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Autore: Dio_dei_Fluff    03/06/2017    0 recensioni
Quando lo vide fu troppo tardi, stava abbracciato alla mora che gli sorrideva innamorata. E neanche Lauren, pur essendo molto cattiva, decise che non poteva rovinare la loro bella favola. Arrivata in macchina pianse tutte le lacrime che aveva in corpo prima di partire.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Lauren, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO TRENTESIMO
Blame it on the a a a a a alcohol

22.05.2016, Hotel “El Mar” Spagna
Lauren e i suoi atleti stavano correndo da una buona mezza ora sulla spiaggia, secondo lei era per dar loro fiato, secondo loro perché voleva punirli per la sbronza del giorno prima: lei non aveva bevuto a quel divertente gioco alcolico che Magdalene aveva inventato, ma tutti gli altri sì e anche troppo: c’erano i due proprietari della stanza che ormai non stavano più in piedi, Daniel che stava cercando di sedurre la sua ragazza nonostante stesse con lei (wtf???!!!!), Jerome depresso e Francoise che aveva trasformato la sua arrabbiatura in sbronza arrabbiata e per questo motivo se ne stava ad inveire su titti quelli che gli giravano attorno, cosa che avevano imparato a non fare. Per questo lei gli aveva detto che la corsa mattutina se la sarebbero sorbita comunque: quanto era stronza quando voleva.
“Loren, possiamo fermarci?” chiese Cesare.
“No. Gli unici che si possono fermare sono quelli che non hanno partecipato al gioco alcolico che avete inventato la scorsa notte.” Le ragazze più giovani e Alecu ringraziarono Gesù, tanto.
“Ma non è giusto! Anche tu eri lì, ma non ci hai detto nulla!!”
“Oh… io vi ho detto che dovevate smettere, ma avete deciso che non volevate ascoltarmi, perciò ho deciso che mi ascolterete ora.”
“Devi proprio continuare a parlare?” disse Daniel che stava sul serio rischiando di scoppiare.
“Certo. Ti pare che io non vi lasci soffrire? Solo perché ho la vostra età non vuol dire che mi sta bene che appena facciamo una pausa fuori dalla palestra voi vi sbronzate ogni tre per due.”
“Dircelo?”
“Ripeto: è quello che ho cercato di dirvi per circa mezzora.”
“Sei sempre così gentile.” Questo era ovviamente Francoise che ancora non si capacitava di quello che aveva detto la sera prima: nel momento in cui aveva detto quella franse si era pentito… anche perché ora tutti sapevano dei suo problemi amorosi, non che di amorosi si può parlare.
“Certo che sono sempre così gentile, avete presente quando vi ho detto anni fa che non vi avrei fatto da balia? Ecco. E per punizione continuerete a correre fino a che io non ho deciso che avete imparato cosa vuole dire sbronzarsi fino a non camminare. Ah, gli altri possono tranquillamente andare al mare.”
Alecu, che stava già ringraziando Gesù deciso che quel giorno doveva essere il suo giorno fortunato, ma molto, molto, molto fortunato.
“Io vi aspetterò qui e conterò tutti i giri che farete fino a che, stremati voi non verrete in ginocchio ad implorarmi perdono.”
“Satana.” Francoise mentre ricominciava a correre.
***

Mentre era seduta e aspettava che i suoi studenti finissero il 15 giro sentì delle amiche che dicevano “Hai  visto che bello il vestito di Paris Hilton? Niente di meglio per una sfilata di moda…”
“Hai proprio ragione, ma hai visto quello di JLo? Era orribile!!”
“La migliore di tutte però era le campionesse di ginnastica americane… avevano dei vestiti così belli che avrei sparato per avere il vestito nero di Emily Kmetko… era così bella, semplice, ma elegante.”
Il dannato vestito rosa.
“A me piaceva anche quello di Kelly Parker, aveva il suo perché. Nero, lungo… ehi, ma sta attento cretino.” Disse in inglese prima ragazza, quando Francoise le venne addosso.
“Se tu guardassi dove cammini non ci sarebbero stati questi problemi.” Le disse Lauren con un sorriso, mentre faceva continuare a correre i ragazzi “E comunque se proprio vuoi saperlo il vestito di Emily Kmetko ha come minimo cinque anni, quello di Kelly Parker non si intona con la sua carnagione e proprio se lo volete sapere quello di Payson era preso in un discount visti i fili che gli uscivano e che, in teoria dovevano stare cuciti; non mi sarei stupita se ad un certo punto quel vestito fosse caduto in pezzi. Ah, e vi anticipo, il peggiore è di sicuro quello di Kylie perché non ha capito che ormai il leopardato è talmente tanto vintage che nemmeno mia nonna lo metterebbe. Gli unici che si salvano era i loro accompagnatori, perché non è difficile mettersi addosso un completo in tinta con gli occhi.”
C’era stata anche lei, ovviamente, a quella sfilata alla settimana della moda di Parigi, certo, nascosta e con un paio di occhiali che avrebbero fatto invidia a quelli a di Anna Vintour, ma…
“E tu che ne sai, scusa? Sfigatella che cerca di raccattare qualche soldo allenando?”
“C’ero anche io a quella sfilata e se devo ammettere,  l’unico vestito che si salvava era proprio quelle di cinque anni fa. Dopotutto… chi l’ha scelto era la migliore intenditrice di moda di tutta l’America.”
“C’…c’… era anche lei?”
“Ovvio! E ora smammare che i miei studenti si stanno allenando, hanno delle olimpiadi da vincere.”
“Possiamo avere gli autografi?” chiese una delle due con un sorriso di scuse.
“Domani sera c’è una festa qui in spiaggia, vi farò avere i loro autografi.”
“Quello biondo…”
“A domani sera…” disse lor mentre le salutava.
***

Dopo essersi allenati come matti per tutta la mattina, mentre le ragazze a Alecu si stavano divertendo, i ragazzi stavano al mare. Francoise stava appunto studiando in un luogo appartato quando una persona venne e gli disse “Scusami.”
“Scusa?”
“Scusami per quello che ho detto. Non volevo. Ero solo arrabbiato perché  a quanto pare tu sei migliore di me anche se non ti alleni.”
“Tu sei comunque più bravo di me in alcune cose, come ad esempio la captatio benevolentia verso le persone che io non sopporto o che non mi sopportano.”
“Sei troppo duro con te stesso poteva esserci chiunque al posto mio.”
“Ma hanno scelto te. E non devi rinunciare al tuo futuro solo perché a te danno ascolto e a me no.”
“Captatio benevolentia.”
“Hai proprio ragione!!! Pace?”
“Pace.” E si abbracciarono.
“Ora mi dici come hai fatto ad avere la sponsorizzazione della Porsche? Sono mesi che voglio chiedertelo.”
“Sono andato, con la mia 500 vecchissima, dal capo della Porsche e gli ho detto che per battere le Lexus di Carter Anderson avevano bisogno di una cosa sola: io che guido in mezzo ai monti.”
“È per questo che ti hanno dato la macchina gratis?”
“Sì… hanno detto che non era giusto che lo sponsorizzato ufficiale non avesse l’ultimo modello non ancora uscito sul mercato.”
“Hai fatto un colpo grosso.”
“Anche perché la macchina di mio nonno era più dal carrozziere che sulle strade.”
“Comunque, quello che hai detto ieri sera era la verità?”
“Certo, non è stata una delle serate migliori della mia vita, ma… sempre meglio di quella di Lauren quando ha perso la verginità.”
“Se la metti su questo piano direi proprio…”
“Ho   sempre ragione.”
“Già, è proprio bello tornare a parlare con te Francoise.”
“Anche con te,  Cesare.” 
  
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