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Autore: Mannu    04/06/2017    0 recensioni
Evan Karman, misterioso e imprendibile sicario, da qualche tempo ha assunto una nuova collaboratrice. Pianificatore meticoloso e attento, stavolta si trova ad avere a che fare con qualcosa che non aveva previsto. Un difficile lavoro da portare a termine e Nadia, la sua nuova e ingombrante "dipendente" che si rivela essere invadente e...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Professionista'
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In società
5.

Luther Ethan Jones non credeva ai propri occhi. Nemmeno alle sue orecchie, eppure era palese che la donna davanti a lui, una conoscenza casuale risalente a un paio di giorni prima al ricevimento della vedova Ghettman, ce l'aveva con lui.
Paranoico come il suo mestiere gli aveva insegnato a essere, aveva colto al volo un momento di disattenzione generale per attaccarsi al suo impianto cifrato e chiamare il suo agente legale di fiducia cui affidava tutti gli incarichi di intelligence. Gli aveva chiesto di raccogliere tutto ciò che c'era su quella donna e di riferire il più presto possibile. Trattando affari come quelli che lui gestiva era opportuno considerare ogni dettaglio. Jones era uno squalo della finanza: uno di quelli la cui carriera sembrava inarrestabile. Non poteva permettersi sbagli.
- Mi stai forse evitando?
Rieccola: si era avvicinata felina e nonostante i due metri di altezza l'aveva vista solo quando non era più possibile evitarla. Jones sorrise, ma solo con le labbra. Quel party era per lui un'occasione per fare ricognizioni, per tastare il terreno e scovare nuove possibilità di guadagno, non per flirtare con la moglie di qualcun altro. Eppure Hoshi Nakano sembrava proprio interessata a lui. E il marito non era presente alla festa né, a sentire lei, si sarebbe fatto vivo.
- Niente affatto. Sai che uno come me non smette mai davvero di lavorare, nemmeno alle feste. Ogni tanto ricevo qualche chiamata che richiede un poco di privacy...
- Ne so qualcosa – rispose lei prendendolo sottobraccio con movimenti delicati ma decisi – per questo non ho mai voluto impianti. Io tengo molto alla mia intimità...
Sorrise, promettendo con gli occhi cose cui Luther Ethan Jones rifiutò di credere. Sembrava tutto così facile, così aderente al copione già vissuto molte volte. La Nakano non era la prima a cercare di sedurlo in qualche modo. Sapeva già che tutto ciò cui quella mirava erano i soldi, il potere. Come tutte. Non desiderava altro. Eppure un debole campanello d'allarme suonava nella sua testa. Troppo facile.
- Non mi offri da bere?
Sentì la mano di lei solleticargli il bicipite attraverso la finissima giacca di cotone e la camicia di vera seta. Ammiccava sensuale da tutta la sera e gli orbitava intorno senza sosta, una cometa con una coda di profumo insolito, inebriante. Jones sapeva di essere attraente come uomo per l'aspetto oltre che per la posizione di potere che occupava. Sapeva anche che ciò aveva l'effetto di sciogliere le inibizioni di quelle donne che lo vedevano come un bersaglio da prendere di mira con lusinghe erotiche. Da secoli nessuno si scandalizzava più vedendo vecchi incartapecoriti ma pieni di soldi o ancora saldamente in posizioni di potere accompagnati da donne venti o trent'anni più giovani di loro. Baldracche di lusso spesate di tutto, mogli di rappresentanza, sanguisughe professioniste o sfortunate titolari di imperi prossimi al crollo in cerca di liquidità per evitare il disastro. Motivi ce n'erano a decine e a nessuno importava davvero che ve ne fosse uno. Jones era un bell'uomo ed era consapevole di esserlo: spesso ne aveva approfittato al punto da riempire più volte le pagine digitali di riviste online di pettegolezzi e inutile cronaca rosa.
Con cortesi scuse interruppe il suadente monologo della Nakano, Hoshi come lei insisteva nel farsi chiamare da lui, quando il suo legale investigativo lo contattò per riferirgli dell'arrembante corteggiatrice.
- Lavoro... - le disse con un sorriso mentre spostava l'attenzione su quanto il legale gli stava dicendo.
Apparentemente non c'era nulla di cui preoccuparsi: la Nakano appariva come una neoricca rampante come tante altre, niente di più. Aveva sposato un piccolo industriale, un certo Valdemort, che confrontato all'impero che Jones aveva ormai stabilmente avviato appariva come una pulce al fianco di un carro armato. Il legale si disse praticamente certo che si fosse trattato di un matrimonio di convenienza poiché nel passato della Nakano non vi era nulla di significativo: atleta dagli scarni e radi successi sportivi, attricetta insulsa e mai nemmeno menzionata, aveva da poco debuttato nel giro che conta ma solo in periferia. Doveva ringraziare il matrimonio con l'industriale Valdemort che le aveva dato l'agiatezza economica. Lo stesso Valdemort non era nemmeno da considerare: uno dei tanti neoricchi che popolavano il panorama all'orizzonte della tavola dei veri potenti, tavola cui Jones era ormai prossimo a sedersi.
- Grazie – disse concludendo la conversazione col suo legale investigativo e tornando con gli occhi e l'attenzione all'altissima donna che lo guardava golosa come fosse una tartina al caviale.
- Concluso il business? - le disse vagamente seccata.
Jones la vedeva ora in modo diverso. Sarebbe stato interessante vedere fino a che punto era disposta ad arrivare la sua nuovissima ammiratrice Hoshi Nakano. L'avrebbe convinta di poter salire a bordo con lui, avrebbe goduto vedendola vendersi a lui al ribasso, umiliando se stessa e il burattino che aveva sposato per denaro. Per ottenere più denaro e più potere cos'era disposta a fare? Era deciso a scoprirlo. E, come aveva già fatto con personaggi molto più potenti e pericolosi di lei, non appena ottenuto ciò che voleva l'avrebbe gettata via come un giocattolo rotto e non più desiderabile. Con una piccola ma significativa differenza: mentre lei stava agendo per denaro, lui per puro capriccio.
- Perdonami – le disse cercando di addolcirsi un po' – prometto che non mi lascerò più disturbare mentre sono con te.
Fece un cenno al cameriere il quale si avvicinò e con modi impeccabili raccolse l'ordinazione secca e precisa. Tornò dopo qualche minuto con una bottiglia di prezioso vino e due calici scintillanti. Eseguì il complesso rituale di apertura della bottiglia e porse il calice alla donna per il primo assaggio. La Nakano non padroneggiava il bon-ton, era evidente. Perse tutte le occasioni di mostrare raffinatezza e cultura, ma se non altro non commise gravi infrazioni all'etichetta. Neoricchi, pensò Jones con disprezzo. Lo era anche lui ma a differenza di molti altri lui aveva studiato. Percepita l'importanza di certe cose per poter meglio penetrare l'ambiente di potere ora vi sguazzava a suo agio e addentava le prede fino a farle sanguinare. Quella la sua intenzione da sempre e già prede eccellenti avevano provato a loro spese la potenza del suo morso.
Si spostarono su un divanetto miracolosamente libero e lì dettero fondo alla bottiglia di pregiatissimo champagne. Lasciò libera la donna di agire e presto fu chiaro ai suoi occhi non solo che era disposta a tutto, ma anche che non aveva intenzione di perdere tempo. Stava deliberatamente cercando di fargli perdere la testa: allungava le mani ogni volta che poteva, ammiccando e promettendo con mezze parole, frasi lasciate abilmente in sospeso, con gli occhi obliqui lucidi non solo per il vino bevuto.
D'un tratto fu come se un interruttore fosse scattato. Quella si ritirò, raffreddandosi rapidamente. Smise di cercare il contatto fisico, perfino gli occhi si fecero fuggenti e distratti. Jones ebbe la netta sensazione che la sua preda, all'inizio saltata dentro la trappola di propria iniziativa, gli stesse sfuggendo. La castrante sensazione di non aver fatto qualcosa, di aver mancato le aspettative di lei e di aver fallito un colpo impossibile da sbagliare lo punse sul vivo, urtando un nervo sensibile del suo orgoglio di squalo senza rimorsi o sentimenti.
- Mi sto annoiando un po' – proferì lei d'un tratto, dopo un prolungato, pesante silenzio. Poi la vide tendersi incontro a lui con un'espressione complice e quando fu abbastanza vicina sussurrò.
- Mi sto davvero rompendo i coglioni, portami via da qui!
Tornò sorridente mentre si appoggiava con la schiena all'imbottitura del divanetto. Per Jones fu una insperata ventata di aria fresca. La partita non era ancora persa.
- Dove vorresti andare? - le chiese alzandosi, abbandonando il calice vicino alla bottiglia ancora imperlata di gelide gocce di condensa.
- Non così – lo rimproverò col sorriso sulle labbra mentre lo tratteneva delicatamente per un polso. Jones si sedette nuovamente, vinto da quella debole pressione. A stento riconobbe l'errore appena compiuto, meravigliandosi di se stesso. Un errore davvero banale.
- Sono una donna sposata... un conto è mezzo flirt per passare la serata, un altro è farsi vedere andare via insieme a braccetto come due scolaretti arrapati – gli disse con voce sommessa ma decisa.
- Incontriamoci tra un po' in un posto tranquillo... - ora il sorriso da malizioso si era fatto predatore.
Hoshi Nakano credeva di aver preso il controllo. Luther Ethan Jones le avrebbe fatto credere che fosse davvero così.
   
 
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