Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=S6hjA8bV9cY.
Cap.4 Scambio di e-mail
La luce che filtrava dalla finestra
illuminava la polvere
che vagava nell’aula, il pulviscolo scivolava tra i banchi e
si posava sul
pavimento di plastica nera.
Gohan ticchettò con la
scarpa per terra, lasciando le
proprie impronte ai piedi della cattedra, lì dove la polvere
che si era posata
aveva reso più chiaro il pavimento.
La porta socchiusa alle sue spalle
ondeggiava, cigolando.
Gohan si premette gli occhiali contro
il naso, chiuse il
libro che stava leggendo con un segnalibro e lo appoggiò sul
tavolo, sopra un’altra
pila. Vi adagiò accanto la propria penna insieme agli
appunti e sospirò. Chiuse
gli occhi e si massaggiò le palpebre, scuotendo il capo.
“Professore, le ricordo che
tra dieci minuti le inizia la
prossima conferenza” si sentì dire.
Rialzò di scatto la testa e si voltò,
batté
un paio di volte le palpebre vedendo una segretaria alla porta.
Annuì con il
capo, i suoi occhi erano arrossati e aveva delle profonde occhiaie
scure.
“Adesso arrivo”
promise. Si passò le mani sul gilet verde
speranza che indossava, appianando le pieghe.
La donna davanti a lui
schioccò la lingua sul palato.
“Io non glielo
ripeterò” disse acida e si allontanò.
Il
ticchettio delle sue scarpe si fece via via più lontano.
Gohan si piegò, prese il
proprio portatile dalla borsa e lo
aprì, lo accese e sbadigliò rumorosamente.
Aprì le mail e sorrise vedendo il
primo mittente.
‘Caro amore mio,
come sta andando questo ciclo di
conferenze? Ti sei
preparato tanto e spero che apprezzino la tua indiscutibile
preparazione. Mi
dispiace solo di non capirci quasi niente e di non poterti aiutare
adeguatamente quando sei a casa’.
Gohan la lesse mentalmente,
aprì una nuova mail ed iniziò a
rispondere.
‘Cara Videl,
qui è un delirio. Nessuno
mette in dubbio le mie competenze,
ma non fanno altro che urlare e litigare tra loro. Due sono quasi
arrivati alle mani
perché volevano lo stesso parcheggio.
Hanno un po’ tutti il
carattere di mia madre e, mentre mi
relaziono con loro, mi vengono in mente le volte in cui cercavo di
ripeterle le
materie.
Sono stanco e mi manchi, non vedo
l’ora di essere a casa.
Magari questo fine settimana, noi due
e la bambina, possiamo
andare a fare un bel pic-nic. Presto sarà il periodo
dell’anno in cui si
schiudono le uova dei draghetti e le piacerebbe sicuramente poter
giocare con i
cuccioli. A quell’età non sono per niente
pericolosi’.
Inviò la mail e si
massaggiò le mani tra loro, facendole
scricchiolare.
Il computer trillò e Gohan
aprì la nuova mail appena
arrivata.
‘Caro Gohan,
sono lieta che tu sia riuscito a
rispondermi così presto.
Sai che controllo sempre.
Io sto preparando il pranzo e
più
tardi andrò a prendere Pan dall’asilo. Nostra
figlia stamattina si è quasi
alzata in piedi!
La gente sembra sempre un
po’ matta, forse è solo
insoddisfatta.
Resisti, tesoro.
Approvo l’idea del pic-nic.
Nel pomeriggio vado a fare la
spesa, così possiamo preparare tutto il necessario.
Non voglio che entrambi ci stressiamo
così tanto da sembrare folli anche noi e la bambina si
merita di scoprire le strane, dolci e particolari creature che vivono
in questi
boschi’.
Lesse a bassa voce, chiuse le email e
aprì il progetto di
PowerPoint.
“Andiamo a
lavoro” si disse.