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Autore: Il corsaro nero    08/06/2017    2 recensioni
C'è una persona dopo Goku, che Vegeta odia con tutto se stesso: si tratta di Yamcha, l'ex fidanzato di Bulma. Ma cosa succederebbe se, a causa di un problema, la donna invitasse l'uomo a stare a casa loro per un'intera settimana? E se, durante questa permanenza, Vegeta restasse bloccato in ascensore assieme a Yamcha?
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6: EPILOGO


Ci vollero cinque minuti buoni perché Vegeta e Yamcha capissero di essere, finalmente, liberi.

Davanti a loro, c'erano i membri della famiglia Brief assieme a Puar, Pilaf, Mai e Shu.

I due fecero appena in tempo ad alzarsi in piedi che qualcosa, o meglio qualcuno, sfrecciò davanti ai due, chiedendo, con una voce acuta pari a quella di una bambina: “Come state, poveri cari? Sarete affamati. E poi, come siete freddi. Adesso vi preparo una bella tazza di latte caldo e vi do una grande e calda coperta, così non vi ammalate.” “Mamma, lasciali in pace.” disse, esasperata, Bulma.

Certe volte, sua madre era più appiccicosa della colla.

Ma era proprio sicura che lei e Tights non fossero, in realtà, delle figlie adottive?

Anche un'altra femmina era al settimo cielo di vedere i due ex prigionieri dell'ascensore di nuovo liberi.

La piccola Bra, tenuta in braccio dal nonnino, tendeva le sue piccole manine verso i due.

Ad un tratto, una piccola vocina femminile si sentì per tutta la stanza: “Vegetamcha.”

Calò un silenzio di tomba nella stanza e Yamcha, più veloce della luce, corse a nascondersi dietro a Bulma, l'unica in grado di tener testa al principe dei sayan.

Non aveva alcuna intenzione di morire, non adesso che era riuscito a uscire, in qualche modo, incolume da quell'ascensore infernale.

I successivi secondi furono molto tesi, in quanto tutti, tranne, ovviamente, Bra, che continuava a dire Vegetamcha, come se niente fosse, temevano una tremenda scenata da parte di Vegeta, ma alla fine, il principe dei sayan sospirò e disse soltanto: “Beh... almeno ci sono anch'io nella prima parola di mia figlia.”

Yamcha tirò un sospiro di sollievo mentre Bulma lo guardava incredula.

Se questa scena fosse avvenuta prima del blocco in ascensore, probabilmente Vegeta avrebbe tentato di scorticare vivo Yamcha e lei avrebbe fatto una faticaccia per tenerlo buono.

Evidentemente, era successo qualcosa in quei quattro giorni in ascensore, qualcosa che aveva reso il rapporto tra Vegeta e Yamcha più... accettabile.

In quel momento, la voce, o meglio il ringhio, di una vecchia conoscenza si diffuse nella stanza.

La signora Brief, sentendolo, esclamò: “Cielo! Ma è il povero gattino... e proviene dallo stomaco di Vegeta. Non ti sarai mica mangiato quel povero tesoro?” “SE AVESSI MANGIATO UN POVERO GATTINO NON MORIREI MICA DI FAME!!! E', POI, QUESTO E' SEMPRE STATO IL BRONTOLIO DEL MIO STOMACO!!!” protestò, scandalizzato, Vegeta mentre Yamcha confermava: “Le assicuro, signora, che ha ragione. Dopo essere rimasto bloccato per dei giorni in un ascensore assieme a un sayan riconoscerei il brontolio del suo stomaco ovunque.”

Bulma ridacchiò a quelle parole, poi annunciò: “Ok, voi due correte subito a farvi una bella doccia. Puzzate da morire. Quando vi sarete lavati, andrete subito in cucina dove vi aspetta una bella cenetta per festeggiare.” “Buona idea, però... per quale motivo festeggiamo?” domandò Yamcha e la risposta di Bulma non si fece attendere: “Ma per la vostra liberazione, ovviamente. Ma anche perché oggi è l'ultimo giorno.” “L'ultimo giorno?” “Certo, oggi è domenica. Mi ha chiamato l'idraulico e mi ha avvisato che è tutto a posto. Domani, Yamcha può tornare a casa.”

L'unica cosa che i due riuscirono a dire fu: “Oh.”

In fondo, questa improvvisa separazione dispiaceva un po' ad entrambi.

Non avevano fatto in tempo a conoscersi a fondo che dovevano già salutarsi.

Ma a Vegeta venne in mente un altro particolare: se era rimasto bloccato in ascensore giovedì e oggi era domenica... significava che lui e Yamcha erano rimasti bloccati in ascensore quattro giorni.

QUATTRO GIORNI?!?!

Quattro giorni bloccato in ascensore quando avrebbe potuto usarli per allenarsi... che spreco!

Ma, ormai, il danno era fatto e bisognava rassegnarsi... voleva dire che si sarebbe allenato il quadruplo per recuperare il tempo perso.

Così, seguì Yamcha in direzione del bagno.

Bulma li guardò un po', prima scendere al terzo piano.

La giovane donna si sedette su una poltrona e si mise a riflettere: doveva essere accaduto qualcosa tra i due, durante il loro -soggiorno- in ascensore.

Qualcosa che li aveva fatti andare più d'accordo... forse avevano scoperto di avere qualcosa in comune... comunque, era certa che non l'avrebbe mai saputo... e, forse, era meglio così.

Un'ora dopo, un robot di servizio le si avvicinò e l'avvisò che la cena era pronta.

Bulma sorrise e si diresse verso il terzo piano.

I suoi genitori, i suoi figli, Puar, Pilaf, Mai e Shu erano già lì ad aspettarla.

Mancavano solo gli ospiti d'onore.

Finalmente, un quarto d'ora dopo, i due arrivarono.

Indossavano entrambi una camicia blu, quella di Yamcha, però, aveva le maniche corte mentre quella di Vegeta lunghe, e i pantaloni gialli.

Appena Bra li vide, batté le mani tutta contenta.

Le erano mancati proprio tanto...

I due fecero per sedersi quando l'urlo della bambina spezzò la quiete che regnava nella sala da pranzo.

Su, su. Non piangere, piccola mia. Cosa c'è?” le domandò, cullandola, Bulma ma Bra non aveva alcuna intenzione di smettere.

Forse ho capito! Vegeta, tienimi la bambina.” disse Bulma, dando la figlia in braccio al padre.

Immediatamente, Bra smise di piangere e sorrise alla vista del burbero e sorpreso padre.

Le sei mancato troppo quand'eri prigioniero in ascensore. Perciò, teme che se ti allontani da lei sparirai di nuovo.” spiegò Bulma, contenta del fatto che la sua teoria si fosse rivelata giusta, ma la stessa cosa non si poteva dire di Vegeta.

Certo, il principe dei sayan l'adorava e, in più, era gelosissimo della figlia, forse più di Bulma, ma in quel momento voleva solo mangiare e tenere in braccio una bambina che gli avrebbe, di sicuro, sporcato la maglietta pulita nel vano tentativo di mangiare non l'entusiasmava per niente.

Urgeva trovare, e alla svelta, anche, un sostituto e, per sua fortuna e sfortuna per l'altro, aveva già in mente chi.

Yamcha, tienimela tu!” ordinò al terrestre passandogli la figlia.

Cosa? E perché proprio io, scusa? Vuole te.” protestò il terrestre ma il sayan lo zittì: “Sei simpatico a mia figlia e, poi, le sarai mancato quand'eri bloccato in ascensore con me. Sarà felice di stare con te. E, poi, lei vorrà più te che me.” Accetta questa cosa solo quando gli fa comodo. Notò, senza speranza, Yamcha.

Dopo aver detto quelle parole, Vegeta si voltò e fece per allontanarsi, quando una presa piuttosto forte lo prese per la manica della camicia, fermandolo all'istante.

All'inizio, pensò che fosse Yamcha ad averlo fermato, e si voltò furioso, pronto a suonargliele e a coprirlo d'insulti, magari moderando il linguaggio e la forza, dopotutto aveva la sua principessa, ma appena vide colui che aveva osato fermarlo rimase senza parole.

Era la sua piccola Bra che aveva preso con una manina la manica della sua camicia mentre con l'altra mano teneva la camicia di Yamcha.

Vedendo questa scena, Bulma si mise a sghignazzare: “Io credo che vi voglia entrambi.”

Vegeta era rosso in viso per la vergogna, ma, in fondo in fondo, quella situazione non gli dispiaceva troppo.

Almeno la sua Bra aveva dimostrato di aver ereditato la sua forza...


Buonanotte, Vegeta.” “ 'Notte.”

Yamcha si addormentò subito.

Dopo tre notti passate in uno scomodo e freddo ascensore, un bel letto caldo e morbido era proprio quello che ci voleva.

Vegeta, al contrario, non riuscì ad addormentarsi.

Domani, Yamcha se ne sarebbe tornato a casa sua e, in quell'ultima notte insieme, sentiva un senso di vuoto logorargli l'anima.

Quella settimana in cui Yamcha era stato ospite in casa sua era stata molto movimentata e unica.

Non l'avrebbe mai ammesso a nessuno, ma avere qualcuno con cui litigare e passare un po' di tempo insieme era stata, in un certo senso, indimenticabile.

Aveva pochi e sfocati ricordi della sua infanzia quando Freezer non esisteva.

Ricordava la luce, l'allegria, le liti e le sue avventure con gli amici, i giochi, le marachelle e le successive punizioni dei suoi genitori, anche, se a dire la verità, era sua madre che gliele dava di più... ma poi, quella dannata e stupida lucertola era apparsa e, in lampo, la luce, la gioia e i colori erano stati risucchiati in un vortice buio.

In una spirale infernale di violenza e follia omicida.

Con Freezer, era dovuto crescere in fretta, in quanto nella sua fredda e lugubre base, non c'era posto per l'innocenza e l'amicizia ma solo per esseri spietati e crudeli.

Ripensò a Radish, un suo vecchio commilitone.

Anche lui, un tempo, era un bambino vivace e allegro, anche se un po' timido, in questo Gohan aveva ereditato da lui, ma la permanenza in quel posto l'aveva trasformato in un mercenario spietato e aggressivo, pronto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi.

Non gliene faceva una colpa: qualunque bambino, anche se buono e puro di cuore, si trasformava in un uomo cattivo e senza scrupoli lì dentro.

Quella base, infatti, aveva il terribile potere di risvegliare la forza sopita del male in chiunque.

Radish non aveva avuto la sua stessa fortuna: era morto, ucciso da Piccolo e dal suo stesso fratello, e non era riuscito a uscire da quell'incubo.

Quando, poi, era arrivato sulla Terra, Bulma lo aveva salvato da sé stesso, facendogli riscoprire, pian piano, le piccole gioie della vita.

Non l'aveva mai ringraziata per averlo salvato, ma era sicuro che Bulma avesse capito tutto.

Bastava uno sguardo per capirsi.

Da quando aveva capito, ciò era avvenuto dopo la faccenda di Majin Bu, che esisteva un modo per uscire da quel tunnel in cui era finito da bambino, Vegeta combatteva con tutte le sue forze per salvarsi.

Ma non combatteva solo per lui: lo faceva anche per Radish, che non era riuscito a uscire.

A volte, mentre si allenava, giurava di sentire la voce del sayan: “Non smettere mai di combattere, Vegeta. Lotta per salvarti e non arrenderti.”

Durante quest'ultima settimana, Yamcha era riuscito a farlo tornare vivo dopo tanto tempo.

Sarebbe stato un po' un dispiacere lasciarlo andare via e lasciare che tutto tornasse alla normalità.

E qualcosa gli diceva che non sarebbe stato il solo a sentirne la mancanza: oltre a Bra, anche Trunks, perché, finalmente, aveva una specie di fratello maggiore, e la signora Brief, in quanto desiderava ardentemente nuovi bei ragazzi da corteggiare e coccolare in giro per la casa, avrebbero sentito la sua mancanza...

Ad un tratto, un'idea balenò in testa a Vegeta che, senza neppure rendersene conto, si mise a sorridere.

In punta di piedi, non tanto per svegliare Yamcha, in quanto dormiva della grossa da qualche ora e sospettava che nemmeno i cannoni l'avrebbero svegliato, ma per non svegliare il sacco di pulci volante, si alzò dal letto e, silenzioso come pochi, volò via nella notte.


Il grande orologio della sala da pranzo indicava le sette.

Vi erano solo Vegeta, Bulma, Trunks, Pilaf, Mai, Shu, Yamcha e Puar.

Il gruppo stava facendo colazione in completo silenzio.

Quando Yamcha avrebbe finito di mangiare, lui e Puar sarebbero tornati a casa loro.

All'appello mancavano solo il Dottor Brief, impegnato in qualche nuova invenzione, e la signora Brief, che si stava godendo il sonno di bellezza e si sarebbe svegliata solo a mezzogiorno, ogni giorno, infatti, la signora dormiva senza sosta dalle nove di sera a mezzogiorno e non c'era verso di svegliarla prima di quell'ora.

Pertanto, potevi fare tutto il baccano che volevi, tanto lei non si sarebbe mai svegliata.

Quando alla piccola Bra, dormiva tranquilla nella culla della sua cameretta e Bulma era sollevata da ciò, almeno la bimba non si sarebbe messa a piangere e a strillare per tentare di trattenere Yamcha.

C'era così silenzio che non si sentiva volare una mosca ma, ad un tratto, si sentì il telefono squillare.

Bulma si alzò, dicendo soltanto un distratto: “Vado io.”

La donna prese la cornetta e chiese: “Pronto?” “Buongiorno, signora. Potrei parlare col signor Yamcha, per favore?” chiese una voce maschile.

Non si preoccupi, parli pure a me.” “Bene, sono l'idraulico che si è occupato di riparare la tubatura rotta che aveva allagato la casa del signore.” “Ah... è forse successo qualcosa?” “Ecco... vede, signora... ieri sera era tutto a posto ma stamattina, quando sono venuto a dare un'ultima occhiata, ho trovato davanti un incredibile macello.” “Gli si è allagata di nuovo?” “Magari. Pare che un cataclisma si è abbattuta su essa: le finestre sono tutte rotte, il tetto è completamente sfasciato e tutte le apparecchiature elettriche sono andate in corto circuito. Andrò ad analizzare il generatore principale e le farò sapere. Per favore, avvisi il signor Yamcha che per oggi non può tornare a casa. Arrivederci.” “Arrivederci.”

Bulma tornò in sala da pranzo e disse, con un sorriso gigantesco sulle labbra: “Yamcha, ho una splendida sorpresa per te: starai ancora un po' con noi... ma dov'è finito?!”

Yamcha, infatti, era svanito, e con lui anche Puar.

Lui e Puar sono andati in bagno.” spiegò Pilaf mentre inzuppava un biscotto nel suo latte caldo.

Bulma guardò il marito e ordinò: “Presto, Vegeta! Corriamo all'ingresso! Forse, possiamo ancora intercettarlo!”

Infatti, Yamcha e Puar stavano correndo come dei pazzi verso l'uscita del palazzo.

Avevano oltrepassato il giardino dello stabile, saltando di qua e di là, per evitare di pestare i mille animali dei genitori di Bulma.

Finalmente, videro l'uscita che equivaleva alla salvezza.

Yamcha non ce l'avrebbe fatta a reggere un'altra giornata là dentro.

Era stressato: avrebbe voluto andarsene in albergo per rilassarsi e, invece, era stato catapultato in una specie di film horror.

Doveva, assolutamente, staccare la spina e riposarsi e la famiglia di Bulma gli avrebbe dato di tutto tranne quello.

Ad un tratto, una figura senza volto, i capelli biondi sparati da tutte le parti, con conservati qua e là qualche bigodino gigante rosa e con un lungo abito svolazzante bianco sbarrò loro la strada, posizionandosi proprio davanti alla porta.

UN FANTASMA!” urlò Puar, terrorizzato, ma il fantasma rispose: “Un fantasma? Davvero?! Dimmi dov'è, Puar. Magari è un bel fustacchione come Yamcha e Vegeta.”

Yamcha sgranò gli occhi.

In tutto lo stabile, c'era solo una persona che sarebbe morta dalla voglia di vedere un fantasma nella speranza che fosse un bel fustacchione... una persona che, in effetti, poteva conciarsi in quella maniera...

Signora Brief, è per caso lei?” domandò, un po' timidamente, Yamcha e la donna rispose: “Ma certo, caro. Forse, non mi hai riconosciuta per via della maschera di bellezza. Ma tesoro, io sono una donna e il mio bel visino ha bisogno di molte cure, non lo sapevi?” “No... però mi sorprende trovarla qui... di solito, lei dorme fino a mezzogiorno...” “Te lo ricordi ancora? Ma che caro ragazzo. Non so che mi è successo, ma oggi, stranamente, mi sono svegliata prima e pensa che non mi è mai successo!” “Non ne dubito... però, io dovrei uscire... sa devo tornarmene a casa...” “Ma come? Di già? Ma, tesoro, sei sempre di fretta. Scommetto che non hai fatto una colazione come si deve! La colazione è molto importante, devo ricordarlo sempre a te e a quel bel tenebroso di Vegeta? Su, andiamo in sala da pranzo, che ti preparo una ricca e sana colazione.”

E, prima che Yamcha potesse protestare, la vecchia signora lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso la sala da pranzo.

Ormai, non c'era più nulla da fare... era di nuovo prigioniero.

Fu all'inizio delle scale, che i due trovarono Bulma e Vegeta.

La scienziata, all'inizio, fu molto sorpresa di trovare il suo ex tornare di sua spontanea volontà ma si spaventò a morte vedendo la cosa appiccicata al braccio di Yamcha.

E QUELLO COS'E'?!” urlò spaventata mentre il marito le rispondeva con un semplice: “Tua madre.”

Bulma restò a bocca aperta.

Ma sua madre non doveva dormire a quell'ora e poi... COSA CI FACEVA CONCIATA IN QUELLA MANIERA?!

Sembrava il mostro senza faccia di un film horror.

Comunque, chiese alla cosa: “Mamma, ma sei tu?” “Certo, cara.” “Ma come ti sei conciata?!” “Tesoro, te ne intendi di macchinari ma non te ne intendi di ragazzi. Non lo sai, sciocchina, che le maschere di bellezze impediscono il formarsi delle rughe? Dovresti prendere esempio dalla tua cara mammina. In questo modo, il tuo viso sarà così bello che il nostro bel Vegeta non potrà resisterti.” “MAMMA!!!”

Che situazione imbarazzante.

Ma la signora Brief, come al solito, non aveva alcuna intenzione di tacere: “Suvvia, Bulma, non fare quella faccia o ti verranno le rughe sulla fronte.” “GRRR...!!!” “Comunque, che ne dite di andar a far colazione? Noi e questo povero tesoro di Yamcha. Scommetto che non ha nemmeno fatto colazione.” “Prima, però, vatti a cambiare, mamma! Non vorrai mica spaventare a morte tutti?”

Dopo che la famiglia Brief ebbe finito di far colazione, squillò di nuovo il telefono.

Bulma lo prese al volo e scoprì che era di nuovo l'idraulico.

Ho appena finito d'ispezionare il generatore principale... non mi crederà mai...” “Parli pure e non si preoccupi. Ne ho viste così tante nella mia vita che non mi sorprendo più di nulla. Che è successo?” “Sembra che qualcuno gli abbia dato un pugno ma sufficiente a disintegrarlo completamente! Non so proprio chi sia quest'uomo dalla forza sovrumana...” “Io, invece, credo di saperlo...” rispose Bulma, guardando adirata la schiena del marito.

Vegeta si meritava proprio una bella lezione e lei sapeva già come punirlo...

Quando finì la telefonata, Bulma si diresse verso il salotto e dichiarò, con finta noncuranza: “Oggi ci sono i saldi, sapete?”

Mentre Yamcha sbiancava, Vegeta fece le spallucce e disse: “Ti accompagnerà Yamcha.” “A dire il vero, Vegeta, vorrei che venissi anche tu.”

A quelle parole, pure Vegeta sbiancò: “Per quale motivo?” “Con i saldi posso comprare molte più cose rispetto allo shopping ordinario, quindi ho bisogno di più manodopera. Un vecchio bandito e un principe di guerrieri sono i facchini migliori del mondo, non credete?”

I due uomini si guardarono negli occhi.

Sapevano già che sarebbe stata una giornataccia...

Vegeta... cosa facciamo?” domandò Yamcha e Vegeta rispose: “Vedi, Yamcha... ci sono volte in cui bisogna affrontare con coraggio i pericoli... e altre in cui è meglio... SCAPPARE!!!” e si mise correre verso la porta, seguito da Yamcha.

Bulma lanciò soltanto un: “EHI!!” prima di lanciarsi all'inseguimento dei due.

   
 
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