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Autore: heliodor    11/06/2017    6 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Una visita inattesa

Il globo di luce fluttuava sopra di lei, a due o tre palmi di distanza dalla testa. La sua luce bianca e lattiginosa formava una sfera perfetta che illuminava la stanza come se fosse stato pieno giorno.
Il primo istinto di Joyce fu di gridare e gettarsi a terra. Il globo si abbassò.
Joyce rotolò di lato e raggiunse la finestra. Il globo la seguì restando sospesa sopra la sua testa.
Joyce strisciò verso il letto e vi si nascose sotto. Il globo la seguì posizionandosi sopra il letto.
Solo dopo qualche minuto trovò il coraggio di uscire dal suo rifugio. Il globo era ancora lì. Fluttuava muovendosi e spostandosi quel tanto che bastava a correggere la sua posizione nei confronti della ragazza.
Joyce vinse la paura e allungò una mano verso il globo e subito la ritrasse. Poi, trovando altro coraggio, lo sfiorò con decisione.
Non era né freddo né caldo. Non aveva consistenza alcuna e non si opponeva alle sue dita. Il globo era fatto di luce pura.
Joyce tentò di afferrarlo senza riuscirci.
Rise.
"Ce l'ho fatta" disse con voce appena udibile.
Fissò a lungo il globo.
Poi le venne in mente una domanda: come avrebbe fatto a disfarsene?
Il pensiero che il globo di luce sarebbe durato per sempre l'atterrì. Se così fosse stato, tutti avrebbero notato quello strano oggetto che la seguiva ovunque.
Si era cacciata in un grossissimo guaio e non sapeva come uscirne.
Prese il compendio di magia e lo aprì alla pagina del globo luminoso. Non c'era niente che parlasse della durata, a parte dei simboli che non riusciva a tradurre.
Le venne in mente che non aveva tradotto i numeri.
Forse indicavano la durata dell'incantesimo in minuti, ore, giorni o anni.
Come poteva essere stata così sciocca e avventata? Aveva agito senza pensare alle conseguenze ed ora eccola lì, in trappola e senza alcuna via di fuga.
Forse doveva fuggire e nascondersi da qualche parte aspettando che la magia esaurisse il suo effetto?
All'improvviso la stanza divenne buia.
Joyce guardò in alto. Il globo era scomparso. Non si era affievolito né aveva dato altri segni. Un attimo prima esisteva una sfera di pura luce che lei aveva evocato e che se ne stava sospesa sopra la sua testa e l'attimo dopo non c'era più.
Quanto tempo era passato? Un'ora, forse qualche minuto in più o in meno.
Rifletté su quello che doveva fare. Era ancora in tempo a disfarsi del libro e non pensarci più, ma la curiosità per quello che veniva dopo era troppo forte. Aveva letto di certi incantesimi che...
Decise che per il momento il globo luminoso doveva bastarle. Fuori era ancora buio e lo sarebbe stato per diverse ore.
"Go'i Fa'u" disse a bassa voce.
La stanza si rischiarò.
Attese paziente che il tempo passasse.
Circa un'ora dopo ripiombò nell'oscurità.
"Go'i Fa'u" disse di nuovo.
Un'ora dopo il globo luminoso scomparve.
Si sentiva stanca ma soddisfatta. "Go'i Fa'u" disse di nuovo, ma stavolta il globo non apparve. Restò al buio a riflettere.
Gli stregoni avevano un numero limitato di incantesimi prima di doversi riposare. Quelli alle prime armi ne usavano cinque o sei. I maestri potevano arrivare a quaranta. Sua sorella Bryce era stata in grado di usarne dieci prima di crollare, agli inizi. Ora viaggiava sui trenta.
Lei non riusciva ad andare oltre i tre. Era il suo limite o poteva superalo?
Nella stregoneria il limite si ampliava col tempo. Lo stregone acquisiva il suo set di incantesimi, di solito tra i cinque e i dieci, nei primi anni di vita e poi passava il resto del tempo a perfezionarli e potenziarli.
Valeva la stessa regola anche per lei o una persona nata senza la magia seguiva un suo percorso?
Joyce non sapeva rispondere a quelle domande ma era decisa a trovare le risposte, a qualsiasi costo.
Il giorno dopo tornò nella biblioteca e si mise a cercare tutto quello che poteva sui maghi. Tutto quello che trovò fu un antico racconto che parlava di un cavaliere senza paura e senza macchia che decise di affrontare un mago cattivo. Il cavaliere non sapeva usare la magia, ma per stanare il mago lo costrinse a usare tutti i suoi incantesimi. Dopo che il mago ebbe lanciato l'ultimo, il cavaliere lo sconfisse e riportò la pace nel regno.
Dunque anche i maghi avevano un limite che poteva essere ampliato?
Joyce ci rifletteva mentre tornava alla sua stanza, quando fu intercettata da Roge.
Suo fratello sembrava eccitato.
"È successo qualcosa?" chiese Joyce dimenticandosi per un attimo dei suoi problemi.
"Galef è tornato" disse Roge avviandosi quasi di corsa verso le scale.
Joyce lo seguì.
Il re e la regina erano già nell'ampio salone ad accogliere Galef e gli stregoni che lo avevano seguito. Essendo un membro anziano aveva dei sottoposti che lo accompagnavano e si addestravano con lui.
Joyce ignorava chi fossero ma portavano i simboli del circolo di Valonde.
Tutti tranne una di loro.
Una strega dalla pelle ambrata e lo sguardo feroce.
Galef la presentò come Lindisa e disse che era la sua futura sposa.
La notizia colse tutti di sorpresa. Galef era il più taciturno dei figli di re Andew e molto di rado si intratteneva con le dame di corte, figuriamoci corteggiare una strega di un circolo straniero.
Lindisa veniva da Bariene ed era di umile nascita, come spiegò a re Andew quella sera a cena.
"Ci siamo conosciuti sul campo di battaglia" spiegò Galef con voce eccitata. "Lindisa e io eravamo nello stesso gruppo che ha assaltato la fortezza di Falarion. I seguaci di Malag l'avevano catturata e intendevano farne la loro base per invadere il regno, ma noi li abbiamo fermati."
La battaglia di Falarion era costata la vita a molti giovani stregoni ma era stata la prima grande vittoria in quella guerra.
Joyce apprese che c'erano state altre battaglie meno sanguinose ma altrettanto dure. In una i seguaci di Malag erano giunti a usare delle evocazioni per attaccarli. Creature magiche che non si erano mai viste da secoli si erano battute selvaggiamente ed erano state respinte a fatica.
Re Andew ascoltava con attenzione e dal suo viso traspariva tutta la sofferenza che provava. "Vorrei poter essere lì con voi" disse alla fine del racconto.
"Prima devi rimetterti del tutto" disse Galef. "La guerra è dura."
"Hai notizie di Bryce?" domandò la regina con apprensione.
Galef annuì. "Lei e Vyncent sono venuti a farmi visita due giorni prima che partissi. Erano diretti a Dorwine. Si dice che Malag stia radunando lì una flotta per invadere il continente dal mare."
Vyncent sta bene, pensò Joyce esultando dentro di sé. E Bryce è con lui. Non potrebbe essere in mani migliori, pensò.
"Dorwine" disse re Andew pensoso. "Re Helmund era amico di mio padre. Spero si sia messo in salvo."
Galef abbassò gli occhi imbarazzato.
"È successo qualcosa a Helmund?" chiese re Andew preoccupato.
Fu Lindisa a parlare. "Per quanto ne sappiamo, Dorwine si è arresa senza combattere. Re Helmund o chiunque sia lì al comando è passato tra le fila del nemico. Quella di Bryce e Vyncent è una spedizione punitiva."
  
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