Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    04/06/2017    4 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo XXXII

Sforzi ripagati

Alla fine era successo. Ce l’avevano fatta. Ilmion e Alisia erano saliti sulla carrozza di Lady Fatima, e si erano lasciati accompagnare al di là del bosco di Ascantha, dove lui era certo che sarebbero riusciti a trovare una casa immersa nella pace e nella tranquillità. Per pura fortuna fu proprio così, e la casa che trovarono fu più che abbastanza per un coppia come la loro. Piccola ma accogliente, e tutta costruita in legno, per questo somigliante ad un cottage di campagna. Forse un pò rustica, ma pur sempre accogliente. Il bosco si apriva a pochi passi dalla porta di casa, tanto che uscendone, avrebbero potuto benissimo prendersi per mano e scegliere di fare un giro nell’incontaminata natura, che da tempo ormai immemore, era una delle passioni di mia sorella. Lo aveva già detto ad Ilmion, ma amava camminare fra alberi e sentieri tanto quanto amasse lui, non desiderando a volte nulla di diverso. Non era mai riuscita davvero a spiegarlo, ma era proprio così. Ogni cosa, dal suono dei suoi passi sul selciato a quello dell’acqua che scorreva lenta nel laghetto poco distante, le infondeva una quasi istantanea e duratura sensazione di calma, e dati i suoi trascorsi, non poteva davvero chiedere di meglio. Ovvio era che la compagnia di Ilmion fosse positiva, e il fatto che si amassero giocava davvero a loro favore, e anche con i tempi che correvano, loro avevano fiducia. Era passata una sola settimana, e si erano trasferiti nella loro casa da poco, ma prima che se ne andasse tenendogli stretta la mano, vidi una luce nei suoi occhi. Una luce conosciuta poiché già vista, e che poteva avere soltanto un significato. Felicità. Un sentimento che a lungo aveva cercato, e che pareva aver trovato solo dopo l’ingresso di Ilmion nella sua vita. Il suo piccolo Lienard era sicura fonte di gioia, e lei lo sapeva bene, ma era anche certa di quanto questa fosse veloce a sfuggire dalle mani di chiunque, ragion per cui si sforzava di essere felice e ottimista almeno tanto quanto me, godendosi ogni attimo che aveva con quelle che per lei erano le persone più importanti. Così, i giorni fuggivano, e Lienard cresceva. Ormai aveva quasi un anno, e benché ancora non parlasse, e non potesse dirmelo chiaramente, io gli ripetevo sempre che gli volevo bene. Quando era nato e aveva fatto il suo ingresso nel mondo, Rose e Terra gli avevano passato Ned e Bunny, i loro rispettivi pupazzi, anche se lui sembrava preferire ancora il suo sonaglio. Per come la pensavo, l’attuale stato di Aveiron ed Ascantha sembrava sempre mostrare il lato peggiore delle persone, ma ad essere sincera, ero felice di non essermi lasciata trascinare dalla sete di potere e di ricchezza come i Ladri e alcuni dei pochi sopravvissuti. Stando alle parole di Lady Fatima, io e i componenti del mio gruppo eravamo speciali, mentre Rachel ci giudicava resilienti. Lusingata da commenti del genere, non facevo che ringraziare e arrossire, e ogni sera, come ero ormai abituata a fare, riempivo pagine e pagine del mio diario. Secondo alcuni, tenere un diario di questi tempi non ha alcun senso, poiché ruba tempo prezioso all’elaborazione di strategie per continuare a vivere e sopravvivere, ma non sono d’accordo. Non desiderando a volte che la solitudine, credo che scrivere e pesare le parole al solo fine di ritrovare la calma e la fiducia in me stessa che perdo costantemente mi sia di gran conforto. Nessuno oltre a me hai mai letto il mio diario, eccezione fatta per Terra quando era solo una bambina, e aveva avuto modo di capire, pur posando gli occhi su una solo frase impressa in una pagina, che io e Stefan eravamo una cosa sola. “Significa che ami papà?” mi aveva chiesto, poco prima di sollevare le rosee manine e chiedere un secondo abbraccio. “Più di quanto tu creda, bimba mia.” Le avevo risposto, poco prima di realizzare il suo desiderio e metterla al letto. Soltanto a causa di questo ricordo, mi venne da piangere, e non trattenni le lacrime, ben sapendo che in quest’orribile situazione, dove il caos dominava indisturbato e senza che nessuno oltre a noi facesse nulla per fermare una tale pazzia, gli sforzi nostri e di chi si impegnava erano sempre ripagati.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory