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Autore: Calowphie    04/06/2017    4 recensioni
Raccolta di storie a tema "BTS x reader".
Ogni componente avrà una storia a se, con vari problemi e aspettative che renderanno il tutto un po' più romantico.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia aveva iniziato a scendere sempre più fitta dalle nuvole grigie che avevano coperto il cielo azzurro di qualche secondo prima: Taehyung non si aspettava proprio un cambiamento del tempo così repentino. Aveva seguito l’evolversi del meteo di quel giorno per una settimana intera ed era più che convinto che il sole lo avrebbe assistito, tanto che aveva deciso di lasciare l’ombrello a casa: “ dovevi decidere di cambiare così improvvisamente proprio ora?” domandò il ragazzo al cielo alzando lo sguardo, lasciando che qualche goccia di pioggia gli finesse negli occhi.

Una grande corsa accomunava tutte le persone che percorrevano le strade affollate della città che, proprio come il giovane, non avevano una protezione che potesse evitargli una doccia gratuita: nel mezzo del caos, Taehyung camminava a passo svelto verso la tettoia del negozio più vicino in cerca di un riparo provvisorio in modo da poter aspettare la fine dell’acquazzone improvviso: con le mani in tasca e la testa leggermente abbassata coperta da un piccolo strato di tessuto nero dato dal cappuccio della sua felpa, riuscì a raggiungere il riparo che gli permise di abbassare il copricapo e scompigliare i suoi capelli castani, cercando di sistemarli e asciugarli come poteva; si sfregò le mani osservando il cielo  sperando che il tempo cambiasse in fretta.
Rassegnato dalla continua pioggia che scendeva sempre più veloce, sbuffò e si girò in direzione della serranda abbassata del negozio, notando una panchina verde smeraldo posta accanto all’entrata: il ragazzo si avvicinò ad essa sedendosi incrociando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia, in modo da poter adagiare sui palmi delle sue grosse mani,la testa pesante dallo sguardo triste.

La vibrazione del telefono scosse la gamba del ragazzo svegliandolo dal suo stato di trance in cui si era ritrovato: osservava assorto le goccioline d’acqua che scorrevano lungo il bordo della tettoia, per poi cadere nel vuoto appena giunte all’angolo della lastra di metallo; prontamente prese il telefono e, dalla foga, quasi lo faceva cadere dalle mani, notando di chi fosse la chiamata in arrivo. Appoggiò accuratamente il dito sul tasto verde che appariva sullo schermo strisciandolo a sinistra in modo tale da poter rispondere alla chiamata: “ ciao T/N dove sei?” domandò curioso alla ragazza che lo aveva appena chiamato: “ sto uscendo di casa ora. So che te sarai senza ombrello quindi ne ho portato un altro con me: come sempre sei uscito di casa in anticipo Tae?” pose sarcasticamente la domanda lei, sottolineandone la risposta già ovvia, con una leggera risatina: “tu dove sei?” domandò la ragazza velocemente:“ sono sotto la tettoia del negozio accanto alla fermata dell’autobus in cui dovevamo incontrarci” “ il negozio con la panchina verde?” cercò informazioni ulteriori lei, lasciando di stucco il ragazzo il quale non aveva mai notato quel dettaglio ferroso fino a qualche momento prima: “ ma solo io non mi ero mai reso conto di questa panchina?” chiese lui facendo capire alla giovane che aveva indovinato luogo: “ aspettami lì, sto arrivando” sogghignò e riattaccò lasciando comparire un sorrisetto sulle labbra rosee di lui.

Goccia dopo goccia Taehyung guardava il tempo passare davanti agli occhi e l’attesa della sua ragazza lo rendeva irrequieto: stavano insieme ormai da qualche anno ma ogni volta che la guardava negli occhi era come se fosse la prima volta.

Le farfalle nello stomaco iniziavano a farsi sentire, tanto che il ragazzo non riuscì più a restare seduto, si vide costretto a camminare avanti e indietro per quel ristretto spazio coperto cercando qualcosa che lo potesse distrarre e calmare: l’unica sua distrazione fu iniziare a tifare per le gocce di pioggia che scorrevano veloci sul vetro di una macchina parcheggiata davanti al negozio; senza farsi troppi problemi si inginocchiò davanti all’autovettura blu scuro osservando con accuratezza la lastra di vetro in cui l’acqua scorreva verso il basso: “ tifo per te piccola goccia d’acqua, vedi di non farmi perdere” sussurrava alla sua striscia d’acqua prediletta iniziando un tifo sfrenato per la sua vincita che, non avveniva mai dato che la rivale veniva aiutata all’ultimo, dall’unione di un'altra goccia d’acqua che scorreva imperterrita accanto a loro: “ eh ma questo è barare” osservò il ragazzo ponendo il dito verso il rivolo d’acqua che ormai era scomparso, lasciando che la pioggia glielo bagnasse.

Affranto, si lasciò cadere a terra in modo tale che il suo viso potesse osservare la tettoia arrugginita sotto cui si era protetto; un volto a lui familiare gli oscurò la visione prendendolo alla sprovvista e facendolo sobbalzare appena: “ T/N” pronunciò alzando appena il tono di voce: “ cosa ci fai sdraiato sull’asfalto?” chiese lei sorridendogli ma mostrandogli uno sguardo dubbioso : “ la mia goccia d’acqua ha perso e pensavo a quale strategia utilizzare per la prossima gara in modo da poter vincere” rispose lui alzandosi e sedendosi a gambe incrociate: “ ah capisco” proseguì lei imitando l’azione del ragazzo appoggiando l’ombrello alla sua destra : “ dato che il parco sarà chiuso a causa di questo bellissimo tempo, cosa pensa di fare il miglior scommettitore di gare tra gocce d’acqua?” domandò lei.

Taehyung non proferì parola:  le prese la mano e, le mostrò semplicemente un ghigno benevolo e la aiutò ad alzarsi assieme a lui: “ hai voglia di fare una corsa?” propose lui prendendole l’ombrello e la borsa spostandosi fuori della tettoia, iniziando ad allontanarsi sempre di più da lei: “ Tae torna qua, non voglio bagnarmi” urlò lei verso il ragazzo che fece finta di non aver sentito, fermandosi sotto la chioma di un grosso albero posto accanto al marciapiede sperando che quello potesse salvarlo dal bagnarsi completamente: “ se non vuoi bagnarti vieni a prendere l’ombrello” affermò lui alzando l’oggetto verso la ragazza che, affranta, si vide costretta ad iniziare una corsa verso il suo ragazzo che si allontanava sempre di più:“ Kim Taehyung torna qua” urlava di tanto in tanto cercando di schivare le persone che giungevano dalla parte opposta a lei, ben protette da ombrelli di varie dimensioni e colori: ormai entrambi erano fradici ma a nessuno dei due importava più di tanto;

La corsa si fermò non appena Taehyung vide che il negozio di videogiochi era aperto: si bloccò davanti alla vetrina che dava la possibilità di guardare i giocatori all’interno dando la possibilità alla ragazza di raggiungerlo prendendogli dalle mani la refurtiva: “ grazie” affermò vittoriosa, mentre la pioggia continuava imperterrita a bagnare i loro vestiti e i capelli ormai scompigliati e fin troppo umidi. La voce soave di lei ridestò il moro, rimasto imbambolato davanti alle tanti luci che coloravano il negozio: “ ti va di entrare?” domandò osservando la ragazza che, con il fiatone, gli lanciava un sorriso di assenso che diede il permesso a Taehyung di prenderla per mano e trascinarla con lui nella sala; senza badare alle mille occhiate che la gente rifilava loro a causa dei vestiti troppo bagnati, iniziarono a giocare partendo dall’hokey ad aria, per poi passare a chi riusciva a fare più canestri per concludere con una gara di macchine vinta dalla ragazza.

I vestiti avevano iniziato ad asciugarsi ma il ragazzo aveva notato come T/N avesse i brividi non appena si fermasse ogni volta che decidevano il gioco successivo: “ tieni” le sussurrò piano Taehyung ponendole la sua felpa, ormai quasi del tutto asciutta, sulle spalle per poi rivolgerle un grosso sorriso squadrato che lo caratterizzava: “ Tae ma tu non hai freddo?” le domandò lei stringendosi, quasi senza accorgersene, nella calda felpa nera del ragazzo: “ non preoccuparti per me, ho il sangue caldo” affermò indicandole una macchinetta messa un po’ in disparte in cui, un grosso gancio in metallo, era mosso da un ragazzino che cercava disperatamente di prendere il suo pupazzo preferito.

I due si incamminarono verso la grossa macchina e osservarono il giovane giocatore che, in punta di piedi e con la lingua di fuori osservava i lenti movimenti del gancio mosso dalla sua mano piccola e cicciottella: “Min-Kyung è la decima volta che ci provi, lascia perdere” affermò un suo amico seduto su una sedia accanto a loro che, con la mano, cercava di tenere su la testa pesante a causa della noia dell’attesa. Distrutto e triste, il bambino si allontanò dal gioco sbuffando prendendo poi una sedia e sedendosi accanto al suo amico: “ sarà per la prossima volta” gli disse dandogli una pacca sulla spalla continuando a dondolare i piedi che penzolavano appena sopra il pavimento. Il moro osservò la scena e, senza dire una parola, si avvicinò alla macchina, inserì il gettone e iniziò la partita: “ Tae che stai facendo?” domandò lei, sapendo già che il suo intento era quello di riuscire a prendere il pupazzo a forma di papera che tanto bramava il giocatore precedente: “ stai a vedere” fu la risposta del ragazzo  illuminando il suo volto concentrato con un leggero sorriso. La ragazza non poté far altro che sorridere a sua volta ricordandosi, per l’ennesima volta, uno dei tanti motivi per cui aveva accettato di diventare la sua ragazza: pose una mano sulla spalla di lui e si avvicinò lentamente lasciandogli sulla guancia, ancora un po’ umida, un caldo bacio che diede forza al ragazzo per riuscire a vincere il giocattolo per il suo nuovo piccolo amico.

Il volto di Taehyung era uno dei più concentrati che riuscisse a fare, muoveva la manopola che comandava il gancio con maestria e precisione in modo da non sbagliare mira una volta posizionata: “ so che ce la puoi fare” affermò la ragazza che aveva iniziato un gran tifo, muovendo le braccia al cielo e pronunciando il suo nome a ritmo sostenuto: il ragazzo schiacciò il grosso pulsante rosso non appena fu sopra il pupazzo desiderato, il gancio scese, si aprì lentamente, afferrò il papero giallo e lo tenne stretto mentre risaliva e si spostava di lato in direzione del buco che collegava al vano per estrarre il premio. Giunto a destinazione il giocattolo cadde nel vuoto entrando perfettamente nell’uscita che venne aperta dal ragazzo in modo da poter estrarre la sua conquista; T/N era entusiasta tanto che batteva le mani elogiando la bravura del suo ragazzo che, dal canto suo, mostrava fiducioso il premio e lo agitava nell’aria: il giovane giocatore osservava con gli occhi sbarrati la conquista del più grande, speranzoso che quel pupazzo potesse essere suo.

Taehuyng aveva notato la reazione del bambino e, come ben aveva capito la sua ragazza, si avvicinò a lui ponendogli davanti al volto che osservava le scarpe rosse che dondolavano nel vuoto, il premio: “ perché piangi?” cercò di tirargli su il morale il moro imitando, come meglio poteva, la voce di quel tenero paperotto che aveva appena pescato; il bambino alzò lo sguardo verso il pupazzo e si asciugò le lacrime che si stavano formando ai lati degli occhi: “ posso venire a casa con te? Così non sarai più triste” proseguì la recita il ragazzo muovendo il pupazzo a destra e a sinistra come se stesse parlando sul serio. Una leggera risata di tenerezza scappò alla ragazza che si appoggiò alla schiena del moro, il quale si era accovacciato in modo da essere alla stessa altezza del suo interlocutore: “ il nostro amico papero ti ha visto piangere da dentro la macchina, così lo abbiamo salvato e lo abbiamo portato da te come ci ha chiesto” Taehyung alzò la testa in modo da poter osservare la faccia allegra di lei, mentre spiegava al ragazzino tutta la storia e non poté  far altro che liberare le farfalle che continuavano a volare nel suo stomaco attraverso un grosso sorriso che fece arrossire leggermente T/N: “ quindi posso portarlo a casa con me?” domandò il bambino scendendo dalla sedia con un balzo avvicinandosi al moro: “ certo, questo è il suo desiderio” rispose sorridendogli e avvicinandogli il pupazzo che fu preso in un batter d’occhio dalle mani paffute del piccolo: “ grazie” affermò buttandosi al collo di Taehyung abbracciandolo forte: “ non c’è di che” affermò lui ricambiando la stretta.

La ragazza trovo quella scena molto tenera e, senza pensarci due volte, prese il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni e scattò una foto che osservò più volte notando, ogni volta, qualche nuovo dettaglio nello sguardo sereno del ragazzo che non face altro che aumentare lo sfarfallio delle farfalle nel suo stomaco: “ ora vai e vedi di non perderlo” sostenne il giovane staccandosi dall’abbraccio, allontanando il bimbo con una piccola pacca sul sedere: il bimbo annuì vigorosamente e ,salutando i suoi eroi, si avviò verso un nuovo gioco mostrando orgoglioso al suo amichetto, il nuovo giocattolo che tanto bramava: “ che brava persona che è il mio ragazzo” affermò lei avvicinandosi al moro scompigliandogli leggermente i capelli: “ grazie” sostenne lui arrossendo appena notando la vicinanza del suo volto a quello della ragazza: “ che gioco propone ora il nostro eroe?” pose la domanda T/N appoggiando le mani lungo i fianchi e inclinando la testa dubbiosa: Taehyung non fece altro che alzarsi e farsi spuntare un leggero sorrisetto di sfida capendo sempre di più quanto sia stato fortunato nel trovare una ragazza come lei: “ devi ancora cercare di battermi a pac-man mia cara” affermò pinzandole amorevolmente la guancia facendole l’occhiolino, iniziando ad incamminarsi verso il prossimo gioco: una vampata di calore colorì le guance di lei lasciandola un attimo spiazzata a massaggiarsi la guancia, sorridendo verso la figura del ragazzo che le allungava la mano e la invitava ad avvicinarsi.

“ E come sempre io sono quella che ti batte, mio caro” fece eco lei imitando la frase di poco prima del ragazzo, la quale li aveva convinti ad avvicinarsi al videogioco: “ e se ti dicessi che lo avrei fatto apposta per farti vincere?” la istigò lui: “ ti risponderei che non è vero perché ho osservato il tuo sguardo serio, Kim Taehyung” affermò lei avvicinandosi al volto del ragazzo toccandogli la punta del naso con il dito: un sorrisetto beffardo comparve nuovamente sul volto del ragazzo mentre la osservava togliersi la sua felpa e porgergliela: “ grazie, ora sono asciutti” affermò la ragazza, indicando la maglietta azzurra che indossava, lasciando che il ragazzo potesse bearsi del suo smagliante sorriso: “ ti va di fare una foto?” lo invitò lei, mentre lui prendeva la felpa e la appoggiava al suo braccio;

vigorosamente scosse la testa in assenso prendendo di corsa la mano della sua ragazza portandola verso laa cabina per fototessere: “ come mai tutto questo entusiasmo?” domandò lei ridendo e cercando di non perdere la borsa adagiata sulla spalla: come unica risposta ebbe un sorriso che le fece sciogliere il cuore.

Entrarono entrambi nella cabina in cui un unico seggiolino bianco dominava il piccolo spazio, la ragazza entrò per ultima e tirò la tenda color rosso scarlatto dietro di lei: “siediti” pronunciò semplicemente Taehyung ponendosi dietro la ragazza che seguì alla lettera i suoi consigli; da dietro la schiena di lei, allungo il braccio in modo da poter regolare le impostazioni: il cuore della ragazza aumentò il battito non appena sentì il fiato del ragazzo sul  collo, ciò aumentò il rossore sulle sue guance che cercò di nascondere dallo sguardo curioso di lui: “ siamo pronti” affermò girandosi verso di lei sorridendo nel notare la sua faccia nascosta tra i palmi delle mani: lentamente spostò le mani dal volto ancora rossastro di lei sorridendole candidamente: “perché ti nascondi?” domandò sapendo perfettamente quale era la causa, divertendosi a istigarla.

Lei non fece altro che scuotere la testa e sorridergli, spostandolo dietro di lei e preparandosi per le foto: “ farà più foto quindi fai più pose” gli sottolinea lui prima che la macchina iniziasse il conto alla rovescia preparando gli scatti: più flash illuminarono le facce buffe e strane dei due ma, prima che gli ultimi attimi vennero catturati, Taehyung toccò la spalla di lei facendola girare dubbiosa verso di lui: un semplice e veloce baciò fu immortalato dall’ultimo flash scattato dalla cabina, immortalando lo sguardo sorpreso di lei e quello beato e divertito di lui.

Pochi secondi dopo le foto erano sviluppate e pronte per essere prese dai due ragazzi che le attendevano davanti al vano apposito: lei ancora abbracciata e imbarazzata al braccio di lui, mentre lui la rassicurava accarezzandole i cappelli; uno sguardo veloce fu dato dal ragazzo fuori dalla sala giochi notando come, finalmente, il sole era tornato a splendere di nuovo.
  
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