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Autore: Emmastory    08/06/2017    3 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo XXXIV

Colpire nel segno

“Domani sarà un giorno speciale.” Mi ha detto proprio ieri Stefan, alludendo alla giornata di oggi e al suo significato. Per chi non ci conosce completamente ordinaria, ma non per noi. Come sappiamo, oggi è il compleanno di Rose. La nostra tanto amata secondogenita, che oggi compie tredici anni. Un anno di vita in più a questo mondo, e un nuovo tassello da aggiungere al puzzle della sua crescita. Sta lentamente diventando una donna, e oggi è felice. Difatti, oggi non è solo il suo compleanno, ma anche quello di Isaac. Suo grande e forse migliore amico, a cui lei è fortemente legata. Per quanto ne so si vogliono davvero bene, ma stando a quanto è successo ieri, continuo a pensare che la loro non sia soltanto semplice amicizia. Forse è presto per dirlo, ma i segnali ci sono tutti, e ogni più piccolo indizio corrisponde. Il loro pare essere amore vero e proprio, e mentre l’orgoglio mi riempie il cuore e l’anima, sono ferma e in piedi nel salotto di casa, a guardare mia figlia che scarta i suoi regali. Sono da parte di ognuno di noi, e in tutto sono quattro. Un libro, un bracciale e una collana splendidamente coordinati, e in ultimo, uno che lei stessa aveva trovato proprio sotto il suo letto questa mattina. A differenza degli altri, non è accompagnato da un biglietto, e lei esita ad aprirlo, finchè qualcuno non apre bocca e le da una mano. “Aprilo, è da parte mia.” Con sua grande sorpresa, è proprio Isaac a parlare, e prendendole la mano, l’aiuta a sciogliere il fiocco. Divorata dalle sue stesse emozioni, Rose trema e non sa cosa dire né fare, ma tenta comunque di mostrarsi calma, fino a coprirsi la bocca con una mano in modo da nascondere lo stupore. È un semplice disegno in un piccolo portafoto, ma nonostante tutto di fine e rara bellezza. Avendolo letteralmente visto nascere, conosco Isaac da molto più tempo di lei, ma ad essere sincera, non avrei mai detto che fosse stato così bravo a disegnare e trasformare ciò che toccava in vera arte. “Isaac, è…” la voce le tremava ancora, così come il resto del suo corpo. Rimanevo in silenzio, ma non la biasimavo. Quel disegno era un vero capolavoro, e raffigurava Rose con la sua faretra in spalla, e alcune frecce che spuntavano. Ogni particolare era al suo posto, inclusi i finissimi dettagli del viso, come alcune piccole lentiggini e la sfumatura d’ambra che aveva negli occhi, ereditata da me che ero sua madre. Ad ogni modo, non era finita. Proprio nell’angolo del foglio, infatti, c’era una sorta di piccola dedica, che lei lesse mentalmente, ma con le lacrime agli occhi. “A Rose, colei che con le sue frecce ha centrato un bersaglio davvero importante, ovvero il mio cuore.” Questo quel così toccante messaggio, che testimoniava la realtà dei sentimenti di Isaac per lei. “Dici… Dici sul serio?” balbettò lei, emozionata e incredula. “Sì, Rose, sul serio. Vuoi essere la mia fidanzata?” rispose lui, ponendole poi quella domanda tanto semplice quanto seria. “S-Sì.” ammise lei, con alcune lacrime che le scivolavano sul viso. Solo allora, Isaac le si fece più vicino, e asciugandole gli occhi con il pollice, le afferrò il mento con due dita, per poi dare inizio ad un evento eccezionale. Un bacio. Il loro primo vero bacio, che aveva unito le loro labbra e i loro cuori. Erano giovani, e avevano all’incirca la stessa età, ma poco importava. Si amavano, e questa era la realtà. Felici, rimasero vicini e stretti in un fortissimo abbraccio, che data la sua forza, unita alla sua purezza e alla gioia dei due nuovi innamorati, portò sia me che Samira alle lacrime. In fin dei conti, eravamo le loro rispettive madri, e non riuscivamo a credere ai nostri occhi. Dopo un indefinibile lasso di tempo trascorso a fingere e ignorare i propri e reciproci sentimenti, Rose e Isaac si erano finalmente detti la verità, riuscendo di fatto a colpire nel segno.
 
   
 
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