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Autore: Evola Who    13/06/2017    2 recensioni
Il Dottore è nella sua 11° rigenerazione e questa volta ha con sé una nuova companion, Denny, una ragazza 18enne sveglia, intelligente, sensibile e molto determinata (con qualche problema di sbalzi d'umore)
Ma che succede se il Tardis li porta in una galassia lontana lontana, in un universo popolato da bizzarri personaggi e dominato da malvage forze del male? Come affronteranno i nostri amici questa strana avventura?
(Versione AU di episodio sei)
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
Il Tarids.
 
 
Quando entrarono del Falcon pensarono che Denny si stesse dirigendo alla cabina di pilotaggio, invece andò dritta verso il corridoio.
 
I due droidi rimasero perplessi, così come gli altri ribelli, ma la seguirono.
“Mi scusi, signorina Denny, ma dove stiamo andando?” chiese C-3PO.
 
“Al Tarids.” Rispose la ragazza.
 
“Ovvero?” domandò Luke.
 
“Ovvero all’astronave del Dottore.”.
 
“Che è ancora nello sgabuzzino” ricordò Leia.
 
“Bene! Così posso vedere come ha fatto ad entrare nel mio sgabuzzino.” Disse Han.
 
Quando Denny aprì la porta della stanza vi entrò, mentre tirava fuori dalla maglietta una catenella, con appesa una chiave.
 
Quando anche gli altri entrarono rimasero perplessi: quello che si trovarono davanti non era una astronave, bensì una cabina, una cabina blu con porte, finestre e in più una sorta di insegna appeso sul davanti. *
 
Denny aprì la porta con la chiave e se la mise di nuovo intorno al collo, sotto alla camicia.
 
“Allora?” chiese lei, girandosi verso di loro.
 
Tutti rimasero straniti, ma non molto convinti.
 
Han ridacchio, dicendo: “Stai scherzando?” mentre il suo amico wookie fece un verso confuso.
 
Denny guardò tutti, pensando che stessero ridendo. Han allora indicò la cabina blu, dicendo: “Questa non è una astronave!”.  
 
“Il capitano Solo ha ragione” disse C-3PO “È più una cabina di legno vecchia di duemila anni.”.
 
“E poi c’è scritto ‘cabina telefonica della polizia’’” lesse Luke dalla scritta sopra al Tardis.
 
“Non è una cabina della polizia, ma è una astronave-macchina del tempo e si chiama Tardis.” Spiegò Denny, quindi entrò.
 
Gli altri si guardarono perplessi e poco conviti, ma entrarono comunque
Solo Han rimase indietro e guardò la cabina con aria stranita.
 
Dopodiché lanciò uno sguardo dubbioso a quella strana astronave e disse: “Okay, ma dubito che ci staremo tutti lì…” e quando entrò rimase a bocca aperta e con gli occhi spalancati: “Dentro.” Finì la frase.
 
Tutti erano rimasti sorpresi e a bocca aperta, guardandosi intorno: la cabina in cui erano appena entrati era più grande all’interno, con una luminosa luce arancione accesa, il pavimento di vetro, le pareti decorate con tante cose tonde e tre scalinate intorno alla stanza.
 
Al centro vi era una grande console rotonda, piena di cavi e pulsanti e con un grande cilindro molto alto proprio al centro.**
 
“Oh… santissimo creatore!” esclamò C-3PO, sorpreso.
R2-D2 fece un bip lungo.
 
“Ma… ma…” cercò di dire Luke.
 
“Sì, lo so.” lo interruppe Denny, girando introno alla console “È più grande all’intero, ah-ah, il Dottore ama sentirselo dire quando qualcuno di nuovo mette piede nel Tardis.”
 
“Ma non è possibile!” disse Leia, incredula.
 
“Ha ragione.” Aggiunse Luke “Un oggetto non può essere più grande del suo esterno.”
 
“E invece questo può.” Disse ancora la ragazza, quasi compiaciuta.
 
“Come?” domandò Raoul.
“Tecnologia dei Signori del Tempo.” Rispose Denny “Può modificare lo spazio del suo interno”.
 
“E non toccare!” si rivolse a Han, che stava per premere un pulsante. Lui alzò le mani e si allontanò.
 
“Si chiama Tarids?” chiese Luke.
 
Denny rispose di sì e spiegò che si trattava di un acronimo, ovvero: Tempo e Relativa Dimensione Interna allo Spazio.
 
“E quante stanze ha?” domandò Leia.
 
“Infinite”
 
Tutti rimasero scoccati.
 
“Non può essere!” disse di nuovo il droide “Non può essere che una stanza sia più grande del suo esterno e non può nemmeno avere infinite stanze.”.
 
“Senti, ci sei dentro ed è tutto vero. Quindi, ora o te ne vai o stai qui ma zitto!” si spazientì Denny parlando a C-3PO.
 
“Sì, signorina Denny.” Obbedì il droide e lei sopirò.
 
“Che cosa c’è dentro le stanze?” domandò Raoul, incuriosito.
 
“Beh… un po’ di tutto. Una piscina, una biblioteca, una sala giochi e altre stanze. Talvolta, per divertimento, togliamo e aggiungiamo altre stanze” disse Denny e rise per il ricordo.  
 
“Ma immaginate se Darth Vader o l’imperatore entrasse in possesso di una tecnologia simile?” domandò Luke.
 
“Potrebbe costruire una Morte Nera infinita!” disse Leia, allarmata.
 
“E di certo non ci metterebbe una biblioteca o cose simili” Concluse Han. I ribelli si guardarono tra loro, allarmanti.
 
Lo Jedi domandò quale forse il piano e Denny spiegò: il Tarids era l’unica astronave che poteva atterrare letteralmente dentro alla astronave di Darth Fener, senza nessuno si accorgesse di nulla, oltretutto senza coinvolgere o creare una battaglia ed evitare delle morti solo per salvare una persona.
 
“È quello che il Dottore vorrebbe evitare e lo stesso vale per me” rispose Denny e guardò in basso. 
 
“Quindi, sai come farla partire?” chiese Luke.
 
Denny non rispose, guardò in basso, si passò la mano dietro al collo e rispose, nervosa: “Beh…. No.” Ammise.  
 
Rimasero sopresi e confusi e pensarono di non aver capito bene la sua risposta.
 
“Denny, tu sai come pilotare questa astronave, vero?” domandò Leia.
 
Alla fine la ragazza si mise le mani sui i fianchi, la guardò e rispose: “No. Solo il Dottore sa come pilotarla.” E ritornò a guadare il pavimento.
 
La squadra non poteva credere a quelle parole, così i ribelli si guardarono tra loro confusi.
 
“E come pensi di portaci dentro a uno Star Destroyer se non sai pilotare questa cosa?” chiese Han con tono sarcastico.
 
“Ehi!” si lamentò Denny “Primo: non è una cosa, ma ha un nome e si chiama Tarids!” rispose seria, guardandolo “E secondo: anche se non come pilotarla, posso farlo in un altro modo”.
 
“Tipo?” domandò Han, scettico.
 
“Parlando” rispose tranquilla. 
 
Tutti rimasero confusi, il wookie la guardò con aria stranita e R2-D2 fece un piccolo suono, girando la testa un paio di volte.
 
“Mi scusi, signorina Denny, ma… che cosa intende dire ‘parlando’?” chiese C3-PO, un po’ intimorito.
 
“Intendo dire che le parlo e lei parte.” Rispose Denny, come fosse stata la cosa più ovvia del mondo.
 
“Quindi, voi fate partire una intera astronave e macchina del tempo… solo parlandole?” chiese Luke, incerto.
 
Denny sopirò e disse, determinata: “Sentite, questa astronave è viva!”.
 
Rimasero ancora più straniti e lei spiegò tutto: “Il Tardis non è stato costruito ma è stato allevato. Ha un cuore e un’anima e ci può sentire.” Toccò il cilindro, accarezzando.
 
“Il Dottore mi ha detto che, a volte, è lei a portarci nei posti dove la gente bisogno di aiuto, scommetto che è stata lei a portarci qui” fece un sorriso malinconico “Questo è l’ultimo Tarids dell’intero universo”.  
 
Rimasero affascinati della sua spiegazione e del modo in cui ne parlava.
 
“E poi, Luke può spostare gli oggetti e manipolare la mente delle presone con l'uso della Forza, e non credete che io possa far funzionare il Tarids solo parlandoci?” domandò Denny, indicando Luke e mettendosi al centro della console.
 
Leia la guardò un po' preoccupata, si avvicinò e le disse: “Denny, so che hai delle buone intenzioni e sei scura delle tue scelte, ma...”.
 
“La prego” intervenne Denny, interrompendo Leia mentre parlava “So che tutta questa situazione è strana per voi. Lo è anche per me, mi creda. Ma so quello che sto facendo e voglio solo provarci. E, se non funzionerà, seguirò i vostri piani senza aggiungere nulla. Ma prima, farmi provare questa teoria. Vi prego.” Disse, guardandola con aria supplichevole.
 
La principessa capì e fece un cenno di assenso, mettendosi vicino a Luke, Han, Raoul, Chwebe introno alla console.
 
Denny posò le mani sulla console; teneva la testa bassa, quindi sopirò e disse: “Tardis... ciao” mentre gli altri la guardavano poco convinti.
 
“Senti, non se riesci a sentirci, ma... spero che tu possa ascoltarmi, perché il Dottore è in pericolo” alzò la testa “Lo so, il Dottore è sempre in pericolo e ha affrontato di tutto: mostri, robot, dei, pazzi e chi più ne ha, più ne metta. Ha salvato il mondo, la terra, il tempo, l'universo e lo ha salvato più e più volte, senza chiedere nulla in cambio o essere ringraziato per le sue azioni. Ma ora è lui ad essere in pericolo ed è solo. Un dittatore spaziale folle lo tiene prigioniero e vuole conoscere i suoi infiniti segreti per distruggere tutto quello che conosciamo, persino tu, l'ultimo Tarids rimasto...” e accarezzò la console con molta dolcezza. 
 
Rimasero tutti stupiti da quel discorso e dal suo tono sicuro. Si sentivano davvero in colpa per aver dubitato di lei e speravano che il suo piano funzionasse.
 
“So che sei tu a portaci dalle persone che hanno bisogno di aiuto. L'ultimo Signore del Tempo è da solo e in pericolo! E solo tu puoi portarci dentro alla astronave dove è richiuso, altrimenti dovrò chiedere aiuto a dei soldati, che cercheranno di salvalo, ma lo farebbero combattendo, causando la morte di molte persone.  Sai che non è quello che vorrebbe il Dottore, né io e nemmeno tu. Quindi, ti prego, portaci da lui. Non direttamente o davanti a lui ma dentro a quella astronave, quindi ti prego! Parti e portaci dal Dottore! Sei la nostra unica speranza” e guardò in basso.
 
Rimasero tutti quanti in silenzio, aspettando qualche suono o un altro segnale partisse, ma non accadde niente.
 
Anche dopo un altro lungo minuto non successe nulla.
 
Denny sopirò, rassegnata, e capì che non sarebbe accaduto niente. Raoul era dispiaciuto, così come il resto della squadra.
 
“Bene, allora è meglio che io faccia partire il...” iniziò a dire Han, ma si sentì un suono.
 
Una delle tante leve presenti sulla console si era appena abbassata da sola.
Denny rimase a bocca aperta e, dopo solo un istante, udì l’inconfondibile suono che segnalava l’imminente partenza del Tardis.***
 
La ragazza fece un sorriso a trentadue denti e disse felice: “Sta partendo! Sta partendo! Sta partendo!” e abbracciò Raoul, a cui non dispiacque e che le sorrise, incredulo della situazione.
 
Luke, Han e Leia rimasero sconvolti e il Wookie fece un verso un po' spaventato, chiedendosi come fosse possibile che quella cabina fosse davvero partita.
 
Quando Denny si staccò dall’abbraccio e urlò, rivolta a tutti: “Alla faccia vostra!” indicò Han con il dito, dicendo: “Soprattutto tua!”.
 
Rimasero straniti dal suo improvviso cambiamento d’umore.
 
“Tu sei completamente pazza!” ripose il generale.
 
“Sì, lo so. Grazie mille per la tua inulte informazione” rispose Denny, sorridendo.
 
Raoul rise della sua risposta e anche Luke e Leia, mentre Han la guardò offeso e Chewbe rise tra sé e sé per il suo sguardo. R2-D2 fece vari bip.
 
“Hai ragione, vecchio mio, è stranamente affascinate questa situazione.”  Ripose C-3PO.
 
Si sorrisero tra loro, poi si sentì come una turbolenza e si mosse tutto. I ribelli si aggrapparono alla console e gli unici a cadere furono solo Raoul e i due droidi, mentre Chewbe fece un verso spaventato.
 
Quando la situazione si stabilizzò, Denny chiese: “Tutto bene?”.
 
“Sì, credo di sì.” Rispose il pilota, alzandosi.
 
“Che cosa è successo?” domandò C-3PO.
 
“Nulla di che” Disse. “Vortici di tempo o roba del genere…” e guardò in basso incerta.
 
Gli altri si guardavano, decisamente preoccupati.
 
“Non sai cosa fosse?!” domandò Leia, irritata. 
 
“Ehi! È già tanto che io sia riuscita a farla a partire!” rispose lei. Poi un'altra turbolenza scosse tutto il Tardis.
 
Tutti si grapparono alla console e questa volta Denny prese il monitor sopra alla console e capì che stavano entrando all’interno di una astronave.
 
“Okay” Disse Denny, rivolgendosi agli altri “Dobbiamo farla atterrare!”.
 
“E come?! Non può atterrare da solo?” domandò il generale, irritato.
 
“È già tanto che io sia riuscita a farla volare! Figuriamoci se ora riesco a farla atterrare da sola!”.
 
“Almeno tu sai come farla atterrare?” domandò Leia.
 
“Sì, l’ho visto fare tante volte. Ma mi serve il vostro aiuto, quindi mettetevi tutti intorno alla console” rispose Denny, con fare deciso.  
 
Tutti e sette obbedirono, e si sistemarono attorno alla console in posizioni diverse e Denny ordinò a ognuno di loro quale leva, pulsante o altro strumento usare per riuscire a far atterrare il Tardis.
 
“Luke! Tira la leva zig-zag fino in fondo!” indicò Danny, ma era lontana.
 
“Non ci arrivo!” si lamentò lo Jedi.
 
“E usa la Forza!” ripose Denny, impaziente.
 
Così lo Jedi usò la Forza per tirare la leva e si sentì uno dei soliti tonfi propri del Tardis.
 
Lo stesso suono della partenza, che la squadra aveva udito dentro al Millennum Falcon qualche ora prima.
 
“Stiamo atterrando?” domandò Raoul.
 
Denny lo zittì, alzando un dito verso di lui e ascoltando il suono.
 
Quando finì, lei abbassò la tesa e disse fra sé e sé: “Il rumore del Tardis, il suono più bello del mondo” E sorrise. 
 
“Siamo atterrati?” domandò C-3PO.
 
“Sì.” Rispose lei, alzando la tesa e andando verso al monitor “Siamo dentro alla astronave e quel putino giallo luminoso è dove si trova il Dottore”. 
 
La squadra andò a vedere al monitor e vide una mappa interna in 2D dello Star Destroyer, in basso si trovava un puntino luminoso.
 
“Come lo sai?” domandò Luke.
 
“È la sua chiave” Rispose lei, tirando fuori la sua da sotto alla camicia; anche questa iniziò ad illuminarsi, fino a diventare d’oro.
 
“Il Tarids ci sta indicando dove si trova il Dottore grazie alla sua chiave. E probabilmente sa già che lo stiamo andando a salvare, se sente il calore della chiave” ripose la sua sotto alla camicia.
 
Prese il suo cellulare e lo attaccò al cavetto USB che era collegato allo schermo, per scaricare la piantina della nave.
 
“Quindi, siamo dentro alla astronave di Darth Veder.” Disse Leia.
 
“Eppure… non sento niente.” aggiunse Luke, allamato.
 
Denny lo guardò perplessa. 
 
“Che vuol dire che ‘non sento niente’?” domandò Han, confuso.
 
“Che non sento la sua forza, la sua presenza. Niente.” Spiegò il ragazzo “E se non sento niente probamente lui non si trova qui, oppure per qualche stano motivo non riesco a sentirlo”. 
 
“Se è così, forse lui sente la nostra presenza e ci può attaccare per primo” Disse Leia, allarmata e calò il silenzio.
 
“Oh no! Siamo spacciati! Siamo tutti spacciati, R2-D2!” fu C-3PO a rompere il silenzio, preoccupato.
 
“Zitto” Disse Denny. Si avvicinò ai due fratelli e domandò loro delle spiegazioni sulla Forza e sulla storia dei cavalieri Jedi “Ma la forza è dentro di voi? Cioè, è dentro alla vostra anima? Giusto?”.
 
“La forza è in ognuno di noi” Rispose Luke “La Forza è dentro in ogni essere vivente, quindi è ovunque”.
 
“Come lo spirito santo?”
 
I due fratelli si guadarono confusi, Denny lasciò perdere l’ultima domanda e disse: “Comunque, la Forza è dentro di voi, nel vostro corpo e nella vostra vita. Quindi, anche nella vostra anima. Solo chi ha lo stesso potere può avvertire le vostre paure e la vostra presenza. Giusto?”.
 
“Sì, esatto” rispose Leia.
 
“Bene” disse Denny, poi si diresse verso le scale e scese di sotto, andando verso i cavi della console.
 
Gli altri la osservarono dal pavimento di vetro e Luke domandò: “Perché queste domande?”.
 
“Perché ho un’idea.” Rispose lei convita.
 
Si guardavano confusi, ma, ormai, dopo tutto quello che lei aveva fatto, cominciavano a fidarsi di lei, delle sue idee e dei suoi piani.
 
Pochi minuti dopo tornò di sopra con due collane in mano: queste non erano altro che catenine d’oro, con appese in fondo una piccola pietra nera e lucida. Sembrava un minerale. Le diede ai due Jedi, dicendo: “Indossatele”.
 
I due gemelli presero le collane e se le misero al collo, poi Leia domandò: “Che cos’è?”.
 
“È una pietra lunare”
 
“Pietra lunare?” domandò Luke.
 
“Pietra lunare nera della galassia Pigna”. 
 
Denny spiegò che una volta con il Dottore erano stati nel Kansas, nel 1983****, dove una giovane coppia con due figli piccoli diceva che un fantasma infestava la loro casa e aveva paura che potessero essere uccisi da lui.
 
Il Dottore aveva dato loro quella stessa pietra che proteggeva l’anima e nascondeva l’anima stessa, oltre che pensieri ed emozioni.
 
Alla fine avevano scoperto che si trattava solo di un alieno in stato gassoso che si nutriva dei corpi delle persone per essere più forte e, ovviamente, lo sconfissero. 
 
“Ma ora come mai non riusiamo a sentire la presenza di Vader?” domandò la principessa.
 
“Probamente è il Taridis che ci protegge” Rispose Denny.
 
Staccò il cellulare e disse: “Bene, ora andiamo!”.
 
“Ma di preciso dove ci troviamo?” domandò Han.
 
“Non lo so” Rispose lei, guardando la mappa dal telefono “Possiamo essere ovunque. Davanti al Dottore o davanti a Dart Vader o…”.
 
“O in uno spogliatoio” la interruppe Raoul, aprendo la porta (e facendo alzare i due droidi).
 
Tutti uscirono e Denny chiuse a chiave il Tardis.
 
Si trovavano all’interno di una grande stanza, piena di vecchie armature e divise da Stromtrooper, oltre alle loro armi.
 
A Denny venne subito in mente una idea, ma prima si girò versò il Tarids e disse: “Oh Sexy! Sei sempre fantastica!”.
 
Sexy?” domandò confuso Luke.
 
“È il suo nome. O almeno così che il Dottore la chiama” Spiegò Denny.
 
“Sexy” Rise Han “Quasi, quasi chiamerò così anche il Falcon”.
 
“Ti prego Han, non farlo” Disse Leia, con aria paziente.
 
Denny si avvicinò alle divise e prese un casco tra le mani.
 
“Quindi… immagino che tu abbia già un piano” Disse Raoul.
 
“Sì” Rispose lei convinta, si girò verso di loro con l’oggetto in mano e disse: “Credo che abbiate capito quale sia” E sorrise.
 
Tutti quanti avevano capito e ricambiarono il sorriso. Han sopirò e disse: “Ho un dejà vu...”.  

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Note per i "non fan" 
* Il tardis 
**** Riferimento ala seire "Supernatural" 
 
Note della autrice:
Sì, un capitolo dedicato a Sexy ci voleva!
Dopo un capitolo sul Falcon, il Tardis si 
merita il suo capitolo!
Ma spero che vi sia piacuto! 
Ci vediamo Giovedì!
Evola

 
 


 
   
 
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