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Autore: Evola Who    08/06/2017    2 recensioni
Il Dottore è nella sua 11° rigenerazione e questa volta ha con sé una nuova companion, Denny, una ragazza 18enne sveglia, intelligente, sensibile e molto determinata (con qualche problema di sbalzi d'umore)
Ma che succede se il Tardis li porta in una galassia lontana lontana, in un universo popolato da bizzarri personaggi e dominato da malvage forze del male? Come affronteranno i nostri amici questa strana avventura?
(Versione AU di episodio sei)
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12
La storia dei Signori del Tempo
 
 
La nonna di Raoul raccontò di quando aveva sedici anni, ai tempi della vecchia repubblica, era in gita con la scuola al Senato e si stava annoiano a tal punto da decidere di allontanarsi dal suo gruppo per girovagare da sola.

Fu durante quella piccola fuga che incontrò un uomo: alto e affascinate, con indosso un completo blu, una cravatta rossa, un lungo capotto e delle scarpe di tela rosse*.
 
Denny e gli altri rimasero straniti nell’ascoltare quella descrizione, perché fisicamente non sembrava affatto il Dottore che avevano conosciuto. La nonna continuò a parlare e, dalla descrizione del carattere di quell’uomo, sembrava il Dottore: simpatico, ironico, eccentrico, stravagante ma soprattutto travolgente.
 
Insieme avevano fatto un giro in privato delle camere delle convocazioni, finché non si trovarono in una stanza dove parlarono con qualcuno direttamente da un’astronave, conoscendo, come unico indizio sulla loro identità, il loro nome: Dalek**.
 
“Dalek?” domandò Han, confuso, infatti non aveva mai sentito parlare di tali creature.
 
“Si tratta di una razza aliena, i suoi componenti sono chiusi in un ‘guscio’ di metallo, pieno di armi, in grado di provare una sola emozione: l’odio.” Spiegò Denny.
 
“E sono un delle razze più pericolose del universo.” aggiunse la nonna.
 
“Tu ne hai già affrontato?” domandò Raoul a Denny.
 
“Sì, più di una volta.” Rispose lei, con un’espressione neutra, ma si ricordò di tutte le volte che lei e il Dottore avevano dovuto affrontarne uno e che, ogni volta, ne erano usciti vivi per miracolo.
 
“Non dimenticherò mai la loro unica frase.”
 
“Ovvero?” chiese Leia.
 
Sterminare” rispose l’anziana signora.
 
Tutti rimasero sconvolti e capirono che Darth Vader aveva almeno un minimo di umanità a differenza di quei Dalek di cui stavano parlando, almeno lui era stato un essere umano, una volta, aveva provato addirittura dei sentimenti.
 
In breve: dalla loro astronave i Dalek avevano inviato dei messaggi a vari membri del Senato per avere un colloquio con loro, e il Dottore aveva cercato di avvertirli di non parlare assolutamente con quei mostri, perché appartenevano alla razza più sanguinaria dell’universo.
 
Ma i senatori non lo ascoltarono, diedero il permesso ai Dalek di entrare nel senato e, quando arrivarono, perpetrarono un vero e proprio massacro: uccisero varie persone, tenendone in ostaggio centinaia, tra le quali era compresa la sua classe.
 
La nonna raccontò che era completamente terrorizzata, ma riuscì a capire che il vero scopo di quegli esseri era invadere il cuore del senato per espandersi attraverso l’intero pianeta e forse anche oltre.
 
Così il Dottore elaborò un piano, ovvero bloccare i Dalek nella loro astronave madre.
 
“Ma prima doveva inviare un messaggio di spiegazioni e impedire che la vecchia repubblica inviasse le sue navi da guerra, di modo che si evitasse uno scontro che non sarebbe stato comunque vinto. Possiedo ancora quel messaggio.” Continuò la nonna.
 
Chiese a suo genero di prenderlo dalla sua camera, lui obbedì, glielo diede e lei lo appoggiò sul tavolo, mostrando un ologramma blu: la prima cosa che Raoul, Denny e gli altri videro fu la faccia della nonna da giovane.
 
Okay, funziona” disse.
 
Mostrò loro il mezzo busto di un uomo: la descrizione dei vestiti era giusta ma fisicamente non era il Dottore di Denny. Aveva i capelli corti con un ciuffo dritto e grandi occhi profondi.
 
Denny rimase confusa, la descrizione di prima non combaciava per niente con l’aspetto fisico del suo amico, ma vedere quell’uomo e pensare che lui era o era stato il Dottore era veramente assurdo, quasi non riusciva a crederci.

Guardava la sua squadra e anche loro erano confusi mentre guardavano l’ologramma.
 
Davvero? Posso parlare?” disse l’uomo nell’ologramma, anche la sua voce era completamente diversa da quella del Dottore con cui aveva condiviso diverse avventure.  
 
“Certo.” Rispose la versione giovane della nonna.
 
Così l’uomo guardò dritto nell’obiettivo e cominciò a parlare: “Senatori e Consiglieri della repubblica galattica, ascoltatemi: io sono il Dottore, sono uno Signore del tempo e vengo da Gallifey della costellazione di Kasterborous. Ho novecento tre anni Sono l’unica persona che può fermare la tentata invasione da parte dei Dalek.***”
 
Denny rimase a bocca aperta: fisicamente non era il suo Dottore, ma il suo atteggiamento ricordava quasi per tutto il suo amico, solo… un po’ diverso.

“E questo messaggio sarà consegnato dalla mia amica Ameladia… e poi?” domandò confuso.
 
Denny fece un piccolo sorriso e pensò: “È proprio da lui.”.
 
“Ameladia Naboo Tartan.” Rispose la ragazzina.
 
Il Dottore rimase stupefatto e domandò: “Naboo? Che bel nome. Sembra un nome di un posto.”.
 
“È un posto. È il nome del pianeta originario della mia famiglia prima che si trasferisse a Coruscant.” Disse la ragazza.
 
Il Signore Tempo rimase sorpreso, dicendo: “È un bellissimo nome.”  

L’anziana signora fece un sorriso malinconico.
 
“Comunque,” continuò il Dottore, serio: “La mia amica Ameladia Naboo Tartan vi consegnerà questo messaggio e inverò dei segnali al suo trasmettitore, segnali che vi consiglio di ascoltare.”.  
 
Spiegò che mandare delle astronavi sarebbe stata solo una scelta sbagliata, perché avrebbero condannato a morte certa centinaia di persone.
 
Così il Dottore aveva deciso di andarci da solo e di inviare dei segnali ad Ameladia.
 
Quando il messaggio finì l’attuale Amelida spiegò: “Così mentre lui andava sull’astronave madre dei Dalek e, non so come, ma riuscì a fermarla e ad impedire l’invasione”.  
 
Tutti rimasero affascinati e la madre di Raoul disse, stupefatta: “Ma… me lo hai sempre raccontato come se si trattasse di una favola, che non eri tu quella ragazza e che quel Dottore non esisteva. Perché ora mi dici che è tutto vero?”.
 
“Per far capire a tutti voi chi ha in mano l’Impero.” Rispose lei a testa bassa, con sguardo preoccupato.
 
“Ma… non può essere lui!” disse Denny, cercando di risultare convincente più a se stessa che agli altri: “Okay, i suoi atteggiamenti e le sue scelte corrispondono a quelli del Dottore che conosco io… ma non è lui.” Quindi lo descrisse fisicamente.
 
“Allora si è rigenerato” rispose Ameladia.
 
Denny rimase confusa come tutti e domandò: “Cosa intendi con rigenerato?”
 
“E che significa soprattutto?” domandò Raoul.
 
“Non ti ha mai raccontato la storia dei Signori Del Tempo?” chiese la nonna a Denny.
 
Lei fece segno di no con la testa, sapeva che il Dottore era un alieno con due cuori, che veniva da Gallifrey e la sua razza veniva chiamata Signori del Tempo, ma non si era fatta molte altre domande sul suo pianeta, perché sembrava che il Dottore non avesse mai troppa voglia raccontarlo o di ricordarlo.
 
Così Ameladia spiegò che, dopo aver passato del tempo con il Dottore, aveva deciso di andare a cercare qualche informazione in più riguardo alla sua specie.

Ma, purtroppo, aveva trovato solo leggende di vari pianeti sparsi nell’universo, in quasi tutte le epoche storiche, e in esse compariva sempre il nome “Dottore”, che ogni volta portava con sé morte e distruzione, ma che impediva sempre che gravi minacci venissero portate a compimento.

Trovò anche qualcosa di più concreto sulla storia di Gallifrey e sulla razza dei Signori del Tempo.
 
Raccontò che c’è stata una guerra, denominata la Guerra del Tempo, contro i temuti Dalek, i Signori del Tempo avevano perso ed erano morti tutti quanti. Difatti il Dottore era proprio l’ultimo della sua specie.
 
Fu in quel momento che Han, Luke e Leia capirono finalmente il discorso che il Dottore aveva fatto alla Senatrice contro la loro guerra e si resero conto che aveva ragione.
 
Lui aveva vissuto la guerra più grossa e distruttiva di tutte, che al confronto quella che stavano perpetrando loro non era niente. Il Dottore voleva impedire che altri pianeta facessero gli stessi errori commessi dai Signori del Tempo.
 
Leia comprese lo sconforto del Dottore quando si ricordò della distruzione di Alderaan, perché come lei era l’ultima principessa del suo pianeta, lui era l’ultimo della sua razza.
 
Denny, per la prima volta, sentì di non conoscere veramente il suo migliore amico, ma almeno capì perché il Dottore non voleva rispondere mai a quelle domande e capì che cosa nascondevano i suoi occhi che parevano aver vissuto una lunga vita. Purtroppo per lui una vita piena di sofferenze e di distruzione.
 
Ameladia raccontò che i Signori del Tempo potevano ingannare la morte: ovvero, quando si trovavano in punto di morte, potevano rigenerarsi e cambiare letteralmente corpo e personalità.
 
“Questo è tutto ciò che so sui Signori del Tempo.” Spiegò: “Ormai la loro razza è estinta da migliaia e migliaia di secoli e sono stati dimenticati dal tempo.”  
 
Tutti capirono chi era veramente il Dottore e il perché in ogni leggenda aveva una descrizione diversa.
 
“Allora è veramente lui!” esclamò Leia sorpresa: “Il Dottore che tolse le armi ad Alderaan”.
 
Tutti guardarono la principessa, rimanendo basiti da quella affermazione.

“Cosa?” domando Han. 
 
“Credevo che su Alderaan non ci fossero armi.” Disse Luke confuso.
 
“Infatti, ma mio padre mi raccontò che quando era solo un ragazzo e Alderaan aveva delle armi chimiche, mai usate, tenute lì unicamente per difesa, un pazzo volle usare per dichiarare guerra a un alto pianeta all’insaputa del Consiglio.”
 
 Raccontò Leia: “Mio padre lo scoprì per caso, ma nessuno prestò vera attenzione a un giovane ragazzo di 12 anni, soprattutto perché quel pazzo era uno dei Consiglieri più importanti e pareva assurdo che volesse dichiarare guerra al Consiglio stesso.” guardò in basso, immaginando la frustrazione di suo padre. 
 
Raccontò che suo padre aveva incontrato un uomo di nome Dottore, che gli aveva creduto e aveva dimostrato a tutti che aveva ragione. Dopo quella scoperta e un tentato attacco, distrusse tutte le armi chimiche ed è così che Alderaan era diventato un pianeta pacifico.
 
“Quando vi abbiamo visti per la prima volta sul Falcon e lui si è presentato, mi è venuto il dubbio che potesse essere la stessa persona che salvò il mio pianeta da una tremenda guerra. Ma era completamente diverso da come me lo aveva descritto mio padre. Così come sono diversi quello che abbiamo conosciuto e quello di questo ologramma.”  
 
“E com’era?” domandò Denny, incuriosita.
 
Leia lo descrisse: era alto, biondo, occhi azzurri, con un completo bianco, composto da una giacca lunga e sul bavero si era appuntato una qualche strana pianta. Leia racconto anche che, dopo aver salvato la situazione, aveva insegnato a suo padre a giocare a cricket****.
 
Denny rimase stranita: non riusciva ad immaginare il Dottore con la mazza da cricket intento a giocare.
 
Quando Leia concluse la sua storia le venne un dubbio e domandò all’anziana signora: “Ma era da solo?”.
 
“Mi parò di una ragazza, una certa Rose*****. Ma non mi disse nulla di più su di lei.”
 
Denny rimase perplessa, il Dottore non le aveva mai parlato di una ragazza di nome Rose o di qualsiasi altra persona.
 
“Però mi ha chiesto di andare con lui.” Disse Ameladia.
 
“Ti ha chiesto di andare con lui?!” chiese la figlia incredula.
 
“Dopo solo un giorno insieme?!” aggiunse il genero.
 
“È fatto così.” Giustificò Denny, pensando che qualche ora prima aveva fatto la stessa cosa con Raoul.
 
“Ma non gli detto di no.” Proseguì Ameladia.
 
Rimasero tutti sopresi e Denny fece una piccola risata ironica, pensando che fosse uno scherzo: “E perché hai detto di no?”.
 
“E tu perché hai detto di sì?” le chiese la nonna, con squadro inespressivo.
Denny rimase spiazzata, perché non si aspettava quella domanda: in fondo nessuno glielo aveva mai chiesto.
 
“Avevo sedici anni, mia madre era morta solo da un anno e mio padre aveva bisogno di me, non potevo andarmene e lasciarlo solo.” Continuò la nonna, pima che Denny potesse rispondere alla sua domanda.  
 
“Ma ha una macchina del tempo. Poteva riportati allo stesso giorno ogni volta che volevi.” Disse Denny, ancora incredula riguardo alla decisione della nonna.
 
“E se mi fosse piaciuto?” rispose calma: “Se mi fosse piaciuto talmente tanto che non sarei mai più voluta ritornare indietro?” e la guardò negli occhi.
 
Denny rimase spaziata ancora di più. La nonna, quando era stato il suo momento di scegliere, aveva pensato dei dire sì o no. Invece Denny aveva detto sì senza pensarci troppo.
 
“Quanti anni hai?” domandò Ameladia: “Diciotto? Diciannove? Massimo venti?”.
 
Denny rimase confusa.
 
“Hai una età che in cui puoi permetterti di fare le tue prime esperienze, ma, allo stesso tempo, hai ancora bisogno di aiuto. Sei partita con uno sconosciuto senza pensarci. Hai pensato ai tuoi genitori? O ai tuoi fratelli? O a qualcuno che ti aspetta nel tuo tempo?”.
 
Denny rimase, ancora una volta, perplessa. Non capì il vero senso di quelle domande, ma capì il suo tono. Non era un tono da vecchia nonna criticona. No, era un tono calmo. Come quello di un saggio.
 
Così Denny si prese qualche attimo per riflettere sulla sua famiglia e su tutta la sua vita.
 
“No.” rispose sicura, guardando la vecchia signora dritta dei occhi.
 
“In fondo, chi mi aspetta a casa? Ho una madre ipocrita e ottusa, che pensa che una vita senza passione sia una vita migliore; un padre assente che mi dà una buca ogni volta e non sa quello che mi piace; un fratello maggiore che se ne frega di tutto, persino di se stesso; una sorella minore arrogante, egocentrica, vanitosa, testarda, pigra, superficiale e potrei andare avanti a descriverla con molti altri aggettivi negativi. Infine, alla mia classe non importa nulla di me e non ho né amici né qualcuno per cui possa provare affetto.”.  
 
Rimasero tutti stupiti, il suo tono era calmo ma i suoi occhi erano intrisi di rabbia, non pensavano affatto che una ragazza come Denny non avesse nemmeno un amico o una famiglia affettuosa pronta a supportarla.
 
“E non è finita qui, ci sono anche i miei problemi: l’ultimo anno di scuola da finire, gli esami da fare, il dilemma di cosa fare dopo, spiegare ai i genitori il perché vuoi fare B invece che A, avere tante passioni e non avere nessuno con cui condividerle, avere due fratelli ma sentirti lo stesso figlia unica e sentire sempre l’ansia che ti sta addosso!”.
 
Parlò velocemente e con tono rabbioso, come se volete sfogarsi di tutto ciò che non andava bene nella sua vita.
 
Guardò in basso, sospirando, quindi riprese a parlare, con tono calmo: “Tutto quello che volevo era solo andare via e non sentire più il peso della vita, della responsabilità e dei problemi. Ho incontrato lui, un uomo strano, con la sua macchina magica che poteva offrirmi di tutto.” Fece un sorriso “Conoscenza, avventura, magia, amicizia, affetto, esperienza e tutto quello che l’essere vivente può desiderare.”.
 
Luke, Leia, Han, Raoul e tutti gli altri presenti in stanza rimasero stupidi: sapevano delle avventure che Denny aveva vissuto assieme al Dottore e, anche se in un primo momento, potevano non averle creduto, dopo aver sentito quelle parole, non potevano avere più dubbi. A quel punto riuscivano a capire perché Denny voleva fare pazzie per cercarlo di salvarlo. Lo avrebbe fatto chiunque.
 
“Quindi, perché avrei voluto dirgli di no?” domandò Denny alla nonna, guardandola negli occhi. 
 
“Perché più starai con lui, più sarà difficile dirgli addio, quando sarà il momento; e, fidati di me, quel momento, prima o poi, arriverà.” Rispose.
Denny rimase sconvolta da quelle parole.
 
“Per me è stato difficile dirgli addio dopo la nostra prima e unica avventura insieme. Non oso immaginare come possa essere difficile, o meglio, impossibile farlo per una persona che ha viaggiato con lui per così tanto tempo…” continuò la nonna, con uno sguardo malinconico “In più, un giorno dovrai tonare a casa, dalla tua famiglia, dai tuoi problemi e dalla tua vita. Quindi, ti consiglio di digli addio prima che sia troppo tardi.” la guardò con aria seria.    
 
Denny non si fece intimidire dal quel discorso e da quello sguardo e rispose con sicurezza: “Ma io sto tornado a casa, sto solo percorrendo la strada più lunga.”
 
Rimasero tutti sorpresi e affascinati da quella risposta, soprattutto da quel tono di sicurezza.
 
“E quanto sarà lunga questa strada?” domandò ancora la nonna, con tono rassegnato, ormai capendo che non poteva più convincerla.
 
“Finché non mi stancherò.”
 
“Allora quella strada sarà destinata a fermarsi con la forza. E sarà una fermata molto drammatica.”.
 
Denny non rispose, ma dentro di sé si spaventò. Non sembrava una minaccia, ma più una premonizione di qualcuno che sa di cosa parla.
 
“Non capisco.” Disse Han, confuso.
 
“Se l’Impero non vuole il Dottore per le informazioni che ha sulla ribellione, a che cosa gli serve?”.
 
“Ha ragione.” aggiunse Luke.  “In fondo… è solo un uomo.”.
 
“Un uomo?” disse Ameladia, con un tono divertito da quella frase.
 
“Lui non è un uomo. È un Signore Del Tempo. L’ultimo Signore del Tempo. Ha visto l’inizio dell’universo e la sua fine. Ha vissuto una lunghissima vita, ha visto innumerevoli cose e possiede conoscenze e segreti che, se rivelati, potrebbero far finire tutto ciò che noi conosciamo. La sua conoscenza è più potente di qualsiasi altra arma******.”.   
 
“Ed è nelle mani di Darth Vader” disse Leila, allarmata.
 
“E ora lo stanno torturando per farlo parlare!” concluse Denny, rendendosi conto del grande pericolo che c’era in ballo.
 
Si alzò di scatto, dicendo di dover partire subito, e se ne andò via con passo svelto. Senza esitare, gli altri ribelli la seguirono, salutando velocemente i parenti di Raoul.
 
Mentre si stavano dirigendo verso il Falcon, Denny si sentì chiamare, si girò e vide Raoul che stava correndo verso di lei.
 
Quando si trovò davanti a lei disse con il fiatone: “Aspetta...”.
 
“Che cosa vuoi ancora?” chiese lei irritata.
 
“Voglio venire con voi.” Disse Raoul, prendendo fiato e guardandola negli occhi con sguardo convinto.
 
Denny rimase confusa, come i quattro ribelli che erano dietro di lei.
 
“Cosa?” rispose sconvolta.
 
“Voglio venire con voi.” Ripeté Raoul.
 
“No.” Rispose Denny, secca.
 
Il pilota rimase confuso e domandò: “Perché?”
 
“Perché è troppo pericoloso!”
 
“Sono un pilota della alleanza ribelle. Conosco il pericolo.”.
 
“Ed io sono una studentessa dell'ultimo anno di un liceo di Londra! E credimi, anche io ho visto il pericolo!” rispose lei a tono.
 
Raoul rimase sorpreso, Denny si passò una mano sulla fronte e guardò in basso. Era visibilmente stressata e non voleva perdere tempo con lui.
 
“Senti Raoul, so perché vuoi venire con noi. Vuoi dimostrare alla ribellione che non sei un traditore. Ma credimi, la tua vita vale molto più!” cercò di convincerlo lei, con tono lievemente disperato.
 
“Non lo faccio per la ribellione!” rispose Raoul a tono.
 
Denny rimase un po' sorpresa dal modo in cui le aveva risposto e anche il resto del gruppo rimase sconvolto. Fino a poco prima Raoul si sentiva in colpa e parlava sommessamente, con gli occhi tristi; mentre ora rispondeva a tono, con sicurezza e decisione.
 
“Lo faccio perché è giusto” continuò con tono più calmo “L'Impero mi ha mentito, manipolato e usato. Ho tradito la cosa in cui cercando di salvare la cosa che amo di più. E mi sento un completo idiota.” guardò in basso “Tu e il Dottore vi trovate in questa situazione per colpa mia.” Continuò, fissandola negli occhi.
 
“So che non hai più fiducia in me, e non ti biasimo. Ma io ho ancora fiducia in te e nei tuoi piani. Voglio rimediare al mio errore. Tu mi hai aiutato a salvare la mia famiglia, eri persino disposta a farlo da sola.”
 
Denny lo guardò e rimase sorpresa dall’atteggiamento sicuro che Raoul mostrava.
 
“In più, sono un informatico e un ingegnere. Potrei essere utile alla squadra.” Disse ancora il pilota.
 
Denny pensò a tutto quello che aveva appena detto e capì che Raoul aveva ragione. Sopirò impaziente e rispose: “Ve bene. Ma ad una sola condizione.”
Il gruppo rimase confuso da quella richiesta.
 
Denny rimase a braccia conserte e chiese, con aria seria: “Perché quel cacciatore di taglie non ha preso anche a me?”.
 
Quella domanda era sensata, se ne resero conto tutti quanti: perché Boba Fett non aveva preso anche lei quando era priva di sensi? In fondo l'Impero poteva usarla per convincere il Dottore a parlare oppure avrebbero potuto interrogare anche lei.
 
“Perché non ho detto nulla di te.” rispose Raoul “Ho detto che il Dottore era da solo e, quando Boba Fett è arrivato, l’ho trascinato fino alla porta, così non ti ha nemmeno vista.” Rivelò Raoul.
 
Denny rimase sorpresa da quel racconto. Non sapeva cosa provare o rispondere.
 
“Non volevo che ti prendesse. L’impero era interessato al Dottore e avevo paura che qualcuno potesse farti del male. In fondo, ti avevo messo il sonnifero nel frappè e pensavo che ti saresti svegliata solo dopo due ore.”
 
Abbassò lo sguardo “Oppure, volevo solo essere scoperto perché mi sentivo in colpa per ciò che avevo fatto”.
 
Denny si intenerì nell’udire quelle parole e disse: “Beh, non so se dirti grazie o no.”.
 
“Protesti dire 'Sì Raoul. Poi venire con noi'.” Suggerì lui, quindi la guardò con un piccolo sorriso e lei lo ricambiò.
 
“Okay” disse Han, un po’ stufo.
 
I due ragazzi lo guadarono.
 
“Visto che abbiamo già perso troppo tempo, possiamo andare a salvare l’universo?” disse ancora, accennando al Millennium Falcon dietro le loro spalle.
 
“Sì!” rispose Denny: “E so anche come!”
 
Cominciò a correre verso l’astronave, dicendo: “Seguitemi!”, poi si girò verso di Raoul e aggiunse: “Comunque, benvenuto a bordo!” gli sorrise e continuò a correre.
I tre e il Wookie si guardarono perplessi dal suo comportamento, mentre Raoul sorrise.
 
“Ho un brutto presentimento…” disse Han rassegnato mentre la seguiva insieme agli altri.  


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Spiegazioni per i "non fan" di Doctor

*La 10° rigerezaione del Dottore
** nemici più spietati del Dottore
***Riferimento del discoso dello sperciale di Natale nel 2008
****La 5° rigerazione del Dottore
***** Rose, la prima compagnia della serie attuale del Dottore.
****** Discorso dell 11° Dottore nella 7 stagione.


Note:
Bene! Un capitolo bello lungo!
Ora, secondo voi qualle è il piano di Denny?
Non ve lo dico! ;)
Buona lettura! 
Evola
   
 
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