Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=W7pZgMvXRQU.
Sorridi per entrambi
“Fred!”
gridò George e
accarezzò lo specchio davanti a sé, passandogli
le dita sulla guancia, sentendo
il vetro gelido sotto le dita.
“I-io
non volevo
abbandonarti! Io non volevo lasciarti morire” gemette. Chiuse
gli occhi,
stringendoli con forza, le lacrime gli rigavano il viso, si sporse in
avanti e
appoggiò le sue labbra su quelle del riflesso.
<
Volevi rimanere con me?
Davvero? Sarebbe stato bello, i gemelli stanno sempre insieme >
sentì la
voce del fratello rimbombargli nella mente. Cadde in ginocchio,
socchiuse gli
occhi, ma la sua vista era oscurata dalle lacrime,
singhiozzò con forza. Si
strinse le spalle, conficcando le dita nella carne, graffiandosi la
pelle delle
braccia lasciate scoperte dalla maglietta che indossava.
<
Non c’è bisogno di
piangere, non sei un bambino. In fondo, io sarò sempre con
te. Mi ritrovi in
ogni specchio, non è così? > si
sentì domandare.
George
gettò indietro la
testa e gridò, venendo scosso da tremiti sempre
più forti. Diede una serie di
testate contro il muro, il suo viso era arrossato e sulle sue gote
risaltavano
le sue efelidi, lì dove le sue lacrime si confondevano con
il sudore e
brillavano per la luce delle candele che illuminavano la stanza.
“Io
senza di te sono
patetico. Io ti ho abbandonato, non ti ho salvato!”
gridò. Diede una serie di
pugni sulla parete, continuando con le testate, graffiandosi la fronte
e le
nocche delle dita.
<
Tu non mi hai lasciato,
non puoi farlo. Anche se sono morto, rimango dentro di te. Anche se non
te lo
meriteresti viste le pessime battute che fai sul tuo
orecchio… Ultimamente,
però, scherzi di meno. Se non ti diverti, neanche io posso
farlo > si
lamentò la voce immaginaria di Fred.
George
si rialzò in piedi,
le gambe gli tremavano e si piegò in avanti, vomitando.
Ansimò, la gola gli
bruciava, soffiò liberando le sue narici e
indietreggiò, allontanandosi dal
rigurgito.
“M-mi
manca l’aria. I-io
sono così patetico, questo schifoso mondo mi sta divorando.
Come posso essere
felice? Al diavolo il negozio, al diavolo tutto” gemette.
Cadde all’indietro,
precipitando seduto, con le gambe aperte. Scivolò indietro e
con il gomito andò
a sbattere contro una delle gambe di lego del tavolo.
“Sto
impazzendo! TU SEI
MORTO! IO TI HO LASCIATO MORIRE!” sbraitò.
Sentì
la risata del fratello
rimbombargli nelle orecchie e i suoi occhi divennero bianchi.
<
Io sono il fantasma dell’ultimo
sorriso perché quando sono morto si è spenta e
perciò ora risuona nell’aldilà.
Continua a divertirti, continua a fare scherzi. Così
potrò farlo anche io, dall’altra
parte dello specchio > gli propose Fred.
George
si rialzò in piedi,
rischiò di cadere e appoggiò la mano sul tavolo.
“Forse
dovrei rompere lo
specchio come l’ultima volta” pensò.
Osservò le cicatrici bianche sui dorsi
delle sue mani, i lividi sulle dita, i nuovi graffi sulle nocche e
girò le braccia,
fissando lo sguardo sui segni candidi ai polsi.
<
Se ti fai male non è
divertente. Ti prego, torna in te, se tu non sorridi, io non posso
farlo >
implorò Fred.
George
alzò lo sguardo e
vide il proprio riflesso nello specchio, gli occhi arrossati e
cerchiati da
profonde occhiaie. Si concentrò sulle sue labbra strette,
esangui e se le
accarezzò.
Cercò
di fare un sorriso,
deglutì a vuoto e riuscì a farne uno storto.
Osservò il proprio riflesso fare
un sorriso storto e raddrizzò il proprio.
“Il
fantasma dell’ultimo
sorriso… è anche peggio delle mie battute
sull’orecchio” disse rauco.
Sorrise
e, guardando il suo
riflesso sorridere, avvertì un calore all’altezza
del petto.
“F-forse…
posso provare ad
andare avanti… per entrambi. Tu ti meriti di sorridere oltre
lo specchio,
questa è l’unica cosa che posso fare per
te” mormorò.