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Autore: Emmastory    02/06/2017    2 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo XXIX

Non tutto è perduto

La sera svaniva, e il mattino ci salutava, assolato e cordiale come sempre. La gentile aria mi lambiva appena i polmoni, e respirando, non potevo fare a meno di sorridere. Alisia stava bene, era riuscita a riprendersi, e ora aveva anche ricominciato a parlare. Al suo arrivo al campo Lady Bianca credeva che lei non avrebbe potuto farcela, poiché le sue ferite erano troppo profonde e gravi, ma lei, andando contro ogni previsione, aveva aperto gli occhi giusto in tempo, riuscendo a salvarsi nonostante tutto quello che il suo fidanzato, maestro della finzione e della menzogna, le aveva fatto. Ovvio era che non lo amasse più, e che avesse finalmente imparato a usare la sua forza per spezzare la metaforica catena che la legava a lui. Ora come ora, mia sorella è libera, e benché riesca a muoversi e camminare senza problemi, Ilmion la segue come un cucciolo o un’ombra, non volendo assolutamente perderla di vista. Anche se silenziosa e poco loquace nei suoi confronti, parla ancora con me e Stefan, e ad essere sincera, sono orgogliosa di lei. Dopo tutto il tempo passato al fianco di un individuo velenoso e tossico come Ashton, è riuscita a capire che il loro rapporto non poteva esistere né funzionare, e che tutte le promesse di quel bugiardo non erano che un fuoco di paglia. Lui l’abbracciava e baciava, le diceva spesso “Ti amo” ma nonostante questo avevo capito sin dal primo giorno che niente di tutto ciò era reale. Contrariamente a me, la diretta interessata aveva impiegato più tempo a scoprire la verità, ma alla fine c’era riuscita, e quella era l’unica cosa a contare. Ora che eravamo al campo, Alisia poteva stare lontana da lui, e stando ad una conversazione avuta con lei, avevo scoperto, inaspettatamente, che anche lei provava qualcosa per Ilmion. Per quanto ne sapevo, il vero e proprio incubo vissuto al fianco di quel mostro le aveva fatto perdere fiducia negli uomini, ma ora era diverso. Ogni volta che parlava di lui, i suoi occhi si illuminavano di gioia, e anche se solo per pochi secondi, sembrava perdere orientamento e concentrazione. Il viso poi le diventava rosso, e non riuscendo a pensare ad altro, sorrideva. In altre parole, era felice, ed io lo ero per lei. Rimanendo in disparte, la guardavo da lontano, carpendo dai suoi comportamenti segnali ben precisi. Era davvero innamorata persa, e pur avendo conosciuto Ilmion da poco, non mancava di dimostrarlo. Non avevano ancora avuto il loro primo bacio, ma la scintilla fra loro scattava sempre. Guardandola, la vedevo sorridere e arrossire finchè il viso non le andava in fiamme, e orgogliosa della forza interiore di mia sorella, reputavo Ilmion colpevole di un solo capo d’accusa, ovvero quello di far aumentare i battiti del cuore di una ragazza pura e innocente come lei, che ora era preda dei suoi stessi sentimenti. Veloce e inarrestabile, il tempo continuava a scorrere, e con l’arrivo dell’imbrunire, Ilmion mi raggiunse. “Hai visto tua sorella?” mi chiese, incerto e dubbioso. “No, perché?” risposi, confusa da una domanda del genere. “Vedi, devo... devo dirle e darle una cosa.” Rispose, esitando per un attimo ma rivelandomi comunque la verità. In quel momento, aprì la mano, mostrandomi una catenina. Semplice e sobria, ma comunque molto carina. Due singole lettere ne erano i pendenti. Una “a” e una “i”. A quella vista, sorrisi, e guardandolo quel galantuomo negli occhi, gli chiesi di seguirmi. Avevo mentito, e sapevo benissimo dove Alisia si trovasse, ma volevo in qualche modo sondare il terreno, e cercare di capire se e quando Ilmion avesse avuto il coraggio di confessarsi a colei che amava. Solo ora scoprivo che voleva provarci, così mi offrii di accompagnarlo alla sua tenda. Entrandovi, la trovammo seduta in terra con un dormiente Lienard in braccio, ancora intenta a canticchiare una dolce ninnananna. “Alisia?” la chiamò lui, incredibilmente teso e tremante come una foglia. “Sì, Ilmion?” rispose lei, chiamandolo per nome e facendo inconsapevolmente perdere un battito al suo cuore. “Puoi… puoi venire con me?” azzardò lui, sempre più timido e impacciato. “Come? Certo!” fu la sua risposta, accompagnata da una risatina che sfuggì lesta dalle sue labbra. Alzandosi in piedi, fece quanto le era stato chiesto, e allontanandomi, lasciai quei due piccioncini da soli, non prima di aver rivolto solo ad uno di loro un sorriso di incoraggiamento. “Puoi farcela.” Volli fargli capire, sperando di infondergli con quel gesto il coraggio che gli mancava. Ad ogni modo, rimasi nelle vicinanze, avendo così modo di vedere cosa accadeva. Mano nella mano, camminavano tranquilli, fino a raggiungere quello che Ilmion giudicò come punto perfetto. La cima di una dolce collinetta poco distante, da cui ammirare la bellezza della luna e del cielo stellato. Il silenzio regnava sovrano, e il freddo vento accarezzava le foglie degli alberi, spostando di tanto in tanto i capelli di Alisia. “Qui è tutto bellissimo, non trovi?” disse lei, guardando Ilmion negli occhi e ponendogli poi quella semplice domanda. “Non quanto te.” Rispose lui, ben sapendo di essere completamente sincero sia con lei che con sé stesso. “ Che cosa? Dici sul serio?” non potè fare a meno di chiedere lei, colta alla sprovvista da quel complimento tanto romantico e genuino. “Certamente, ma la realtà è un’altra.” fu la sua risposta, capace anche in questo caso di farla sciogliere come candida neve al sole. “Ovvero?” azzardò ancora mia sorella, con la voce che le tremava per l’emozione ed il freddo messi insieme. “Vedi, Alisia, io… io ti ho portata qui per dirti una cosa.” Esordì, scivolando poi nel silenzio al solo scopo di respirare e ritrovare la calma persa e sostituita con ansia e agitazione. Nervoso come mai prima, il povero Ilmion sudava freddo, ma lei era curiosa e piena di aspettative, e con il cuore che batteva veloce e forte quanto il suo, aspettava. Ormai pronto a confessare tutto, deglutì sonoramente, e prendendole le mani, pronunciò una frase che colpì nel segno, e che la sua amata non avrebbe mai dimenticato. “Alisia, io so bene quello che hai passato, e sento di sapere tutto di te. Il dolore è alle tue spalle, stanne certa. Io non ti farei mai soffrire, sai perché? Perché io ti amo, amore mio.” Queste le parole che pronunciò, e alle quali Alisia stessa non seppe resistere. Travolta infatti da un fiume di emozioni, iniziò a piangere di gioia, e appena un attimo dopo, le loro labbra si unirono. Quando si staccarono, lui le mostrò la sorpresa che aveva preparato, e per tutta risposta, lei mostrò di aver già un altro gioiello al collo. Basito, Ilmion non fece che guardarla, ma la sua prossima mossa lo stupì. Ormai certa di essere libera dalle grinfie di quel mostro, Alisia prese in mano quel ninnolo, sfilandosi la catenina per poi gettarla via e lasciare che quella nuova e più gradita prendesse il suo posto. Un secondo bacio li avvicinò, e sotto la luce della luna, entrambi sorrisero con la bocca e con il cuore. Fu così, che in quella notte stellata, lei ed Ilmion si professarono eterno amore, dando prova che anche nel peggiore degli scenari, rappresentato dalla minaccia dei Ladri e da tutto ciò che stava accadendo ad Aveiron e dintorni, non tutto era perduto.
   
 
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