Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=SzlP0kk4nkU.
Cap.11 Ballo in maschera
Danzavano
a
cerchio, seguendo la musica, facendo ondeggiare le loro grandi gonne o
ticchettare le loro scarpe di vernice nera.
Gary
avanzò,
osservando le r rosso sangue che svettavano sui loro vestiti, le donne
indossavano dei voluminosi vestiti di pizzo di vari colori e gli uomini
camicie
di seta e pantaloni di velluto.
Li
vedeva
fissarlo dalle fessure delle loro maschere e avvertì un
brivido percorrerlo.
<
Non
voglio dimostrarmi da meno di loro. Ho affrontato battaglie ben
più dure, anche
se qui… sono tutti armati. Credo di aver contato
già una decina di pistole >
rifletté.
Raggiunse
Ash, lo osservò passare le dita leggermente abbronzate sulla
fiamma di una
candela. La sua figura si rifletteva in alcuni dei grandi specchi che
decoravano le pareti.
Gary
si
deterse le labbra secche con la lingua e assottigliò gli
occhi, un rivolo di
sudore gli scivolò al centro della fronte.
“Noto
che ti
piacciono particolarmente le fiamme” sussurrò roco.
Ash
si voltò
verso di lui, facendo ondeggiare i propri capelli mori e
ghignò, mostrando i
denti pallidi.
“Il
fuoco mi
affascina. Ho scoperto quanto possa tenere lontani i mostri, quando non
li cela
lui stesso” mormorò con tono seducente. Socchiuse
gli occhi e le sue iridi
color ebano si tinsero di riflessi vermigli, riflettendo le fiamme
delle
candele. “Però non è questa la domanda
che volevi pormi”. Aggiunse.
Gary
mise le
mani sui fianchi e ghignò a sua volta, assottigliando gli
occhi.
“Sei
armato
anche tu, vero?” domandò secco.
Ash
sfilò
dalla tasca della sua palandrana nera dei guanti candidi e
l’indossò,
passandosi l’indice sulle labbra.
“Così
ti
riconosco. Quando sei diretto, ti apprezzo decisamente di
più” sussurrò.
Estrasse di scatto da sotto la palandrana una pistola, la canna di
quest’ultima
brillò nella penombra.
“Sei
diventato uno di quelli da dieci colpi su dieci?”
domandò Gary, indurendo il
tono.
Ash
ridacchiò.
“Quelle
sciocchezze riguardano i film che vedevamo da ragazzini. No, sono solo
in grado
di difendere la mia famiglia puntando…
all’essenziale” disse gelido.
Gary
indietreggiò e si passò una mano tra i capelli
castani, infilò l’altra dentro
la giacchetta di tessuto blu chiaro, con bardature dorate, che aveva
indossato.
“Hai
una
pessima mira” si lamentò Gary.
Ash
sbuffò,
raggiunse la spazzatura e si piegò, raccogliendo la
cartaccia della merendina
che era caduta per terra.
“Sei
tu che
imbrogli. Non puoi fare sempre centro, evidentemente ti
avvicini” borbottò.
Gary
ridacchiò, coprendo i brusii di voci intorno a loro.
“Andiamo
dentro o perdiamo il resto del film” ribatté.
Ash
strinse
i pugni e sorrise.
“Fino
ad ora
è stato fantastico, non trovi!” trillò.
Gary
roteò
gli occhi e gli passò di fianco, superandolo.
“Io
ho
notato soltanto che non hai fatto altro che avere paura”
ribatté secco. Passò
di fianco a un gruppetto di persone e superò una porta nera,
rientrando nella
sala del cinema.
Ash
gli
corse dietro.
“È
un
horror, ovvio mi faccia paura!” si lamentò.
Gary
sfiorò
con l’indice la sfera di Umbreon.
<
Mi
ricorda un po’ lui, ma non ho nessuna intenzione di essere io
a farmi domare
questa volta > pensò.
“Dimmi
la
verità. Perché mi hai invitato?”
domandò.
Ash
schioccò
le dita, la musica cessò e i musicisti si alzarono dalle
loro postazioni e,
abbandonati gli strumenti, uscirono dalla stanza; seguiti da tutti gli
altri
invitati.
“Io
e te
abbiamo lasciato una cosa in sospeso” disse, rinfoderando la
pistola. Scattò e
afferrò il mento di Gary con una mano,
quest’ultimo sgranò gli occhi e Ash lo
baciò con foga.