del giardino, Mirai Trunks tirò fuori dalla giacca di pelle una piccola capsula grigia e, dopo aver premuto il bottone sovrastante, la lanciò dosando la forza per farla cadere pochi metri più in là. 

Ed eccolo lì, l'oggetto incriminato di aver fatto in modo che due mondi stessero andando in rovina si ergeva maestoso e imponente davanti agli occhi dei tre spettatori. La macchina del tempo. La navicella costruita dalla scienziata più eccelsa della Terra, che sarebbe dovuta servire solo a migliorare il passato, e che invece era stata adoperata per scopi ben più futili. 
«Non ditemi che avete ancora intenzione di usare questo aggeggio infernale!» protestò Mirai Vegeta, il quale aveva capito perfettamente che tutti i loro problemi erano derivati da un utilizzo troppo spensierato di quella macchina. 
«Non per quello che credi» annunciò la scienziata facendogli segno di seguirli all'interno della cupola. Si fece prendere per le braccia dal figlio, il quale la trasportò in volo fino alla postazione di comando.
Il principe dei saiyan balzò al loro fianco, rendendosi a malapena conto di quanto quel sedile fosse scomodo da utilizzare in tre, troppo impegnato ad osservare il foglietto che Mirai Trunks stringeva prepotentemente tra le mani.
«Se quello che io e la mamma abbiamo ipotizzato è vero, queste potrebbero essere delle coordinate, esattamente come quelle che utilizzo per spostarmi nel tempo» dichiarò finalmente il giovane, mostrando le somiglianze tra i numeri che avevano scoperto e alcune coordinate causali impostate sul display. Vegeta non si scompose, ma prestò ben attenzione a ciò che il figlio stava per spiegare. «La prima serie coincide perfettamente con gli spazi della coordinata tempo, mentre la seconda con la coordinata luogo».
«Ti rendi conto che è improbabile che il Kaiohshin della leggenda abbia avuto una macchina del tempo?» domandò il principe dei saiyan, rendendosi però conto di quanto fosse scontata la risposta.
«Ovviamente, non ce l'aveva. Probabilmente i Kaiohshin possono avere un altro sistema per spostarsi tra le epoche, ma delle coordinate sono sempre necessarie» rispose Mirai Bulma impazientemente. «Non ci resta che provare ad inserirle e vedere cosa succede».
Gli occhi dei due saiyan si incrociarono in uno sguardo di preoccupazione misto ad eccitazione. Una nuova sfida stava per prendere forma, questa avrebbe potuto essere per davvero la risposta che stavano cercando da ore. Non erano mai stati prima di allora così tanto vicini alla soluzione, ma un sentimento di timore non poteva fare a meno di venire a galla: se avessero preso un grosso granchio non avrebbero più saputo dove sbattere la testa, quella era l'unica pista possibile da seguire. L'unica. Non ci sarebbero state alternative. 
Mirai Trunks tremò nel premere quei tasti, osservato dagli sguardi speranzosi dei genitori al suo fianco. 

95.29.4412 
21.4.15.33


I numeri sullo schermo coincidevano perfettamente con gli spazi appositi ed erano pronti per essere caricati, aspettavano solamente che qualcuno premesse il tasto verde di conferma. Un tasto, un solo tasto separava quel piccolo angolo di mondo dalla verità. 





Past
 

«Quindi, mamma? Vi decidete a dirci cosa sta succedendo?»
«Già, vi ho fatto una domanda. Avete trovato una soluzione o no?» insistette il piccolo Goten, guardando dal basso verso l'altro la scienziata e quell'uomo che per molti anni era stato proprio come un padre per lui, quando Goku era morto dopo il sacrificio nello scontro con Cell. Vegeta, però, era ben più impegnato a ringhiare contro quell'idiota del suo rivale, il quale non aveva saputo distrarre i loro figli da quanto stesse accadendo al loro mondo. 
Avevano deciso di non spaventarli, quindi di non rivelare loro che avevano pochissimo tempo per trovare una soluzione altrimenti la loro epoca e quella futura si sarebbero molto probabilmente distrutte (o chissà cos'altro di peggio) ma, per colpa di un contrattempo di Kaarot, i due mocciosi erano lì nel laboratorio. Ed erano oltremodo bramosi di conoscere e di ficcare il naso in questioni che non meritavano di sapere, solo per il loro bene. 
«Ecco, noi...» si decise a parlare Bulma, accovacciandosi per guardare negli occhi quel  figlio che tanto amava e che avrebbe voluto continuare a veder sorridere spensierato. «Noi ci stiamo impegnando a fondo per trovare una soluzione. Non è una situazione facile, bambini, ma è importante che voi stiate il più possibile sereni e alla larga da queste difficili questioni. Io e Vegeta dobbiamo lavorare tanto, stiamo risolvendo difficili calcoli e svolgendo ricerche infinite, questo perché è necessario giungerne a una nel più breve tempo possibile».
«Altrimenti che succede?» domandò il piccolo Trunks con voce udibilmente preoccupata, volgendo poi uno sguardo interrogatorio a suo padre. Vegeta chiuse gli occhi per qualche secondo, percependo un dolore senza paragoni all'altezza del petto. 
Cosa avrebbe potuto rispondergli? Come avrebbe fatto a spiegargli che non sarebbe stato in grado di proteggerlo, quella volta? Il principe dei saiyan avrebbe dato la vita pur di salvare quella di quel bambino, ma non era mai in grado di ammetterlo ad altri se non a se stesso.
Purtroppo non avrebbe potuto fare niente per impedire la distruzione dei due mondi. Non sarebbe servito a nulla trasformarsi in Super Saiyan, non sarebbero servite a nulla le ore infinite di allenamenti, a niente sarebbero valsi gli sforzi e i combattimenti. Sebbene egli fosse uno dei guerrieri più forti di tutta la galassia, non avrebbe potuto niente in simili circostanze.
Non era lui che avrebbe potuto proteggerlo, in quell'occasione. Forse nemmeno l'intelligenza di sua madre avrebbe potuto farlo, né la tecnologia di un'epoca futura. Non sarebbe stato in grado di spiegarglielo, non era mai stato bravo in certe cose. Ci avrebbe girato intorno, o al contrario sarebbe potuto essere sin troppo indelicato. La mancanza di tatto era una prerogativa acquista dai geni della sua specie, non gli era mai servito essere gentile con quelli del suo pianeta d'origine e, sebbene sua moglie lottasse ogni giorno per fargli imparare le buone maniere, egli non aveva ancora raggiunto un livello ottimale di cortesia, tanto meno di delicatezza.
Vegeta guardò la scienziata, implorandola con lo sguardo di occuparsi di quell'ingrato compito. Ella lo capì, come sempre. Comprese il suo disagio e raccolse tutto il coraggio di cui avrebbe avuto bisogno per iniziare a parlare.
Appena aprì bocca, però, la sua voce venne stroncata da un trillo acuto.
Il suono inconfondibile di quel telefono regalatole dall'altra epoca interruppe quel difficoltoso momento di imbarazzo, facendola rizzare sulle gambe. Non appena ella premette il tasto di avvio, una Mirai Bulma completamente sconvolta apparve sullo schermo piatto, facendo rabbrividire la sua interlocutrice.
«Avete delle novi-»
«Bulma! Devi assolutamente prestare attenzione a quello che sto per dirti!»

 
 


Angolo autrice:
Buonasera a tutti amici e amiche dell'internet :D 
ATTENZIONE ATTENZIONE, dopo una lunga riflessione (come ho già detto in precedenza: non sono capace di organizzarmi) ho deciso che da ora in poi i capitoli verranno pubblicati solo una volta a settimana, indicativamente di giovedì. Ho iniziato un nuovo lavoro che mi occupa davvero tanto tempo e ahimè dovrò anche lavorare da casa spesso e volentieri, quindi ho un po' meno tempo di scrivere, ma non temete! Ci sono già una bella manciata di capitoli già pronti, devo solo tentare di non esaurirli prima di scriverne altri :) 
Beh, che dire.. spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Cosa avranno scoperto quelli del futuro? Cosa succede una volta impostate le coordinate? Vi aspetto giovedì prossimo per scoprirlo! 
Eevaa
  
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