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Autore: Alexiochan    07/06/2017    1 recensioni
La storia di Fubuki Shirou è tra quelle che certamente piú colpiscono l'animo del lettore. Piú e piú volte ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stato della sua vita se non fosse mai avvenuto quell'incidente. Sicuramente, l'oggetto di interesse della Raimon diverrebbe suo fratello Atsuya ed anche i legami con i compagni sarebbero totalmente stravolti. Ma in questa storia Shirou ha perso i suoi genitori, l'incidente è avvenuto. Atsuya non è morto e i due fratelli si fanno forza a vicenda in questa spirale di avvenimenti che sembra non avere fine: alieni, nemici, Absolute Royal Accademy, la pietra Alius. Per non parlare della situazione sentimentale con Gouenji, Someoka ed Afuro.
C'è peró da dire che il problema piú grande è la maledizione che nasconde il nostro Shirou. Per questo dettaglio importante mi sono ispirata a Frozen, potete ben immaginare di cosa si tratti :)
Buona lettura ai coraggiosi che oseranno aprire questa scheda
Alexiochan
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un'ombra sgusciò silenziosa verso il letto del piccolo Shirou, l'unico suono che si riusciva a percepire era il fischio sordo del silenzio. L'ombra si posizionò proprio sopra all'albino, due occhi argentati screziati di verde scintillarono nell'oscurità un attimo prima di avventarsi sull'ignara vittima. Shirou strillò con la sua voce di bambino e scattò seduto, sbattendo la fronte contro quella del suo aggressore. 
< Ahia! > esclamarono entrambi, portandosi le mani nel punto colpito, delle piccole lacrimucce ai lati degli occhi.
< Atsuya, ma che fai?! >
< Guarda che sei stato tu a darmi una testata! > 
Shirou sospirò rassegnato e si lasciò cadere nuovamente a letto. 
< Cosa c'è? >
< Ho fatto un incubo > 
Atsuya aveva chinato il capo mentre lo diceva, strappandosi distrattamente le pellicine delle labbra. Il fratello lo osservò addolcendo lo sguardo. 
< Vuoi raccontarmelo? >
< No, voglio giocarci! >
< Eh? >
Shirou aveva un'espressione abbastanza confusa. 
< Che vuol dire che vuoi giocarci? >
< Vuol dire che adesso giochiamo al mio incubo! >
< Ma è un incubo, non ti ha fatto paura? >
< No! Era divertente! I sogni sono quelli che fanno paura >
Shirou ridacchiò e scosse la testa. 
< Guarda che è il contrario >
Atsuya gonfiò una guancia, offeso. Possibile che suo fratello sapesse sempre tutto e dovesse rinfacciarglielo ogni volta? 
< Non importa, giochiamo! >
< Ma Nii-san, è ancora molto presto, papà e mamma potrebbero svegliarsi... >
< Faremo in silenzio. Eh dai, ti preeeeeeego! >
< E va bene! Ma non urlare >
< Evviva! >
Il ramato trascinò letteralmente Shirou giú per le scale, facendo un baccano terribile ed evitando piú volte di rotolare assieme al fratellino fino alla fine della rampa solo per miracolo. 
< Allora, nel mio sogno tu facevi la magia!> 
Shirou ridacchiò e annuì; chiuse una mano a pugno, ci soffiò dentro e infine la aprì per liberare tante farfalle di ghiaccio che iniziarono a volare in tutta la stanza. Atsuya saltellava nel tentativo di acchiapparne qualcuna, ridendo ogni qual volta quelle, non appena sfiorate, esplodevano in fiocchi di neve. 
< Prova a prendermi! >
Shirou cominciò a scappare di qua e di là mentre il fratello lo inseguiva. L'albino congelò il pavimento per rendergli l'inseguimento piú difficile. 
< Aspetta che venga lì... > la minaccia di Atsuya restò bloccata a mezz'aria nel preciso momento in cui suo fratello si accasciò improvvisamente a terra.
< Shirou? >
Corse da lui, inginocchiandosi al suo fianco e sollevandogli la testa per posarsela in grembo. 
< Nii-chan! Che ti succede?! > lo scrollò sempre piú preoccupato e spaventato. Poi venne ribaltato sul pavimento ghiacciato a sua volta. 
< Eh? > domandò confuso, sbattendo le palpebre con perplessità. 
< Ho vinto > lo canzonó Shirou, ancora seduto a cavalcioni su di lui. 
< M-Ma non vale! Pensavo ti fossi fatto male! >
< Non è colpa mia se sei un credulone >
< Non è vero, cattivo! >
Atsuya lo rovesciò a terra e lo stesso fece l'altro, ben presto si ritrovarono a rotolare per tutta la stanza come un unico barile. Alla fine Shirou si arrese, ridendo per la faccia soddisfatta del fratello. 
< Ho vinto io >
< Sì >
Si rimisero entrambi a sedere, guardandosi attorno e trovando il salotto completamente congelato. 
< Dovremmo riordinare, papà e mamma si arrabbieranno altrimenti >
Atsuya annuì e, proprio mentre Shirou afferrava la mano che gli aveva allungato il fratello per aiutarlo ad alzarsi, i coniugi Fubuki entrarono nella stanza. Lilith si guardò attorno sconsolata osservando le pareti, i quadri ed i lampadari da cui pendevano piccole stalattiti di ghiaccio. I due gemelli la guardavano con il fiato sospeso, gli occhioni sgranati. Poi la donna si tolse la vestaglia e la mise al pupazzo di neve vicino alla porta, sorridendo e i bambini capirono di essere salvi. Hyouga si limitò a sorridere con aria divertita e scuotere la testa, rassegnato. 
< Ebbene? Pensate di aiutarci a ripulire il pasticcio che avete combinato? >
< Sì! > dissero in coro, facendo ridere i genitori. 



Atsuya si svegliò di soprassalto, sgranando gli occhi nell'oscurità per mettere a fuoco. Aveva sentito un rumore che stonava con il silenzio della notte, pareva un singhiozzo. Per qualche secondo si sentì smarrito, non riusciva a riconoscere la stanza dove si trovava in quel momento. La delusione arrivò ancor prima della consapevolezza: quella era la sua camera nella piccola baita che gli avevano affidato, ad Hokkaido, quella in cui viveva assieme al fratello dopo la morte dei loro genitori. Erano trascorsi ormai due anni da quel terribile incidente e ancora non si era abituato. Il silenzio era di nuovo calato nella stanza e Atsuya pensò seriamente di rimettersi a dormire, quando una luce catturò la sua attenzione. Proveniva dallo spiraglio sotto la porta del bagno. Si voltò a sinistra, cercando il letto di Shirou e lo trovò vuoto. Quindi si alzò e silenziosamente sgusciò nel bagno. Quello che vide lo raggelò per diversi secondi: suo fratello, il volto abbassato e la frangia candida che gli copriva gli occhi, le braccia sopra al lavandino, il polsi attraversati da piccoli ruscelli scarlatti. 
< Shirou! > finalmente l'incantesimo che lo aveva paralizzato si spezzò e fu in grado di tirare via il fratello da lì. Caddero a terra di sedere, Shirou si dimenava gemendo di un dolore che non era fisico e singhiozzava disperatamente. 
< Shirou! Cosa cazzo stavi facendo?! Ti ha dato di volta il cervello?! > Atsuya teneva con un braccio fermo il ragazzino, piú magro ed esile di lui, mentre con l'altro si allungava a prendere un asciugamano di tela per bloccare l'emorragia ai polsi del fratello. 
< Io ho perso il controllo, ho perso il controllo... > ripeteva Shirou come una litania, abbandonandosi tra le braccia di Atsuya, gli occhi chiusi, le ciglia e le guance fradice di lacrime. Il minore dei due sentiva il proprio cuore battere come impazzito attanagliato dalla paura e dall'ansia. Strinse forte i polsi di Shirou con l'asciugamano, strappandogli un mugolio soffocato di dolore, e finalmente il sangue cessó di uscire. 
< Shirou, non è stata colpa tua, capito? > 
< Sì, invece > l'albino tremava < Ho provocato io la valanga, è stata tutta colpa mia. Io ho ucciso i nostri genitori, io ho rischiato di uccidere anche te > si interruppe un attimo per riprendere fiato, indebolito dalla perdita copiosa di sangue < Perchè non mi odi... ? > chiese infine in un sussurro, continuando a piangere silenziosamente. 
Atsuya se ne stava in silenzio, stringendo forte il fratellino al petto. 
< Shirou... Io non penso sia stata colpa tua. Eri un bambino come me, non sapevi controllarti > sospirò accigliandosi con se stesso < Senti, non sono bravo con le parole e lo sai, il diplomatico sei tu. Ma sono sicuro che anche mamma e papà non ti biasimano per essere nato con questa maledizione >
Shirou si lasciò coccolare dalle parole del fratello, smettendo di piangere. Atsuya si allungò per aprire lo sportello sotto al lavandino ed estrasse delle bende, che subito si accinse a mettere all'albino. 
< Promettimi che non lo farai piú > 
Shirou rimase in silenzio, lasciando che chiudesse le sue ferite.
< Promettilo > 
Adesso gli occhi grigi del maggiore si velarono nuovamente di uno strato lucido. 
< Non credo di poter mantenere la promessa... > la voce gli si spezzò a metà frase ma non scese nessuna lacrima, si stava trattenendo. Atsuya si infuriò.
< Shirou! Smettila di darti colpe che non hai! Ti ho mai detto che è colpa tua? Ti ho mai rinfacciato qualcosa? Stai facendo tutto da solo! Smettila! > la voce gli tremó e si infuriò ancora di piú quando si scoprì sull'orlo del pianto.
< Se muori anche tu io che fine faccio? > 
Shirou lo abbracciò e lo strinse con tutte le sue forze. 
< Ti prego, Shi. Ti prego, non lo fare piú. Resta con me > lo scostò da sè quel che bastava a guardarlo in viso, quel viso così identico al suo eppure così diverso, fragile, dolce, triste.
< Promettimi che non lo farai piú >
< Lo prometto > sussurrò Shirou. Atsuya lo accolse nuovamente tra le sue braccia. 
< Ed io ti proteggerò da tutto e da tutti, anche da te stesso se serve. Lo prometto > 




Tana del disagio 

Ed eccoci giunti alla fine del prologo, che ne pensate? È umanamente passabile? 
Mi piacerebbe sapere che idea vi siete fatti di questa storia, cosa immaginate succeda. Se vi va, lasciatemi un commentinoinoino :) 
La vostra psicopatica di tastiera,

                                   Alexiochan 
   
 
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