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Autore: imdreaming_saffo    07/06/2017    1 recensioni
Quando Overwatch si riunisce, dopo la chiamata di Wiston, Lena 'Tracer' Oxton sa che vuole tornare a combattere per il bene e la giustizia. Non sa che le attenderà un futuro che metterà a dura prova la fede in tutto ciò che credeva. Il passato riaffiora insieme ad un nuovo avvenire, con un'inaspettata conoscenza...
[ Widowtracer ]
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Amélie 'Widowmaker' Lacroix, Lena 'Tracer' Oxton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Widowmaker. 

Londra era stranamente silenziosa, quella notte. Con il favore delle tenebre, me ne stavo vigile, sul tetto della sede Talon. Non avevo molta voglia di sorbirmi il caos delle reclute nella sala comune, preferivo di gran lunga stare da sola, senza quel vociare interminabile. Stavo sistemando il caricatore del mio fucile di precisione, che nell'ultima missione era rimasto scheggiato da un proiettile corso troppo vicino. Fortunatamente l'avevo sistemato, facendolo tornare lucido come suo solito. In quel periodo, di apparente calma, era meglio tener sempre pronte le armi, sopratutto per i sicari come me, lo sapevo bene. Nessuno in quella dannata organizzazione sapeva svolgere le missioni come me, a sangue freddo e senza esitazioni. Un rumore attirò la mia attenzione. Fu impercettibile, come un sassolino sotto una scarpa, ma mi fece mettere immediatamente sull'attenti. Con il calcio del mio fucile nel palmo, attivai il visore termico che calò immediatamente sui i miei occhi. Scrutai i tetti, alla ricerca di un'eventuale minaccia, quando un'esplosione fece tremare il pavimento su cui ero posata, facendomi imbracciare correttamente il fucile. L'allarme risuonò per tutto lo stabilimento, facendomi precipitare al piano di sotto. Percepivo il suono dei proiettili che schizzavano da una parte all'altra, mentre ogni individuo Talon correva per mettere in atto il piano in caso di un attacco a sorpresa. C'era chi gridava a gran voce 'Non è un'esercitazione!' 

Ma che diavolo stava succedendo? 

A quanto pareva, l'esplosione era avvenuta nei piani inferiori, dove c'era l'accesso a dei passaggi paralleli alle fogne, che usavamo per spostarci meglio nella città a nostro piacimento. Gridai a degli agenti di avviare ogni sicura di sicurezza possibile, avviandomi verso l'ascensore, che doveva portarmi sul posto. Ero pronta a combattere. Percepivo il sangue gelido ribollirmi nelle vene per l'eccitazione di trovarmi di nuovo nell'azione.

Come da programma, Talon aveva completamente isolato la zona, evacuandola per evitare che qualcuno disarmato fosse ferito. Infatti, fra le macerie, non c'era anima viva. Avanzai, attivando il visore termico, guardandomi intorno per capire cosa o chi avesse causato l'esplosione.''Widowmaker! Qualcuno ha violato i nostri sistemi di sicurezza! Overwa....'' al mio orecchio, la comunicazione con gli altri agenti, venne interrotta, sostituita da un suono continuo come un fischio, quasi stesse a rappresentare il silenzio del mio auricolare. Improvvisamente, sentii qualcuno tossire ove il fumo era più forte. Con velocità mi mossi fra le macerie in cerca dell'intruso. Quando individuai il bersaglio, sospirai, disattivando il visore termico.Non potevo crederci. 

- Ehi, love! Come andiamo? Scusa il baccano. - disse l'inglese, con quella sua voce terribilmente irritante. 

Se ne stava appoggiata con una mano al varco che si era creata, probabilmente con quelle sue bombe ad impulsi. Sollevai il fucile, pronta all'attacco. Lei fece roteare le pistole gemelle, puntandomele contro con un sorrisetto divertito sulle labbra, gli occhi coperti dagli occhialoni parvero scintillare. Schizzò in un lampo azzurro all'interno del tunnel e istintivamente mi ritrovai a correre al suo interno inseguendola. Era impossibile per me prenderla, nonostante fossimo alla pari in quanto forza. Sentivo la sua risata echeggiare nella galleria e poi notai uno squarcio di luce sopra la mia testa, un buco che dava sulla strada. Osservai la rottura, chiedendomi se una volta varcata non sarei caduta in una trappola.Quando vidi la sua testa apparire, quasi sobbalzai. Feci per parlare, ma lei si portò l'indice alle labbra, pregandomi di fare silenzio. Mi tese la mano.

 Stava scherzando, vero?

 Ignorai completamente la sua mano saltando fuori dal tunnel con un balzo. Mi guardai intorno, riconoscendo immediatamente la strada. Era a qualche isolato dalla base. Quando finalmente posai gli occhi su Tracer, la ragazza stava sistemando le sue pistole nelle fondine. Era sempre la stessa, non cambiava mai. Con la sua giacca da aviatore, l'accelleratore temporale che brillava nel suo petto, gli occhialoni sugli occhi e i capelli corti in disordine.

 - Quindi? - le chiesi, visto che pareva non aver intenzione di combattere. Era così strana quella situazione. Prima faceva esplodere una delle sedi Talon e poi? Si rimetteva le pistole a posto? Ne rimasi quasi delusa, combattere contro di lei mi aveva sempre dato soddisfazione, lo potevo trovare persino divertente.

 - Ti direi di andare al pub, ma credo non sia il caso. - ridacchiò, sfilandosi gli occhialoni per lasciarli appesi intorno al collo.

 C'era qualcosa in lei che non andava, pareva quasi... sollevata nel vedermi. Lo potevo leggere nei suoi occhi ambrati.Seccata sollevai il fucile, puntandolo proprio su di lei, prendendo la mira esattamente sulla sua testa. Tracer restò immobile, senza muoversi di un millimetro e anzi sospirò.

 - Oh, love. Ci risiamo. Non mi va di combattere questa volta, ho solo fatto quello che dovevo fare. Quindi se vuoi uccidermi, fallo. - disse, posando le mani sui i fianchi, fissandomi quasi di traverso.

 Questo mi lasciò più che sconcertata, non aveva davvero intenzione di combattere. Abbassai il fucile, inarcando un sopracciglio.

 - Che diavolo ci fai qui, chèri? - le chiesi atona, sistemando il rampino al mio braccio. Ero ancora sull'attenti,  certa che prima o poi sarebbero comparsi degli ex agenti overwatch e dovevo pur crearmi una via di fuga se fosse accaduto.

 Lei parve esitare alla mia domanda. Si portò una mano dietro il capo e si grattò la nuca schiarendosi poco dopo la voce. Fece per parlare quando un imprecazione giunse alle nostre orecchie. Tracer sgranò gli occhi e balzò in avanti, sparendo in quel suo lampo azzurro, arrivando sulle scale anti-incendio del palazzo sulla nostra destra.

 Rimasi per pochi istanti immobile, giusto il tempo di sentire la voce di Jack Morrison avvicinarsi.

- Qualcuno ci ha preceduti. - stava dicendo con un'intonazione a dir poco allarmata.

Tracer richiamò la mia attenzione con un cenno della mano, scattando verso il tetto del palazzo. Sospirai, allungando la mano e facendo scattare il rampino, che velocemente mi fece arrivare al tetto. L'inglese era affacciata alla strada appoggiata alla balaustra, sentendomi arrivare si voltò portandosi l'indice alle labbra per dirmi di fare silenzio. Inarcai un sopracciglio e mi affacciai alla strada, per cercare di capire che cosa stesse guardando. Quando vidi Jack Morrison insieme ad uno squadrone di quattro persone un cipiglio si formò sulla mia fronte.

Quelli erano agenti Overwatch, li riconoscevo tutti. Mercy, ovvero Angela Ziegler, con la sua armatura Valkirie se ne stava accanto a Faheera Amari, la figlia di Ana Amari. Non mi stupii di vedere quel dannato nano, Torbjorn, e Reinhardt parlottare accanto a Jack Morrison.

 - Chi mai attaccherebbe Talon? Solitamente sono loro ad attaccare... non ad essere attaccati. - tuonò il tedesco, che teneva l'elmo della sua armatura sotto braccio.

 - La troveremo in ogni caso, non deve essere andata lontano. - gli aveva risposto Morrison. 

Erano li per attaccare la Talon? Cinque agenti di Overwatch armati fino ai denti... per cosa? Un attacco a sorpresa? Per... me? Quella storia non aveva alcun senso.

 - Cavolo, per un p... - stava bisbigliando Tracer ma non fece in tempo a terminare che l'avevo afferrata per il colletto della sua giacca da aviatore e l'avevo spinta contro il comignolo più vicino. Lei mi guardò con quei suoi occhi ambrati lievemente spalancati, sorpresa dal mio gesto.

 - Lena, non ho intenzione di perdere tempo. Che sta succedendo? - le sibilai, stringendo pian piano la presa sulla sua giacca. Quella situazione mi stava seccando e non poco. Detestavo sentirmi confusa, probabilmente era una delle cose che proprio non riuscivo a subire: la confusione. La ragazza inglese posò la mano sul mio polso, senza stringerlo per liberarsi e aggrottò le sopracciglia, guardandomi con serietà.

 - Il Soldato voleva te per trovare Reaper. - disse storcendo le labbra.

Quella sua affermazione mi face scappare una lieve risatina divertita: se Jack Morrison credeva che per arrivare a Rayes gli servivo io era proprio uno stupido. Lavoravo da sola a meno che Talon non richiedeva la mia presenza. Non ero la partner di Reaper e mai lo sarei stata probabilmente. Lasciai andai la ragazza facendo diversi passi indietro. - Io non ho la minima idea di dove sia, sciocca. -Lei alzò le spalle, portandosi una mano dietro la nuca quasi non sapesse cosa dire.Improvvisamente mi resi conto che lei, in quel momento, non era con il resto del gruppo ma con me, mi aveva attirato fuori quel posto prima che lo attaccassero. La osservai perplessa, riflettendo su quanto fossi stata stupida a non accorgermi immediatamente di tale dettaglio. Un sorrisetto divertito scivolò fuori dalle mie labbra.

 - I tuoi superiori non sanno che sei qui, vero? Hai fatto tutto da sola. Perchè? - le chiesi incuriosita. 

- Perchè era la cosa giusta da fare, love. - mi rispose, appoggiandosi al muro e incrociando le braccia al petto. Scrutò la strada in cui erano passati i suoi compagni e nei suoi occhi passò un lampo di consapevolezza.

 - Quindi tu hai tradito Overwatch e i tuoi compagni per aiutare un nemico solo perchè... è giusto? - rincarai la dose, ancor di più divertita.

 - Io non ho tradito Overwatch! - esclamò, gonfiando le guance. Pareva che la situazione non le piacesse minimamente e fui tentata di continuare solo per stuzzicarla ma non era quello il momento giusto, non con degli agenti di Overwatch sulle mie tracce. 

Mi allontanai, scegliendo il lato opposto del tetto in cui mi stavano cercando, era decisamente meglio tagliare la corda. Quando mi accorsi che Tracer si era mossa per seguirmi mi girai, aggrottando la fronte. Lei notando il mio sguardo s'infilò la maschera arancione e bianca, scuotendo il capo.

 - Ah, no. Non ti lascio andare da sola. - disse con sicurezza con quel suo dannato accento inglese.

 Io sospirai scuotendo il capo e tirando sulle mie labbra un ghigno di sfida.

- Sempre se riesci a starmi dietro, chèri. - sussurrai, prima di voltarmi, lanciare il rampino sull'altro tetto e calarmi nel vuoto.
   
 
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