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Autore: heliodor    05/06/2017    6 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La sala più grande del castello di Valonde faticava ad accogliere tutti gli invitati che si erano presentati per la festa dopo la consacrazione.
Il ritorno a palazzo era stato simile all'andata e la carrozza l'aveva portata fin dentro il cortile già affollato da centinaia di cavalieri e dignitari. C'erano anche alcuni membri del circolo di Valonde che attiravano la maggior parte della folla.
Joyce notò anche membri di altri circoli che indossavano abiti di foggia esotica e parlavano dialetti che faticava a comprendere, come la strega di Soronde che vestiva con una tunica che le lasciava scoperto parte del seno sinistro o l'uomo dalla pelle scura che proveniva da un regno vassallo del sud.
Bryce era circondata da cinquanta persone alla volta. Joyce non era riuscita ad avvicinarla nemmeno una volta. Quando ci provava la folla la respingeva indietro e lei era costretta a guardarla da lontano.
Re Andew e la regina Marget contendevano alla figlia le attenzioni dei dignitari, mentre i principi di Valonde subivano una marcatura meno asfissiante.
Roge era quello che sembrava più a suo agio in quella situazione. Aveva già avvicinato cinque ragazze e promesso balli ad altre dieci. Galef era il meno propenso a concedersi alla folla e se ne stava in disparte. Razyan, l'erede al trono, discuteva con i dignitari ma non sembrava distratto dalle molte proposte di danzare avanzate dalle dame presenti.
Joyce sospirò. Nessuno badava a lei, la piccola e indifesa principessa di Valonde che non sapeva nemmeno accendere un fuoco magico.
Per quello la mano che si appoggiò sulla spalla la colse del tutto alla sprovvista. "Non eri tornata al tuo villaggio?" domandò una voce con tono divertito.
Joyce si voltò di scatto e si ritrovò di fronte il viso sorridente di Vyncent. Indossava una tunica viola con ricami geometrici in argento chiusa in vita da una fascia nera.
I due si fissarono per qualche istante, poi Joyce balbettò: "Vyncent tu... io... mi dispiace moltissimo, so che sei arrabbiato ma posso spiegarti."
"Non sono arrabbiato e non mi devi nessuna spiegazione, principessa Joyce di Valonde."
"Tu sai chi..."
"Ho chiesto a un valletto. È un po' che ti tengo d'occhio. Per un attimo ho pensato che tu fossi una spia."
"Io? Una spia?" Joyce ridacchiò. "Immagino sarai deluso."
Vyncent sorrise. "In verità sono ammirato. Pensavo che non fosse facile ingannarmi, ma ci sei riuscita benissimo."
"In verità ho causato solo guai. È la cosa che so fare meglio."
Vyncent indicò la sala da ballo dove alcune coppie volteggiavano al suono della musica suonata da un'orchestra. "E sai anche ballare?"
Joyce impallidì. "Io... non so... non ho mai..."
Vyncent le prese la mano. "Meno male. Io sono una frana completa. Nessuno ci noterà se siamo entrambi maldestri."
Joyce si lasciò guidare fino al centro della sala. Vyncent le cinse il fianco e per qualche minuto ballarono l'una di fronte all'altro. Poi la musica si fermò e dai danzatori partì un applauso.
Il cuore di Joyce batteva all'impazzata. Aveva bisogno di respirare.
"Sei tutta rossa" disse Vyncent. "Prendiamo un po' d'aria prima di ributtarci nella mischia?"
L'aria fresca della sera fu un toccasana per la sua agitazione. Le tremavano le mani e le gambe ma non voleva che Vyncent se ne accorgesse.
"Stai bene?" domandò Vyncent.
Joyce annuì. "È che mi sento in colpa per quello che è successo."
"Dimentichiamoci tutto" disse lui. "Sono Vyncent di Londolin." Completò la presentazione con un inchino.
"Principessa Joyce di Valonde" rispose lei con un inchino simile. " Sei di nobile nascita anche tu?"
"Un ramo cadetto" ammise Vyncent. "Ho sette cugini nel circolo di Londolin. Io sono il primo del mio ramo a farne parte."
"Devi andarne orgoglioso" disse lei ammirata.
"L'orgoglio è tutto quello che abbiamo. La mia famiglia è un vassallo della casa reale. Controlliamo poche terre e un castello molto più piccolo di questo."
"Parlami delle tue terre."
"Per lo più si tratta di boschi, colline e terreni coltivati. Londolin è una grande fattoria. Tutti lavorano la terra."
"Sono sicura che è bellissimo."
"Dovresti venire in visita."
Joyce sgranò gli occhi. "Mi stai invitando?"
Vyncent ridacchiò. "Tu sei la principessa di Valonde, non hai bisogno di un invito per visitare le terre di un tuo vassallo."
"Magari fosse così semplice..." Come spiegargli che aveva a malapena il permesso di girare per il castello, figuriamoci per viaggiare fino a un regno lontano?
"Ma lo è" disse Vyncent. "Vuoi che chieda a tuo padre? Io so essere molto convincente e forse ti darà il permesso."
"Lo faresti davvero?" Joyce non riusciva a crederci. Sarebbe stato meraviglioso viaggiare fino a Londolin o qualsiasi altro posto con lui.
"Vyncent."
La voce la colse di sorpresa. Sua sorella Bryce era in piedi a una decina di passi e guardava nella loro direzione.
In quel momento era attorniata solo da una dozzina di curiosi. Lei se ne liberò con poche parole e marciò verso di loro con passo deciso.
Joyce non si rese conto di trattenere il fiato di fronte alla sorella. Indossava un abito vaporoso fatto di un tessuto leggerissimo con ricami in oro e platino della stella a cinque punte e dei cerchi concentrici del circolo di Valonde. "Joyce?" domandò con tono meravigliato.
"Vostra grazia" disse Vyncent esibendosi in un inchino. "Siete bellissima."
"Grazie" rispose lei imbarazzata. "Vi siete presentato a mia sorella?"
"Ci siamo appena conosciuti" mentì Vyncent. "Le stavo giusto parlando di Londolin e delle sue bellezze."
"Interessante" disse Bryce col tono di chi pensava tutt'altro. "Dovete dirmi tutto di Erix."
"Cosa volete sapere?"
"Era un'allieva di Rajan vero?"
Vyncent annuì.
"Joyce" Bryce si rivolse alla sorella. "Puoi scusarci? Dovremmo parlare di alcune cose riservate del circolo."
Joyce annuì. Si sentiva come se si fosse appena svegliata da un sogno e faticasse a capire che si era trattato soltanto di quello. Un bellissimo sogno. "Certo. Parlate pure delle vostre cose."
Mentre si allontanava colse la voce di sua sorella dire "ragazzina."
Joyce sospirò e si avviò verso la sala da ballo.
In quel momento tutto ciò che era di vetro o di cristallo, comprese le ampie vetrate che separavano la balconata dal resto del castello, esplose in mille pezzi.
  
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