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Autore: Crisan    09/06/2017    2 recensioni
La trasformazione si annullò appena tocco terra. Plugg schizzo fuori dall'anello mentre Adrien ansante riprendeva fiato appoggiando le mani sulle ginocchia. "Che c'è?" chiese il ragazzo con una nota d'allarme nella voce accorgendosi dello sguardo angosciato che il piccolo amico gli rivolgeva. "Adrien, non avverto più il suo Miraculos - e aggiunse mormorando mentre il panico si palesava sul volto del suo portatore - non sento più Tikki! "
**
Cos'è successo? Chi sta mettendo in difficoltà i nostri eroi? Avventura, amore, amicizia.. è quello che proverò a raccontarvi in questa possibile versione degli eventi!
Nota: i fatti narrati si devono considerare intrecciati con quanto capitato nella prima stagione proseguendo oltre.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3

Capitolo 3 - Un gatto in passerella 

Marinette emise un piccolo grido e si sedette ansante sul letto. D'istinto portò una mano sul cuore che batteva all'impazzata. "Che hai? Che è successo??" chiese la piccola kwami: svegliata di soprassalto dal grido della ragazza, si era precipitata ad abbracciarle la guancia ed ora la guardava preoccupata.

"Ti senti male? Non sembri calda..." La sua portatrice deglutì e prese un paio di respiri profondi. "No, no, Tikki sto bene. Almeno credo..." mormoro respirando nuovamente per cercare di riprendere il contro
llo  "Ma che è successo - insisté la sua piccola amica- sembri sconvolta!"

Marinette si fermò a riflettere cercando di riordinare le immagini che giravano confuse nella sua testa e di colpo divenne rossa fino alla punta delle orecchie "Oh Tikki come sono sciocca!" disse sdraiandosi nuovamente e premendo la faccia contro il cuscino.

Tikki le atterrò accanto con aria perplessa

"E'... è  stato solo un sogno - balbettò imbarazzata abbracciando il guanciale per poi girarsi e a guardare il soffitto sospirando - uno stupido bellissimo sogno. Anche se ...- s'interruppe diventando se fosse stato possibile ancora più rossa. " Anche se cosa? " chiese Tikki guardandola  "Oh che vergogna - Marinette nascose nuovamente la faccia nel cuscino" Marinette ti prego mi spaventi!

"No, noo Tikki tranquilla è..è solo una stupidaggine ho solo sognato si, ecco... di baciare Adrien" " Oh è meraviglioso - ridacchiò la sua piccola amica - e com'è stato?" chiese birichina

"Come dici tu, meraviglioso - mormorò la ragazza con una nota d'incertezza nella voce -  sembrava molto, come dire, reale!" La piccola kwami  non notò l'inflessione dubbiosa nella voce dell'amica, entrambe restarono pensierose:  Marinette aveva omesso la parte di sogno che riguardava Chat, sapeva che la sua amica avrebbe fatto delle battute a riguardo mentre a Tikki quel sogno, così realistico, aveva suscitato un turbinio di pensieri inquieti.



Ormai erano le sette così, dopo aver ripensato ancora un po' a quel che aveva sognato, Marinette decise di alzarsi.
Scese a fare colazione sotto lo sguardo stupito dei genitori che abituati a doverla buttare giù dal letto, non si aspettavano certo un buongiorno così mattiniero.
Fece la doccia e si vestì con cura sistemandosi i capelli senza fretta. Si guardò ancora un secondo allo specchio, aprì il cassettino e tirò fuori un piccolo beauty. Lo aprì e prese un piccolo stick rosa e profumato. Tikki la guardò con curiosità. La sua amica non si truccava quasi mai e soprattutto non per andare a scuola!
Marinette si passò il rossetto, più simile ad un lucida labbra in verità, sulle labbra increspandole per formare un piccolo cuore, prestando maggior attenzione ai lati della bocca. Terminata l'operazione le inumidì premendole una contro l'altra e succhiando leggermente il labbro inferiore
cosicché bagnasse un poco quello superiore, poi sorrise. "Sono pronta Tikki andiamo?"

Lo spiritello rosso s'infilò nella borsa senza dire niente ma occhieggiando dalla cerniera vide il sorriso sognante della sua portatrice...Si doveva proprio essere stato molto realistico quel sogno.



Era abbastanza presto i suoi compagni erano ancora fuori in attesa che la prima campanella l'informasse della possibilità di accedere alle classi. "Buongiorno Alya, buongiorno Nino" disse avvicinandosi.

"Ehi, che ci fai qui a quest'ora ti hanno buttato già dal letto?" La ragazza fece per rispondere quando i suoi occhi intercettarono l'oggetto dei suoi desideri che si era appena materializzato e stava raggiungendoli.

" Ragazzi!" salutò con nonchalance il modello. Si era avvicinato con aria rilassata tenendo la cartella poggiata sulla spalla. I suoi occhi fecero una carrellata dei presenti e sembrò irrigidirsi appena quando incrociò quelli della corvina che gli sorrideva. Ricambiò schiudendo le labbra in un sorriso indefinito. 


Vedendolo giungere, aveva fatto appello a tutto il suo autocontrollo. Il sorriso che le rivolse quando arrivò ancorché enigmatico, fece si che i suoi occhi puntassero le labbra del compagno. Ah quelle labbra! Chissà se sarebbe stato così bello baciarle, bello come nel sogno.. per un attimo le sembrò quasi di risentire il calore delle labbra di lui sulle sue.
Risentire? scosse la testa non le aveva mai sentite era solo un sogno...anche se nel momento i maggior abbandono, non stava più baciando Adrien bensì il suo Chat Noir.. suo?? da quand'è che pensava a lui in quei termini!

Marinette si riscosse da quei pensieri sentendo la campanella suonarle nelle orecchie e mettendo a fuoco il presente vide che Adrien aveva ancora lo sguardo fisso su di lei. Che avesse continuato a guardarla tutto il tempo? Spostarono entrambi lo sguardo altrove, incamminandosi verso la classe.

Nino e Alya si scambiarono un'occhiata perplessa ma non commentarono.

Era venerdì e con la prospettiva del fine settimana alle porte le ore di lezione passarono rapidamente. 

I due ragazzi dovettero affrontare l'interrogazione per recuperare il compito perso a causa dell'akuma; l'insegnante aveva optato per un' interrogazione in coppia così da risparmiare tempo e questo straordinariamente non aveva troppo imbarazzato la ragazza. Se l'erano cavata bene concludendo degnamente la settimana.



XXX



Era rilassante passeggiare godendosi i primi tepori stagionali. L'aria frizzante non troppo calda, faceva pregustare i futuri giorni di libertà estiva senza tuttavia possedere la morsa afosa che li caratterizzava.

I ragazzi si erano dati appuntamento al parco per il primo pomeriggio di sabato perché Adrien in serata sarebbe stato impegnato con la sfilata organizzata per l'evento di Beneficenza di Médecins sans Frontières al Centre Pompidou.
Quando Nino aveva proposto di trovarsi  Alya e Adrien avevano subito accettato mentre Marinette si era fatta un po' pregare immaginando catastrofi apocalittiche.
Si era poi convinta ad uscire dopo una serie di messaggi feroci dell'amica
che la rimproverava di voler perdere, per delle sciocchezze, l'occasione di stare un po' con Adrien.

Ovviamente non stava succedendo assolutamente di niente di catastrofico. I suoi amici conversavano tranquillamente: Alya analizzava sul telefono gli ultimi accessi al LadyBlog leggendo ad alta voce le domande più strane che venivano poste nella sezione Chiedilo a Ladybug, mentre Nino raccontava ad Adrien i dettagli dell'ultimo video gioco acquistato.  

Alya e Nino ogni tanto si lanciavano un' occhiata perplessa. I loro due amici sembravano alquanto strani. Adrien ascoltava distratto; più di una volta Nino lo aveva sorpreso con gli occhi fissi sul viso della compagna dai capelli neri. Dal canto suo Marinette sembrava persa nei suoi pensieri, rispondeva a monosillabi e ogni tanto gettava sguardi furtivi al modello arrossendo visibilmente senza neanche avergli rivolto la parola.

Stanca di questa situazione la brunetta cinguetto appendendosi al braccio del fidanzato, rivolgendogli un sorriso complice " Nino ho tanta voglia di un gelato!"  Nino sorrise e si alzo immediatamente e si  incamminarono verso il chioschetto che si trovata al di là della zona dei giochi dei bimbi.

Adrien si voltò verso l'amica che era rimasta seduta sul lato della panchina dove fino a qualche secondo prima chiacchierava con l'aspirante giornalista. I suoi occhi smeraldo s'incatenarono a quelli di lei. Per un momento che a loro parve interminabile, rimasero a guardarsi senza rivolgersi la parola, persi l'uno dello sguardo dell'altra. Una miriade di pensieri, nessuno di senso compiuto, frullava nella loro testa.
Un' idea si affacciava timida nel cuore del ragazzo e sembrava comunicarla attraverso quel contatto visivo alla compagna che in trance non avvertiva più alcun imbarazzo. Come se i loro corpi avessero una propria volontà, senza mai interrompere il contatto visivo i ragazzi diminuirono la distanza che li separava fino a che la mano del giovane poggiata sul sedile di legno della panchina quasi toccò la mano che la ragazza teneva abbandonata accanto al suo corpo.

Non si resero conto se il contatto avvenne o meno perché in quel momento vennero traumaticamente destati dalle urla di alcuni bambini che si inseguivano per i viali del giardinetto e che si erano fermati a pochi metri da loro.

Una bimba con una maschera da Ladybag faceva roteare un pezzetto di spago, mentre urlava comandi ad un bimbetto con la maglietta nera. Entrambi guardavano in modo battagliero degli amichetti che evidentemente stavano interpretando la parte degli akumizzati.  "Usa il tuo potele cia nuar!" urlo la Ladybug in erba, mentre il maschietto compreso nel suo ruolo urlava a gran voce " Gattaclisma!!" cominciando ad inseguire gli amici che scappavano

Dopo un' attino di sconcerto Marinette divenne rossa, imbarazzata, non sapendo in realtà se fosse per la scena di gioco che la ritraeva in azione o per quello che stava provando guardando Adrien. Il ragazzo dal canto suo vedendo i bambini scoppiò in una risata liberatoria si alzò dalla panchina e rivolgendo un sorriso rilassato all'amica chiese " ti va un gelato?"  e senza più guardarsi si diressero verso il chioschetto seguendo gli amici. 

Nessuno dei due notò che Alya li stava guardando di sottecchi con un sorrisino compiaciuto.


XXX



Adrien era in auto, diretto verso la location stabilita per l'evento, quando un esserino nero sgusciò fiori dalla tasca della sua giacca "Plagg" sibilò il ragazzo premunendosi di mettere il blocco ed oscurare il vetro che divideva il sedile dell'autista da quello dei passeggeri. " Che fai qui fuori?"

"Beh tra poco avremmo del lavoro da fare e io ho fame, gradirei un po' di nettare degli dei!" Il modello sbuffò allungandogli però un pezzetto di formaggio recuperato dalla scatola che teneva sempre in borsa "Io- sottolineò - ho da lavorare tu potresti stare tranquillamente nascosto nella borsa a dormire come fai sempre" " Uhm potessi sfilare io in tutta la mia bellezza sfolgorante le luci di Parigi sembrerebbero delle timide lucciole.. e comunque preferirei star con te, amo il brivido della passerella! "

Il ragazzo sospirò guardando fuori dal finestrino "Sarà complicato con tutta quella gente e i cambi d'abito, ci proveremo." Il kwami vedendolo con le difese abbassate continuò leccandosi le dita "Senti un po' Romeo, cos'era quella scena al parco? " " Quale scena? " chiese il ragazzo dubbioso.
Il dio della sfortuna continuò con tono vago " Ma si, quando facevi gli occhi da pesce lesso a quella tua compagna, quella che è venuta a studiare come si chiama Laurette, Annette..?"
" Marinette, si chiama Marinette! - sbotto il ragazzo - come se non lo sapessi e io non stavo facendo proprio niente!"
"Ah si vero Marinette - sorrise sornione - no no infatti anche sta volta non hai fatto niente..."
"Ah smettila Plagg lo sai che il mio cuore è solo per Ladybug!"
" Ma si, certo certo, però è carina, simpatica, ha un certo non so che..- sospese la frase un secondo e poi concluse -  dovremmo vederla più spesso.." la conversazione fu interrotta perché l'auto si fermo. Erano arrivati e Plagg si rinfilò veloce nella giacca del ragazzo che ebbe la sensazione di sentirlo concludere "... magari ha un'amica!" Ma non ci badò e si diresse velocemente verso l'entrata. 

Erano le diciotto e Adrien giunto già da alcuni minuti al Centre Pompodou, stava preparandosi. Di suo padre neanche l'ombra probabilmente era nella stanza dei bottoni, pensò.
Seduto comodamente su una sedia, teneva gli occhi chiusi affinché la truccatrice potesse fare il suo lavoro. Si sentiva quasi rilassato così lasciò i  pensieri scorrere in libertà. Certo che la vita era strana fino a pochi mesi prima viveva rilegato in casa uscendo solo per motivi di lavoro. Poi aveva iniziato la scuola, si era fatto degli amici, aveva ricevuto il miraculous. Era come se vivesse tre vite parallele.

I suoi compagni erano ragazzi con vite regolari impegnati con la scuola e coltivavano hobby, interessi. A differenza loro lui lavorava da quando era in tenera età in quel turbinio caotico e pericolosamente affascinante che era il mondo della moda. Questo già faceva di lui una straordinaria eccezione ma, come se non bastasse, lui era anche Chat Noir, l'eroico ed affascinante eroe parigino e in quel momento si stava facendo incipriare. Chissà cosa avrebbe pensato la sua Lady a vederlo così.
Un sorriso divertito sgusciò dalle sue labbra provocando una piccola protesta della professionista " Adrien la prego" " mi scusi mi scusi " si affrettò il modello cercando di contenere il sorriso che continuava ad abbellirgli il volto. La ragazza gli ricambiò il sorriso. In fondo era un bravo ragazzo. Uno dei pochi che non trattava gli addetti ai lavori come pezze da piedi. Non si era mai atteggiato, aveva sempre fatto il suo lavoro in maniera sobria e impegnata.

Adrien cercò di ritornare a concentrarsi sulla sfilata mentre il brusio attorno si faceva più animato mancava poco ora all'inizio dell'evento. Non si sentiva nervoso, non per la sfilata almeno, ne aveva fatte a decine, alla fine erano tutte uguali.
Sospirò cercando di ripassare le sue uscite e i cambi d'abito il ritmo della musica su cui avrebbe dovuto camminare.
Di nuovo fu colpito da un attacco d'ironia. Si morse leggermente il labbro per cercare di non sorridere. Si era appena visto sfilare come Chat Noir, roteando la coda con la mano e facendo l'occhiolino alle ragazze in prima fila. Si decisamente Ladybug lo avrebbe ucciso con lo sguardo e forse non solo con quello. 

Ladybug, l'immagine della sua bella si stagliò nella sua mente avvertendo una sensazione di nostalgia, ormai erano giorni che non la vedeva. A Parigi tutto procedeva tranquillamente. Chissà che diavolo stava facendo Papillon. Possibile che non avesse trovato un ospite per la sua Akuma? Scacciò quel pensiero tornando con la mente alla sua amata. Quando avrebbe voluto parlarle, stare un po' con lei, poterle dire quello che sentiva guardandola negli occhi ... Gli occhi. Un' altro paio di occhi si presentarono prepotentemente nella sua testa. Due occhi blu magnifici profondi che quel pomeriggio lo avevano incantato.

Si sentiva turbato da quando aveva fatto quel sogno.LadyBug. Era riuscito a fermarla l'aveva abbracciata e finalmente baciata. Le sensazioni che aveva provato erano state stranissime. Aveva già baciato per ragioni di scena molte ragazze ma quel bacio ancorché fosse solo un sogno gli aveva lasciato delle sensazioni indelebili. Durante quel bacio la trasformazione di entrambi era terminata. Si era scostato tremante per vederla finalmente in volto ma non era stato possibile: era come se la guardasse attraverso delle lenti sfuocate. L'unica cosa che rimaneva chiara e a cui si era aggrappato disperatamente erano i suoi meravigliosi occhi blu!

Con quegli occhi nel cuore il mattino si era recato a scuola e solo allora dopo tanti mesi aveva notato che anche Marinette aveva gli occhi blu. Più dolci, timidi, profondi ma altrettanto meravigliosi.

Si riscosse dai suoi pensieri perché una voce lo chiamava insistentemente  "Signor Agreste, signor Agreste! Cinque minuti!" "ah si certo" si alzò e indossò la camicia di lino blu suo pantaloni grigi di taglio ampio. Rapidamente Plagg gli scivolò in tasca. Si sistemò i capelli passandoci una mano poi si diresse verso l'apertura tra le quinte che portava in scena, mettendosi in fila attendendo il suo turno.
Chiuse gli occhi concentrandosi solo sulla musica che rimbombava in Place Stravinsky. Il percorso si snodava tutto intorno alla fontana illuminata da dei fantastici giochi di luce che si spostavano ritmicamente ora sulle opere d'arte che decoravano l'ampia fontana ora sui modelli.

Gli piaceva quella location la passerella era certo più lunga di quella che percorreva di solito ma il fatto che fosse all'aria aperta alle prime luci del tramonto lo inebriava. Sentiva l'aria fresca soffiargli in faccia. Era concentrato non sentiva altro che la musica. 



Marinette era incollata al sito della Fondation Agreste. Da quando Alya le aveva annunciato sorridente che la sfilata sarebbe stata trasmessa in streaming, non si era più mossa in trepidante attesa nella speranza d'intravedere il suo Adrien. 

Una volta stabilito il collegamento aveva sentito il cuore galopparle nel petto e troppo emozionata per riuscire a stare ferma sulla sedia muoveva nervosamente le gambe. Tikki seduta sulla scrivania sgranocchiava un biscotto guardando la sua amica ridacchiando "Marinette se non ti dai una calmata entrerai nello schermo"  "Oh Tikki non ho mai assistito una sfilata di Adrien, muoio dalla voglia di vederlo!"
"Beh -  osservò malizioso l'esserino - mi pare che oggi pomeriggio tu lo abbia visto bene...e anche lui - ridacchiò  - non ti toglieva gli occhi di dosso" " Ma che dici!"ribatté l'amica avvampando! 

Finalmente vide i primi modelli incamminarsi lungo il perimetro della fontana. Gli spettatori erano posizionati ai lati della piazza leggermente più in alto del piano stradale. Subito partì uno scroscio di applausi che proseguì tenendo il ritmo della musica. Adrien, essendo il modello i punta della maison, fu l' ultimo a presentarsi sfoggiando il suo miglior sorriso, ammiccando nei confronti della telecamera. Naturalmente gli venne concesso un primissimo piano e questo fece mancare un battito a Marinette. La telecamera si allontanò per permette di vederne la figura per intero. Il ragazzo camminava con passo fluido, era decisamente affascinante. Infine la regia allargo l'inquadratura donando una fantastica visione d'insieme della piazza. 

Marinette non stava nella pelle, Adrien era bellissimo, o meglio Adrien era sempre bellissimo, ma c'era qualcosa nei suoi occhi quando sfilava una luce divertita, come se prendesse in giro il mondo. Un tipo di sguardo che conosceva bene e ritrovava spesso in un altra persona.




Adrien, concluse la prima delle due passerelle che gli toccavano oltre a quella finale. Si accosto al angolo dove aveva i cambi e sostituì i pantaloni con dei jeans blu e un maglioncino in cashmere indossato a pelle. Prese il berretto e se lo calo' sugli occhi, cercando di lasciare abbastanza spazio per il suo kwami. " Tre minuti signor. Agreste!" sentì dire in lontananza, Terminò di sistemarsi e si avvicinò all'uscita. Cinque, sei, sette, otto, via!  

Il modello uscì deciso affrontando una seconda volta il percosso stabilito e nuovamente venne inquadrato dalla telecamera che indugiò sui suoi meravigliosi occhi verdi prima di  riprendere ancora tutto lo spazio della fontana. Una macchina seguì ancora un po' i modelli fino al loro rientro mentre dopo uno stacco una veduta aerea mostrava le persone affacciate alla Terrasse du Musée posta al 5° piano del Pompidou dove, alla conclusione della kermesse modaiola, si sarebbe  svolta la cena per poi proseguire con l'intrattenimento fino a tarda notte.  


La seconda passerella era conclusa e i modelli si stavano cambiando per l'ultima chiamata quella riservata i capi più eleganti. Adrien indossò un elegante smoking sdrammatizzato dalla mancanza del papillon (cosa che gli strappò un sorriso divertito) e dai primi due bottoni della camicia lasciati aperti.

Era pronto e si posizionò in fila aspettando il suo momento. La musica incalzò le luci rotearono e lui uscì sorridente.
La telecamera dello streaming inquadrò nuovamente l'erede della Maison Agreste incedere sicuro lungo la passerella. Dall'altra parte della città, incollata davanti al monitor del suo computer Marinette non poté trattenere un sospiro.

Quanto è bello! Non posso credere alla mia fortuna, non solo è uno dei modelli più affascinanti di Francia, ma è in classe con me.
Pensò a quante altre ragazze fossero appiccicate ai pc per poter ammirare, lui e tutti i suoi colleghi. Lei però lei lo conosceva, gli parlava, erano amici. Beh si se solo fosse riuscita d esprimersi decentemente! Anche quel pomeriggio, che stupida non era riuscita a dirgli niente di sensato e lui era lui che...la fissava? 

Con un certo disappunto si accorse che ora le immagini trasmesse erano nuovamente quelle aeree di un drone.
Il sole era calato ma 
ancora la notte non era scesa. Il cielo di Parigi era graffiato dagli ultimi morenti raggi solari.
Marinette teneva fisso lo sguardo sullo schermo nella speranza di poterlo vedere ancora una volta. 

D'un tratto lo sfondo dell'inquadratura catturò la sua attenzione, qualcosa non tornava. Era come se in lontananza si intravedesse un vortice. Poi sentì un lamento. Con il passare dei secondi si accorse che non era proprio un lamento ma sembrava più un urlo. Un urlo fragoroso ed estremamente fastidioso.
Un forte vento si alzò di colpo creando dei turbini sollevando in volo tovaglie,
tavolini, sedie, tutto quello che incontrava sul suo cammino  per poi ricadere con schianto poco più in là.

Nella piazza delle alte colonne d'acqua si alzarono irrealisticamente dalla fontana. Il pubblico rimase per un attimo basito pensando che facesse parte dello spettacolo.
Poi nella piazza comunicarono a cadere materiali raccolti in precedenza. Alcune persone del pubblico iniziarono ad agitarsi guardando verso l'alto e si alzarono in piedi come per iniziare a correre.

Il drone era ancora in aria, su indicazione dei servizi di sicurezza, la regia cercava di dirigerlo verso i turbini per capire cosa stesse succedendo. Non durò molto, perché in mini velivolo venne risucchiato un una turbolenza contenente alcuni frammenti di un tetto appena divelto.
Nonostante ciò la regia continuava a tenere aperto il collegamento, magari avrebbero rivenduto le immagini al telegiornale. Di colpo il vento che sospingeva i detriti e drone cessò causando lo schianto di tutto sul selciato della piazza. La camera ancora accesa inquadrò il giovane Agreste che a causa dei detriti e dello spostamento d'aria veniva catapultato sotto dei tavolini a lato della piazza. Poi il buio.



Marinette sudò freddo e boccheggiò cercando l'aria che proprio non voleva saperne di raggiungere i suoi polmoni. La voce non arrivava, non riusciva a muoversi.  La sua Kwami aveva appoggiato il biscotto e la guardava con urgenza. Poi finalmente urlò " Tikki Trasformami!!" prima di gettarsi nella fresca sera parigina col cuore in gola.


****
Ciao a tutti!
eccomi  di nuovo a voi con un capitolo ricco di riflessioni. I nostri eroi si trovano a fare i conti con il mondo onirico che genera riflessioni inaspettate. In questa tutto sommato tranquillità quotidiana si affaccia un nuovo pericolo ben visibile. Ce ne sono altri nascosti?

Ovviamente non vi posso svelare nulla se non che il prossimo capitolo, come potrete immaginare, sarà ricco d' azione.
Vi  anticipo che sto pensando di cambiare il titolo della ff perché non mi piace per niente. Sto cercando di farmi venire delle idee ed ogni suggerimento è ben accetto :-)

Per chi volesse vedere la location dell'evento vi posto qualche link:  Fontaine  la  terrasse

La scena dei bimbi è dedicata a Chiara e Martina  ^_^

Ringrazio tantissimo tutti quelli che leggono e chi ha salvato la storia nei preferiti/seguite/ricordate. Se poi mi aveste voglia di lasciarmi un commento mi aiutereste a capire se sto battendo una strada interessante.
A tutti, in ogni caso GRAZIE!
Crisan




   
 
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