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Autore: TeamFreeWill    10/06/2017    7 recensioni
Storia collocata prima della 7*09. Lucifero tormenta Sam da quando è caduto il muro. E in più ci si mettono i Leviatani a rompere. Una corsa contro il tempo per salvare Dean. Parola d'ordine: resistere. :)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Sam scattò in piedi preso dal panico. Ipod e cuffiette volarono ai piedi del letto. Non riusciva a ragionare lucidamente. Il cuore batteva all'impazzata , ma si sforzò a calmarsi respirando a fondo. Doveva salvare e trovare a tutti i costi Dean. Si calmò alla fine con questo pensiero.

Andò al PC e riuscì a rintracciare il fratello tramite il GPS, sospirando sollevato.

Bene ora sapeva dove andare. Corse in cucina e prese il detersivo, poi si diresse verso la porta principale. Cercò di uscire, ma stranamente era chiusa a chiave. Il panico stava riprendendo possesso di lui.

Doveva calmarsi ad ogni costo per salvare suo fratello. Così agì d'istinto: con due calci ben assestati al centro del legno la buttò giù, si precipitò fuori dalla casa, si guardò attorno e rubò la prima macchina che trovò.

"Non ce la farai... Deluderai tuo fratello come sempre e lui morirà mangiato!" Lucifero era crudele. "Smettila cazzo" rispose Sammy mentre sfrecciava nel traffico a tutta velocità. Perché non riusciva ad arrivare?!

"Sammy ti sfracellerai! Mi piace!" Lucifero era sadico. Le visioni della gabbia non aiutavano a rimanere concentrati.

Fu un attimo, la macchina davanti a lui frenò di colpo. Lui sterzò e andò a sbattere contro un lampione. Per miracolo non prese le macchine che venivano dall’altra carreggiata. Il colpo fu violentissimo. Ovviamente la macchina era inutilizzabile.

Il ragazzo batté la testa sul volante prima che si aprisse l’airbag, ma riuscì a nascondere bene il machete sotto la giacca che aveva sul sedile del passeggero con enorme sforzo. La vista si appanava e la visione era sfuocata.

Il taglio sulla fronte era appariscente, il sangue ricadeva lungo gli zigomi e macchiava la camicia.  In lontananza il suono di una sirena fu l'ultima cosa che sentì prima di cedere all'oblio.

Si risvegliò in ospedale diverse ore dopo, mentre un dottore lo stava visitando. "Ben svegliato signor Padalecki. Ha avuto un brutto incidente. Ha un trauma cranico. Fra qualche giorno potrà lasciare l'ospedale" disse il dottor Pagen in tono tranquillo sistemandogli la flebo che aveva sul braccio.

"No! Devo andarmene. Mi dimetta. Firmo l'uscita!" Si agitò Sam. La testa gli pulsava più del solito e sentì anche tirare i punti. "No. Lei non può lasciare la struttura". L'ordine del medico fu categorico, poi se ne andò richiudendosi la porta della stanza  alle spalle.

"Dean morirà! Sarà colpa tua, fallito" L'arcangelo era inclemente. Sammy sospirò, si mise a sedere sul bordo del letto e si strappo la flebo che aveva sul braccio destro e andò a recuperare i suoi vestiti che erano nell’armadio.

Per fortuna l'arma era ancora lì nascosta nella giacca. Si rivestì in tutta fretta e uscì dalla stanza senza dare nell’occhio. Per un paio di volte fu quasi beccato, ma poi riuscì a uscire dall’ospedale. Rubò l’ennesima macchina, ma dovette anche dirigersi verso un supermarket e fare rifornimento di detersivo al Borace e infine corse a tutta velocità in direzione del magazzino. Aveva già perso tempo.

Se suo fratello moriva…Non voleva pensarci, ma qualcuno girava costantemente il coltello nella piaga ”Stai certo che morirà, lo so!”. No! L’avrebbe salvato.

Arrivato, dopo un tempo che parve interminabile, nel luogo indicato dal gps il moro parcheggiò un po’ distante e si avvicinò cauto alla struttura, si nascose dietro a un albero e osservò il leviatano che faceva la guardia al magazzino. Capì come muoversi.

“Fallirai” la voce nella sua mente rideva. La ignorò premendosi l'ennesima volta la mano e agì.

Come un predatore, scattò fulmineo buttando del detersivo in faccia al mostro. Questi iniziò a urlare e a contorcersi per il dolore, la pelle fumava e si arrossava. Sammy non aspettò oltre e con una mossa decisa tagliò con il machete la testa del mostro che rotolò lontano.

Si guardò attorno attentamente ed entrò piano nel magazzino. La struttura era molto ampia e piena di casse stipate una sopra l’altra, ma non aveva tempo per scoprire cosa contenevano, così si diresse verso la saletta degli uffici da cui provenivano dei rumori.

Riconobbe la voce di Dean. Era vivo. “Vediamo se riuscirai a portarlo fuori vivo da qui Sammy” disse quel tormento che sentiva solo lui.

Sam stava dirigendosi là, quando un colpo alla nuca con il calcio di una pistola, lo fece cadere carponi a terra.

“Bene! Un altro Winchester catturato! Il detersivo e il machete lo prendo io, figlio di puttana.” Disse Edgar prendendolo, poi, per i capelli e alzandolo. Lo trascinò in questo modo fino nella saletta degli uffici dove fu spinto a terra e lasciato lì. Poi il leviatano uscì richiudendosi la porta dietro di sè.

Quando il ragazzo si rialzò quello che vide fu Dean legato a una sedia un po’ malconcio, ma vivo. “Dean grazie a Dio sei vivo” disse Sammy avvicinandosi e abbracciando il fratello. “Che credevi?!.Che cosa ti è successo Sammy?” chiese il maggiore quando si staccò e osservò il taglio sulla fronte.

“Un piccolo incidente...ma ora che ti ho trovato possiamo mandare a fanculo questi mostri!” Disse felice il minore, mentre scioglieva i nodi ai polsi e alle caviglie del maggiore.

“E come di grazia? Se non l’hai notato siamo disarmati” rispose alzandosi dalla sedia e massaggiandosi i polsi, dove dei segni rossi erano bene visibili.

“Troveremo un modo” rispose convinto, prendendo il fratello per un braccio e cercando di trascinarlo con sé fuori da quella saletta, ma il biondo non si mosse stranamente.

“Io con te non ci vengo! Sono vivo per miracolo! Non sei nemmeno capace di guidare!” Disse il maggiore scuotendo la testa e ridendo.

Sam era sconvolto. Si girò verso suo fratello. Era ferito da quelle parole. “Perché mi parli così? Ho fatto l’impossibile per venire qua a salvarti!” Gli occhi luccicavano.

“Ne ho abbastanza….Giochiamo pulito!...” Qui il leviatano si fermò pregustando l’orrore sul viso di Sam. La consapevolezza che quello non era Dean!

“Non sei Dean! Dov’è mio fratello?” Gridò Sammy cercando di avventarsi sul quel mostro senza riuscirci. Perse l’equilibrio, stava per sbattere lungo la scrivania, ma mise le mani in avanti per poi appoggiarle sul tavolo per non cadere. Poi si staccò, ma rimase di spalle rispetto al mostro. Non voleva guardarlo.

Il leviatano, continuando a mantenere la forma del maggiore, rideva. Il moro si passò le mani sul viso cercando di calmarsi. Inutile. Stava tremando di rabbia.

Il leviatano intanto si avvicinò a Sammy e all’orecchio sussurrò “È morto…ha continuato a sperare fino all’ultimo che arrivassi a salvarlo. Ha lottato fino alla fine. L’ultima cosa che ha detto è stata "Sammy dove cazzo sei?”

Ora Sam piangeva “E' uno scherzo. Voglio vedere mio fratello!” Gridò disperato.

“Oh come sei patetico…lo vedrai presto. Prima voglio raccontarti come siamo riusciti catturarlo" rispose il leviatano, sadico, maligno, divertito.

Come Lucifero nella mente del giovane cacciatore. "Oh sì una storia! Sentiamo Sammy...La storia di un fallimento annunciato!" continuò l'arcangelo mellifluo.
  
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