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Autore: Pinker    11/06/2017    2 recensioni
Blaze deve ritornare a casa, ma il macchinario di Tails ha un guasto e finisce in un terra sconosciuta.
Per tornare a casa, Blaze ha bisogno del contenuto di una stella cadente finite da qualche parte sulla terra.
Incontrerà Tikal, la quale sarà disponibile ad aiutare la gatta.
Dopo aver convinto il padre a lasciarla andare, Tikal e Blaze intraprenderanno un lunghissimo viaggio nelle terre del passato, imparando ad andare oltre alle apparenze, ad accettare non solo quello che hanno in comune, ma soprattutto quello che non hanno in comune.
Tuttavia, Blaze e Tikal non sono le uniche dietro al misterioso potere del corpo celeste...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaze the Cat, Tikal the Echidna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blaze mugugnò nel sonno.

Man mano che riacquistava i sensi, sentiva l'odore del fresco dopo pioggia.

Alzò la testa e guardò verso l'entrata della grotta in cui si era, stupidamente, addormentata.

Fuori era già buio, ma non era di certo un problema per lei.

Notò che aveva smesso di piovere: non c'era neanche il suono di una singola goccia.

Sembrava tutto calmo. Blaze respirò a pieni polmoni l'aria fresca e pura che entrava nella caverna, per risvegliarsi del tutto.

L'unico lato negativo era la penetrante umidità che si manifestava sulle pareti dell'incanalatura naturale. Blaze si riscaldò con il suo potere affinché non rabbrividisse dal pungente freddo.

Blaze iniziò a fare mente locale: doveva ancora capire cosa fosse successo mentre stava passando il portale, e soprattutto doveva capire dove fosse finita.

Rimanere lì sarebbe stato controproducente, quindi si alzò, facendo attenzione a non urtare la testa contro il basso soffitto, ed uscì, cauta e attenta: non conoscendo la zona, chissà quali pericoli a lei ignoti l'attendevano nel buio.

Ma una volta fuori, si rese conto che non c'era nessuno nei dintorni.

Il cielo era sgombro da ogni nuvola, e Blaze poté ammirare il più grande e pazzesco manto stellare che lei avesse mai ammirato, che rendeva la notte più luminosa nonostante fosse senza luna. Era abituata al cielo del suo mondo con una mappa stellare ben diversa, ma anche quello di Mobius aveva il suo bel perché. Sempre se era ancora a Mobius.

A guardare quel cielo pieno di stelle, Blaze provò nostalgia di quello di casa: ogni notte insonne o lontana dal proprio castello, lei fissava le stelle e le famose due lune che padroneggiavano nella volta celeste. Le facevano dimenticare di essere lontana da ciò che conosceva ed amava, ed allo stesso tempo le faceva ricordare che era sotto il cielo di tutta la sua dimensione, e che era a casa, dopotutto, e non era sola. L'appartenere al suo mondo la rendeva vicina a tutti. Si sentiva meglio, meno persa.

Ma questo non era il caso: guardava quella meraviglia senza apprezzarla davvero a pieno, osservava gli astri senza riconoscerli e senza trovare conforto.

Quello non era il cielo di casa, il suo popolo, i suoi amici non erano lì, le lune non stavano danzando magnifiche nelle loro orbite. Lei non era a casa, neanche lontanamente.

Blaze si sentì improvvisamente persa per davvero.

Gli unici rumori che sentiva erano il fruscio dell'erba alta e le cicale canterine. Le lucciole illuminavano qua e là dei ciuffi d'erba. Non c'era nient'altro e nessun altro in zona.

Era sola.



“Spero sia importante.” mugugnò un certo riccio nero e rosso, mentre entrava dalla porta di una graziosa casetta, tenuta gentilmente aperta dal padrone di casa, un volpino a due code.

“Rilassati Shadow.” rispose calma un'affascinante pipistrella bianca dietro di lui.

“Sono sicura che per qualunque cosa Tails ci abbia chiamato, sia una cosa seria, giusto Tails?” disse rivolgendosi al volpino, il quale annuì e confermò.

Quando Tails disse a Sonic che avevano bisogno di un aiuto esperto, e sottolineò il Team Dark, il riccio blu non se lo fece ripetere due volte e scattò verso la base della G.U.N., dove importunò Shadow e Rouge affinché andassero subito a casa di Tails.

Shadow, sbuffando, aveva preferito sistemare subito la questione e, preso un Chaos Emerald verde dalle sua spine, aveva teletrasportato sia la collega che il rompiscatole blu davanti alla casa di Tails.

“Allora, qual è il problema?” chiese impaziente il riccio dagli occhi rossi.

“Venite.” invitò il volpino e condusse tutti i suoi ospiti in cantina.

La scena 'del delitto' era stata mantenuta intatta, e i due agenti poterono vedere chiaramente un macchinario quasi del tutto distrutto, coperto di nero dall'esplosione, così come erano il pavimento ed i muri circostanti. I due colleghi guardarono attentamente lo scenario davanti a loro, chiedendosi quale fosse la vera ragione per cui Tails e Sonic avessero insistito così tanto affinché arrivassero alla svelta. Loro sapevano che la piccola volpe non li avrebbe mai fatti accorrere solo per una piccola esplosione del genere, e Sonic non sarebbe MAI andato a chiedere direttamente aiuto a Shadow per così poco.

Shadow e Rouge diedero un'occhiata di nascosto al riccio blu, e si sorpresero quando si accorsero del suo sguardo: serio come non lo era mai stato. Quasi d'odio, si può dire, e Shadow e Rouge non riuscivano nemmeno minimamente ad immaginare il perché.

Sonic aveva mantenuto quello sguardo fisso sulla zona dell'incidente da quando era entrato nella cantina, ma nessuno l'aveva notato perché lui era il chiudi-fila.

Shadow e Rouge si concentrarono nuovamente su quello strano scenario.

“Bel macello.” disse Rouge, continuando a guardarsi attorno “Che è successo?”

“Il mio macchinario è esploso.” rispose Tails.

“Sì, questo si era capito.” lo interruppe Shadow, guardandosi assennatamente attorno per cercare ulteriori indizi, come la collega.

“Non siamo qui perché ti si è rotto il giocattolo, vero Tails?” chiese la donna anche se, ne era convinta, sapeva che Tails non l'avrebbe mai fatto.

“No Rouge, la situazione è ben più grave!” esclamò lui, e i due colleghi si girarono verso il ragazzino, puntandogli addosso i loro sguardi interrogatori.

Tails ne era soggiogato. Non gli piacevano gli sguardi così ben piazzati dei due agenti. Gli facevano ricordare che lui era piccolo piccolo.

E poi, cosa più importante, stava per ammettere che era lui l'artefice di quel bel disastro, il quale non era NIENTE rispetto alla parte che stava per confessare ai due agenti. Come l'avrebbe guardato Shadow, con i suoi severissimi occhi rosso sangue, quando avrebbe appreso che Tails aveva probabilmente condannato Blaze? Tails sapeva quanto Shadow tenesse alla gatta lilla...

Cominciò nervosamente a far giocare tra loro le dita, mentre abbassò lo sguardo.

Sonic sembrò l'unico a notare il disagio del suo migliore amico, quindi si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla, per calmarlo.

Il volpino guardò l'eroe blu, il quale lo rassicurò con un sorriso. Un sorriso sincero, eppure così forzato.

Tails prese finalmente un bel respiro e, guardando in faccia i due agenti, spiegò:

“Quella era una macchina che ho creato come portale tra diversi mondi. L'ho creata...per Blaze.”

Rouge lo guardò curioso, aspettano che il volpino continuasse, ma Shadow spalancò gli occhi, prima in stupore, poi in orrore. Rouge non ci era ancora arrivata, ma Shadow sì: ecco perché tutto quell'allarme da parte di Tails e persino da Sonic, Blaze ne era coinvolta. E a giudicare dalle loro espressioni, non era successo nulla di buono.

“Cosa le è successo??” chiese Shadow allarmato, non riuscendo a trattenersi. Rouge lo guardò con stupore, poi guardò di nuovo il piccolo genio aspettando impaziente la sua risposta, sudando freddo e sperando in una risposta positiva. Sperava per Shadow.

“A-All'inizio funzionava!” si affrettò a dire Tails “Il portale l'aveva trasportata nel nostro mondo senza problemi!” spiegò Tails “Ma quando l'abbiamo utilizzato per farla tornare a casa, ha emesso strane luci ed è esploso mentre lei era ancora all'interno!” spiegò Tails sull'orlo di una crisi.

Rouge rimase a bocca aperta.

Dannazione Dannazione Dannazione...

Shadow ebbe una reazione un po' diversa: da un'espressione di terribile realizzazione passò a una di pura rabbia. Tails deglutì nel vedere che era tutta rivolta verso di lui. La paura del volpino aumentò notevolmente quando il riccio nero gli si avvicinò minaccioso.

“Come hai potuto usare Blaze come esperimento per i tuoi strani macchinari, Tails?” biascicò Shadow tra i denti, furioso. Cercava di mantenersi calmo e di trattenere la sua ira, ma ovviamente stava facendo un pessimo lavoro. Rouge guardò allarmata il collega. Non avrebbe mai usato la forza su un ragazzino... ma questa era una situazione molto più delicata di quanto si potesse pensare, e Rouge sapeva perfettamente che quando Shadow prendeva le cose a cuore... era imprevedibile.

Tails abbassò le orecchie, le quali premevano nervose e pulsanti sul cranio, mentre il cuore gli batteva a mille.

Svelto, Sonic si mise tra il suo amico e il riccio nero.

“Ehy Shadow!” gli gridò, altamente scocciato “Tails non avrebbe mai usato la sua macchina se avesse saputo che poteva esplodere. Tails voleva aiutare Blaze, non farle del male. Non ti azzardare a puntargli il dito contro.” disse in difesa dell'amico, guardando dritto nelle pupille del riccio nero.

Shadow non disse nulla. Continuò a guardare il suo rivale con occhi seri e stoici. Poi fece alcuni passi indietro, allontanandosi dal duo. Un pesante silenzio incombeva nella stanza.

Rouge fissava attenta il volto dell'amico e collega, fino a che quest'ultimo si decise a parlare:

“Sai almeno cosa le è successo?”chiese Shadow, il quale sembrava essersi calmato.

Il volpino, ripreso dallo spavento, inalò e raccontò:

“Il mio macchinario non l'ha trasportata tra mondi, ma nel tempo.”

Il volpino diede le informazioni ai due agenti. Shadow prese il foglietto in mano per primo, ma Rouge glielo strappò delicatamente dalle mani e lo lesse. Spalancò gli occhi.

“...4000 anni fa??” chiese incredula.

“Sì” confermò Tails “Per questo vi abbiamo chiamati: non ho idea di come funzioni un viaggio temporale.”

Oh cielo” sbuffò la donna, confusa e preoccupata “Non so Tails, i viaggi temporali sono davvero difficili da ricreare...” non appena disse quelle parole, Shadow le lanciò un'occhiataccia minacciosa.

Rouge ricambiò l'occhiataccia, ma disse: “Tuttavia, questo non significa che non ci proveremo.”

“Quindi, che cosa dovremmo fare adesso?” si intromise improvvisamente Sonic “Vorrei tirarla fuori di lì prima che si faccia male.”

“Prima di tutto” iniziò Rouge, squadrando seria il riccio blu “Sono sicura che Blaze se la sappia cavare fin troppo bene in qualsiasi situazione, e secondo; non è la cosa più catastrofica che possa capitare.” poi si accorse degli sguardi dei due ricci attorno ed aggiunse “Scusate.”

“Cosa potrebbe capitare di peggio?” chiese Sonic, che non riusciva nemmeno ad immaginarlo. Rouge alzò un sopracciglio.

“Un'interferenza nella linea temporale, naturalmente.” rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Oh, è vero!” si accorse Tails. Non aveva calcolato la possibilità che Blaze potesse interferire con gli eventi del passato.

Sonic roteò gli occhi, sbuffando sollevato.

“Tutto qui?” disse “Pfft! Pensavo chissà che cosa!”

“Non la definirei una cosa da 'è tutto qui?', Sonic!” lo ammonì Rouge, guardando severa lo sciocco riccio. Si avvicinò fino ad essere solo ad un passo da lui e gli puntò un indice in faccia.

“Blaze adesso sta interferendo con gli eventi storici del passato senza nemmeno saperlo ed è ALTAMENTE rischioso, Sonic! In tutto questo tempo, lei potrebbe già aver completamente cambiato la storia, basta che abbia cambiato anche una sola tessera del puzzle, e tu potresti non essere mai nato.” gli spiegò, terribilmente seria, guardandolo dritto negli occhi affinché recepisse bene il significato di interferenza temporale.

Sonic cominciò a capire quindi il vero problema. Rouge si allontanò di alcuni passi dall'eroe blu.

“Hai ragione, potrebbe diventare una brutta situazione.”disse Sonic con aria pensante, poi si guardò dalla testa ai piedi.

“Comunque io sono ancora qui. Se non fossi mai nato, diventerei invisibile? Come in 'Ritorno al futuro?'”

“Quale film? C'è n'è più di uno!”

“Non mi ricordo Tails!”

“Quello era solo un esempio, Sonic.” rispose scocciata la donna. Ovviamente Sonic non stava prendendo al 100% sul serio la situazione.

“E comunque sarebbe troppo presto. Ci vorrà un po' affinché si vedano i risultati e DIO MIO spero non siano così tanto diversi dal nostro presente.” disse poi la donna, sperando solo che Blaze stesse tenendo un basso profilo. E forse, se era davvero la ragazza intelligente che Rouge credeva, lo stava davvero facendo.

“Ok, stiamo perdendo fin troppo tempo.” disse Shadow, frettoloso.

“Sì, giusto.” lo interruppe ancora una volta la donna “Voi tre andata alla base, io devo andare a parlare con...un esperto.”

Shadow alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia, confuso. “Un esperto?”

Rouge confermò.

“Sono sicura che sa la storia di Green Hill più di quanto ne sappiamo noi e credetemi” disse, portandosi una mano sul cuore “La conosce come il palmo della sua mano.” e detto questo, rivolse un caldo sorriso a tutti in segno di saluto, poi spalancò le sue ali nere e lucide, e si alzò in volo con una potente spinta, per poi uscire dalla cantina e dalla casa verso solo lei sa dove.



Blaze camminava lenta, di continuo, e non sapeva neanche dove stava andando. Semplicemente, andava solo avanti, ma con passo sicuro.

Agitava nervosa la coda, e gli occhi giallo perlustravano assenti il terreno erboso mentre la sua mente elaborava una soluzione. L'aria fresca e il fruscio dell'erba le infondevano un minimo di tranquillità che le serviva per mantenere i nervi saldi, nonostante il quadro drammatico del suo incerto avvenire.

Senza macchinari, senza persone, senza smeraldi del sol, tuttavia doveva esserci una soluzione per venirne fuori, per tornare alla sua incustodita casa.

Si sfregò le braccia con le mani, mentre pensava a una via per la salvezza.

Ed essa, inaspettatamente, arrivò.

Il cielo si colorò di colpo con una luce azzurra intensa e brillante, come una gigantesca stella blu.

Tutte le cose avevano un riflesso bluastro, e tutto si colorò per diventare un enorme oceano di erba.

Blaze guardò il cielo curiosa e sorpresa. Una cometa blu attraversò il cielo maestosa e Blaze sentì la sua potenza passarle nel corpo: quando quella stella cadente passò sopra la gatta lilla, quest'ultima si sentì invadere da una forza che non aveva mai provato. Si sentiva carica, viva, si sentiva esplodere e credeva persino di poter volare da quanto quella strana cosa le desse energia. E l'energia era quello che le serviva per tornare a casa.

Quel miscuglio di forza, energia ed emozioni passavano negli occhi della gatta, immobile con le orbite scintillanti incollate al cielo, e quando la misteriosa cometa si accingeva a sparire dalla visuale della micia, Blaze sentì che pian piano stava esaurendo quella potente sensazione.

Qualsiasi materiale di cui quella stella cadente fosse fatta, era necessario e Blaze doveva assolutamente farlo suo.

Iniziò a correre dietro alla cometa più veloce che poté. Sembrava davvero vicina alla superficie.

Blaze sperava solo che cadesse da un momento all'altro sulla terra, cosicché potesse prenderne il contenuto.

Ma andò diversamente: Blaze si accorse appena in tempo della grande distesa d'acqua davanti a lei, e si fermò giusto in tempo.

Là, oltre al lago, oltre le alte montagne all'orizzonte, la misteriosa cometa blu cadde con un tonfo simile a un'esplosione. La luce bluastra fece il suo ultimo, grande scoppio di luce prima di spegnersi del tutto, e Blaze non la vide più.

Arrivò la forte ondata d'aria provocata dall'impatto: Blaze poté vederla giungere da oltre il lago, carica di detriti polverosi.

La gatta lilla chiuse gli occhi e portò il braccio sulla faccia, per coprirla, e voltò il busto dall'altra parte, preparandosi all'impatto.

La folata d'aria arrivò a lei con prepotenza, facendole svolazzare la pelliccia e il vestito violentemente, mentre veniva ricoperta da polvere. Anche l'erba e gli arbusti vicini furono trattati in egual modo.

La principessa dovette puntare tutta la sua forza sulle gambe per non venir scaraventata via.

Quando la folata finì, Blaze poté muoversi. Tossì un po' per la polvere ancora presente nell'aria.

Con movimenti veloci e nervosi, si spolverò in fretta i vestiti, ripulendoli.

E alla fine ritornò a fissare il lago, e le montagne, e l'enorme mistero dietro a quel nuovo mondo e alla strana cometa.

   
 
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